La
camera da letto
in cui Daenerys aveva sistemato Emily e suo marito si trovava poco
distante dalla sua e subito accanto c'era quella dove riposavano i
figli della lady.
I due coniugi e i loro figli passavano la
maggior parte del loro tempo in compagnia di Daenerys, cercando di
organizzare qualche strategia per impossessarsi del Trono di Spade.
Tuttavia Emily preferiva lasciare che fosse suo marito ad
arrovellarsi per studiare dei modi per attaccare i Sette Regni e
strappare il trono a suo nipote per restituirlo alla casa dei
Targaryen. La moglie non tollerava il tradimento del Folletto,
tuttavia preferiva evitare di dire a voce alta quello pensava davanti
alla Madre dei draghi, per timore che questa facesse del male a lei o
ad uno dei suoi figli. Anche in privato restava in silenzio,
limitandosi a lanciare occhiatacce al marito e a tenergli
perennemente il muso, sebbene lui non ci facesse nemmeno caso.
Il
tempo passava velocemente al di là del Mar Stretto e il
compleanno
di Joanna giunse in fretta. Non poterono organizzare una vera e
propria festa, ma riuscirono lo stesso a farle un regalo: una bambola
di pezza dalla testa un po' troppo grande rispetto al resto del
corpo, dalle gambe e braccia all'apparenza delle giuste dimensioni e
con indosso un semplice vestitino bianco, dalle maniche corte, che le
arrivava fino ai piedi.
La bimba sembrò gradire molto il regalo
e sorridendo diede un bacio sulla guancia alla madre e poi al padre.
Gli occhi di Tyrion si riempirono di lacrime e sua moglie
pensò che
fossero dovute al fatto che non avrebbe mai creduto di poter
diventare padre, alla dolcezza e affetto che la loro piccola
dimostrava sempre ad entrambi.
Quella sera Emily si
trovava nella sua stanza. Era seduta sul letto matrimoniale dalle
coperte bianche e stava leggendo un libro dalla copertina marrone,
quando sentì bussare alla porta.
Si alzò in piedi e posò il
libro sul letto, dopo averlo chiuso. Si sistemò la gonna
della
camicia da notte azzurra che indossava e si avvicinò alla
porta di
legno. Quando l'aprì fu sorpresa di trovare dinanzi a
sé Daenerys.
La donna sembrava nervosa e teneva le dita intrecciate davanti al
ventre. Tamburellava con le dita sopra alla pelle del dorso delle due
mani.
« Buonasera -la salutò e rimase in silenzio per
qualche
secondo come se stesse cercando le parole giuste da usare. La rossa
la fissava sempre più perplessa non capendo il
perché della sua
visita, sebbene avessero scoperto di essere parenti la bionda le
aveva sempre rivolto poco la parola mantenendo una certa distanza da
lei.
« Buonasera. » rispose con aria incerta la giovane.
«
Ehm... Volete accomodarvi? » aggiunse, facendole segno di
entrare.
L'altra annuì e varcò la soglia della porta, che
Emily chiuse alle
sue spalle. Dany non era mai stata lì dentro e la vide
guardarsi
attorno con aria curiosa e osservare attentamente il sobrio mobilio:
il letto, i due tavolini ai lati di esso, l'armadio accanto alla
finestrella che dava sulla città e infine la cassapanca dal
legno
rovinato ai piedi del letto.
« Ho riflettuto a lungo prima di
venire qui da voi e parlarvi di questa cosa. La paura di apparire
debole mi impediva di venire da voi e parlarvi, ma alla fine ho
capito che dovevo mettere da parte l'orgoglio e parlarvi. »
spiegò
e tirò un sospiro. Alicia aveva sempre creduto che fosse una
donna
particolarmente forte e la sorprendeva il suo attuale atteggiamento.
Sembrava che avesse paura e appariva dubbiosa e non tanto
determinata. « Odio doverlo ammettere, però ho
bisogno del vostro
aiuto, lady Alicia. » confessò infine. La rossa
comprese subito
quanto le costasse confessarglielo e la fissò confusa.
« In
che modo potrei aiutare una donna che possiede tre draghi? »
chiese,
mordendosi leggermente il labbro inferiore.
« Due. Mi avete
rubato uno dei miei figli. » avrebbe voluto smentirla
dicendole che
era stato Drogon a trovarla e sottomettersi a lei, sebbene si
domandava quanto quel mostro le fosse realmente fedele e se mai le
avrebbe voltato le spalle come alla sua precedente padrona. «
Il mio
problema sono appunto i figli. » continuò
suscitando ancora più
sorpresa nella rossa, che la guardò con gli occhi spalancati
e la
bocca socchiusa, incapace di parlare. « Io non posso
più avere
figli e ho bisogno che voi mi date un erede. »
sbatté le palpebre
stupefatta.
« Come?! » aveva capito male, doveva aver capito
male o si stava prendendo gioco di lei.
« Ho bisogno che voi
mi date un erede. » ripeté con tono più
chiaro e impaziente. La
donna si sedette sul letto, siccome aveva sentito improvvisamente le
gambe deboli e un grande bisogno di sedersi. La Targaryen si mise
davanti a lei e le parve che la guardasse con sguardo
supplichevole.
« Un erede? Io ho due figli. » rispose,
nonostante ciò non c'entrasse nulla con il discorso che
stavano
facendo.
« Quindi siamo sicure che siete fertile e non avrete
problemi. » affermò positiva la bionda. Non
riusciva a credere che
potesse chiederle una cosa del genere, soprattutto perché si
conoscevano appena e le aveva già di per sé
rivolto poco la
parola.
« Io dovrei avere un figlio e poi darlo a voi? »
voleva capire meglio il suo piano. La Nata dalla Tempesta
alzò le
mani e sorrise.
« Voi sarete sempre sua madre. Io mi occuperò
della sua educazione per prepararlo a governare. »
esclamò. Ne
parlava come se fosse la cosa più normale del modo.
« Io... Ho
bisogno di tempo per pensarci. » rispose, alzandosi in piedi
perplessa.
« Capisco. » aveva un'aria comprensiva, seppure nei
suoi occhi leggeva una certa dose di delusione. La pretendente al
trono si passò una mano tra i lunghi capelli chiari.
Uscì fuori
dalla stanza senza aggiungere altro, lasciando Alicia confusa e piena
di dubbi. Cosa avrebbe dovuto fare? Era perfettamente a conoscenza
del fatto che avere un erede avrebbe rafforzato le pretese della sua
presunta sorellastra sui Sette Regni. In ogni caso desiderava un
terzo figlio, tuttavia non era sicura di volerlo cedere a quella
sconosciuta, rimaneva sempre il suo bambino.
Nel frattempo
A Grande Inverno tra pochi minuti sarebbero state
celebrate le nozze tra Sansa Stark e Ramsay Bolton. Il bastardo di
Roose era stato legittimato non da molto e dal momento che la casa
d'infanzia di Sansa in quel momento apparteneva ai Bolton, la
quindicenne si augurava con quell'unione di riprendere le terre della
sua famiglia. Naturalmente Jon non era stato particolarmente felice
di quell'unione, poiché aveva sentito delle voci per nulla
rassicuranti su Ramsay. Peccato che non c'era stato modo di
dissuadere la ragazza, che tramava di rimpossessarsi di Grande
Inverno al più presto.
Sansa osservò il suo riflesso nello
specchio, che si trovava poggiato contro la parete di pietra dinanzi
a lei, e tirò un sospiro. Doveva ammettere che le donava
l'abito
bianco e la grande e soffice pelliccia dello stesso colore che le
copriva le spalle sottili. I Lannister, in seguito alla sua fuga,
avevano convinto il septo a concedere l'annullamento e ora era libera
di risposarsi, come del resto il suo dolce marito. A quanto pareva,
lui aveva sposato la vedova del suo caro fratello Joffrey, ovvero
l'affascinante Margaery Tyrell. L'idea di non poter dare dei figli a
quel bastardo pazzo non le dispiaceva tanto e in ogni caso contava di
sbarazzarsi di lui e suo padre in fretta, in modo che Grande Inverno
tornasse nelle mani dei suoi legittimi proprietari. All'insaputa dei
Bolton il suo fratellastro stava radunando un esercito per attaccarli
e avrebbe avuto un prezioso alleato all'interno delle mura,
naturalmente.
Avrebbe preferito evitare quelle nozze, tuttavia
era un sacrificio necessario per il bene di tutti: il suo, quello di
Jon, di Nadya e del vero re del Nord, attualmente chissà
dove con
suo padre. Sperava che fossero al sicuro. Aveva sentito dire che si
erano uniti a Daenerys Targaryen e cercavano alleati e navi per
attraversare il Mar Stretto e restituire i Sette Regni alla casa
regnante precedente.
La cerimonia nuziale venne celebrata
nel Parco degli dei e non erano in tanti i presenti. Jon l'aveva
consegnata nelle mani del suo nuovo sposo, nascondendo a stento il
disappunto. La Stark sospettava che, se avesse potuto, l'avrebbe
ucciso all'istante, tuttavia dovevano avere pazienza e aspettare il
momento giusto e di possedere abbastanza uomini.
Non si era
aspettata una notte di nozze rose e fiori e si era preparata al
peggio, eppure proprio non avrebbe potuto immaginare che l'avrebbe
trattata in modo tanto selvaggio. La mattina seguente aveva la sua
delicata e morbida pelle piena di lividi e graffi. Questo non poteva
rivelarlo al suo fratellastro, altrimenti sarebbe successo il
finimondo. Jon l'avrebbe ammazzato con le sue stesse ami e di sicuro
non avrebbe avuto alcuna pietà, di questo la rossa ne era
sicura.
La mattina seguente si alzò dal letto e avvertì
subito un forte dolore dappertutto nel corpo. Si voltò verso
la
figura addormentata del marito che le voltava le spalle e i suoi
occhi azzurri caddero sul suo cuscino. Tirò un sospiro,
resistendo
alla tentazione di prenderlo e schiacciarglielo con forza sul volto
fino a soffocarlo.
Con passo felpato si diresse verso la
cassapanca ai piedi del letto e l'aprì per recuperare una
camicia da
notte. Suo marito la sera prima le aveva strappato l'abito e adesso
appariva completamente nuda. Trattenne a stento le lacrime mentre si
levava il resto del suo abito per poi lasciare scivolare la stoffa
lungo il suo corpo, facendo attenzione a non toccare troppo le ferite
sulla sua pelle delicata.
Dopo aver fatto colazione
insieme alla sua nuova famiglia, lei e Ramsay si recarono poi nel
giardino del castello per fare una passeggiata.
Alla giovane non
dispiaceva l'aria fredda sul volto e sui pochi tratti di pelle in
vista. Avvertiva una morsa allo stomaco ogni volta che vedeva una
parte del castello abbattuta o in ogni caso da riparare e una parte
di lei era grata che suo padre non potesse vedere in che stato fosse
la loro casa.
Lei e Ramsay salirono su uno dei balconi di legno
e la rossa si avvicinò al bordo, poggiando le mani coperte
da guanti
grigi sopra alla ringhiera.
« Lady Sansa. » si voltarono
entrambi verso la voce maschile che aveva appena parlato e agli occhi
della Stark apparve un uomo che aveva un viso conosciuto, eppure non
riusciva a capire chi fosse. Mai avrebbe pensato di essere felice di
vedere una delle persone che in passato avevano tradito lei e la sua
famiglia, sebbene lui avesse assistito alla sua prima notte di nozze,
costretto, e non aveva fatto nulla per impedire a Ramsay di
violentarla, ma alla fine non poteva. Theon non sembrava più
l'uomo
affascinante che era stato un tempo, di quello era rimasta solo una
specie di ombra su di lui. La metà lupa aveva sentito
vagamente
delle voci su cosa gli fosse accaduto da quando i Bolton l'avevano
preso prigioniero ed erano cose orribili, a cui non voleva credere. A
dire la verità però, conoscendo suo marito, non
stentava nemmeno a
ignorare i fatti.
« Theon. » esitò prima di chiamarlo per
nome, temendo di non potergli rivolgere la parola. Il bastardo Bolton
non disse nulla e sentì un forte senso di sollievo.
Nonostante i
loro trascorsi, stranamente per lei vederlo le provocava un senso di
sollievo e poteva essere il suo unico amico in quel momento.
« Come
stai? » aggiunse, sempre con tono incerto e pensandoci su
qualche
secondo prima di parlare. Il giovane sollevò le sue mani
guantate e
le osservò per qualche secondo.
« Bene. » rispose,
abbassandole.
« Non disturbare mia moglie e sparisci. » la
voce scortese del Bolton le ricordò la sua presenza e si
voltò
verso di lui. « Andiamo Sansa. » non le
parlò con tono gentile e
la cosa non la sorprese. Si allontanarono insieme, lasciando Theon da
solo fuori sul balcone.
Una parte di lei pensava che si meritava
tutto quello che gli avevano fatto per il modo altrettanto terribile
con cui aveva trattato i suoi fratellini, tuttavia non riusciva ad
evitare di provare un po' di pietà per il ragazzo che un
tempo era
stato amico di suo fratello e che varie volte aveva visto allenarsi
con lui.
Si prospettavano tempi difficili e dolorosi, ma cercava
di essere coraggiosa perché lei era una Stark e l'inverno
stava
arrivando.