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Autore: Walt96    10/09/2017    4 recensioni
La Fantasia è il motore che muove il mondo.
Nella città natale di Walt, Athom, la Fantasia era quel potere innato che nei giovani determinava lo sviluppo di un potere piuttosto che un altro; Walt controllava l'elettricità.
È giunto il momento di un nuovo inizio, il ragazzo viene ammesso alla famosissima Accademia dei Sette, dove i sette maestri insegnavano l'utilizzo della Fantasia ai loro studenti.
Vecchie e nuove amicizie andranno a fondersi e il destino di Athom sarà imbrigliato tra Luce e Oscurità.
Genere: Avventura, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Kingdom Hearts W'
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Capitolo 5
 
Freedom of power
 
 
 
 
«Anf…, Anf…» ansimò Walt, lui aveva sempre odiato correre o cimentarsi in una qualunque attività fisica, «menomale che almeno sono magro, se no darei una botta per terra» commentò ad alta voce, inconsciamente.
Spalancò il grosso portone dell’Accademia dei Sette, fece un cenno di saluto verso il gabbiotto di Lilly, consapevole che lei attendesse il suo arrivo, e imboccò le scale salendo due gradini per volta.
La sua meta era l’aula B-7, una classe molto ampia in cui era anche possibile esercitarsi con gli elementi.
Era la prima lezione che avrebbe affrontato con Antonella, la maestra del Buio, e ne era più che contento perché tra le classi si diceva che fosse particolarmente potente, tant’è che una volta aveva addirittura messo K.O. il maestro Kudo dopo che lui l’aveva presa in giro per la sua forma fisica.
Walt si ricordava di averla vista qualche volta dalla pasticceria del mastro Egidio ed effettivamente la maestra non era particolarmente magra, anzi.
Forse con la passione in comune verso i dolci, sarebbero andati subito d’accordo, pensò Walt, che stava per entrare in classe.
Aprì la porta e andò subito a prendere il suo posto: esattamente in centro tra Matt ed Erik.
«Come mai così di fretta?» chiese Matt.
«Sono in ritardo».
«No, dai. Sono ora le dieci» disse Erik mostrando il suo orologio da polso che indicava in quel momento le 10:01.
«Per i miei standard è come essere in ritardo» sorrise Walt facendo riferimento alla sua abitudine di arrivare sempre in anticipo.
«Con Antonella puoi stare più che tranquillo. È molto pigra, non arriva mai con meno di 10 minuti di ritardo» sostenne Erik.
«Come ha fatto quella volta a stendere Kudo proprio non lo so… è così grassa, non dovrebbe neanche essere in grado di reggere uno scontro» commentò aspramente Matt.
«Hai troppi pregiudizi» ribatté seccamente Walt guadagnandosi un’occhiata tagliente da parte del compagno che era pronto a difendere la sua tesi a spada tratta, se non fosse stato per l’inizio della lezione.
Antonella entrò in classe uscendo da una nube nera che aveva preso forma dietro la cattedra.
Effettivamente era piuttosto grassa ed evidentemente fuori forma, indossava dei jeans neri aderenti nonostante le grosse cosce e una maglietta altrettanto scura sulla quale era presente la sagoma di un cuore fatto di paillettes neri.
Aveva un seno molto prosperoso, braccia grosse e viso paffuto, Ciò che fece sorridere Walt erano le labbra grosse e rotonde con cui formava un piccolo ma significativo sorrisetto.
Anche i capelli erano lunghi e neri.
«Buongiorno ragazzi» disse lei sorridendo a tutti.
«Buongiorno maestra».
«Per la lezione di oggi non serviranno i banchi, facciamo spazio» disse e tutt’un tratto gli studenti si ritrovarono in piedi, in quanto i loro banchi e le sedie stavano sprofondando in piccoli vortici neri e scuri, formatisi nel pavimento.
La classe adesso era ancor più ampia, già era una di quelle più grosse dell’Accademia, in più senza i mobili sembrava una autentica palestra.
«Qual è l’argomento di oggi, maestra Antonella?» formulò la domanda David, il ragazzo un po’ gobbuto che avevano notato nella lezione precedente.
«Oggi ci alleniamo sull’equilibrio del potere» rispose la maestra dolcemente; tutta quella pacatezza stonava con l’elemento nero e tetro che la maestra controllava.
«In che senso, l’equilibrio del potere?» chiese Cindy, che non poteva vantare di avere una classe con cui discutere sugli argomenti trattati.
Jorgette, la sua compagna bionda e piena di sé, le rivolse uno sguardo colmo di strafottente superiorità.
«Faremo pratica sul mantenere saldo ed essenziale il nostro potere naturale. Vi servirà se volete utilizzare gli attacchi senza perdere tempo a concentrarvi» spiegò.
Effettivamente sembrava un argomento interessante: era vero che né Walt né nessuno dei suoi compagni aveva ancora partecipato ad una vera e propria battaglia o duello, però se si fosse presentata l’occasione sarebbero dovuti essere veloci e non potevano permettersi il lusso di perdere tempo a concentrarsi.
Walt, Matt ed Erik, come tutti, avevano capito che quella lezione era particolarmente importante ed erano tutti molto interessati.
Antonella ordinò di disporsi in fila l’uno al fianco dell’altro, durante il movimento Walt ebbe l’occasione di scambiare due parole con Frida.
«Allora, come ti trovi all’Accademia?» gli chiese lei.
«Benissimo! Sono già migliorato parecchio rispetto a prima. Vedrei che ti raggiungo in un baleno!» disse Walt che effettivamente stava vivendo un netto miglioramento nelle sue abilità elettriche.
«Continua a sognare!» rispose lei scherzosamente.
Alla fine Walt si dispose alla sinistra di Frida e alla destra di Matt.
La lezione vera e propria ebbe inizio quando Antonella non poté continuare ad ignorare il fatto che tutti i suoi studenti stavano aspettando lei perciò, pigramente, si alzò e raggiunse il centro della stanza, in modo da essere di fronte alla fila di studenti.
«Allora, ragazzi» iniziò a spiegare «voglio che materializzate il vostro elemento. Non preoccupatevi se ci mettete del tempo le prime volte, man mano sarete sempre più rapidi» disse.
Antonella iniziò ovviamente per prima, in modo da far vedere agli altri come si eseguiva l’esercizio.
Posizionò la mano sinistra davanti a sé (anche le dita erano cicciottelle) mentre iniziava ad ondeggiare la destra sopra di essa.
Una piccola ombreggiatura nera si materializzò tra le due mani: «Evocate il vostro potere, lasciate che fluisca dentro di voi. Deve essere lui a dominarvi».
Walt la osservò con più attenzione dopo che pronunciò l’ultima affermazione che aveva dato.
L’aura nera che aveva generato si mosse evolvendosi in una fiamma ardente sempre completamente scura.
«Date libero sfogo al vostro potere, fatelo divampare!» e mentre disse così la sua fiamma nera si contorse, ardendo con piacere.
«Successivamente dovete raggiungere l’essenzialità del vostro elemento, vedrete che vi arriverà da dentro, lo sentirete» disse e con estrema facilità sgrezzò quel fuoco nero in una perfetta sfera di elemento Buio, che rimase sospesa nel vuoto, placida.
«Sta a vedere che questo è il passaggio più difficile» commentò Erik sottovoce ai due compagni, anche Walt se lo aspettava.
«La cosa più importante viene alla fine…» aggiunse Antonella lasciando la sfera nel punto in cui si era creata «… cioè riuscire a mantenere l’equilibrio» concluse.
«Forza, provate voi!» disse tornando a sedersi alla cattedra ma mantenendo la sfera di Buio lì, come obiettivo da raggiungere dagli studenti.
Il concetto non era difficile, però passare da una forma grezza di potere ad una pura ed essenziale sembrava particolarmente complesso.
Comunque sia tutti gli studenti iniziarono a provare agitando le mani davanti a loro.
Erik fu efficiente fin da subito e, da un piccolo vortice d’acqua riuscì a formare anch’egli una sfera senza grosse difficoltà, ma mantenere in equilibrio perfetto quest’ultima sembrava impossibile.
«È indifferente quale dei due elementi utilizzare?» chiese un ragazzo muscoloso che Walt riconobbe come Al, il compagno che fino a poco fa era ammalato e che faceva parte della classe di Andy e Lezia.
«Sì Al, indifferente».
Walt osservò Al stringere in maniera esageratamente esibizionista i muscoli delle braccia in direzione di Jorgette, facendole anche l’occhiolino.
Quest’ultima non lo considerò minimamente.
Trascorsero diversi minuti in cui tutti si impegnarono al massimo per poter trovare l’equilibrio del proprio elemento, con minimi risultati da parte della maggioranza.
Matt, che aveva rinunciato subito a trovare una forma sgrezzata della Roccia e assicuratosi per l’ennesima volta di non poter generare la Lotta, riuscì a generare un piccolo tornado tra le mani, ma faticava a mantenerlo stabile.
Anche Walt era in difficoltà in quanto non riusciva davvero a capire quale fosse la forma più pura del Fulmine.
Riusciva a generare scosse e saette ma non capiva cosa potesse essere più essenziale di così.
Al suo fianco Frida stava eseguendo un lavoro impeccabile formando un cristallo di Ghiaccio purissimo, trasparente e ricco di ramificazioni.
 Era proprio brava, Walt si imbarazzò davanti a cotanta abilità.
Antonella non si era sprecata a dare ulteriori informazioni più dettagliate, anzi aveva iniziato a girare per la classe con andamento pachidermico per controllare i risultati ottenuti dagli studenti.
Nell’aula c’era molta confusione: tra chi riempiva il pavimento di pozzanghere, chi generava raffiche di vento e blocchi di roccia o terra che ogni tanto cadevano al suolo, concentrarsi risultava particolarmente difficile.
Antonella si posizionò tra Walt e Frida, ammirando lo splendido risultato di quest’ultima con orgoglio e un bagliore di invidia.
Fu in quel momento che a Walt venne in mente la soluzione al suo problema: non c’era bisogno di trovare una forma più essenziale del Fulmine, perché come elemento naturale era già puro di per sé!
«Ma certo» esclamò Walt unendo lo spazio vuoto tra le due mani con un intensa saetta che risuonò nell’aula con una nota forte.
Ora il rumore sovrastava l’aula anche se molti ormai avevano raggiunto discreti risultati.
Fu in quel momento che Walt fu distratto da una frase pronunciata sottovoce: «Se solo tutti fossimo davvero liberi…».
Si voltò, senza capire, e quella distrazione gli causò la perdita del controllo sul flusso elettrico che congiungeva le sue mani, che si estinse.
Ciò che vide voltandosi fu Antonella che osservava molto interessata il lavoro di Frida.
Quando la maestra appoggiò la mano sulla spalla dell’allieva, con fare orgoglioso, quest’ultima subì un forte incremento di potere, rompendo il cristallo di ghiaccio e scatenando una bufera incontrollata che andò a gelare completamente la stanza e mandò in frantumi una finestra a causa dello shock termico subito.
Ci volle qualche momento per far sì che Frida riuscisse a fermare quella bufera freddissima che aveva incomprensibilmente generato, poi si guardò le mani incredula, mentre tutti la fissavano.
La classe ora era piena di stalagmiti con le punte rivolte verso Frida.
Ovviamente tutti quanti si erano fermati e alcuni erano talmente stravolti e stanchi da ansimare per la fatica dell’esercizio, generando nuvolette di vapore.
Antonella si sbrigò a tornare alla cattedra e a porre fine alla lezione: «Ragazzi non fate caso a quello che è successo, è solo… che Frida si è sforzata troppo e ha rotto l’equilibrio, tutto qui!» disse camuffando l’agitazione con un sorrisetto «Per oggi è tutto, allenatevi a casa ma senza esagerare!» disse, e congedò gli studenti.
Usciti dalla classe Walt si affrettò per raggiungere Frida, che adesso stava camminando sostenuta dalla sua compagna July, una ragazza robusta che controllava il Fuoco e la Lotta.
«Frida ma cosa è successo?!» chiese Walt preoccupato, seguito a ruota da Erik.
«Guarda, non so proprio che mi prende in questi giorni. È solo che per un momento ho sentito la Fantasia alle stelle e ho perso il controllo…» disse lei, un po’ delusa da se stessa.
«Questo sì che è strano» commentò Erik.
«Sì, strano forte…» aggiunse Walt dubbioso.
 
 
 
 
Quello stesso pomeriggio Walt, Erik e Matt si erano dati appuntamento nel cortile della loro vecchia scuola, luogo in cui era permesso l’allenamento della Fantasia nelle ore pomeridiane, per esercitarsi.
«Cosa credete che sia successo a Frida oggi?» chiese Walt, che aveva la netta impressione di essere avvolto da fatti misteriosi: prima la profezia, adesso quello.
«Non saprei proprio. Non avevo mai visto nessuno perdere il controllo in quel modo» disse Erik mentre si concentrava sulla sua sfera d’Acqua.
«Nemmeno io. E conosco Frida da anni… non è quel tipo di persona che si fa prendere dalle emozioni» ribatté Walt.
Matt non rispose, sembrava che fosse distratto dall’esercizio, non riusciva più a formare il piccolo tornado tra le mani.
A parte quei pensieri che lo distraevano, Walt era riuscito ad ottenere un ottimo risultato: evocava un flusso di elettricità tra le mani davvero bellissimo.
Le dieci dita erano avvolta da molti piccoli fulmini, che andavano a concentrarsi formando un unico flusso intenso e tonante.
Sembrava perfetto.
«Facciamo una prova, vediamo se effettivamente ora che abbiamo imparato a mantenere in equilibrio i nostri elementi riusciamo a fare gli attacchi più velocemente. Matt ci stai per una battaglia veloce?» chiese Walt interessato dai suoi progressi.
«No» rispose lui senza troppi convenevoli.
Gli altri due lo guardarono un po’ storto come per capire cosa ci fosse dietro quel rifiuto ad un allenamento che lui di solito adorava.
«Ok… Erik?».
«Sì, vediamo un po’» accetto invece lui.
I due compagni si disposero ad un equa distanza in maniera da non esagerare con gli eventuali danni.
Walt si scrocchiò il collo e le dita delle mani in modo da essere pronto a sferrare il primo attacco.
Non fece in tempo a pensarci molto che un fulmine di discreta intensità fece saltare una piccola zolla di terra quasi ai piedi di Erik.
«Caspita!» esclamò Walt stesso, stupito «Aveva proprio ragione Antonella. Va così veloce che faccio fatica a prendere la mira» spiegò a Erik.
«Riproviamo».
«Ok».
Questa volta Walt si impegnò al massimo per prendere bene la mira e vide che Erik era pronto e con i sensi all’erta.
Puntò le mani e subito generò un bellissimo fulmine bianco e luminoso che scaricava la sua intensità contro la scia di fuoco che aveva utilizzato Erik con il suo secondo elemento.
La fiammata e la saetta durarono diversi secondo e si conclusero insieme, in modo da lasciare entrambi illesi.
Erik, però, questa volta non si perse in chiacchiere e evocando l’Acqua lanciò una grossa bolla a tutta velocità verso Walt, che prontamente la fece esplodere colpendola con un fulmine, velocissimo.
«Wow! Siamo davvero veloci!» disse tutto contento contemplandosi le mani che ancora erano percorse da qualche residuo di scarica elettrica «Dai Matt vieni anche tu!» lo chiamò.
«Non rompere» rispose lui con fare arrabbiato.
«Hey! Che ti prende? Ti alleni sempre con noi e adesso…» stava dicendo Walt avvicinandosi all’amico ma fu interrotto.
Giano arrivava con la sua fidanzata, una ragazzina bionda con l’atteggiamento da sciocca, il sorrisino stampato in faccia e la risatina acuta palesemente falsa.
«Hey, Giano!» si affrettò a salutarlo e ad andargli incontro Matt.
Walt e Erik si guardarono scambiando sguardi di intesa.
«Ah, pensavo che il campetto della scuola fosse libero» disse Giano ricordando indirettamente a tutti quanto possa essere grande il suo ego.
«Se vuoi ci alleniamo insieme» gli propose Matt.
Una certa vena di rabbia si gonfiò nel collo di Walt.
«No, non mi va di impolverarmi tutto, mi sono appena fatto i capelli. Non è che sei riuscito a usare la Lotta, per una volta?».
«No… mi dispiace».
«Poco male. Andiamo pure a casa mia, amore mio» disse lui e la baciò passionalmente davanti a Matt, ignorando il fatto che lui non avesse mai dato un bacio ad una ragazza.
«D-divertitevi» disse poi il castano quando “l’amico” ebbe finito di mostrare le sue doti di maschio alfa.
«Sì, non preoccuparti» disse Giano e, senza considerare minimamente i compagni di Matt se ne andò facendo ridacchiare la ragazza.
Matt rimase lì, in piedi, fermo, in silenzio.
«Quando la finirai di farti prendere in giro, eh?» disse Walt non riuscendo a trattenersi nonostante l’occhiata preventiva di Erik.
«Come scusa?» si voltò Matt.
«Non vedi che ti sta prendendo in giro? Ti ha sfidato ad ottenere una cosa che la natura ti ha precluso e si pavoneggia ad ogni occasione!».
«Ma cosa diavolo stai dicendo? Lui è il mio migliore amico!».
«Sì, solo quando gli fa comodo! Per sfruttarti per benino!».
«Dai ragazzi cercate di non essere…» tentò di intervenire Erik ma questa volta la sua diplomazia non ebbe risultati.
Matt si era arrabbiato abbastanza e forte della convinzione che nessuno dei suoi due compagni valesse molto a livello fisico, creò un enorme ammasso roccioso comprimendo tutti i sassolini nei dintorni e lo scagliò contro Walt.
Con la sorpresa di tutti Walt lo colpì con un pugno, nel momento del contatto una breve scossa illuminò le vene della roccia e con uno scoppio fortissimo la pietra di frantumò in mille pezzi, rotta dall’elettricità che l’aveva penetrata.
Anche se era riuscito a spiazzare tutti, compreso se stesso, il pugno di Walt sanguinava copiosamente.
Matt era spiazzato, sia per la reazione del compagno al suo attacco, sia per la rabbia che gli era salita improvvisamente.
Lui non era così, non avrebbe mai fatto del male a nessuno.
Quando gli cadde l’occhio sulla mano insanguinata di Walt, si fece prendere da un attimo di panico e dal senso di colpa e, con un balzo, si diede lo slancio per volare via.
Fortunatamente Erik rimase lucido e sciacquò subito la ferita di Walt.
«Vieni, andiamo a cercare Andy o qualcuno che controlli l’Erba» disse.
 
 
 
 
Fortunatamente trovarono proprio Andy che si stava allenando con la sua classe nel campo di addestramento dell’Accademia e quest’ultimo, che controllando l’Erba aveva anche il dono della guarigione, sistemò la ferita a Walt.
«Ma cos’è successo» chiese.
«Giano…» sussurrò Erik e subito Andy comprese, visto che già supponeva che a Walt non stesse simpatico.
«Matt si è infuriato quando gli ho sbattuto in faccia la realtà. Non riesce ad accettarlo» raccontò Walt.
«Matt è fatto così, ha sempre vissuto in una campana di vetro con i suoi genitori e in più c’era Giano. Non è facile per lui aprire gli occhi» aggiunse Lezia.
«Hey piacere! Io sono Al, ci siamo visti oggi a lezione con Antonella» disse Al presentandosi.
«Piacere, Walt» rispose il ragazzo stringendogli la mano approfittandone per testare se la sua stesse effettivamente bene.
«Anche io non sopporto Giano. Si mette sempre in mostra con la mia Jorgette» disse Al.
«Ma intanto non ti considera di striscio, piantala di provarci» lo schernì Lezia.
«Non può ignorare loro» disse, mettendo in mostra i suoi bicipiti provocanti con una certa dose di autoironia.
Tutti si fecero una sonora ristata e poi si prepararono per allenarsi tutti insieme.






Angolo dell’autore:
Anche se forse su certi aspetti potrebbe non sembrare, questo è stato un altro capitolo molto importante per la nostra storia!
Sono accadute molte cose e abbiamo fatto la conoscenza di nuovi personaggi, ormai manca solo un maestro all’appello!
Cosa ne pensate della nuova maestra Antonella e della sua lezione?
Avete qualche sospetto su quello che potrebbe essere successo a Frida?
Walt ha già fatto molti progressi e ormai è diventato veloce e più potente rispetto a prima, così come i suoi compagni.
Cosa ne pensate del comportamento di Giano e della reazione di Matt? Si scuserà o questo è l’inizio di una litigata con i fiocchi?
Il comportamento di Walt ed Erik è giustificato o le loro considerazioni su Giano sono esagerate?
Abbiamo fatto la conoscenza di un nuovo personaggio, Al, il terzo membro della classe di Andy e Lezia, cosa ne pensate?
Fatemelo sapere in un commento!
 
Critiche commenti e nuove idee sono sempre ben accetti!
 
Vi ringrazio per aver letto la mia storia e vi informo che aggiornerò “Kingdom Hearts 2W” la prossima domenica 17!
 
See you next time!
 
   
 
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