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Autore: Hiroyuki    11/09/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine]
La fan fiction si ispira esclusivamente alla trilogia di romanzi e non al film. I personaggi e le vicende, pertanto, sono così come vengono presentate nei libri. La storia è ambientata tre anni dopo gli eventi narrati nel terzo libro e descrive un ipotetico proseguimento, pertanto potrebbe contenere spoiler e anticipazioni per chi non avesse ancora completato la lettura. Nuovi personaggi si aggiungeranno alle vecchie conoscenze per dare vita ad un'avventura che metterà a dura prova Miss Peregrine ed i suoi ragazzi speciali, riportando alla luce le pagine più oscure e dimenticate del mondo degli Speciali.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Era passato un mese dal funerale di Jacob. Era stato sepolto in un piccolo cimitero appena fuori dall'anello, per consentire agli Speciali di fargli visita ma per fare in modo che anche i genitori potessero andare a trovarlo, in caso contrario, essendo Normali, non avrebbero mai potuto accedere ad un anello. Non che avrebbero mai voluto entrarci. Anzi, c'erano stati momenti di grave tensione, quando la madre accusò, e forse a ragione, Miss Peregrine e gli altri ragazzi di essere  la causa della morte. Se Jacob non avesse mai conosciuto gli Speciali, probabilmente sarebbe stato ancora vivo. E questo era uno dei pensieri che più tormentava Emma. 

Se non ci avesse conosciuto, ora sarebbe morto comunque, ucciso da qualche vacuo, e noi con lui, mentre Caul sarebbe il nuovo dio dei Normali. Le aveva risposto una volta Miss Peregrine cercando di alleviarle qualche peso dal cuore, ma con scarsi risultati. 

Emma alternava momenti di profondo sconforto ad altri di furiosa rabbia per non aver ancora trovato il responsabile ed averlo punito come meritava. Era arrivata persino ad accusare Miss Peregrine di non fare abbastanza, ma era un pensiero dettato dalla rabbia, e infatti poco dopo si era scusata. La verità è che, dopo quell'evento, non era capitato niente altro di anomalo e non vi erano particolari indizi sui responsabili. I tagli sul petto potevano far pensare ad un vacuo, ma non ne esistevano oramai più e, comunque, Jacob sarebbe stato in grado di vederli, persino di controllarli, quindi non avrebbe mai potuto avere la peggio contro  uno di loro. Inoltre, il  vacuo lo avrebbe probabilmente  divorato, mentre il suo corpo era stato abbandonato al suolo.

Anche il biglietto con cui era stato  trovato non forniva certezze: dal tono e dalla C. come firma sarebbe stato facile pensare a Caul, il fratello di Miss Peregrina, desideroso di vendicarsi su di lei ed i suoi ragazzi e, di certo, Jacob era uno di coloro che doveva detestare di più. Ma era rimasto imprigionato nell'anello quando le Ymbryne lo avevano fatto collassare. Inoltre aveva assorbito una potentissima anima di uno Speciale antico e, quindi, se fosse stato libero, avrebbe potuto piombare in casa ed uccidere tutti.

Miss Peregrine si era recata più volte al concilio delle Ymbryne attraverso il Panellopticon che collegava la loro casa a quella di Bentham a Devil's Acre, che era divenuta la loro nuova sede, grazie alla capacità di collegare più anelli. Ma nessuna aveva scoperto niente di utile e, in effetti, nessuna aveva rilevato niente di anomalo.

Poi, finalmente, qualcosa accadde. Fu annunciato dal suono di nocche che bussavano sul legno e quando Hugh aprì uno dei battenti della doppia porta di ingresso, si trovò davanti un ragazzo di circa sedici o diciassette anni, con corti capelli neri e gli occhi marroni. Indossava un paio di pantaloni beige ed una camicia bianca e, sopra di essi, un lungo cappotto scuro che gli arrivava fino alle caviglie, aperto sul davanti.

«Si?» domandò lo speciale, mentre alcune api gli fuoriuscivano alla bocca e prendevano a ronzargli intorno alla testa.

«Vorrei vedere Miss Alma Peregrine» rispose lo sconosciuto, impassibile, tenendo lo sguardo fisso su di lui.

«Miss Peregrine? Per quale motivo?» la precauzione era più che dovuta ma, probabilmente, gli avrebbe rivolto quella domanda in qualsiasi caso.

«Questi non sono affari tuoi.» rispose per poi muovere un passo verso la porta, ma Hugh allargò il braccio contro lo stipite, per ostruire il passaggio. «Eh no, prima ci dici chi sei e cosa vuoi, e poi, se a Miss Peregrine starà bene, allora potrai entrare.»
 
La voce di Enoch risuonò alle sue spalle «Caccialo via, non abbiamo bisogno di altri inutili da accudire» dichiarò sprezzante. Nel frattempo anche gli altri ragazzi si erano affacciati dalle loro stanze e si stavano riversando nel corridoio d'ingresso, per capire cosa stesse accadendo.

Il ragazzo inclinò appena il capo verso destra, rivolgendo ad Hugh uno sguardo severo, quasi minaccioso. «Non ho intenzioni di perdere tempo qui con voi. Devo vedere Miss Peregrine. Ora!»

«Senti, non so chi tu sia o cosa tu voglia ma...» non riuscì a finire la frase poichè la voce della direttrice lo interruppe. Aveva aperto la porta scorrevole sulla sinistra che conduceva al suo studio, e stava osservando la scena.

«Fallo entrare» dichiarò. «Se ha così tanto voglia di parlare con me, lo accontenterò.»

Hugh si scostò dalla porta, sbuffando, e tutti seguirono con lo sguardo quello strano individuo entrare in casa e poi infilarsi nello studio della ymbryne, la quale richiuse la porta, ma non prima di aver rivolto uno sguardo a ciascuno dei ragazzi. Sguardi che essi ricambiarono in modo preoccupato, quasi a voler dire: stia attenta.

Non appena la porta fu richiusa, gli Speciali si affrettarono a posizionarsi dietro di essa, con le orecchie ben tese, ma non riuscivano a percepire nulla. Sentivano che i due stavano parlando, ma il tono era troppo basso e non riuscivano a distinguere le parole. Rimasero così per circa mezz'ora, fino a quando la voce di Miss Peregrine rimbombò nell'aria, questa volta udibile a tutti.

«Adesso basta, fuori di qui!» si sentì esclamare da dietro la porta. «Miss Peregrine, pensavo che una ymbryne del suo livello avrebbe reagito in modo diverso, che avrebbe compreso...» ma la direttrice sembrava non voler più sentire ragioni. «Ho compreso abbastanza, e tutto questo è impossibile, di più, è innaturale e non ho intenzione di prestarmi ad una cosa del genere.»

Qualche attimo di silenzio e poi la porta si spalancò e lo sconosciuto comparve sull'uscio davanti allo sguardo interrogativo dei ragazzi. «Come desidera allora.» proseguì lui. «Vorrà dire che cercherò un altro  modo.» 

«Lei ci provi, e la trascinerò immediatamente davanti al consiglio delle ymbryne per essere giudicato.» tuonò Miss Peregrine ancora all'interno della stanza, ma il ragazzo non rispose più. Increspò semplicemente le labbra in una sorta di ghigno, quasi come se quella minaccia non solo non lo spaventasse, ma lo divertisse. Quindi si avviò verso l'uscita.

Gli altri speciali muovevano gli sguardi interrogativi tra lo sconosciuto e la loro direttrice, che nel frattempo era uscita anch'essa dallo studio e lo fissava come per accertarsi che se ne andasse davvero.

«Ma... che cosa voleva?» Domandò Olive, non appena egli fu uscito, ma la direttrice non rispose se non con un laconico: «Sono questioni da ymbryne.» quindi rientrò, visibilmente alterata, nel suo ufficio, richiudendo la porta dietro di sè.

Ovviamente la risposta era inaccettabile e non aveva fatto che aumentare la curiosità fra tutti che mormoravano le più assurde ipotesi tra loro.
«E se riguardasse la morte di Jake?» domandò all'improvviso Emma, che aveva assistito alla scena accucciata alla base delle scale, che conducevano al piano superiore, con le braccia avvolte attorno alla ringhiera di legno.

«Penso che se così fosse non lo avrebbe mai lasciato andare.» rispose pragmatica Bronwyn, che non voleva in alcun modo accusare nessuno senza esserne certa. «Forse non aveva le prove per accusarlo e quindi è stata costretta a lasciarlo andare.» Azzardò Enoch. «E comunque non aveva buone intenzioni, altrimenti l'uccello non si sarebbe arrabbiata tanto. Prevedo guai.» Concluse con la solita ventata di ottimismo.

«Già, qualcuno dovrebbe seguirlo per vedere cosa fa.» una voce risuonò nell'aria, senza che nessuno avesse parlato, e tutti intuirono immediatamente che Millard si era già liberato dei vestiti per correre dietro a quello strano individuo.
«Fai attenzione.» Gli intimò Emma, risoluta. «Controlla quello che fa, ma non fare nulla, seguilo finchè puoi e poi torna a riferirci. E se per caso ha a che fare in qualche modo con Jacob...» Non terminò la frase ma i palmi delle mani incandescenti fecero capire a tutti quali erano le sue intenzioni.

Millard scivolò fuori dall'abitazione aprendo la porta di quel tanto che bastava per poter uscire, percorse a piedi nudi il giardino, calpestando l'erba fresca ed individuò subito il ragazzo, di spalle, che si stava dirigendo verso l'uscita dell'anello.
Silenziosamente come aveva imparato a fare lo seguì, avvicinandosi lentamente per non tradirsi con qualche rumore. Per  una decina di minuti continuò a camminare, senza nessun sospetto. Poi, poco prima di raggiungere uno stretto passaggio tra le rocce, che delimitava il confine estremo dell'anello si fermo. Si stava guardando intorno, come se stesse cercando qualcosa e Millard ebbe la terribile sensazione che ci fosse qualcun altro, forse dei complici.
Muovendosi in punta di piedi si avvicinò, passandogli alle spalle, per vedere se scorgeva qualcun altro ma, all'improvviso, il ragazzo si voltò verso di lui sollevando il braccio sinistro all'altezza del suo collo con precisione chirurgica e gli strinse le dita intorno alla gola. 

«Aaaghr....» fu l'unico suono che Millard riuscì ad emettere, completamente colto di sorpresa. Poi, vide una cosa che gli fece raggelare completamente il sangue nelle vene. Gli occhi dello sconosciuto  erano completamente privi di pupilla. Solo un'unica orbita spaventosamente bianca.

È finita, questo spettro mi ucciderà qui, non ho modo di scappare. Pensò il ragazzo invisibile per alcuni secondi che sembrarono durare minuti. Poi le dita strette intorno alla sua gola allentarono la presa e si accasciò al suolo, proprio davanti a lui.
Lo sconosciuto abbassò lo sguardo vuoto e Millard ebbe la sensazione che lo stesse guardando dritto negli occhi, come se lo potesse vedere. E forse era proprio così.

«Davvero pensavi di poter seguire me? Davvero pensavi di poter passare inosservato a me?» lo canzonava quasi offeso di essere stato così tanto sottovalutato. «E' meglio se torni dai tuoi amici, e di' di non mettersi sulla mia strada. Non ho interesse per voi, ma se mi ostacolate...» lasciò quella parola ad ondeggiare nell'aria, in modo che fosse il suo interlocutore a completarla, con ogni terribile situazione che riuscisse ad immaginare. Quindi  girò sui tacchi e si infilò tra le rocce, uscendo dall'anello.
Millard rimase disteso a terra ancora qualche minuto, sconvolto da quello che era accaduto e sorpreso di essere ancora vivo. Quindi si rialzò e corse a raccontare l'accaduto agli amici. 
   
 
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