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Autore: midori_ninjin    09/09/2017    0 recensioni
Era un martedì come tanti altri… un normalissimo martedì sera.
Mi ero messo d’accordo con i soliti amici per vederci a casa mia, data l'aria condizionata e l'assenza dei miei genitori per quei giorni… una tranquilla serata in casa con pochi amici.
Non avrei mai creduto che una bottiglia vuota… un ripostiglio… ed il mio migliore amico avrebbero rivoluzionato la serata… e la mia vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Mi avvicinai alla porta tentennando e bussai due volte.
 
Silenzio.
 
Ribussai con un po’ più di forza.
 
Silenzio.
 
-Sono Alessandro… l'amico di Michele… posso parlarle- Provai con voce incerta.
 
Silenzio.
 
Riprovai, questa volta con violenza colpendo il legno più volte fino a farmi male.
 
Silenzio.
 
-Senta so che è difficile per tutti! Che si crede che per suo figlio è stata una passeggiata!? Ma l'ha fatto lo stesso perché si fidava di voi!- Urlai mentre la rabbia mi risaliva la gola… Michele non si meritava un padre così… lui che non aveva mai fatto niente di male… lui che il suo unico errore era stato fidarsi della sua famiglia.
 
Silenzio.
 
-O MIO DIO QUANTO CAZZO PUÒ ESSERE INFANTILE!- Urlai fino a quel livello in cui la gola brucia -SENTA QUELLO, SE NON SE NE FOSSE ACCORTO, È SUO FIGLIO CHE LEI LO VOGLI O NO! E SE NON LO VUOLE LEI CI SONO MILIONI DI PERSONE CHE SAREBBERO FORTUNATE E PIÙ CHE FELICI DI PRENDERSELO! PRIMO FRA TUTTI IO QUINDI FACCIA PURE QUELLO CHE CAZZO VUOLE- Conclusi con il fiatone.
 
Mi girai e tornai in sala con i pugni contratti e il passo pesante.
 
Osservai per qualche istante Laura e la madre che ovviamente avevano sentito tutto, che però rimasero in silenzio interdette con lo sguardo basso come se si sentissero in imbarazzo loro per il comportamento dell'uomo, prima di dirigermi svelto verso camera di Michele.
 
-Com’è andata?- Chiese subito lui alzando lo sguardo su di me nonostante sapevo che mi aveva sentito.
 
-Alla grande…- Sorrisi sarcastico andando verso la valigia ancora aperta, che era sul suo letto, ed iniziando a ficcarci dentro roba a caso per smettere di pensare.
 
-Che fai?- Chiese in un sussurro lui fissando i suoi occhi sul pavimento.
 
-Ti faccio le valige- Spiegai tranquillo cacciando tutte le cose inutili che ci avevo messo qualche secondo prima e anche quello che ci aveva messo Michele ed iniziando a piegare delle maglie prima di mettercele dentro.
 
-Questo l'avevo notato… fuggire chissà dove non mi era sembrata un idea tanto folle qualche minuto fa… quando l'avevo avuta io- Sorrise… un sorriso finto e storto come se stesse per scoppiare in lacrime.
 
-Questa notte la passi da me… queste sono cose che devono risolvere gli adulti… resti da me finche non ci saranno riusciti- Gli dissi piegando un pigiama.
 
-E quali sono le possibili soluzioni… far scegliere a mia madre fra me e mio padre… oppure convivere con lui che fa finta che non provi disgusto per tutto ciò che sono?-  Mi chiese… io non sapevo cosa dire, infondo aveva ragione, ma per fortuna intervenne la madre, entrò dalla porta prima di avvicinarsi e dire.
 
-Queste non sono cose di cui ti devi preoccupare tu… non hai fatto niente di male e va benissimo così come sei…- Disse lei stringendolo in una abbraccio -Tua padre deve comprendere che non sei tu a sbagliare… se non lo farà sarà lui a perderci-
Concluse prendendo il viso del figlio fra le mani e lasciandogli un bacio sulla fronte prima di allontanarsi e dire.
-Ale mi raccomando… prenditene cura tu per questi giorni…-
 
-Certo-
 
-Ora vado a chiamare tua madre… voglio spiegargli io la situazione… sa già tutto di voi due giusto?- Annuii prima che lei uscisse poco dopo entrò Laura.
 
-Micky ti prendo i libri di scuola- Disse prima di prendere lo zaino ed iniziare a metterci le varie cose per la scuola.
 
Smisi un secondo di piegare vestiti e mi rivolsi a Michele che, dopo le parole della madre, era rimasto in piedi a fissare il pavimento come se nella sua testa stesse imperversando una tempesta.
-Allora che dici ci dai una mano o rimani lì a contare le mattonelle?-
 
Alzò il suo sguardo verso di me e allungo una mano verso la mia prima di stringerla.
 
Rimanemmo qualche secondo così a fissarci come se nessuno dei due sapesse cosa dire all'altro.
Prima che lui rompesse il silenzio.
 
-Vado a prendere lo spazzolino- Concluse in fine andando verso il bagno e lasciando a malincuore la mia mano.
 
***
 
La mia moto non mi era mai sembrata cosi instabile, con una borsa nel porta Pacchi chiuso con una corda, una fra le mie gambe ed una, in fine, sulle spalle di Michele.
 
-Ale…- Sentii bisbigliare a questo mentre stringeva ancora di più le sue braccia intorno alla mia vita.
 
-Si?-
 
-Sono felice di averglielo detto…- Sentenziò sicuro.
 
-Davvero?-
 
-Si… nonostante tutto quello che è successo… sai e da quando ho iniziato il primo superiore che provo qualcosa per te… per il modo in cui mi fai sorridere senza un motivo… per il modo in cui ti arrabbi ancora come se avessi sette anni… per come sembri sempre sapere cosa fare- Si interruppe per prendere un respiro profondo -Voglio che lo sappiano tutti… voglio poterlo gridare al mondo… ti ho conquistato… ce l'ho fatta!-
 
-Lo sai che non sono bravo con queste cose- Sbuffai indispettito ma anche riscaldato da quelle parole.
 
-Un'altra cosa che mi piace di te- Ridacchiò facendo cozzare i nostri due caschi, che ci eravamo dovuti mettere per forza.
 
-Allora!?- Chiesi poi.
 
-Allora cosa?- Mi domandò lui confuso.
 
-Non hai detto che vuoi gridarlo al mondo?!-
 
-E… era figurato- Balbettò lui preoccupato.
 
-Troppo tardi per rimangiarsi le cose!- Risi divertito.
 
-Ok…- Acconsentì in fine.
 
-Ehi io sche…- Eppure non riuscii a finire la frase perché un suo urlo mi interruppe.
 
-MI SCOPO ALESSANDRO!!- Si sentì riecheggiare per le strade.
 
Risi divertito prima di urlare anch'io con tutto il fiato che avevo in gola.
 
-MI SCOPO MICHELE!!-
 
****
 
Nella semi oscurità intravidi il solito disordine della mia camera da letto, le lenzuola arrotolate in un angolo della stanza, il cuscino sopra la scrivania.
Il pavimento disseminato di libri e vestiti sporchi assai difficili da evitare.
 
La mia mente si soffermò un attimo sui due letti, chiedendomi quale sarebbe stato meglio usare… quello di sopra o quello di sotto?
 
Ma riuscii a rimanere sul quel pensiero per poco, subito Michele mi afferrò il mento per poi spostarsi dal mio collo e raggiungere le mie labbra.
Arrancavo all'indietro seguendo i suoi movimenti e sperando che non mi facesse inciampare in qualche cumulo di roba.
 
Litigavo con la cerniera dei suoi jeans chiedendomi se fosse più produttivo afferrare un qualche oggetto appuntito e romperla quando la mia mente tornò a quel dilemma… letto di sopra o letto di sotto.
 
Sentii una mano sfiorarmi il sedere e in un movimento involontario mi irrigidii prima di tornare a rilassarmi.
 
-Ale… i tuoi genitori sono in casa… non so se…- Sentii tentennarlo affannato.
 
-Hanno il sonno pesante- Risposi veloce mentre lui sollevava una mia gamba posizionandomela intorno ai suoi fianchi afferrandomi la coscia così da mettere ancora più a contatto i cavalli dei nostri pantaloni.
 
-Sicuro?- Mi chiese mentre io gli buttavo le braccia in torno al collo per cercare di mantenere quell'equilibrio precario.
 
-Ho quello o fingono bene- Sorrisi per poi riprendere a baciarlo.
 
Ricominciammo a muoverci arrancando e barcollando come due ubriachi e solo dopo diversi passi sentii qualcosa di duro dietro alla schiena capendo che fra il letto di sopra e quello di sotto Michele aveva scelto la scrivania.
 
Mi lasciò la gamba e mi prese i fianchi prima di sollevarmi e posizionarmi su questa.
 
Lui iniziò a lasciarmi baci umidi lungo tutto il collo mentre io riprendevo a giostrare con la sua cerniera lasciandomi sfuggire un mugolio soddisfatto quando riuscii a scassinarla.
 
In un gesto veloce slacciai anche la mia mentre lui si allontanava un attimo per togliersi la t-shirt, prima di sfilarmi anche la mia.
 
Rimanemmo così per qualche istante, praticamente nudi… eccitati… con i membri a contatto mentre la stanza si riempiva di lenti respiri spezzati.
 
-Sembra tutto… così insensato- Mugugnò lui posandomi una mano sulla guancia e scrutandomi fra la penombra.
 
-Di solito quando le cose hanno un senso… sono noiose- Abbozzai un sorriso chiudendo gli occhi e avvicinandomi lentamente alle sue labbra finche non furono a contatto.
 
Infondo aveva ragione… era tutto così insensato… era tutto così straordinario.
 
 
*Il mio angolino*
Finito… è stato bello e faccio i miei complimenti a chiunque di voi è riuscito ad arrivare fino alla fine!
A questo punto se volete lasciatemi un commento per farmi sapere se potevo impiegare meglio i miei pomeriggi e ditemi anche se secondo voi il ratings va bene.
Grazie ancora per aver letto… E ci si sente ad un'altra cosa scritta da me… o da voi.
midori_ninjin
   
 
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