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Autore: Scarlett Morgenstern    09/09/2017    2 recensioni
Max chiede ai suoi papà come si sono conosciuti: la sua storia preferita.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Max Lightwood-Bane, Rafael Lightwood-Bane
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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«Papà, come vi siete conosciuti tu e papino?»
Max aveva posto questa domanda ad Alec un pomeriggio di un'oziosa domenica e ciò aveva obbligato lo shadowhunter a ripercorrere la propria memoria, fino a tornare a quella sera di tanti anni fa. Max aveva solo quattro anni- suo fratello Raphael sette- e non immaginava quante cose erano accadute da quel fatidico giorno.
«È stato ad una festa, amore» rispose semplicemente Alec.
«Dove zio Sim era stato trasformato in un topo!» aggiunse Max.
«Chi te lo ha raccontato?»
«Papino»
«Allora perchè mi hai chiesto di raccontartelo di nuovo?»
Max arrossì leggermente e disse:
«Mi piace quella storia».
Alec sorrise al figlioletto e lo prese in braccio, posandogli un delicato bacio sulla fronte. Alec non avrebbe mai dimenticato quella sera: Magnus aveva dato una festa e gli shadowhunters si erano imbucati per ottenere informazioni. Alec ricordava perfettamente gli occhi felini di Mangus, come brillavano sotto le luci intermittenti, e i suoi capelli, cosí perfettamente tenuti su dalla magia e dalla valanga di gel glitterato di cui lo stregone andava pazzo. Sembrava impossibile che lui, Alec, uno shadowhunter ligio al dovere e sempre serio, si fosse innamorato di un uomo, di un Nascosto, così diverso da lui, cosí incredibilmente pieno di vita e così libero, cosa che Alec fino a quel momento non era mai stato. Ma poi aveva incontrato Lui. Mondi diversi, caratteri diversi... secoli diversi.
«Va bene, mio piccolo mirtillo. Ora ti racconto di come ho conosciuto tuo padre».
Il racconto durò a lungo, Alec non tralasciava il minimo dettaglio, anche perchè Max era molto attento, ché ogni tassello della storia fosse al proprio posto. Se il padre per caso dimenticava o tralasciava un particolare, Max saltava su e interveniva.
«Papà, ma ti sei dimenticato questo», così diceva il piccolo stregone. A volte Alec sbagliava apposta, solo per vedere il viso indignato di Max perchè la storia non era raccontata a dovere.
Dopo poco arrivarono anche Magnus e Raphael e il tutto si trasformò in una vera e propria messa in scena teatrale dove, al racconto di Alec, si aggiunse uno spettacolo di marionette di Magnus, animato anche da un pizzico di magia.
"Zia Clary amava cacciarsi e cacciarci nei guai".
Così iniziava sempre la storia.
«Zia Clary è una pasticciona!» diceva Raph.
«Papino mi aveva notato subito».
«Per gli occhi blu!» esclamò esaltato Max.
«Sì amore, esatto» rispose Alec, volgendo lo sguardo a Magnus, che rispose a sua volta con un occhiolino.
«Anch'io sono blu» aggiunse Max, guardandosi attentamente la mano.
«Papino, allora sei innamorato anche di me!» urlò Max con le braccia alzate.
«Sì amore, tu e Raph siete la mia gioia. La nostra gioia.» rispose Magnus con uno sguardo completamente perso di affetto per i suoi bambini.
Max e Raph iniziarono a simulare le battaglie che i loro papà avevano combattuto insieme:
«Guarda, sono papà e lancio le frecce!» disse Raph, imitando Alec mentre prendeva la mira, ma il bambino lo faceva con un arco immaginario.
«E io sono papino e combatto i cattivi con la magia» e Max faceva uscire spruzzi di magia dalle piccole corna che aveva sulla fronte, non riusciva a controllare perfettamente il suo potere, soprattutto quando era emozionato o quando giovava col fratello maggiore.
Era divertente vedere come i due bambini si immedesimassero nei loro genitori, nonostante fossero vestiti con dei pigiamini dei cartoni. I piccoli correvano a piedi nudi per la casa, Alec e Magnus adoravano sentire quel suono sul pavimento, anche se i bambini lasciavano impronte ovunque.
«La strada per noi non è stata facile, ma ci volevamo tanto bene e abbiamo lottato» intervenne Magnus alla fine del racconto.
«E poi sono arrivato io!» urlò Max.
«E poi io!» aggiunse Raphael.
«Esatto» rispose Magnus con una risata.
«Papino?»
«Sì?»
«Eri tanto triste prima di incontrare papà?» chiese Max con un faccino preoccupato.
Magnus guardò Alec e disse:
«Papà mi ha salvato» e dalle sue dita sprizzarono piccole e timide scintille, accadeva a volte perchè perdeva sempre un po' il controllo quando guardava Alec. Ancora adesso dopo anni insieme e due figli.
L'ora della nanna era arrivata e passata, i piccoli crollarono sul divano, quindi Alec e Magnus presero un bambino ciascuno e li portarono a dormire nella loro cameretta.
Dal lettino di Max, nel sonno, arrivò un sussurro mezzo addormentato:
«Vi voglio bene, papà».
«Anche noi, amore» rispose Magnus.
Inteneriti, i due rimasero sulla porta con la luce spenta a guardare quei due visetti abbandonati nel loro mondo di sogni, quindi Magnus abbracciò da dietro Alec e, poggiando il mento sopra la testa del fidanzato, disse:
«Mi piace quella storia»
«Anche a me» rispose Alec.

   
 
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