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Autore: CrazyAF_    10/09/2017    0 recensioni
Simile alla mini serie "Lost in Austen".
Samanta Masini, una ragazza italiana di 23 anni e appassionata della letteratura, viene catapultata nel 1811. Lì farà nuove amicizie, conoscerà gentiluomini e parteciperà a balli pubblici e privati. Ma dovrà anche fare una scelta: 1811 o 2017?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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Missng you comes in waves. Tonight I'm drownign
 

«Willbur? Come sei arrivato qua?»

Olivia, Mirko e Irma erano rimasti senza parole. Tutti e tre avevano ascoltato la stramba storia di Samanta, e questa aveva nominato diverse volte un certo Willbur Ross. Ma era davvero lui, quello che era apparso nel loro salotto quella sera?

«Ho aperto una porta...?» rispose Willbur, sebbene neanche lui capisse come fosse finito lì.

Willbur si guardò intorno con occhi curiosi, studiando la stanza in cui si trovava. Samanta aveva molti oggetti strani, diversi da quelli che si trovavano nella sua epoca, e lui si sentiva eccitato all'idea di imparare tutto sul futuro.

«Posso prepararvi qualcosa da mangiare?» chiese Olivia in inglese, riprendendosi dallo shock iniziale.

Willbur le sorrise, felice di aver trovato qualcuno gentile come Samanta. Quest'ultima, però, stava ancora cercando di capirci qualcosa: come era successo a lei, anche Willbur aveva semplicemente aperto una porta, ritrovandosi nel 2017. Ma come avevano fatto ad arrivare nel loro salotto?

«Ho aperto la porta-finestra per uscire sul balcone e me li sono ritrovati davanti» spiegò Irma, rispondendo alla domanda che Samanta aveva in testa.

«Questa è una follia!» esclamò improvvisamente Mirko, passandosi una mano fra i capelli con nervosismo. «Deve esserci una spiegazione, deve esserci. Forse sto sognando. Sì, sto sicuramente sognando»

Willbur corrugò la fronte guardando Mirko, naturalmente non capiva una parola di quello che diceva. Anne gli strinse la mano un po' più forte, comunicandogli in silenzio che non era per niente a suo agio; Edward, invece, si stava agitando fra le braccia del padre.

«Insomma, non è possibile!» proseguì Mirko, adesso facendo avanti e indietro nel salotto. «Samy sviene, racconta di come ha vissuto nel 1811 per quasi due mesi e questi si presentano qui all'improvviso?»

«Samy, ci stai facendo uno scherzo?» domandò Irma subito dopo, scoppiando in una risata nervosa.

Samanta scosse il capo con forza. «Sono sorpresa quanto te, Irma. Io vi ho detto come sono andate le cose, e quando mi avete trovata per terra in biblioteca non mi aspettavo di certo questo»

Olivia si avvicinò a Willbur, Anne ed Edward e indicò la cucina. I tre la seguirono lentamente, mentre Mirko, Samanta e Irma rimasero nel salotto. Calò il silenzio e Mirko si sedette sul divano prendendosi il capo fra le mani, cercando di trovare un senso a quello che stava succedendo nel loro appartamento.

«Avevamo un piano, io e Willbur» iniziò a spiegare Samanta, sospirando. «Tornare nel 2017 insieme, dove lui e la sua famiglia avrebbero potuto vivere la loro vita senza la paura di provocare scandali alla famiglia Ross. Ma non ci eravamo ancora organizzati: io sono tornata prima del previsto»

«Ma quello è successo tutto mentre eri svenuta, Samy!» disse Irma, incrociando le braccia al petto. «Deve essere stato un sogno»

«Ci sono troppi particolari nella sua storia, non credi?» domandò Olivia, tornando dalla cucina. «Troppi dettagli che Samanta sa alla perfezione, cose che vengono descritte solo in pochissimi libri e, inoltre, Samy non è mai stata in Inghilterra»

«Hey, ci sto lavorando, okay?» protestò Samanta, guardando l'amica.

«Sei povera, Samy» scherzò Olivia, incrociando le braccia al petto. «Sei sempre all'università e quando esci da lì vai di corsa al lavoro. Non hai un attimo di pausa»

Samanta scoppiò a ridere subito dopo, annuendo e trovandosi d'accordo con tutto quello che Olivia aveva appena detto. Mirko e Irma le guardavano quasi venissero da un'altro pianeta: insomma, c'erano tre persone vestite in modo strano sedute in cucina, persone che erano sbucate fuori dal nulla!

«Il divano fa anche da letto» spiegò Samanta, aprendo il divano-letto in salotto.

Mirko aveva prestato uno dei suoi pigiami a Willbur, mentre quello che indossava Anne glielo aveva dato Olivia. Il piccolo Edward, che continuava a sbadigliare e a strofinarsi gli occhi, aveva una maglietta di Mirko che gli faceva da camicia da notte.

«C'è spazio per tutti e tre» proseguì la ragazza, sistemando i cusini e il lenzuolo. «Alcuni amici di Mirko, quelli che vivono lontano dall'università di solito, vengono qua ogni tanto e dicono che si dorme benissimo»

«Grazie Samanta» fece Willbur, adagiando Edward nel mezzo del divano-letto. «E' molto gentile da parte vostra farci restare qua»

«E' tutto così strano» mormorò Anne, guardandosi attorno per l'ennesima volta. «Mi sembra di essere in un sogno»

Willbur la strinse in un abbraccio, mentre Anne nascose il viso sul suo petto. Samanta li guardò con un sorriso, poi si sedette ai piedi del letto e si prese il capo fra le mani. Mirko, Irma e Olivia erano già nelle loro camere, probabilmente stavano già dormendo, ma Samanta non aveva sonno.

Sentiva la mancanza di Lorain e di sua madre, di Harvey e Thelma... di Frederick. Avere Willbur qui, nel suo appartamento, le ricordava tutti quei momenti passati nel passato e a quello che aveva fatto, a quello che aveva detto.

«Sai, era da settimane che ti cercavamo» disse improvvisamente Willbur, sedendosi accanto a lei. «Il giorno del matrimonio di Lorain sei sparita, Bartley è stato l'ultimo che ti ha vista... e, naturalmente, ci ha rivelato tutto quello che è successo fra voi in chiesa»

«Ci?» domandò Samanta, confusa. «A quante persone lo ha detto?»

«Io e Thelma ti stavamo cercando, Lorain era preoccupatissima e Mrs Thomas si sentiva come se avesse perso una figlia, o almeno è quello che ha detto lei» spiegò Willbur, notando che Anne si stava sdraiando accanto al figlio. «Verso sera avevamo perso le speranze e Frederick aveva preso da parte me, i miei fratelli e Lorain: ci ha raccontato la proposta che ti ha fatto e come ti sei comportata tu.

«Annette si è avvicinata, ma fortunatamente Frederick aveva finito di parlare. Hanno avuto una piccola lite, e questo ha portato a una rottura» proseguì Willbur, sospirando. «Ha deciso che non avrebbe mai sposato Annette, e glielo ha detto senza prender fiato. Dovevi vedere l'espressione di Annette!»

«Come possono essere passate addirittura delle settimane, però? È questo che non capisco!» fece Samanta, corrugando la fronte.

«I primi giorni sono stati difficili per tutti: Lorain non faceva che piangere e Harvey le stava sempre accanto per consolarla; Thelma continuava a venire da me, dicendomi che avevate un patto e che anche lei doveva tornare con te, non capiva perché l'avevi lasciata indietro; Mrs Thomas è rimasta giorno e notte nella biblioteca del defunto marito e io ho cercato di trovare una spiegazione logica a tutto.

«Ma quello che stava peggio di tutti era Frederick Bartley. Mangiava pochissimo, dormiva si e no quattro ore a notte e continuava a chiamarti, come se potessi sentirlo» concluse Willbur.

Samanta scoppiò in lacrime, singhiozzando silenziosamente per non svegliare Edward e Anne. Raggiunse la cucina e si chiuse la porta alle spalle, non fece entrare nemmeno Willbur quando questo bussò.

Le mancavano tutti, dal primo all'ultimo, ed era difficile non pensare a loro. Avrebbe voluto dirgli che stava bene, che era sana e salva a casa sua, ma come fare non sapeva proprio. Ed era dura.

La sua mente tornò al giorno del matrimonio di Lorain, e successivamente al bacio che c'era stato fra lei e Frederick. Ripensò alle sue labbra, al suo odore e al calore che il suo corpo emanava. Le mancava così tanto che faceva male.

   
 
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