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Autore: CrazyAF_    10/09/2017    0 recensioni
Simile alla mini serie "Lost in Austen".
Samanta Masini, una ragazza italiana di 23 anni e appassionata della letteratura, viene catapultata nel 1811. Lì farà nuove amicizie, conoscerà gentiluomini e parteciperà a balli pubblici e privati. Ma dovrà anche fare una scelta: 1811 o 2017?
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
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A single text from you can change my mood at any moment

Il giorno seguente Samanta si svegliò col pianto di un bambino, cosa che la fece sussultare e cadere dal letto. Si tirò su dal pavimento, massaggiandosi il fianco sinistro e si chiese chi avesse mai potuto portare un bambino piccolo nell'appartamento.

Quando, pochi attimi dopo, le tornarono alla mente gli avvenimenti della sera prima, Samanta sospirò e si decise ad uscire dalla stanza. Olivia era già in cucina a preparare la colazione per tutti, sorridendo con occhi felici – a lei, diversamente da Mirko e Irma, piaceva molto quella situazione.

«Credo che Edward abbia un po' di febbre, ma non appena avremo finito di fare colazione faccio un salto in farmacia» spiegò Olivia, vedendo entrare in cucina Samanta con lo sguardo assonnato e una camminata stanca. «Tu, invece, come sta?»

«Dopo quello che ho scoperto ieri sera,» rispose Samanta, sedendosi a tavola per poi prendersi il capo fra le mani. «uno schifo»

«Oh, quindi ci sono novità» commentò Olivia, tirando fuori dal frigorifero il cartone del latte fresco.

Samanta annuì. «A quanto pare, sono via da settimane nel 1811 e tutti mi stanno cercando. Sto praticamente rovinando l'inizio del matrimonio di Lorain e Harvey, Mrs Thomas si sente come se avesse perso una figlia e Frederick è... beh, sembra sia impazzito»

Willbur entrò in cucina proprio in quel momento, stringendo fra le braccia il piccolo Edward che adesso aveva smesso di piangere. Anne, come spiegò Willbur, era ancora a letto: non le capitava quasi mai di poter rimanere a sonnecchiare più di quanto potesse permetterselo, quindi aveva colto l'occasione al balzo e si era addormentata di nuovo.

Per Edward, Olivia non sapeva davvero cosa fargli. Aveva il portatile poggiato sul bancone in legno, una pagina di internet aperta a schermo intero e la ricetta di una colazione all'inglese da cui potesse prendere spunto.

«Oggi ho una delle lezioni più importanti del mio corso» mormorò Samanta, osservando il suo caffè scuro e bollente che Olivia aveva preparato per tutti. «Devo per forza andarci»

«Io ho appena controllato le mail» rispose subito Olivia, sedendosi a tavola accanto a Willbur e Edward. «Due dei miei professori sono malati, a quanto pare: posso stare qui io e rispondere alle infinite domande che Willbure e Anne mi faranno»

Willbur guardò prima Olivia e poi Samanta, capendo al volo che le due stavano parlando di lui e Anne. Chiese spiegazioni ad entrambe e Samanta rispose con gentilezza, mentre Olivia faceva delle facce buffe per far ridere Edward – cosa che andò alla perfezione.

Irma e Mirko uscirono dalla loro camera quando Samanta usciva di casa per recarsi all'università, non fecero neanche in tempo a salutarla, ma ormai erano abituati. Chiacchierarono un po' con Willbur, Irma fece giocare Edward e infine si prepararono anche loro per andare a lezione.

«Vi voglio preparati per questo esame, ci siamo capiti?» domandò il professore, facendo scorrere il suo sguardo sull'intera aula.

Samanta annuì insieme ad altri suoi compagni, poi finì di sistemare i suoi appunti e il resto delle sue cose. In aula rimasero solo lei e il professore, che anche lui stava riordinando la scrivania e altri documenti; quando si accorse di Samanta, si avvicinò a lei e sorrise gentilmente.

«Masini, lei è la studente migliore del mio corso» disse, mentre lei lo guardava negli occhi. «Di certo sa che, ovviamente, mi aspetto un voto brillante, nel prossimo esame»

«Studierò sodo, professore. Ce la metterò tutta!» rispose Samanta, ricambiando il sorriso. «Vedrà che l'esame sarà un–»

Samanta, improvvisamente, smise di parlare e sgranò gli occhi. Il professore si accorse dell'espressione e, preoccupato, seguì lo sguardo della studentessa. Alle sue spalle, in un vestito del 1800, una ragazza stava piangendo e sorridendo insieme.

In giro ci dev'essere una festa a tema, pensò subito il professore.

Ma non era così. La ragazza veniva dal 1811 e si era trovata in un'aula universitaria, nel 2017. Era alquanto sorpresa e ammaliata dal luogo in cui si trovava, ma allo stesso tempo ne aveva paura. Vedere una faccia amica, però, aiutava a calmarla ed era già passato un mese dall'ultima volta che l'aveva vista.

Il professore di Samanta uscì dall'aula stringendosi nelle spalle, senza neanche salutare la sua studentessa. Finalmente, una volta sole, Samanta ritrovò la voce.

«Thelma?!» esclamò, correndole incontro a braccia aperte.

«Non mi hai portato con te!» disse Thelma, stringendo l'amica in un abbraccio. «Mi hai lasciata indietro e sei sparita!»

«Lo so, lo so e mi dispiace» mormorò Samanta, ricambiando l'abbraccio e ricacciando indietro le lacrime. «Ma non è stata una mia scelta, è successo e basta, Thelma»

Passarono quasi venti minuti prima che Thelma si riprendesse, e a quel punto Samanta convenne che fosse meglio portare Thelma all'appartamento, così che Willbur potesse spiegargli ogni cosa – inoltre, Samanta aveva altre lezioni importanti quel giorno.

La fece entrare in casa sua, le presentò Olivia e poi la lasciò fra le braccia di Willbur. Una volta fuori, sul pianerottolo dello stabile in cui viveva, scosse il capo e pensò: Ieri Willbur e la sua famiglia, oggi Thelma... Devo aspettarmi dell'altro?

Ma le cose non erano di certo finite. Infatti, proprio mentre richiamava l'ascensore, il suo cellulare vibrò e Samanta lo tirò fuori dalla tasca dei jeans. Sul display c'era segnato l'arrivo di un nuovo messaggio, e il mittente era sua madre.

   
 
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