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Autore: AintAfraidToDie    18/06/2009    2 recensioni
<< The most loneliest day of my life. >>
Oggi mi sono svegliato e mi sono sentito solo.
[ V Classificata a parimerito con Sakura03 al contest "Ti scatterò una foto" indetto da DarkRose86 ]
NaruSasu / SasuNaru
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Lonely Day
Genere: Introspettivo; Triste; Malinconico
Rating: Verde
Avvisi: Songfic - OneShot; Shonen Ai
Personaggi: [ accenno SasuNaru / NaruSasu ]
Canzone usata: Lonely Day by System of a down
Riassunto:  The most loneliest day of my life.
Stamattina mi sono svegliato e mi sono sentito... solo.


V Classificata a pari merito con Sakura03 al contest
“Ti scatterò una foto” indetto da DarkRose86



“Lonely Day.”



Such a lonely day and it’s mine
The most loneliest day of my life
Such a lonely day should be banned
It’s a day that I can’t stand


Quando stamattina hai aperto gli occhi, l'hai capito; aprendo le palpebre con uno scatto malefico ed abituandoti in un attimo al profondo buio della tua camera da letto. Le abilità della mostruosa Kyuubi che alberga nel tuo corpo sono a volte accomodanti, ma i risvolti negativi della vostra non voluta convivenza ti lasciano fin troppo a bocca asciutta. Odi le volpi, maledizione.

Ti ritrovi per un attimo spaesato; il fiato corto ed ogni tua azione in completa balia del frenetico battito cardiaco che ti istiga a muovere velocemente il petto. Quasi come se qualcuno - forse lui - si divertisse a comporre strana melodia con un fastidioso tamburello manuale nel tuo sterno, ciondolando comodamente sulle tue viscere e saltellando qua e la tra le costole. Poi lo senti - il suonatore arriva in prossimità dei  tuoi polmoni e si ferma. Sdeng!; un usuale colpo dritto in prossimità del cuore pompante, mentre i tuoi oramai quasi felini occhi concentrano la loro attenzione su quella foto. Questo è il tuo personale rito insano, un dolore quasi cercato che riesce a traumatizzarti internamente. Forse sì, il tuo essere è stato cestinato e brutalmente usato per colpa sua. Ci credi veramente, giustificando così lo sgomento che provi quando ogni giorno ti guardi allo specchio. Dove sei finito, Naruto? Magari... magari non riesci nemmeno più a piangere.

Alla velocità di un leggero ed impercettibile sbattimento di ciglia ti sei eretto in piedi, immobilizzando tutti i tuoi muscoli sudaticci e prendendo aria. Ti senti confuso, molto probabilmente fuori posto; quasi come ti fossi tutto ad un tratto risvegliato da un dormiveglia magico nel bel mezzo del quale non credevi di essere. Sospiri qualche parolaccia - devi farlo, è d'obbligo. L'hai capito, “oggi è il giorno”, ti sei detto.  


The most loneliest day of my life


Lo sapevi. Sapevi perfettamente che prima o poi sarebbe arrivato; una mattinata perfettamente uguale a tante altre, ma non priva di un risveglio malriuscito e della terribile sensazione di poter sentire il cuore batterti vivido in gola. Credi che il tuo organo vitale sia stato veramente rigettato; il suonatore incallito l'ha calciato con maestria  ed adesso te lo ritrovi inevitabilmente in prossimità dell'ugola, pronto a darti fastidio ed a essere rimesso. Chissà come ti sentiresti o cosa proveresti ritrovandotelo davanti, spiaccicato per metà sul pavimento color senape, immerso in una pozza gastrica contenente quasi ogni tonalità di marrone. Molto probabilmente non riusciresti neanche a sentirti almeno un po' schifato, o forse vomiteresti a ruota ogni tuo rimanente organo.
Un po' ci speri.


“Credi che sporcare quella foto del tuo sangue potrebbe farti sentire meglio, Naruto?”


Forse è Kyuubi a parlare, pensi. Magari è la tua odiosa coscienza che ti rimbecca, credi.
Smetti di respirare per un attimo osservando quel sorriso stampato abilmente su carta, riflettendoci a dovere e sentendoti fin troppo sciocco. Dare retta alle strane voci che albergano nella tua testa non
è quasi certamente l'idea migliore, ma a volte liberarsi da certi pensieri è forse sano.
Ti ritrovi a concentrare tutta la tua attenzione su quella stupida cornice dorata ed intaccata a tratti,  su quello stupido vetro spaccato a metà - le volte in cui l'hai scaraventato per terra non si contano, proprio no - e su quella stupida foto oramai stropicciata ed opaca. Tutto stupido, sì.
Al suo interno c'è bianco lucido che modifica lievemente la luminosità dei vostri occhi ed un ricordo fin troppo lontano che riesce ad esser scatenato con poco. Perché ci stai ancora male?

Lo sapevi, sì. L'inevitabilità dell'accaduto ti era pian piano stata somministrata in piccole dosi con accurata attenzione nel non farti del male, come si usa fare con una non so quale pericolosa droga. In maniera poco brusca, a tuo dire quasi penosa: sicuramente avresti preferito un po' di sana violenza, la sensazione del tuo corpo che si piegava in due davanti a tale pensiero. Il dolore fisico ti avrebbe distolto dal male interiore, l'hai sempre creduto e mai niente riuscirà a farti cambiare idea.
Ed hai aperto gli occhi, stamattina. Come milioni o miliardi di altre volte hai fatto, senza cognizione del garbo e  poca ansia, avvertendo il tuo corpo tremare appena e puntando i tuoi occhi sul muro scrostato e malmesso che contorna in tutta la sua area la tua camera.


Such a lonely day shouldn’t exist
It’s a day that I'll never miss
Such a lonely day and it’s mine

The most loneliest day of my life


“Sono solo.” ed il tuo mondo si è forse frantumato.
Pensiero o sensazione passeggera, ma quasi tangibile. Quell'intero universo - il tuo - del tutto  formato da lui e dal suo sorriso che si spezza, si ripiega; come quando si costruisce un puzzle, attuando però il processo inverso. Partiresti di sicuro dal primo splendente incisivo destro, spezzandolo a metà con non poca forza in un'attuazione chiamata distruzione, arrivando fino ai più piccoli ed appuntiti canini. Sorrideresti quasi, nell'atto di sbranare i suoi labbri con lentezza e fievoli baci, osservando le sue gengive liquefarsi insieme a lurida saliva. Poi sicuramente piangeresti disperato, leccandoti con foga le mani sporche del suo sangue ed uccidendoti internamente per l'ennesima volta. Per lui. Che cosa patetica - dovresti solo odiarlo.

Ti dici che sei pazzo; le tue manie di persecuzione non hanno senso e tante persone attorno a te  ti continuano a voler bene, nonostante la tua indole prettamente malvagia.
Sakura-chan, Kakashi-sensei, Iruka-san...  credi per un attimo di potercela fare, la speranza che sempre hai tanto decantato può forse resistere. Poi però il tuo sguardo ricade lì, su quel comodino spoglio - nient'altro può starci sopra, da quanto è piccolo - posizionato in verticale vicino alla parte destra del tuo letto a due piazze; una struttura fin troppo grande per te, ma che con lui riusciva a divenire quasi stretta. Nello stesso misero e polveroso angolo in cui prima albergava la ridente ed infantile foto del team seven al completo; foto che hai dovuto cambiare in mancanza di altre semplici cornici economiche. Ovvio fu il fatto che la vostra prima - ultima - istantanea insieme avesse avuto precedenza su tutto. Quello scatto per cui avevi penato intere settimane tra mugolii e urli, insistendo e mettendo il broncio come un marmocchio deluso,  invocando a tratti il suo amore o la sua scarsa sensibilità. Alla fine aveva accettato infastidito e stufo di tutto il tuo ciarlare a vanvera, trasportandoti di forza dal fotografo e chetandoti per almeno mezz'ora a forza di grugniti scontenti. Il risultato era stato in fondo ottimo - voi due troppo vicini, un docile abbraccio e quel suo sorriso accennato che eri riuscito ad far fuoriuscire grazie all'ennesima smorfia da cretino.


Appuntasti un foglio che il tuo Sasuke aveva scarsa pazienza, sì.
Ma che quando si arrabbiava era terribilmente adorabile.


La guardasti per giorni interi, dopo la sua voluta scomparsa ed il tuo fallimento di recupero. Maledicesti la tua incapacità ed il tuo finto orgoglio, mandandogli accidenti e rimpiangendo il passato. Ti sentivi male - chissà come eri arrivato a pensare che se ne fosse andato per colpa tua. Poi però avevi trovato altra speranza; forse l'ennesima spacconata malriuscita e poco credibile, ma non importava: l'importante era che il bagaglio emotivo che la vostra foto si portava appresso fosse stato per metà cancellato dalla tua mente. Quello scatto non sarebbe stato il vostro ultimo ricordo, ne eri fermamente convinto. Sei sempre stato fin troppo ingenuo.

Le informazioni che dal tuo risveglio hai assimilato si limitano al fatto che stamattina ti sei alzato con poca vitalità, scontrandoti con qualsiasi cosa solida posta nel bel mezzo del tuo cammino ed imprecando un bel po' verso quegli spigoli quasi sconosciuti che ti si conficcavano dritti nei polpacci, provocando un conseguente dolore acuto. Continui adesso ad avanzare totalmente privo di grazia, dirigendoti verso l'unica finestra della tua stanza quasi del tutto spoglia. Ne socchiudi le tapparelle con scatti lenti e studiati, provocando un fastidioso ma sopportabile rumore ed osservando poi il panorama. Credevi piovesse.


And if you go I wanna go with you
And if you die I wanna die with you
Take your hand and walk away


Una forte luce ti abbaglia cogliendoti subito impreparato, scottandoti appena i bulbi oculari. Temi per un attimo di sentirne il puzzo acre e fumoso, poi ci ripensi e ti dai del cretino - ma in fondo ti sarebbe piaciuto, morirne. Mandi una fievole occhiata all'orologio antico color ebano che qualche tempo fa hai appuntato al muro, quando ti rendesti conto di non possedere più una concreta cognizione del tempo; sono l'una del giorno ed una rovente palla di fuoco si trova alta, nel cielo.
Konoha brilla di una vitalità tutta sua, in balia di stormi di bambini saltellanti ed adulti sorridenti. Anche oggi nulla sembra esser cambiato, ormai l'hai recepito. Niente si trasforma, nemmeno lo sguardo con cui tu ormai squadri il mondo. “Sono solo.” bisbigli ancora.


Come compagno un un'unica foto, come appiglio un'unica foto, come speranza un'unica foto.


Nelle tue mani stringi con amore carta, nient'altro che carta. Sei solo, sì.
Completamente atterrito da una realtà che hai spesso cercato di ignorare, perso dentro al vuoto che Sasuke ha creato a forza di disprezzo e ferite. Sai che potresti vomitare sangue, magari pure tutto il tuo odio. Ma in fondo niente cambierebbe; il nulla non si sconfigge. Eppure il sole continua ad illuminarti, la terra permane imperterrita nel suo moto circolare ed il suo sorriso, in quella vostra unica ed inimitabile istantanea, non vuole ancora scomparire. “Sono ancora vivo.” ammetti di sfuggita. E, anche se questo pensiero riesce quasi a disgustarti, per ora ti basta.


Such a lonely day and it’s mine
It’s a day I'm glad I survived 




Owari



Note:

A volte ho il timore di essere semplicemente vulnerabile – lo penso spesso, in questi giorni.
Poi però succedono cose, si aprono nuovi spiragli; ed allora mi chiedo: perché certe porte non possono rimanere aperte per un'intera vita?
Ieri sono stata al concerto dei Dir en grey ed è stata la giornata più bella di tutta la mia intera vita; bella, ma anche brutta. Mentre piangevo di gioia nella bolgia, affannata e spossata ma comunque felice, una vocina nella mia testa mi ripeteva a random una frase ed il suo nome: è questo l'unico modo che hai per sentirti apposto? Sfiancarti il fisico mentre ascolti musica?
Spero di no. Spero di riuscire a trovare altro. Spero di riuscire a crescere.
Non mi sono mai sentita così infantile e stupida.

Ringrazio Serena per il risultato veloce e buono, mi aspettavo di peggio perché sì, questa storia è terribilmente banale. Hai avuto ragione su tutto – l'amore per i personaggi ci dev'essere, ma qui proprio non c'è. Saluti alle altre partecipanti.




AintAfraidToDie
  
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