-Una festa in
maschera?-disse Bonney
con la bocca piena di fette di pizza riscaldata.
-Ma certo.
Non sai che è un'usanza di noi matricole universitarie
organizzare
ogni anno in estate una festa di questo tipo?- le ricordò
sua
sorella Perona.
-Veramente non lo sapevo. Ti ricordo che ho
mollato l'università dopo un mese io.-
-Si ma comunque se verrai
con me non ci saranno problemi, ogni anno ci sono un sacco di
imbucati a quanto pare.-
-Sì ma è una gran seccatura. Non voglio
venire. Insomma non c'è cibo, non mi piace ballare e devo
stare lì
tutta la sera a fare finta di divertirmi con perfetti sconosciuti.-
borbottò Bonney.
-Uffa che rompiballe che sei. Ci sarò io con te
no? Non ti annoierai di sicuro e poi non hai alcun problema a
socializzare.-
-Ciò non toglie che queste feste sono tutte
uguali, con idioti che molestano ragazze ubriache e cretine che non
sanno quello che fanno.-
-Te lo sto chiedendo per favore
sorellona. Ti presterò perfino i miei trucchi se mi
accompagni.- le
disse l'altra che voleva solo sfruttare la sorella per andare alla
festa in macchina, visto che lei ancora non aveva la patente, e per
non recarsi lì da sola anche se progettava di filarsela con
le sue
amiche.
-Non me ne frega un cazzo dei tuoi trucchi costosi.
Comunque se proprio ci tieni ti accompagno così la pianti
una volta
di assordarmi con la tua voce stridula.- si arrese alla fine la
ragazza con gli occhi viola.
-Benissimo, sapevo di poter contare
su di te.- disse Perona tutta gongolante.
Bonney già sapeva di
andare incontro ad una serata in cui si sarebbe divertita solo sua
sorella minore.
Si chiese come mai Perona, che di solito la
escludeva dalla sua vira sociale, avesse insistito così
tanto
affinché andasse anche lei.
Probabilmente progettava di mollarla
lì da sola come una scema mentre lei si sarebbe pavoneggiata
con i
ragazzi o avrebbe spettegolato con le sue amiche sceme. C'era da
aspettarsi qualsiasi cosa da quella strega.
Se la fortuna fosse
stata dalla parte di Bonney magari avrebbe trovato qualche bel
ragazzo con cui movimentare un pò la serata. Dopo le due
fallimentari storielle, durate solo qualche mese ciascuna, una con
Roronoa Zoro e l'altra con Monet, aveva deciso di starsene un
pò da
sola e di dedicarsi a se stessa. Voleva solo divertirsi senza
complicazioni di alcun tipo.
Terminò di mangiare la pizza e andò
sconsolata a prepararsi.
*********
Il locale era quasi
meglio di come Bonney lo aveva immaginato, Aveva le luci colorate che
partivano dal soffitto e illuminavano tutti con i sette colori
dell'arcobaleno che si alternavano, e c'era perfino una postazione
per il deejay.
Peccato che dovesse farsi spazio tra la gente dando
gomitate a destra e a sinistra. Evitò per miracolo una
doccia di
birra che invece investì in pieno un ragazzo biondo con una
cicatrice sull'occhio sinistro.
Beh meglio lui di lei, pensò la
rosa. Nella confusione generale, aveva già perso di vista
sua
sorella, o più probabilmente l'arpia l'aveva fatto apposta,
e
comunque con il volume della musica così alto era
impossibile che
sentisse anche se avesse provato a chiamarla.
Inoltre con
tutte quelle ridicole maschere non l'avrebbe mai riconosciuta.
Bonney
ne indossava una nera con due grandi piume sui lati, semplice ma
elegante. Così come il suo vestito di pizzo bianco. I
capelli li
aveva lasciati sciolti sulle spalle e ondulati sulle punte.
Non
era certo fissata con il look come sua sorella ma in quelle occasioni
le piaceva tirare fuori tutta la sua femminilità.
Guardandosi
attorno notò che in effetti c'erano parecchie persone
esterne
all'università. Come Monkey D. Rufy, rigorosamente senza
maschera,
Reiju Vinsmoke, con una mascherina azzurra che ricordava le ali di
una farfalla, o ancora Kaku, con una maschera gialla a chiazze
marroni che ricordava il pelo di una giraffa.
Bonney si avvicinò
al bancone per prendere qualcosa da bere quando qualcuno la
urtò.
Lei si voltò di scatto, pronta a dirgliene quattro, ma il
maleducato
non la degnò neppure di uno sguardo. La rosa fu tentata di
avvicinarsi per dirgli che poteva anche infilarsi la sua mascherina
bianca, che gli copriva tutto il volto e il suo cappello, su per il
culo.
Ma decise di lasciar perdere. In fondo non valeva la pena.
Si fece fare da Konis un mojito. La bionda indossava una mascherina
rosa chiaro che le copriva il volto fino al naso ed indossava un paio
di ali d'angelo finte da sopra il suo vestito azzurro chiaro
Non
c'era un buco in cui sedersi così dovette appoggiarsi al
muro per
poter bere e avere un minimo di sostegno. Non vedeva Perona da
nessuna parte. Poco male, significava che l'avrebbe mollata a piedi
così almeno si sarebbe lamentata con un buon motivo del
caratteraccio di Bonney.
Un gruppo di persone le passò affianco,
tra cui il bastardo con la mascherina bianca che prima l'aveva
urtata. Si era voltato a guardarla per qualche secondo poi le aveva
sfiorato il braccio, forse in un invito a seguirlo.
Bonney si
chiese chi diavolo potesse essere. Il suo abbigliamento semplice non
le diceva nulla, indossava dei semplici jeans scuri ed una camicia
bianca con qualche bottone lasciato aperto a mostrare i pettorali
scolpiti.
La rosa lo seguì ma non era facile con tutta quella
gente ad ostacolarla. Lo perse di vista diverse volte così
stizzita
andò in bagno per sciacquasi i polsi e le mani.
Là dentro faceva un
caldo maledetto e si pentì di non aver raccolto i capelli.
Si rimise
il rossetto e tolse la mascherina. Un paio di ragazze che facevano la
fila per usare il bagno la fissarono bisbigliando. Stava per andare a
dire loro due paroline, era già irritata per i caldo e non
aveva
proprio di farsi prendere in giro da dei manici di scopa vestiti come
spaventapasseri, quando vide il ragazzo con la maschera bianca
passare lungo il corridoio e lo seguì.
Salì tramite la scala
antincendio sul tetto del locale, godendo della brezza fresca sulla
pelle accaldata.
Lo trovò seduto per terra a gambe incrociate
come se la stesse aspettando.
-Ce ne hai messo di tempo per
trovarmi.- la provocò lui.
-Ti sei divertito abbastanza razza di
cretino. Chi cazzo sei?-
-Come siamo impazienti. Non vuoi giocare
ancora un pò?-
-Per niente!- disse lei avvicinandosi per levargli
la maschera ma lui le fece cenno di fermarsi. Si tolse il cappello da
cowboy, con due emoji cucite da sopra, una triste ed una felice, ed
un lunghissimo cordoncino che gli ciondolava pigramente davanti al
petto. Quando si tolse la maschera Bonney si trovò davanti
ad un bel
viso pulito e sorridente, senza un accenno di barba ma con una
simpatica serie di lentiggini.
La rosa si immaginò a baciarle una
per una.
-Tu sei Portuguese D. Ace vero?- disse ricordando
vagamente che era il fratello di Rufy. Si sedette di fronte a lui per
studiarne meglio i lineamenti.
-Mi fa piacere che ti ricordi di
me. manco da qua da parecchio tempo ormai.-
-Perché questa
buffonata di farti seguire se non ci siamo quasi mai rivolti la
parola?- gli domandò lei curiosa. Come mai tutto questo
interesse
nei suoi confronti da parte del ragazzo?
-Ti ho vista tutta
sola e ho pensato di farti divertire un pò.-
ridacchiò lui.
-Se
per divertimento intendi urtarmi o farti seguire in mezzo a quello
schifo di gente allora non ci siamo proprio.-
-E tu perché sei
stata al gioco se ti infastidiva così tanto?-
domandò con un ghigno
beffardo sul volto.
-Ero curiosa... E poi non avevo niente di
meglio da fare come hai visto anche tu.- rispose lei. Era andata
lì
per divertirsi ed invece l'unica cosa di eccitante che aveva fatto
era stato inseguire un quasi conoscente.
Il moro le posò sulla
testa il suo cappello per scacciare dal bel viso della ragazza quella
espressione imbronciata.-.
-Però, ti sta bene.- disse sempre con
un sorriso.
-Allora non te lo restituirò più.- disse lei
alzandosi per scappare con una espressione giocosa sul viso.
-E
no, quel cappello non te lo prenderai mai.- disse lui alzandosi per
raggiungerla.
Bonney si era arrampicata lungo la ringhiera che
circondava il tetto e camminava tenendo le braccia perpendicolari al
corpo per cercare di mantenere l'equilibro. Metteva un piede davanti
all'altro incurante di trovarsi a parecchi metro d'altezza.
-Ehi,
non fare scherzi Bonney.- disse lui pregando che non
scivolasse.
-Come fai a conoscere il mio nome?. gli chiese lei
sempre guardando avanti.
-Anche tu conosci il mio.-
-Non è una
risposta. quella. Comunque io ti conosco tramite tuo fratello.-
-Già
Rufy, chi non lo conosce?- disse il moro con un ampio sorriso sul bel
viso. -Io conosco tua sorella. Tempo fa mi ronzava sempre attorno
quando lavoravo al bar qua all'angolo.-
-Perona aveva una cotta
per te? Oddio non ci credo. Sarai mica tu quello che le aveva detto
che non poteva frequentarla perché sembrava ancora una
bambina?-
disse lei ridendo a crepapelle.
-Mi vergogno ad ammetterlo ma sì
sono stato io. Non mi piacciono le mocciose.- disse tirando
giù la
ragazza e prendendola tra le braccia. -Preferisco decisamente quelle
che sembrano vere donne.-
Bonney deglutì. Ace era davvero un bel
ragazzo e averlo così vicino le mandava in tilt il cervello.
Le
baciò il collo risalendo lentamente verso le labbra. Bonney
si stupì
del suo tocco dolce e delicato.
Rimasero fermi in quella
posizione per alcuni minuti alternando baci più feroci e
passionali,
in cui le loro lingue so scontravano e si assaporavo selvaggiamente,
a contatti più soffici.-
-Ace portami via con te. So che vivi a
Prodence ora. Non lasciarmi qui.-
-E la tua famiglia?.- le domandò
lui serio.
-Odio Perona e anche i miei genitori. Non saranno certo
loro a farmi restare qui. Tornerei ogni tanto solo per vedere i miei
amici.-
-Vuoi davvero mollare tutti per scappare con me?-
-Non
ho nulla che mi leghi qua e non sono la tipa che ama ammuffire sempre
nello stesso posto. Amo le avventure, viaggiare e avere la mia
libertà. Voglio vivere ogni anno in un posto diverso con un
nuovo
lavoro e con te.-
-Ahahaha sei veramente strana lo sai? Ma la tua
follia mi piace. Va bene facciamolo. Andiamo via con il prossimo
aereo per vivere la nostra avventura.-
Bonney sorrise. Dopotutto
andare a quella festa non era stata una cattiva idea in fondo.