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Autore: guiky80    11/09/2017    3 recensioni
Takano e Onodera alle prese con le solite situazioni. Il primo ci prova, il secondo si imbarazza.
Ma cosa accadrebbe se in una notte buia, Ritsu decidesse di scappare?
Takano confuso non sa che pensare. Onodera confuso non sa cosa fare.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Masamune Takano, Ritsu Onodera | Coppie: Takano/Onodera
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Angolino dell'autrice: questa è la prima fanfic che scrivo per questo fandom. Lenea si è gentilmente prestata per il betaggio, anche perché la mia beta ufficiale Sanae77 non conosce questi personaggi, presto la porterò anche qui!

Al concerto di Tiziano Ferro (che detiene tutti i diritti sulla canzone che ha ispirato questa fanfic), quando è partita 'e fuori è buio' ho subito visto Takano alla finestra in attesa e ho percepito l'ansia di Onodera... quindi, eccoci qui! Buona lettura.

Grazie mille a tutti, un bacio.

Guiky80


 

***


 


 

Sono qui a casa. Sono arrivato e tu eri con me.

Siamo tornati insieme, come sempre, e come sempre ho cercato un approccio con te, ti ho sfiorato la mano, sei arrossito: tutto da copione.

Eppure qualcosa è andata storta stasera, non ti sei limitato a mandarmi al diavolo, non ti sei limitato a sbattermi la porta in faccia.

No. Stasera ti sei bloccato appena fuori dall'ascensore, al nostro piano, fuori dalle nostre porte, ti sei fermato e non hai proseguito. Non mi hai guardato, ti sei voltato e sei corso via.

Via da qui, via da me. Hai solo urlato: “Basta! Non posso, davvero!”

E via, ti sei dileguato. Sospiro e guardo fuori dalla finestra, ho lasciato la porta di casa aperta per sentirti rientrare, ma anche perché se vuoi, puoi venire da me. Sai che puoi venire quando vuoi, lo sai.

Ma non ci sei ancora venuto, non sei tornato, la casa è vuota, silenziosa, tanto, troppo. In realtà è tanto che abito da solo quindi non dovrebbe essere un problema, ma da quando tu sei piombato di nuovo nella mia vita tutto è cambiato, ora che ho te, non posso più star solo, voglio stare con te.

Ti voglio qui, nella mia vita, nel mio letto. Sa di te, lo sai?

Sai che da quella volta che ti sei addormentato in treno e ti ho portato qui, il tuo odore è rimasto? Mi circonda.

Magari è una mia sensazione, magari non è vero, ma io lo sento, so che c'è, so che sei qui.

Sospiro di nuovo: merda, Onodera!

Lo sai che è orrendo stare qui e non sapere dove sei tu? Sai che ti ucciderò quando arriverai? Beh è così!

Non posso restare ad aspettare, ma dove diavolo ti sei cacciato? È tardi! Fuori è buio e tu non torni. Cosa ti ho fatto?

So che mi ami, non riesci a dirlo, ma so che è così.

So che lo senti anche tu questo sentimento. Perché non riesci a dirlo?

Perché ti nascondi? Perché non ti lasci andare? Perché non mi tocchi, non mi baci?

Il Ritsu del liceo mi amava con una tale intensità... Mi voleva, era sincero, era innamorato, era sempre rosso in viso... no, in questo non sei cambiato, sei sempre rosso, ma anche arrabbiato, scontroso e io, pensa un po', ho imparato ad amarti anche così. Con il broncio, con le labbra piegato all'ingiù, quelle stesse labbra che amo baciare, stringere, proprio quelle labbra.

Sospiro per l'ennesima volta e butto un'occhio all'ora. È tardi Ritsu, tanto tardi. Stai bene? Non hai freddo? Ho notato che hai spesso freddo.

D'un tratto sento lo scatto dell'ascensore ma non sei tu, la voce me lo conferma, cortesemente la Signora della porta accanto mi dice che la mia è rimasta aperta. Sorrido, ringrazio e chiudo... sperando che tu stia bene, perché fuori è buio, Onodera, è ancora buio.


 

***


 

Merda! Di nuovo! Merda!

Ma perché non riesco a cacciarlo via? Perché non gli dico chiaramente che non lo voglio, che non lo amo?

Anzi, perché non dico chiaramente che senza di lui non posso stare, che lo amo? Perché alla fine è così: io lo amo.

Ma non posso e non voglio star male di nuovo per lui. Non posso e non voglio amarlo con la stessa intensità di prima.

Lui, poco fa, mi ha toccato la mano, lo fa sempre, mi tocca, mi bacia tutto a tradimento. Io lo respingo puntualmente.

Ma prima ho avuto paura.

Ho davvero temuto che avrei ceduto.

La voglia era tanta, la voglia di stringere quella mano, spingerlo in casa e baciarlo. Non so se sarei riuscito a fermarmi, ma del resto, io non voglio più amarlo come allora. Non voglio.

Scuoto la testa fermandomi, ho quasi il fiatone, ho camminato senza sosta, è buio, ma a casa non posso tornare, so che lui mi sta aspettando e non voglio affrontarlo ora.

Mi appoggio alla balaustra di questo ponticello nel parco e sospiro: merda, Takano, perché non la smetti? Davvero mi ami? O è solo perché ci amavamo e ora io non ti amo più?

È solo un gioco per te? Perché se io decido di rimettere in gioco il mio cuore, non so se sarò in grado di rialzarmi in caso di una nuova caduta.

Takano, non ce la faccio, vorrei, ammetto che vorrei, ma non ce la faccio, davvero. Dovresti aiutarmi, ma ne sarai capace?

Tu e il tuo amore siete sinceri? Alzo gli occhi e guardo il cielo buio sopra di me, fa anche freddo ora, devo rientrare, ma come posso fare?

So che mi stai aspettando e io non posso affrontarti ora, dovrei essere forte e non lo sono, davanti a te non lo sono mai.

È buio, spero tu sia a casa e non fuori a cercarmi, so che ne saresti capace.

Va bene, ora rientro e spero di non vederti o magari sì? Non lo so, non lo so davvero.


 

***


 

Torno a guardare l'orologio, è davvero tardi adesso, Onodera!

È più di un'ora che sei sparito, ed era già tardi quando siamo arrivati.

Sarai tornato a casa? Vorrei chiamarti, vorrei venire a bussare, ma non faccio nulla, resto affacciato alla finestra, ogni tanto butto l'occhio al portone d'ingresso del palazzo, ma non ho ancora visto nessuno entrare. Non ho visto te entrare.

Sospiro e mi getto sul divano, chiudo gli occhi un secondo, ripenso a quello che è accaduto, e continuo a non capire il motivo della tua fuga.

Non è accaduto nulla di diverso dal solito, ti ho preso la mano, o meglio... avrei voluto, e tu ti sei ritratto, niente di particolarmente strano. Non capisco davvero.

Sbuffo di colpo, non ho mangiato, ma non ho fame, guardo i fogli sul tavolino davanti a me, dovrei controllarli, dovrei lavorare ancora un po', ma sono distratto, ed è tutta colpa tua!

Mi alzo di nuovo, guardo in strada e alla fine decido di tentare.

Arrivo alla tua porta e busso, aspetto un attimo e poi busso di nuovo, niente, non rispondi. Potresti anche essere dentro e non voler parlare, ma non sento movimenti e qualcosa mi dice che non sei qui, non ancora.

Basta, mi serve un bagno rilassante e qualcosa di forte da bere: 'fanculo Onodera!


 

***


 

Rabbrividisco di nuovo: basta è ridicolo! Mi sto congelando completamente.

Sospiro e torno verso casa, spero che ormai Takano si sia addormentato.

Devo trovare una soluzione. Non posso andare avanti così!

È inutile continuare a star fuori, spero non mi senta rientrare, sarebbe capace di tirarmi dentro casa sua! Già e poi? Riuscirei a essere distaccato? Riuscirei a non dire nulla? A non confessare nulla? Non credo proprio...

Sono al limite, me ne sono reso conto, ogni volta che mi tocca, la mia mente elabora solo una frase: 'Ti amo, voglio di più!'

Dirlo, però, complicherebbe le cose, gli darebbe potere su di me, gli darebbe troppo potere... capirebbe che io davvero voglio una storia con lui, non voglio solo il sesso.

Non voglio quello che avevamo al liceo, voglio molto di più, voglio la passione del liceo amplificata per mille. Ma lui? Cosa vuole lui? Riconquistarmi, ma perché? Perchè mi ama? Oppure solo perché è finita male la prima volta? Solo perché vuole giocare con me? Non lo capisco.

Lui dice di volermi, il suo amico Yokozawa mi ha detto di girare al largo da Takano. Potrebbe essere la mia occasione per farmi da parte, ma dovrei cambiare casa, cambiare lavoro. Voglio farlo? No!

Devo dimostrare alla mia famiglia che posso farcela da solo, senza il loro appoggio. Che confusione!

Alzo gli occhi e mi rendo conto di essere sotto al nostro palazzo, sotto alle finestre di Takano, mi starà guardando?

Non saprei, è tutto buio, magari dorme davvero.

Appena fuori dall'ascensore mi fermo come prima, ma ora sono solo mentre fisso la sua porta.

La testa mi urla di proseguire, il cuore di bussare, nel dubbio non faccio nulla. È lui a decidere, come sempre.

La porta si apre, ci fissiamo un secondo. Lui torna dentro casa, ma lascia l'ingresso aperto: posso scegliere.

Resto lì ancora qualche istante, poi non so cosa mi spinge a entrare e chiudere l'uscio dietro di me.

Ho fatto la mia scelta.


 

***


 

Takano alla finestra volta le spalle a Onodora fermo appena dentro al salotto. Non parla nessuno, non si muove nessuno.

È il più grande a schiarirsi la voce.

“Che è successo, Onodera?”

“Io... non ce la faccio più, non posso continuare così.”

Il tono un po' teso, lo sguardo a terra, non sa che l'altro lo sta fissando dal riflesso della finestra, lo sta studiando.

“Non ce la faccio più!”

Sospira e stringe i pugni.

Takano tenta.

“Cosa vuoi dire?”

Nota il sussulto nell'altro, il tentennamento, fino alla resa.

“Non mi interessa cosa penserai, non mi interessa se crederai di aver vinto tu. Non voglio andarmene... succeda quel che succeda!”

Respira forte. Takano scioglie le braccia che aveva incrociato al petto e si volta. Lo fissa, notando la linea dura della mascella, le sopracciglia aggrottate e quegli occhi che lui adora, ancora puntati a terra.

“Io... io voglio... insomma... non come al liceo... voglio molto, molto di più... voglio tutto! Voglio te!”

Rosso in viso come mai prima, ma testa alta, occhi fissi nei suoi. Il sospiro di Takano, i suoi passi che si avvicinano, Onodera deglutisce vistosamente, abbassando lo sguardo, avverte la presenza dell'altro a un passo, ma non si toccano, sente solo il suo calore, quello che emana sempre.

Alzare il viso, di nuovo, si annuncia difficile, ma ce la fa, lo guarda negli occhi, con le gote arrossate, le labbra serrate. Takano lo osserva prima di alzare una mano e accarezzargli la guancia.

“Anch'io voglio te e lo sai...”

“Sì, ma quello che voglio io è più di una notte.”

“Sai che ti amo, Ritsu, lo sai dal liceo... il mio sentimento per te non è cambiato.”

“Il mio sì.”

Risoluto, diretto, senza più paure.

“Ti amavo da morire al liceo, ma era un amore quasi idealizzato per il mio Senpai. Poi le cose sono andate come sono andate e quando ti ho rivisto il mio cuore stava per esplodere, ma non volevo tornare con te, non volevo dartela vinta. Sono stato un idiota. Ti ho fatto soffrire, ho sofferto io, per nulla. Beh no, non proprio per nulla, ho imparato ad amarti di nuovo, ad amarti più di prima. Ora so cosa voglio: voglio te. Il resto non conta.”

Respira forte fissandolo.

Takano deglutisce piano, non può credere che stia accadendo, per convincersi che davvero Onodera è lì e non intende andarsene, china il viso e posa le labbra sulle sue. Un tocco leggero, fugace, si fissano ancora un attimo, prima che la passione e l'amore prendano il sopravvento trasformando quel bacio in qualcosa di più, in qualcosa che c'è sempre stato, che è rimasto sopito dentro di loro per troppo tempo e ora chiede solo di esplodere.

Ritsu sorride tra un bacio e l'altro, è felice come non riteneva possibile, Takano è troppo preso dai baci, dagli abbracci, per accorgersene, tutti i suoi sensi sono concentrati sul ragazzo che ha davanti, sul fatto di non volerlo lasciar andare via mai... mai più.

La mano di Ritsu che gli passa intorno alla vita stringendosi alla schiena, l'altra che si alza e si posa sulla guancia. Fronte contro fronte riprendono fiato, ora lo vede, Takano adesso lo vede quel sorriso che vorrebbe sempre facesse parte di Onodora.

“Sono felice.”

“Anch'io... Senpai.”


 

   
 
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