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Autore: fervens_gelu_    09/09/2017    1 recensioni
Dieci modi per dirti che ti amo: piccoli stralci di lettere, di ricordi rubati, di esperienze vissute.
Per arrivare al tuo cuore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ash, Misty | Coppie: Ash/Misty
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime
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Adesso so quello che pensi di me.
 
Nessuno arriva per caso nelle nostre vite. E spesso senza far apparente rumore. Entra e lascia un’impronta. Da quel momento in poi rimarrà sempre con noi, che noi lo desideriamo o meno.

 
La neve scendeva piano dalla grata di un piccolo e sperduto centro medico per Pokèmon.

Alcuni allenatori avevano deciso di trascorrere insieme qui la sera della vigilia del nuovo anno con una cioccolata calda e qualche dolcetto gentilmente offerto dall’Infermiera Joy. I fiocchi erano molti e il freddo a dir poco dirompente, sarebbe stato difficile proseguire a piedi. Un momento di ritrovo per tutti gli allenatori dell’isola. Peccato che nonostante tutti fossero in compagnia, io mi ritrovavo su una piccola poltroncina da sola, a rimirare dalla grande vetrata ormai appannata quell’enorme distesa biancastra, il mare congelato e quella vastità di alberi che ricoprivano il vialetto d’ingresso tutto addobbato a festa, con luci sfarzose e nastrini colorati. Il cielo era bianco, vuoto. Nonostante fossero state accese più stufe per riscaldare l’ambiente, il freddo era comunque pungente. Per me sarebbe stato un Capodanno probabilmente da dimenticare e in completa solitudine, forse il primo dopo molto tempo. Ma ero sicuramente più felice di passarlo qui da sola, tra i ghiacci e gli alberi selvaggi che assieme alle mie sorelle a Cerulean.
Era passato quasi un anno da quando mi ero allontanata da casa e avevo deciso di ricominciare tutto dall’inizio. Anche se l’aria natalizia, il dolce profumo del cibo, la neve che scendeva in un flusso continuo e poi intermittente mi facevano ricordare i Natali passati e gli anni che tagliavano con una violenza che sfuggiva al controllo di chiunque… i pensieri vagavano nell’incertezza, ma avevo imparato a guardare verso il futuro, verso i miei obiettivi che erano sempre più chiari e luminosi.

Lì seduta su quella poltrona continuavo a pensare e a progettare. Ciò che vedevo era solo bianco e nero. Niente più che bianco e nero. Vedevo che gli altri mi osservavano con un fare indagatore, come se fossi una pazza a passare uno dei giorni più belli dell’anno da sola, in compagnia solo dei miei Pokèmon, senza nessuno accanto. Una pazza. E nonostante sorridessi alla vita e al mondo ormai da molto tempo, quel giorno, il mio volto si era spento e adombrato. Sentivo di non appartenere nemmeno a me stessa; vedevo le altre persone felici, in festa, pronte a stappare una bottiglia di spumante per festeggiare un anno nuovo in serenità, felicità e forse amore. E questo io non lo avrei potuto fare, perché ero da sola, come sempre del resto. In compagnia di me stessa, forse. O forse di quel vasto cielo e di quel mare in cui mi sarei voluta immergere.
Mi sentivo da sola, sola, sentivo battere il mio cuore con una velocità pari alla neve che scendeva dai tetti, stingeva e cadeva a terra con quella freschezza che donava nuova vita.

Avrei passato l’intera serata e nottata in compagnia di quel turbinio di ghiaccio. E me ne sarei comunque rallegrata.

Un ragazzo ricoperto di neve mi si avvicinò.

-Scusami, posso sedere qui? Le altre poltrone sono tutte occupate- una voce calda e decisamente riconoscibile cominciò a parlarmi.

Ma non mi interessava chi fosse, avevo trovato ormai pace nella più completa solitudine. Avevo il volto che era praticamente un tutt’uno con il panorama circostante.

-Nemmeno da soli, si può stare, almeno a Capodanno- sbottai io rimanendo incollata con il muso sul vetro appannato.

-Misty? Non cambierai mai…- fece il ragazzo, cominciando ad indietreggiare.

Mi sentivo un po’ in colpa per aver risposto in malo modo, forse un po’ di compagnia mi avrebbe fatto piacere e mi sarebbe stata d’aiuto per non passare quelle ore prima del nuovo anno completamente da sola.

Ma come faceva a sapere il mio nome? Chi era?

Mi voltai. Non lo avessi mai fatto. Forse non lo avrei dovuto fare. Forse sarebbe stato meglio rimanere di fronte a quello specchio che creava un’immagine di me sbiadita e tersa. Sarebbe stato meglio guardare quel panorama sconfinato per un’eternità, quel blocco di ghiaccio che era diventato il mondo attorno a me.

Perché il ragazzo che avevo accanto, innevato, era l’ultima persona che mi sarei aspettata di trovare e vedere in questo mio viaggio. Sobbalzai quasi spaventata. E stavolta non era un sogno.
 
-Ash!- queste furono le uniche parole che riuscii a proferire, guardandolo.

-Misty!- mi guardava con uno sguardo sorpreso, non immaginava affatto di trovarmi qui.

-Pikaa!- Pikachu si avvicinò piano e subito si piazzò sulla mia spalla destra.

Non potevo ancora credere di averlo incontrato. Rincontrarlo dopo tutto quel tempo. Eravamo entrambi tremendamente imbarazzati; avevo il timore di incontrare i suoi occhi ogni qualvolta il mio sguardo si posava sul suo volto. Nel frattempo accarezzavo Pikachu. Sembrava tutto così surreale, così irreale.

Improvvisamente mi ricordai di quelle prime volte in cui eravamo costretti ad alloggiare nei centri medici o per strada con solo dei sacchi a pelo. E ritornare a quel tempo mi stringeva il cuore, me lo stritolava.

Nonostante fosse passata quasi una decade, era sempre lo stesso; più maturo sicuramente, lo si vedeva dai lineamenti del volto e dal fatto che fosse cresciuto in altezza, per quei pochi secondi, in cui lo vidi in piedi, senza neppure riconoscerlo.

-Sei da sola Misty?-

-Sì… sono partita per questa nuova regione da poco. Tu?-

-Che coincidenza! Anche io, sai- mi disse mentre si toglieva il suo fidato cappellino e si scompigliava i capelli neri come la pece.

Cominciammo a parlare per ore, delle ore che a me parvero interminabili. Mi raccontò dei suoi viaggi mentre io gli raccontavo degli incontri in palestra, delle sfide che avevo dovuto affrontare e, infine, del viaggio che stavo compiendo per diventare la più grande maestra di Pokèmon d’acqua al mondo.

Ero felice. Felice davvero. Felice di stare lì a parlare. Improvvisamente quel grigiore scomparve, cominciai a sorridere, a vedere nuovi colori attorno a me mentre la neve scendeva sempre più rapida, sempre più fitta e andava a scaldare il cuore.

-Ecco la vostra cioccolata… e questi sono i macaron-

L’infermiera Joy dell’isola ci porse due vassoi azzurri con una tazza fumante e un biscotto per ciascuno, mentre per Pikachu una bustina di ketchup che cominciò subito a divorare.

-Siete proprio carini insieme, magari potessi tornare alla vostra età-

-Eh? Ma per carità- le risposi io. Ero arrossita fin troppo evidentemente. Mi vergognavo tremendamente.

-Ah, no!- Ash abbassò la testa e arrossì anche lui. Lo guardai sperando di non esser vista; e sorrisi… anche lui era arrossito.

-Quanta pazienza che ci vuole con voi giovani- fece la Joy che ormai si era allontanata con il vassoio per andare a servire altri allenatori.

Era arrossito. Anche io. Sembrava fossimo due bambini un po’ cresciuti. Ci trovavamo in un piccolo dormitorio sperduto nel nulla e, data la vergogna, entrambi paralizzati sul posto. Fermi.

-Beh, Misty, che aspetti a mangiare! Io ho fame- così smorzò la tensione che solo per un attimo impercettibile si era andata a creare.

-Immaginavo, sei sempre il solito- lo seguii a ruota pronta a gustare quelle dolci leccornie.

Iniziammo a bere e a mangiare, mentre continuavamo a parlare, parlare di così tante cose, di due vite che avevano preso strade diverse ma che si erano sempre e comunque pensate, anche se sembrava che sia io che lui sapessimo ancora di più di quello che ci raccontavamo. Ci guardavamo negli occhi, vedevo, percepivo la nostalgia nei suoi occhi, nei miei. Il pensiero andava a quei giorni per poi tornare al giorno che stavamo vivendo, l’alba di un nuovo anno e di una nuova esistenza. Due nuove esistenze.

-Che strano, pensavo che alla fine non ci saremmo più visti, dopo tutto il tempo che è passato-

-Forse sì… ma te lo avevo promesso, che ci saremmo rivisti-

-Hai ragione Ash, hai mantenuto la promessa, una cosa buona l’hai fatta- lo guardai con aria di sfida –ma ricordati che comunque abbiamo ancora un incontro in sospeso-

Scoppiammo a ridere.

Fu uno di quei momenti, di quegli attimi in cui tutto mi parve fermo. Noi che ci guardavamo. Solo questo. Noi contro il mondo; noi che ci avvicinavamo sempre di più, per dirci qualcosa che tenevamo vicino e allo stesso tempo lontano dal cuore. Un momento che avrei voluto vivere per altre mille volte. Solo io e lui, dopo tutto quel tempo, come se non fosse passato nemmeno un giorno, come se tutto ciò che ci aveva allontanato, che ci aveva portato via l’uno dall’altra, ci aveva riavvicinato nuovamente, accogliendoci con quel calore e quell’energia mai dimenticata.

Il destino ancora una volta aveva giocato un brutto tiro, senza però mai smettere di sorprenderci; il destino ci aveva forse donato una nuova possibilità che avremmo dovuto agguantare, che avremmo dovuto cogliere, senza lasciarcela scappare.

Vedevo in quel volto e in quelle parole il conforto per tutti i mali e per tutti i dolori che avevo patito in quegli anni.

I pensieri subito volarono via quando lo sentii parlare.

-Misty, Buon Anno!- prese una bottiglia di spumante e la aprì per poi versare il contenuto in due bicchieri-sono felice di passarlo qui con te-

-Buon Anno a te Ash, spero che quest’anno tu possa diventare finalmente il più grande maestro di Pokèmon di tutti i tempi, come hai sempre desiderato!-

-Non senza di te Misty; spero che anche tu possa realizzare il tuo sogno-

Arrossii esageratamente.

-In che senso, che vuoi dire Ash?-

-Che non vorrei perderti di nuovo, vorrei cominciare questo viaggio con te; è passato del tempo, molto, credo di essere cresciuto- arrossì leggermente e mi guardò.

Non sapevo cosa dire, cosa rispondere. Mi aveva proposto di viaggiare con lui. Di tornare alle origini. Di tornare a quel momento. In un baleno ripercorsi tutti i momenti vissuti in sua compagnia, i più belli della mia vita.

-Sì Ash, non potrei desiderare altro… ma sappi che se vengo in viaggio con te è solo perché la bicicletta parcheggiata qui fuori me la avresti dovuta pagare tu-

-Ancora con questa storia Misty!-

-Ti conviene scappare finchè sei in tempo-
 
Ash corse fuori dal centro medico mentre il sole stava ormai sorgendo. Lo cominciai a rincorrere in mezzo alle neve. Ci rotolavamo in mezzo alla coltre biancastra, arrossivamo prepotentemente. Dovevo ancora dirgli molto e anche lui vedevo fremesse, anche lui vedevo mi nascondesse qualcosa. Ma non lo avremmo mai ammesso a gran voce. Non avremmo mai pronunciato quelle parole, esternando quei sentimenti. Il viaggio era appena cominciato. Avrei avuto tutto il tempo per maturare quell’amore. Ero felice. Eravamo entrambi felici di essere lì, al momento giusto e nel posto più giusto che ci potesse essere.

Quel giorno, quell’inverno, quella data aveva cambiato di nuovo la mia vita, per la seconda volta.

Mi aveva sconvolta e sorpresa. Aveva fatto di me una donna. Per la seconda volta.

Mi aveva fatta ridere, piangere, amare.

Non conosciamo il futuro e le sorprese che questo ci riserva, ma mai mi sarei aspettata che tutto, improvvisamente, sarebbe cambiato, portandomi nel passato, a vivere quelle emozioni che consideravo perdute, gettate via assieme ad una piccola scatola e ai ricordi che tanto avevo amato e allo stesso tempo odiato. Come se quella nevicata fosse esplosa nei nostri cuori, come se avesse riaperto una ferita ormai completamente cicatrizzata, ma semplicemente per farla sparire per sempre.

E fu in quel rifugio che tutto ricominciò, che tutto l’amore, perché sì, credo di amarlo, si raccolse e si concentrò intensamente.

Ci eravamo aspettati, entrambi.

Il tempo era tornato a scuoterci, ci aveva fatto capire che eravamo destinati ad essere, per sempre, il battito del cuore dell’altro, il futuro e il dolore dell’altra, perché ciò che ci aveva legato, dopo dieci anni di lontananza, non poteva essere una semplice amicizia.

 
 
 
 
 
 
 
 
Nota dell’autore: Ciao a tutti! Siamo giunti alla fine, almeno per questa raccolta, che mi ha fatto piangere, mi ha fatto commuovere, che porterò sempre con me. Averla scritta è stato un grande onore e spero di avervi trasmesso qualcosa, qualcosa che può essere imparato solo leggendo, qualcosa che porterete con voi, stretto vicino al cuore! Ringrazio tutti coloro abbiano letto la storia, coloro che l’hanno recensita e coloro che spero ancora la recensiranno! Ho lavorato molto al capitolo conclusivo e spero davvero sia stato apprezzato da tutti voi. Per ora, probabilmente, non scriverò più su questo fandom, almeno per un po’, ma so che tornerò poiché amo davvero tanto questa coppia che rimarrà sempre scolpita nel mio animo e che continuerò sempre a sostenere! Il viaggio che ho intrapreso e che ora si è concluso con quest’ultimo capitolo mi ha davvero toccato molto e mi ha fatto provare emozioni contrastanti; non posso che ringraziarvi tutti quanti, soprattutto coloro che mi hanno sostenuto in questo piccolo viaggio e mi hanno permesso di giungere fino al traguardo, arrivando fin qui. Un abbraccio forte!
   
 
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