Anime & Manga > Tiger & Bunny
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Autore: Jinny82    09/09/2017    1 recensioni
Una frase infelice uscita in un momento poco opportuno ...
Idea che mi girava per la testa da un po' (di anni), alla fine non ce l'ho fatta più e ... ecco
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Barnaby Brooks Jr., Wild Tiger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ordunque, sono passati ormai anni da quando ho guardato Tiger&Bunny,tipo 3 anni (argh!), ma qusta idea già mi girava in testa allora. L'avevo più o meno accantonata perché "trita e ritrita", quantomeno nella mia mente X°°D Poi War li ha nominati e puff, mi è esploso il neurone O.O


 

Barnaby guarda la fede al dito di Kotetsu. Non piò farne a meno, non ha mai potuto farne a meno. E Kotetsu, come ogni volta, sposta la mano sinistra, appoggiandola sul divano anziché sul ginocchio, in maniera da nascondergliela. Nemmeno lo guarda in realtò, ma sa dove gli occhi di Barnaby vanno a puntarsi ogni volta e compie quel gesto istintivo, quasi colpevole. Barnaby sospira e distoglie lo sguardo, con la mente persa in mille pensieri che però finiscono tutti li, su quella fede, così piccola eppure spessa quanto un muro di pietra, una fortificazione medievale attorno ad un cuore che non vuole più rischiare, ferito troppo in profondità per poter mai guarire completamente ...
“ Sarà sempre tra di noi, vero?” si morde le labbra Barnaby, come a voler fermare quelle parole che gli sono appena sfuggite, come a voler mascherare il tono involontariamente accusatorio con cui le ha pronunciate. Kotetsu si gira a guardarlo, ed in quel momento sembra lui il più giovane, con quello sguardo ferito e confuso e gli occhi ambrati coperti da un sottilissimo velo di lacrime. Quella frase gli ha fatto male, Barnaby lo vede e si sente un verme. Vorrebbe dire qualcosa per rimediare, ma si rende conto che in realtà gli serve del tempo, da solo, per pensare. Per riuscire ad accettare quella presenza costante seppure invisibile. Fa per alzarsi dal divano, ma la mano di Kotetsu gli stringe il polso con una presa spasmodica
“ Stavo per dirti di non rinfacciarmelo, ragazzino ...” bisbiglia il più vecchio, senza lasciarlo andare, anzi stringendo un po’ la presa. Barnaby si gira a guardarlo e rimane bloccato, in posizione semiaccovacciata, non del tutto in piedi nell’atto di alzarsi dal divano: non ha mai visto l’altro tanto teso ... non l’ha mai visto tanto spaventato.
“ Però invece ti dico ... ti supplico di non andartene ...” la voce di Kotetsu si spezza e i loro sguardi si incontrano. Kotetsu si morde il labbro inferiore, ma gli trema lo stesso il mento. In una situazione normale Barnaby riderebbe per lo strano movimento che il tremito fa avere al buffo pizzetto, ma in quel momento vede solo le lacrime trattenute. Si siede, arrendendosi
“ Non volevo dirlo. Non lo penso.” Sospira, attirando l’altro a sé.
“ Non è vero che non lo pensi.” Piagnucola Kotetsu, decisamente meno teso ora. Barnaby sospetta che non tutto il tono sia una posa, ma non osa abbassare lo sguardo su Kotetsu. Non vuole vedere le lacrime.
“ Sai che non è vero.” Ribatte, scompigliando i capelli neri di Kotetsu
“ Fissi sempre la fede, Bunny-chan. Lo so anche senza vederti. Se vuoi la tolgo ...”
Barnaby lo prende per le spalle, staccandoselo di dosso, e scuote la testa, guardandolo poi negli occhi e scuotendo un po’ anche lui.
“ E allora cosa devo fare per non farti andare via?” chiede l’altro. Non c’è più ironia, ora. Il tono è sconfitto, stanco, con una nota di disperazione trattenuta a stento. E’ una di quelle serate, si trova a pensare il più giovane, una di quelle in cui Kotetsu pensa troppo e diventa troppo serio all’improvviso. Una di quelle serate in cui l’assenza di Tomoe fa più male, una di quelle sere da cui Barnaby vorrebbe fuggire, ma sa di non poterlo fare. Vorrebbe poter far fuggire Kotetsu, da questi momenti. Sa che saranno sempre meno e sempre meno spesso, ma ci sono ancora e lui non sa cosa fare
“ Non vado da nessuna parte.” Si risolve a dire. Kotetsu gli rivolge un mezzo ghigno, ma una lacrima gli scivola lungo la guancia e quindi rinuncia, limitandosi ad annuire e posandogli il viso contro il petto, sospirando qualche volta per calmarsi. Barnaby lo stringe di nuovo, accarezzandogli la schiena, abbassando il capo fino ad affondargli il viso nei capelli, rimanendo fermo così, gli occhi verdi chiusi, inspirando un residuo sentore di gel, i capelli biondi che si mescolano a quelli dell’altro dove ha intrecciato le dita. Dopo un po’ sente un leggero ronfare. Si scosta leggermente per scoprire che Kotetsu si è addormentato contro il suo petto
“ Non vado da nessuna parte.” Ripete Barnaby, sdraiandosi all’indietro sul divano in maniera da essere almeno un po’ comodo ( o meno scomodo). Kotetsu continua a dormire.
 
  
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