“Morire per amore è bello.” Le avevano detto una volta, e la paura di sentire il proprio corpo crollare a terra inerme e di precipitare in quel qualcosa d’ignoto che era la morte ormai non esistevano più.
Le sue gambe si erano mosse da sole, spingendola a correre verso quel ragazzo che era al suo fianco da quando ne aveva memoria, con l’unico scopo di proteggere ancora una volta la bontà che portava dentro di lui.
Alla fine le bastò saltare  per frapporsi tra lui e l’Avada Kedavra di suo cugino.
Aveva avuto solo il tempo di guardare per l’ultima volta gl’occhi dorati del suo migliore amico, di Remus, e di percepire sulle labbra l’ultimo bacio di Sirius, prima di crollare a terra come una bambola rotta.
Morì cosi Allyson Cronwall, uccisa da chi aveva nelle vene il suo stesso sangue.
Morì combattendo il male e credendo nella luce.
Morì come la Traditrice del Proprio Sangue che aveva deciso di essere, come la Gryffindor fiera e coraggiosa che era sempre stata.
Morì con dei rimpianti.
Di non aver detto addio a tutte quelle persone che aveva imparato ad amare negl’anni, ai suoi Malandrini e alle sue più care amiche, di non aver visto il sorriso di Sirius un’ultima volta e di non poter vedere la sua piccola Athena diventare grande.
E con al sua morte anche la promessa che lei, Remus, Sirius, James e Peter si erano scambiati quel lontano Halloween del loro primo anno ad Hogwarts, si spezzò.