Anime & Manga > Dragon Ball
Segui la storia  |       
Autore: ComeWhatKlaine__    10/09/2017    1 recensioni
Tratto dalla storia:
"Forse era proprio quella la verità.
[...]
La osservò da lontano, mantenendo le braccia incrociate e la schiena saldamente ancorata al muro:
sotto gli scoppi di luce colorati era bella più che mai, ma di quel bagliore tutto speciale che emanava direttamente dai suoi occhi non c'era neanche l'ombra.
Si soffermò sul suo braccio candido, che vide stringersi un po' più forte attorno alla bambina e per la prima volta, in tanti anni, le sembrò totalmente indifesa.
Più indifesa ora, nel giardino di casa e senza la presenza oscura della morte incombente.
Più indifesa ora, che quel Principe Sanguinario di un tempo era al suo fianco e non a stringerle le mani attorno ai polsi."
[DBS, Long VegeBul ambientata in un ipotetico futuro dopo la fine del Torneo del Potere.]
Genere: Angst, Erotico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Mamma, mamma? Dove ti sei cacciata?”
Trunks sorvolava rapido la cupola color burro della Capsule Corporation, con il ciuffo ribelle che gli sbatteva sulla fronte.
Aveva ormai quasi quindici anni ed ogni giorno che passava era sempre più simile a suo padre: le braccia perennemente incrociate, l’aria scontrosa e quel cipiglio che sarebbe stato davvero identico a quello del Principe se non si fosse scorto sotto di esso lo stesso azzurro limpido degli occhi di sua madre.
“Mamma? Sei qui?”
Atterrò sulla grande terrazza centrale e corse dentro, cercando di scorgere il caschetto azzurro di sua madre in mezzo al biancore degli interni.
Finalmente lo vide, al di là della poltrona rosa e sorrise soddisfatto.
“Hey, eccoti qui. Ti ho cercata ovunque. La Camera Gravitazionale ha qualche problema, credo.
Prima è andata via la luce e per un po’ l’interruttore non ha funzionato.
Forse è meglio che tu dia un’occhiata, sennò lo sai papà come … Mamma, ma mi stai ascoltando?”
La vide trasalire, come se solo ora, che le aveva posato una mano sulla spalla per scuoterla, si fosse accorta di non essere più sola.
“Oh … Ciao, ciao tesoro. Va tutto bene?”
“Ehm, sì mamma grazie … Ma, hai sentito quello che ti ho detto?”
“Oh, certo … certo. Non preoccuparti.”
Trunks la fissò, profondamente, con un’apprensione sottile che lo fece sembrare ancora più simile a suo padre, in quel modo unico di guardarla.
“Mamma, sei sicura di stare bene?”
Bulma lo guardò di rimando, occhi negli occhi, un azzurro più spento dell’altro, e sorrise stancamente.
“Va tutto bene tesoro! Stai tranquillo.”
Il cipiglio si increspò, ma prima che entrambi potessero dire qualcosa, il pianto proveniente dalla culla accanto al divano ruppe il silenzio.
“Oh, no, no, piccola, va tutto bene. La mamma è qui.”
Il giovane Saiyan osservò la figura esile di sua madre che prendeva tra le braccia la sua sorellina, che aveva ormai quasi un anno.
Sembrava il quadretto familiare perfetto: Bulma, splendida, nel suo tubino verde, con Bra che a poco a poco chiudeva gli occhi tra le sua braccia e Trunks a guardarle, con un sorriso leggero, appoggiato allo schienale.
Ma di perfetto, forse, in quel quadro, c’era solo la cornice, mentre sul resto avanzava inesorabile un’ombra scura.
Scura come il passato e gli occhi dell’ultimo protagonista di quello stesso quadro, rimasto appoggiato alla porta finestra in disparte, come sempre.
-Sei sicura di stare bene, Bulma?-

La notte era calata in fretta, quel giorno: il vento fresco di settembre preannunciava l’avvicinarsi dell’autunno e le ore di allenamento alla luce del Sole
erano sempre meno.
Sferrò un ultimo attacco contro il robot della Gravity Room, forte, mirato, preciso.
Quell’ammasso di ferro e bulloni crollò immediatamente sotto i suoi colpi e la caduta del metallo sul pavimento fu seguita da un boato e dall’ennesimo blackout della giornata.
Bulma, evidentemente, non l’aveva ancora riparata.
Strano.
Azzerò la gravità e si diresse dentro casa, con i pantaloncini strappati e la solita asciugamano sulle spalle.
Dentro c’era quiete, una quiete e un silenzio da lui spesso tanto agognati, ma che dopo tutti quegli anni sulla Terra aveva preso quasi a guardare con sospetto, avanzando in essi con la stessa, calcolata prudenza di un animale che fiuta nell’aria l’arrivo del predatore.
Attraversò i lunghi corridoi, sorseggiando una birra, ed entrò infine nel bagno annesso alla camera da letto, quasi in punta di piedi, per evitare di svegliare la bambina che certamente a quell’ora dormiva placida nella nursery lì accanto.

Vegeta non lo avrebbe mai ammesso, ma spesso, nel buio, quando tutti a casa dormivano e persino sua moglie smetteva di borbottare, stesa al suo fianco, si dirigeva, senza toccare terra, in quella piccola camera che era il regno della sua secondogenita e la osservava dormire , calma, nella sua culla.
Quella bambina era davvero “la cocca del papà” e ciò, in più di un’ occasione, aveva scatenato la gelosia di Trunks, che, nei suoi impeti ribelli da adolescente, la sfogava creando un muro tra lui e il resto del mondo.
Ovviamente Vegeta amava profondamente il suo primogenito, che sembrava il suo ritratto in miniatura, e in più di un’occasione lo aveva dimostrato.
Ma Bra, con i suoi 11 mesi e quel viso così simile a quello della donna che aveva incatenato il suo cuore per l’eternità, aveva la capacità straordinaria di spiazzarlo.
-E’ davvero tutta sua madre-
Lo pensava spesso, mentre la guardava stringere i pugnetti attorno alla coperta oltre le sbarre della culletta rosa.

Il getto d’acqua tiepida sciolse un po’ la tensione accumulata dai suoi muscoli pulsanti e la stanchezza per l’intensa giornata di allenamento iniziò a farsi sentire.
Si asciugò rapido, infilandosi un paio di calzoncini puliti e si diresse verso la sua camera.
O meglio, quella che ormai da più di dodici anni era la loro camera.
Fissò il letto vuoto, senza stupirsi, nonostante ormai le lancette sul comodino segnassero le 3.00: era forse la decima volta che succedeva in un mese, la quarta solo quella settimana.
E per la quarta volta la trovò nello stesso punto: seduta per terra, a gambe incrociate, sulla terrazza annessa, con una coperta sulle spalle.
In silenzio.

“E’ tardi.”
Disse solo quelle due parole, restando in piedi accanto a lei, guardando ovunque, tranne che nei suoi occhi, forse per paura di ciò che avrebbe potuto leggervi.
“Mmh, solitamente a dirti questo sono io!”disse Bulma, con una risatina appena accennata, continuando a fissare le stelle.
Vegeta seguì la direzione del suo sguardo, trovandosi di fronte lo spettacolo del cielo terso.
Aveva percorso le vie dell’Universo migliaia di volte, nel corso della sua vita: anche i suoi primissimi ricordi erano legati alle stelle e ai viaggi interplanetari.
Si era sentito invincibile a solcare quei mari sconosciuti, a collezionare anni e anni luce dietro sé.
Eppure, ora, la vista di quelle stesse stelle, a cui era legata gran parte  della sua vita passata, pareva insopportabile.
Insopportabile, perché era ormai troppo tempo che la donna per cui il suo spirito aveva rinunciato a quella vita di pellegrinaggi spaziali e conquiste, si rifugiava in esse e su di esse riversava i suoi silenzi.
“E’ strano.” Disse ancora una volta lei, continuando, con un filo di voce.
“Non è l’unica cosa ad essere strana, qui.”
Poi, silenzio.

La notte era calata in fretta, quel giorno, ma Vegeta aveva l’impressione che ultimamente, dalla sua casa, la notte non andasse mai via. 








 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: ComeWhatKlaine__