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Autore: Jox    09/09/2017    0 recensioni
Pensate. Immaginate. Un macchinario geniale, un capolavoro di ingegneria biofisica, un tramutatore di elementi. Che cosa accadrebbe, in un mondo dominato dall'egoismo, l'ascesa di qualcosa che possa trasformare ogni tipo di oggetto, ogni tipo di materia in qualsiasi altra forma o composizione? Una cosa del genere nelle mani giuste porterebbe la soluzione dei rifiuti, potendoli trasformare addirittura in acqua potabile. Si risolverebbero centinaia di problemi in poche mosse, ma in mani sbagliate, qualcosa che potrebbe tramutare un semplice sandalo in un lingotto d'oro, o in una vera e propria bomba scatenerebbe una corsa al potere devastante. Se ne è lavorato per tanto tempo, molti sono morti, tanti, troppi, cercando di fermare questo progetto. Gli interessi sono alti, e i soldi stanziati non possono andare persi. I 20 stati, che finanziarono il progetto, riuscirono sempre a insabbiare qualsiasi cosa potesse risultare un impedimento alla realizzazione del progetto. Un'informazione esce. Un piccolo, ma importante particolare, cade nelle mani di qualcuno che avrà la forza e le capacità per fermare tutto questo, ma i suoi modi sono tutt'altro che discreti, il suo animo tutt'altro che eroico, i suoi motivi tutt'altro che altruistici. Anche lui dovrà essere fermato.
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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III
<< Woooh!!>> Urlò dalla sua cella Joe Ricatto sobbalzando dal letto e finendo per dare una testata alla parete dietro di se. << Che succede? >> Disse Matias. Joe non rispose, aveva un occhio chiuso per il dolore della capocciata e l’atro aperto fisso sul monitor mentre si sfregava sul punto dell’urto con la mano sinistra. Matias lo guardava tra le inferriate della cella e gli richiese << Joe che…>> Sta volta Joe lo interruppe, e disse: << Ascolta..>> Alzò il volume del televisore più di quanto fosse consentito nel regolamento interno, ma nessuno disse niente. Matias prima ancora di sentire ciò che diceva il giornalista dal televisore sentì la bolgia che stavano creando tutti i detenuti. Esultavano, quasi eccitati. Era chiaro, Joe non stava scherzando. Sentì poco dal televisore, l’uscita audio era veramente scarsa, ma poté sentire ciò che bastava, sarebbe voluto entrare e vedere, ma sicuramente avrebbe avuto modo in un secondo momento. Sentiva che non parlava solo un giornalista, la linea rimbalzava tra più giornalisti. Chi si collegava per un motivo, chi per un’ altro stavano facendo diventare quel momento una corsa a chi desse le informazioni migliori. D’altronde i primi squali della società sono loro, giocandosela prepotentemente con i politici. << Non ci posso credere >> esordì Matias << è accaduto davvero, possibile che qualcuno li in mezzo sia sfuggito agli occhi della sicurezza? Il parco del National Mall.. >> << Non era lì >> esclamò Joe << Non era lì…>> ripeté più silenziosamente distaccando gli occhi dal monitor. Si sedette sul letto, e guardò Matias. << Che significa che non era lì? Il National Mall non ha molti punti dove appostarsi se non qualche albero, non ci sono edifici nelle vicinanze, come poteva non essere lì >> << Perché ho visto in diretta ciò che è accaduto, ho visto in diretta, come penso potrai vedere anche tu, il petto del Presidente e La schiena di Walsh quasi esplodere, ho visto e solo visto.. >> << Che vuoi dire? Hai visto si, era in diretta. Non capisco cosa intendi >>. Joe mise le mani sulle ginocchia e sbilanciandosi in avanti facendo perno su di esse si alzò, e si diresse verso il secondino. << Solo un fucile Anti-materiale fa un danno del genere.. >> << Anti materia? Cos’è fantascienza? >> lo interruppe Matias con un tono di sfottò. << No anti-materia, ma anti-materiale. Vengono chiamati così perché, caro il mio genio, se vieni puntato da uno di quelli, e ti auguro vivamente di no, non puoi riparare il tuo bel culetto sud americano neanche dietro a una lastra di cemento armato spessa venti centimetri quindi, come dice il buon Jack Sparrow, “Comprendi?”>> << Dici sul serio? >> chiese incredulo Matias << Molto serio, per questo se ti dico che ho visto, significa che ho visto, MA..>> si portò  l’indice della mano all’orecchio << non ho sentito.. e credimi se fosse stato nelle vicinanze lo avremmo sentito molto bene, per questo dico che non era lì, non era lì vicino. Non era tra la folla né poco lontano. >>. Si allontanò dalle sbarre e si gettò di peso sul letto, rialzandosi seduto di scatto in un secondo momento. << A cosa pensi? >> chiese Matias. Joe non rispose, in un attimo tornò con il pensiero a molto tempo prima del suo arresto.
 
 
<< Devi scendere a Bassora, insieme all’ unita Delta, hanno bisogno di un tiratore scelto>> ordinò il colonnello Mark  Parker <<  l’intelligence ha motivo di credere che l’ha si stia muovendo una cellula di trafficanti di persone >> << Non possono andarci le unità di terra? >>  chiese il giovanissimo Joe Ricatto, osando parecchio, ma sapeva bene che se il colonnello gli chiedeva di unirsi ad un’ unità che non era la sua, doveva aver bisogno di lui e in quel caso il rischio era controllato. Infatti dopo un occhiata che trasmetteva la volontà di Parker che Joe stesse al suo posto rispose: << Perché sono impegnati nella striscia di Gaza,  e in questo caso dal golfo persico facciamo più rapidamente. Si tratta di un’ azione preventiva, come ho già detto l’intelligence ha motivo di credere, ma non ha le prove che ci siano davvero. Se li fermiamo senza che salgano verso Bagdad diminuiamo il rischio di perdite tra i civili rapiti >>. Chiaro. Fermarli a Bassora significava avere l’ elemento sorpresa, non si aspettavano di essere attaccati dal mare, e in più non avrebbero rapito altre persone nel tragitto verso Bagdad, cosa che molto probabilmente sarebbe successa. << Un ultima cosa >> disse Joe a Parker << di che tipo di trafficanti parliamo? >> Parker lo guardò, sapendo che la risposta gli avrebbe dato una forte motivazione per fare bene il suo lavoro.
<< Donne >>
<< Donne? >> ribatté subito Joe
<< si Donne..>> Mark fece una pausa e poi rincalzò << se ragazzine di dodici anni possono essere definite già tali>>
<< Dodici?? Ma che..>>
<< si dodici, fino ad arrivare non più di venti, questi animali prediligono carne fresca ragazzo>>
<< Merde!!>> urlò Joe. Parker conosceva molto bene i suoi ragazzi, ne aveva studiato i profili e osservate sia le esercitazioni che i comportamenti in pubblico. Joe Ricatto lo affascinava, non sapeva trattenere la sua lingua, il che era un bene, non gli piacevano né i ruffiani né i leccapiedi, ma era chiaro che si sarebbe messo nei guai. Anche perché non si limitava a parlare troppo, ma a ficcare il naso dove non doveva. Oltre a questo era il suo miglior elemento tra gli sniper, con un particolare fiuto nelle situazioni investigative. Era davvero un prezioso elemento, sapeva che se avesse continuato così sarebbe presto stato chiamato dall’ N.C.I.S. Aveva ancora solo 22 anni. C’era una cosa che Joe odiava, l’aveva notata ma non si era mai chiesto il perché, ovvero tutto ciò che riguardava la violenza sulle donne. Non poteva neanche sentire notizie di donne che subivano violenze, sapeva bene quindi che per quell’ incarico era perfetto. Miglior tiratore, migliori motivazioni. Si era perfetto, ma doveva essere affiancato da qualcuno che lo avrebbe aiutato se si fosse fatto prendere troppo. Il primo a scendere a terra era Joe, si sarebbe dovuto appostare qualche centinaio di metri fuori dal casale che era situato nella parte nord della città, appostarsi dentro un’ appartamento di un edificio in restauro, situato qualche centinaio di metri dal covo in cui si supponeva potessero essere. Da lì avrebbero dovuto dare più informazioni possibili agli incursori. Joe Ricatto, accompagnato da Mike Miller il suo osservatore, non che miglior amico, che lo avrebbe aiutato con i suoi dispositivi di osservazione a lunga distanza, finirono di appostarsi giusto in tempo, pochi minuti dopo infatti 6 fuori strada arrivarono proprio davanti al casale. Si misero entrambi a osservare la situazione attraverso i loro rispettivi dispositivi, binocolo con reticolo telemetrico per Miller e il mirino del suo fucile per Joe. Avevano la fortuna di non aver alcun impedimento alla visuale, ma ciò che videro non piacque affatto. Dai fuori strada che apriva la fila e da quello che la chiudeva scesero cinque uomini per ognuna, tre armati e due no, i dieci andarono due per sorta nei quattro furgoni interni, dal quale uscirono altri due uomini da davanti e da dietro uscirono tre ragazzine per auto, dodici ragazzine in tutto, ma non salirono dove credevano. Due dei rapitori andarono su e scesero con diverse stoffe tra le mani, bendarono le ragazze le divisero nella disposizione iniziale e ripartirono, fecero 3 km circa e si rifermarono in una casa bianca, scesero di nuovo e tutti quanti sta volta salirono. << Cavolo, li avranno diciotto anni? >> chiese seccato Miller, Joe non rispose, ed era molto strano, quasi preoccupante << Joe..?>> << no..>> rispose in ritardo <<.. no, ne avranno a mala pena sedici, le uniche che sembrano averne poco più di diciotto sono solo due o tre, che schifo.>> tolse l’ occhio dal mirino e colpendo alla spalla a Miller gli disse << avverti a Parker, digli che le informazioni sono esatte, ma devono spostarsi 3 km circa verso sud, la casa bianca dove sono andati, penso che lì tengano le ragazze, qui invece devono tenere le loro risorse logistiche e arsenali. Digli di usare cautela, ci sono diversi civili>> rimise l’occhio nel mirino e attraverso ad una finestra guardò all’interno e continuò dicendo << Normale che siano due, in caso di irruzione o trovano le ragazze o gli arsenali, la perdita sarebbe dimezz..>> si interruppe per un secondo poi urlò << NO!! >> e distolse immediatamente lo sguardo. A Miller aveva appena risposto Parker  che sentì l’urlo di Joe, dopo aver tranquillizzato al colonnello che era tutto ok riferì esattamente quello che Joe gli aveva detto. Chiusa la comunicazione Miller guardò nuovamente a Joe che aveva il respiro affannoso e la testa rivola lontano dal fucile. Prese il suo binocolo e guardò all’ intero << che schifosi animali >>, lentamente distolse lo sguardo, e con estrema pacatezza si rivolse al suo amico: << Joe, tutto ok? >>
<< Gli ammazzo..>>  disse Joe
<< Non spetta a noi, e anche se volessimo la distanza è troppa e comprometteremmo l’ operazione >>
<< Gli ammazzo..>> non tenendo conto della ripetizione dell’ amico Miller riferì quanto detto dal Colonnello << Parker ha ordinato di non muoversi fino a diversa comunicazione, la squadra delta è a quindici minuti da qui >> Joe annuì, rimise l’ occhio nel mirino e si mise a osservare cosa stesse accadendo all’ interno. La situazione non era migliorata anzi, stava peggiorando. Si rese conto che se c’era un momento per la squadra delta di entrare era quello, ma ancora non erano arrivati. La respirazione gli aumentava. Sempre di più. Le vedeva, Le vedeva essere picchiate, legate, alcune a terra altri su scadenti letti in posizioni che spiegavano da sé cosa avessero in mente quegli animali. Erano animali. Una di loro cercò di scappare, la presero in due. Entrambi, Joe e Miller, stavano osservando la scena. Appena videro cosa stava accadendo, non vollero vedere altro, era chiaro quale era la punizione che tutte dovevano vedere. Distolsero lo sguardo entrambi verso destra. Miller non poteva vedere Joe sotto quella coltre mimetica che aveva, ma poteva sentirlo, sentire il suo respiro, troppo affannoso, troppo coinvolto, non bene per uno sniper. In sintonia si rimisero a guardare se la squadra delta fosse arrivata, ma ancora era lontana. Poi guardarono nuovamente all’interno, le ragazze piangevano. Erano piene di lividi, e la ragazza che aveva tentato di scappare era sparita. Comparve in un secondo momento insieme ai due che l’avevano afferrata. Non ci si doveva fare molte domande su ciò che le era accaduto, era il destino di tutte loro, ma a lei era capitato prima. Non  videro fisicamente l’accaduto ma, sebbene la distanza, poterono leggere negli occhi di lei la sofferenza, la morte spirituale ed emotiva di una ragazzina. Le avevano rubato la cosa più importante che potesse avere. E lo avevano fatto con la forza. Lo avrebbero fatto a tutte loro, per poi venderle a chissà chi, che le avrebbe usate per scopi personali o come mezzo di guadagno. Il respiro di Joe era meno affannoso, ma la sua rabbia si tagliava a fette. << Per che diavolo non arrivano..>> Non fece in tempo a dirlo che Parker chiamò, rispose Miller. Quando riattaccò disse a Joe << La squadra Delta ha ricevuto un’imboscata, l’anno sventata, ma non possono proseguire, i feriti devono tornare alla nave. >> << E noi..?>> chiese Joe. Miller lo guardò rimettendo il binocolo nell’ involucro e disse << Noi abbiamo finito, operazione annullata >>  << E loro..?>> disse Joe riferendosi a quelle ragazze. << Joe senti..>> << No!! Non ci sto >> Joe lo interruppe e subito si sentì un forte “cic cic”. Il fucile era carico, e ora il colpo era in canna. << Joe non fare cavolate >>. << è un mondo di merda, e non ci sto!>>
<< Non puoi salvare il mondo Joe!>> gli disse deciso Miller. Joe lo guardò fitto negli occhi e rispose << no..ma posso salvare quelle ragazze >>.
 << Joe ragiona, siamo troppo lontani, tre chilometri sono troppi, e se anche ne prendessi uno ce ne sono più di venti >>
<< togliamo di mezzo loro, così i rimanenti della squadra delta possono venire e liberare le ragazze >>
<< Joe non si può fare! >>
<< Mike, sei religioso? >>
<< si..>>
<< Proverbi 3:27 dannazione, Proverbi 3:27 >>
<< Cosa dice? >>
<< te lo dico dopo, ora o mi aiuti nelle coordinate, o me la vedo da solo >>
<< Ma joe sono tre..>>
<< O mi aiuti te, o me la vedo da solo >>. Mike ci pensò << non so cosa dica Proverbi, ma chissene, è la volta buona che torniamo a casa >> Joe si rimise in posizione, Mike tirò fuori il binocolo e si mise al fianco di Joe. Guardarono dentro la casa, uno di loro era davanti ad una ragazza, legata a polsi e caviglie per i quattro pomelli. << Le coordinate Mike, facciamolo fuori, iniziamo da lui, dammi le coordinate  >>  “non ci riusciremo mai” pensò Mike <<  va bene, iniziamo.. distanza stimata..3000 metri, vento stimato.. ore sei, velocità.. 4 km/h circa. Senti Joe da questa distanza c’è da calcolare anche.. >> << la rotazione terrestre, lo so..>> l’ uomo iniziò ad andare sempre più vicino alla ragazza, si fermò ad accarezzarle i capelli per poi scendere in un movimento costante al volto. Quello era il momento. Joe trattenne il respiro, corresse la mira, strinse più forte l’impugnatura. Sentiva il suo cuore battere, era un colpo mai nessuno aveva messo a segno prima, troppo lontano, troppe variabili, ma se lo sentiva.. quel colpo era il suo e premette il grilletto. Il vetro si infranse, l’uomo venne spazzato via, come se Mike Tyson gli avesse appena tirato un gancio destro. Per quanto un colpo di Tyson possa equivalere a una mazza di ferro di sei chilogrammi che ti colpisce a sessanta chilometri orari, quel proiettile gli fece ben più male. Le ragazze urlarono, e gli uomini all’ interno si rifugiarono dove potevano. Uno di loro si rifugiò sotto la finestra. << Ancora Joe, dammi le coordinate di quello sotto la finestra, trapassiamo il muro. >>. Mike era scioccato da ciò che aveva appena visto. Se fosse stato ufficiale sarebbe entrato nella storia. << Idem di prima, non c’è alcuna variazione calcolabile >>. Joe ricaricò il fucile, trattenne il fiato e sparò un secondo colpo. Il muro si perforò, e probabilmente aveva fatto centro. Lo lesse negli occhi di quelle ragazze. I loro aguzzini le lasciarono per scendere in strada e prendere le auto. La trasmittente di Mike iniziò a riprodurre la voce tuonante del colonnello << Che diavolo state facendo! Ricatto, Parker voi non avete..>> << Mandi qui la squadra delta signore! Vi stiamo dimezzando le forze nemiche >>  urlò Joe. Detto questo un’ auto si avvicinò sensibilmente, ne uscirono cinque uomini, le auto si erano divise per cercarlo, di certo non si aspettavano fosse così lontano. << Le coordinate dell’ auto Mike>>  << 800 metri, vento ore otto, forza 6 km/h >> Joe mirò al serbatoio << Mike prendi il tuo fucile, devi sparare sotto il serbatoio con me >> << ma che diavo..>> << VELOCE MIKE! >>  gli impose Joe. Mike Sussultò e distolse la concentrazione dalle intimidazioni di Parker. Prese il suo fucile, lo caricò e prese la mira. << Pronto? >> << Pronto >> Sparò prima Joe al serbatoio, come ne uscì il carburante sparò Mike poco più sotto. Ne uscì una fiammata che ebbe il suo ritorno all’interno del serbatoio. La macchina esplose non lasciando alcun scampo.
 
<< Joe! JOE!! >> gridò Matias << Si..ehm..scusami..>> rispose. << Ma che ti prende..>> << niente, solo che ho la netta sensazione di essere stato battuto >>
<< Battuto?>>
<< Si, ho la netta sensazione che questo colpo, sia stato fatto da più di tre chilometri >>
<< Dici? Tu come hai fatto a mettere a segno quel colpo?
 << Con la rabbia >>
<< Rabbia? Racconta..>> chiese incuriosito Matias.
 Joe sorrise, si strofinò il mento <<  Ero in servizio nel golfo persico… >> 
   
 
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