Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Vanessa1995    11/09/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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La camera da letto in cui Daenerys aveva sistemato Emily e suo marito si trovava poco distante dalla sua e subito accanto c'era quella dove riposavano i figli della lady.
I due coniugi e i loro figli passavano la maggior parte del loro tempo in compagnia di Daenerys, cercando di organizzare qualche strategia per impossessarsi del Trono di Spade. Tuttavia Emily preferiva lasciare che fosse suo marito ad arrovellarsi per studiare dei modi per attaccare i Sette Regni e strappare il trono a suo nipote per restituirlo alla casa dei Targaryen. La moglie non tollerava il tradimento del Folletto, tuttavia preferiva evitare di dire a voce alta quello pensava davanti alla Madre dei draghi, per timore che questa facesse del male a lei o ad uno dei suoi figli. Anche in privato restava in silenzio, limitandosi a lanciare occhiatacce al marito e a tenergli perennemente il muso, sebbene lui non ci facesse nemmeno caso.

Il tempo passava velocemente al di là del Mar Stretto e il compleanno di Joanna giunse in fretta. Non poterono organizzare una vera e propria festa, ma riuscirono lo stesso a farle un regalo: una bambola di pezza dalla testa un po' troppo grande rispetto al resto del corpo, dalle gambe e braccia all'apparenza delle giuste dimensioni e con indosso un semplice vestitino bianco, dalle maniche corte, che le arrivava fino ai piedi.
La bimba sembrò gradire molto il regalo e sorridendo diede un bacio sulla guancia alla madre e poi al padre. Gli occhi di Tyrion si riempirono di lacrime e sua moglie pensò che fossero dovute al fatto che non avrebbe mai creduto di poter diventare padre, alla dolcezza e affetto che la loro piccola dimostrava sempre ad entrambi.

Quella sera Emily si trovava nella sua stanza. Era seduta sul letto matrimoniale dalle coperte bianche e stava leggendo un libro dalla copertina marrone, quando sentì bussare alla porta.
Si alzò in piedi e posò il libro sul letto, dopo averlo chiuso. Si sistemò la gonna della camicia da notte azzurra che indossava e si avvicinò alla porta di legno. Quando l'aprì fu sorpresa di trovare dinanzi a sé Daenerys. La donna sembrava nervosa e teneva le dita intrecciate davanti al ventre. Tamburellava con le dita sopra alla pelle del dorso delle due mani.
« Buonasera -la salutò e rimase in silenzio per qualche secondo come se stesse cercando le parole giuste da usare. La rossa la fissava sempre più perplessa non capendo il perché della sua visita, sebbene avessero scoperto di essere parenti la bionda le aveva sempre rivolto poco la parola mantenendo una certa distanza da lei.
« Buonasera. » rispose con aria incerta la giovane. « Ehm... Volete accomodarvi? » aggiunse, facendole segno di entrare. L'altra annuì e varcò la soglia della porta, che Emily chiuse alle sue spalle. Dany non era mai stata lì dentro e la vide guardarsi attorno con aria curiosa e osservare attentamente il sobrio mobilio: il letto, i due tavolini ai lati di esso, l'armadio accanto alla finestrella che dava sulla città e infine la cassapanca dal legno rovinato ai piedi del letto.
« Ho riflettuto a lungo prima di venire qui da voi e parlarvi di questa cosa. La paura di apparire debole mi impediva di venire da voi e parlarvi, ma alla fine ho capito che dovevo mettere da parte l'orgoglio e parlarvi. » spiegò e tirò un sospiro. Alicia aveva sempre creduto che fosse una donna particolarmente forte e la sorprendeva il suo attuale atteggiamento. Sembrava che avesse paura e appariva dubbiosa e non tanto determinata. « Odio doverlo ammettere, però ho bisogno del vostro aiuto, lady Alicia. » confessò infine. La rossa comprese subito quanto le costasse confessarglielo e la fissò confusa.
« In che modo potrei aiutare una donna che possiede tre draghi? » chiese, mordendosi leggermente il labbro inferiore.
« Due. Mi avete rubato uno dei miei figli. » avrebbe voluto smentirla dicendole che era stato Drogon a trovarla e sottomettersi a lei, sebbene si domandava quanto quel mostro le fosse realmente fedele e se mai le avrebbe voltato le spalle come alla sua precedente padrona. « Il mio problema sono appunto i figli. » continuò suscitando ancora più sorpresa nella rossa, che la guardò con gli occhi spalancati e la bocca socchiusa, incapace di parlare. « Io non posso più avere figli e ho bisogno che voi mi date un erede. » sbatté le palpebre stupefatta.
« Come?! » aveva capito male, doveva aver capito male o si stava prendendo gioco di lei.
« Ho bisogno che voi mi date un erede. » ripeté con tono più chiaro e impaziente. La donna si sedette sul letto, siccome aveva sentito improvvisamente le gambe deboli e un grande bisogno di sedersi. La Targaryen si mise davanti a lei e le parve che la guardasse con sguardo supplichevole.
« Un erede? Io ho due figli. » rispose, nonostante ciò non c'entrasse nulla con il discorso che stavano facendo.
« Quindi siamo sicure che siete fertile e non avrete problemi. » affermò positiva la bionda. Non riusciva a credere che potesse chiederle una cosa del genere, soprattutto perché si conoscevano appena e le aveva già di per sé rivolto poco la parola.
« Io dovrei avere un figlio e poi darlo a voi? » voleva capire meglio il suo piano. La Nata dalla Tempesta alzò le mani e sorrise.
« Voi sarete sempre sua madre. Io mi occuperò della sua educazione per prepararlo a governare. » esclamò. Ne parlava come se fosse la cosa più normale del modo.
« Io... Ho bisogno di tempo per pensarci. » rispose, alzandosi in piedi perplessa.
« Capisco. » aveva un'aria comprensiva, seppure nei suoi occhi leggeva una certa dose di delusione. La pretendente al trono si passò una mano tra i lunghi capelli chiari. Uscì fuori dalla stanza senza aggiungere altro, lasciando Alicia confusa e piena di dubbi. Cosa avrebbe dovuto fare? Era perfettamente a conoscenza del fatto che avere un erede avrebbe rafforzato le pretese della sua presunta sorellastra sui Sette Regni. In ogni caso desiderava un terzo figlio, tuttavia non era sicura di volerlo cedere a quella sconosciuta, rimaneva sempre il suo bambino.

Nel frattempo

A Grande Inverno tra pochi minuti sarebbero state celebrate le nozze tra Sansa Stark e Ramsay Bolton. Il bastardo di Roose era stato legittimato non da molto e dal momento che la casa d'infanzia di Sansa in quel momento apparteneva ai Bolton, la quindicenne si augurava con quell'unione di riprendere le terre della sua famiglia. Naturalmente Jon non era stato particolarmente felice di quell'unione, poiché aveva sentito delle voci per nulla rassicuranti su Ramsay. Peccato che non c'era stato modo di dissuadere la ragazza, che tramava di rimpossessarsi di Grande Inverno al più presto.
Sansa osservò il suo riflesso nello specchio, che si trovava poggiato contro la parete di pietra dinanzi a lei, e tirò un sospiro. Doveva ammettere che le donava l'abito bianco e la grande e soffice pelliccia dello stesso colore che le copriva le spalle sottili. I Lannister, in seguito alla sua fuga, avevano convinto il septo a concedere l'annullamento e ora era libera di risposarsi, come del resto il suo dolce marito. A quanto pareva, lui aveva sposato la vedova del suo caro fratello Joffrey, ovvero l'affascinante Margaery Tyrell. L'idea di non poter dare dei figli a quel bastardo pazzo non le dispiaceva tanto e in ogni caso contava di sbarazzarsi di lui e suo padre in fretta, in modo che Grande Inverno tornasse nelle mani dei suoi legittimi proprietari. All'insaputa dei Bolton il suo fratellastro stava radunando un esercito per attaccarli e avrebbe avuto un prezioso alleato all'interno delle mura, naturalmente.
Avrebbe preferito evitare quelle nozze, tuttavia era un sacrificio necessario per il bene di tutti: il suo, quello di Jon, di Nadya e del vero re del Nord, attualmente chissà dove con suo padre. Sperava che fossero al sicuro. Aveva sentito dire che si erano uniti a Daenerys Targaryen e cercavano alleati e navi per attraversare il Mar Stretto e restituire i Sette Regni alla casa regnante precedente.

La cerimonia nuziale venne celebrata nel Parco degli dei e non erano in tanti i presenti. Jon l'aveva consegnata nelle mani del suo nuovo sposo, nascondendo a stento il disappunto. La Stark sospettava che, se avesse potuto, l'avrebbe ucciso all'istante, tuttavia dovevano avere pazienza e aspettare il momento giusto e di possedere abbastanza uomini.
Non si era aspettata una notte di nozze rose e fiori e si era preparata al peggio, eppure proprio non avrebbe potuto immaginare che l'avrebbe trattata in modo tanto selvaggio. La mattina seguente aveva la sua delicata e morbida pelle piena di lividi e graffi. Questo non poteva rivelarlo al suo fratellastro, altrimenti sarebbe successo il finimondo. Jon l'avrebbe ammazzato con le sue stesse ami e di sicuro non avrebbe avuto alcuna pietà, di questo la rossa ne era sicura.

La mattina seguente si alzò dal letto e avvertì subito un forte dolore dappertutto nel corpo. Si voltò verso la figura addormentata del marito che le voltava le spalle e i suoi occhi azzurri caddero sul suo cuscino. Tirò un sospiro, resistendo alla tentazione di prenderlo e schiacciarglielo con forza sul volto fino a soffocarlo.
Con passo felpato si diresse verso la cassapanca ai piedi del letto e l'aprì per recuperare una camicia da notte. Suo marito la sera prima le aveva strappato l'abito e adesso appariva completamente nuda. Trattenne a stento le lacrime mentre si levava il resto del suo abito per poi lasciare scivolare la stoffa lungo il suo corpo, facendo attenzione a non toccare troppo le ferite sulla sua pelle delicata.

Dopo aver fatto colazione insieme alla sua nuova famiglia, lei e Ramsay si recarono poi nel giardino del castello per fare una passeggiata.
Alla giovane non dispiaceva l'aria fredda sul volto e sui pochi tratti di pelle in vista. Avvertiva una morsa allo stomaco ogni volta che vedeva una parte del castello abbattuta o in ogni caso da riparare e una parte di lei era grata che suo padre non potesse vedere in che stato fosse la loro casa.
Lei e Ramsay salirono su uno dei balconi di legno e la rossa si avvicinò al bordo, poggiando le mani coperte da guanti grigi sopra alla ringhiera.
« Lady Sansa. » si voltarono entrambi verso la voce maschile che aveva appena parlato e agli occhi della Stark apparve un uomo che aveva un viso conosciuto, eppure non riusciva a capire chi fosse. Mai avrebbe pensato di essere felice di vedere una delle persone che in passato avevano tradito lei e la sua famiglia, sebbene lui avesse assistito alla sua prima notte di nozze, costretto, e non aveva fatto nulla per impedire a Ramsay di violentarla, ma alla fine non poteva. Theon non sembrava più l'uomo affascinante che era stato un tempo, di quello era rimasta solo una specie di ombra su di lui. La metà lupa aveva sentito vagamente delle voci su cosa gli fosse accaduto da quando i Bolton l'avevano preso prigioniero ed erano cose orribili, a cui non voleva credere. A dire la verità però, conoscendo suo marito, non stentava nemmeno a ignorare i fatti.
« Theon. » esitò prima di chiamarlo per nome, temendo di non potergli rivolgere la parola. Il bastardo Bolton non disse nulla e sentì un forte senso di sollievo. Nonostante i loro trascorsi, stranamente per lei vederlo le provocava un senso di sollievo e poteva essere il suo unico amico in quel momento. « Come stai? » aggiunse, sempre con tono incerto e pensandoci su qualche secondo prima di parlare. Il giovane sollevò le sue mani guantate e le osservò per qualche secondo.
« Bene. » rispose, abbassandole.
« Non disturbare mia moglie e sparisci. » la voce scortese del Bolton le ricordò la sua presenza e si voltò verso di lui. « Andiamo Sansa. » non le parlò con tono gentile e la cosa non la sorprese. Si allontanarono insieme, lasciando Theon da solo fuori sul balcone.
Una parte di lei pensava che si meritava tutto quello che gli avevano fatto per il modo altrettanto terribile con cui aveva trattato i suoi fratellini, tuttavia non riusciva ad evitare di provare un po' di pietà per il ragazzo che un tempo era stato amico di suo fratello e che varie volte aveva visto allenarsi con lui.
Si prospettavano tempi difficili e dolorosi, ma cercava di essere coraggiosa perché lei era una Stark e l'inverno stava arrivando.

   
 
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