Simon aveva esagerato.

Era già la quarta volta in un giorno che indossava quella corona e sembrava averci preso l'abitudine.

Marcy l'aveva guardato con occhi pieni di terrore.

Per quanto abituata a vederlo con la corona, gli effetti erano sempre devastanti e lei aveva paura.

Aveva paura di colui che l'aveva salvata.

Quella notte, mentre dormiva, Simon la vegliava.

Si assicurava che fosse tranquilla, che non ci fossero incubi o mostri che li inseguivano.

Le vecchie macchine erano sempre comode per ripararsi.

Osservava quella bambina che poteva benissimo essere sua figlia.

Sembrava anziano, ma era la corona a fargli quell’effetto.

Lo stava rendendo anche blu.

La pelle ghiacciata, fredda e insensibile.

Quella corona era maledetta ma non poteva farne a meno.

La cosa peggiore era che non ricordava nulla di quello che accadeva mentre la indossava.

Prese lo zaino e frugó al suo interno, estraendo alcune fotografie fatte con una macchina polaroid trovata per caso vicino ad un negozio.

Lui e Marcy, lui da solo, Marcy che sorrideva.

Quella bambina gli dava fiducia e lui la stava tradendo.

Glielo aveva promesso, avrebbe smesso con la corona, ma non era semplice.

Le aveva fatto una promessa e non l'aveva mantenuta.

Come poteva tenere al sicuro una bambina se lui stesso era la causa dei guai che passavano?

Cercò ancora e prese una penna.

Lui stava andando in decadimento.

Voleva che la sua Marcy conoscesse la verità.

Che sapesse il bene che le voleva, nonostante la corona.

Marceline,

Siamo soli io e te e il mondo in polvere

E so che non sarà così facile per te

E so che avrai bisogno un po' di me

Pian piano io mi perdo e tu mi perdi ancora

Senza un perché 

Ed era così.

Lui la stava perdendo.

E non poteva trattenerla

Sento che impazzirò 

La magia mi da vita

Almeno salvati tu

Ma chi salverà me?

Per favore dimentica che farò 

E se non ti ricorderò

Lui non voleva dimenticare.

Lui non voleva perdere.

“Mi dispiace Marcy” mormorò rivolto alla bambina “se dovessi scordarmi di te tu non farlo…sei l'unica che mi tiene con i piedi per terra”

Sospiró e si mise accovacciato vicino alla piccola.

La strinse e la vide fare un sorriso nel sonno.

“Ti voglio bene Marceline”