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Autore: _Son Hikaru    11/09/2017    2 recensioni
Riccardo è un ragazzino incredibilmente sensibile, ormai lo sanno tutti, e ho pensato di descrivere un suo piccolo attimo di nostalgia e tristezza.Spero che la storia possa piacervi tanto da lasciarmi anche un commento!
"Con un sospiro, dopo essersi avvolto per bene in un asciugamano, Riccardo si sedette sullo sdraio.
Alzò il volto e i suoi occhi nocciola si riempirono delle sfumature azzurre del mare che, immenso si stendeva davanti a lui.
Il mare."
(Per sapere qualcosa di più sul nuovo personaggio che ho inserito nella storia vi consiglio di leggere "Anche ai migliori capita di inciampare")
Hika
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Shindou Takuto
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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To the sea...

Con un sospiro, dopo essersi avvolto per bene in un asciugamano, Riccardo si sedette sullo sdraio.
Alzò il volto e i suoi occhi nocciola si riempirono delle sfumature azzurre del mare che, immenso si stendeva davanti a lui.
Il mare.
Da piccolo gli era sempre piaciuto tantissimo, ma solo ora che lo rivedeva dopo otto lunghi anni di lontananza, capiva quanto in realtà lo amasse e gli fosse mancato in quel periodo.
Ridacchiò quando improvvisamente gli tornò alla mente che da bambino era solito fare il conto dei giorni che gli mancavano per rivederlo non appena l’inverno cominciava a lasciare, seppur a volte lentamente, il posto al sole tiepido della primavera e poi a quello più intenso estivo.
Quando sei giorni prima aveva rivisto dal finestrino del treno il mare in lontananza, che ai suoi occhi appariva come una semplice linea azzurra e bianchiccia che si andava a confondere con cielo limpido, il suo cuore era esploso per la felicità. E se solo non si fosse trovato in un treno colmo di persone – persone che non erano altro che i suoi compagni di classe, non avrebbe avuto problemi a lasciarsi andare al pianto.
Certo, Jane che gli sedeva accanto non lo avrebbe mai giudicato, dolce e comprensiva com’era, ma tutti gli altri lo avrebbero guardato storto, un po’ come se fosse improvvisamente impazzito, e lui non voleva assolutamente rovinare un momento tanto speciale con un ricordo così spiacevole.
Quando sentì, dopo parecchi minuti, di essere quasi completamente asciutto, approfittando del fatto che i suoi compagni fossero ancora tutti in acqua eccetto Jane, sdraiata nello sdraio accanto al suo, decise di estrarre dal proprio zaino un piccolo quaderno dalla rigida copertina nera.
Lo aprì, e lanciando di tanto in tanto qualche rapida occhiata al mare iniziò a scrivere.
Quello che aveva in mano, però, non era un quaderno normale, come possono essere quelli di scuola, ma un quaderno pentagrammato, riempito quasi fino alla fine delle melodie che di tanto in tanto Riccardo componeva.
Ne aveva composte tante in quegli anni, ma non avrebbe mai potuto astenersi dal crearne una lì. Anche perché con il mare davanti agli occhi l’ispirazione gli era venuta praticamente subito, già il primo giorno, ma quello era il primo momento libero che aveva trovato per farlo.
I minuti passarono rapidi, e immerso com’era nel suo lavoro Riccardo si rese conto che era ora di lasciare per l’ultima volta la spiaggia, solo quando Jane, con la solita vocetta allegra gli disse che era giunta l’ora.
Anche se ci provò con tutte le sue forze, Riccardo non riuscì a nascondere la tristezza che provava al pensiero di doversene andare.
Jane si accorse che c’era qualcosa che non andava quando, con mano tremante, Riccardo le tirò un lembo della maglietta dicendo con voce flebile:
“Andiamo ancora un attimo in riva al mare, solo qualche minuto”
In un primo momento, quando si era sentita tirare la maglietta, Jane aveva avuto paura che Riccardo stesse per svenire – paura del tutto fondata, perché il secondo giorno di vacanza, non essendo abituato ad un sole tanto forte, Riccardo era svenuto contro la sua schiena – ma poi, sentendolo parlare si era tranquillizzata e aveva accettato con piacere la sua proposta.
Passeggiarono un po’ in riva al mare, poi Riccardo si fermò e disse:
“Sai mi ero quasi abituato a vedere il mare tutti i giorni. Prima dalla finestra nella mia stanza appena sveglio, e poi il mattino e il pomeriggio in spiaggia”
Si lasciò sfuggire un piccolo sospiro poi continuò
“Non so se mi riabituerò alla città.”
“Già. Il cielo e l’aria sono così limpidi qui che è davvero un peccato tornare a casa dopo così poco tempo” rispose Jane lanciandogli una veloce occhiata.
I suoi occhi erano carichi di lacrime, e solo in quel momento riuscì a capire che cosa il suo migliore amico stesse provando: nostalgia.
Riccardo sentiva già la mancanza del mare. E come biasimarlo se per otto lunghi anni i suoi genitori avevano preferito passare le vacanze estive al lago o in montagna, a casa di qualche amico.
Erano tutti luoghi belli, sì, e Riccardo aveva sempre la possibilità di fare un bel bagno in piscina, ma il mare aveva tutto un altro fascino. Bastava sentirne il profumo da lontano per sentirsi finalmente in pace, lontano da qualsiasi problema. E Jane sapeva bene quanto Riccardo avesse desiderato rivederlo.
Quando il loro insegnante li aveva informati di quella vacanza scolastica, lui era stato senza alcun dubbio il più felice di tutti, tanto che aveva passato tutto il mese di preparazione ad immaginare quanto bello sarebbe stato rivedere il suo mare, e passare intere ore ad osservarlo in silenzio.
In realtà i primi giorni per Riccardo, abituato ad un certo tenore di vita, erano stati un po’ traumatici: il cibo dell’hotel non era quasi neppure accettabile, il personale scorbutico e le stanze incredibilmente scomode, con letti matrimoniali da condividere con qualcuno e con un solo cuscino per lato. Quindi in quei giorni Jane aveva dovuto consolarlo e cercare di farlo ridere un poco per la gran parte del tempo. Poi per fortuna, aveva iniziato ad abituarsi nonostante le scomodità, e a godersi finalmente quella breve visita al mare. Quindi era perfettamente normale che si sentisse così triste, e forse anche un po’ infastidito dai loro compagni che non badavano neppure a dare l’ultimo saluto al mare, già ansiosi di tornare alle loro vite in città, certi comunque che l’anno dopo sarebbero tornati.
Lui invece non aveva questa certezza. Non sapeva quanto ancora avrebbe dovuto aspettare per rivedere il mare e per riempirsi i polmoni di quell’aria tanto fresca e pulita.
“Se vuoi piangere un poco, prima di raggiungere gli altri puoi farlo. In fondo è probabile che non lo rivedrai presto come speri” proseguì ancora Jane stringendogli con estrema delicatezza la mano nel tentativo di infondergli un po’ di coraggio.
Nonostante ne sentisse l’irrefrenabile bisogno, Riccardo non pianse. Aveva incredibilmente paura che piangendo le lacrime avrebbero potuto offuscare il ricordo del mare che era riuscito a recuperare con tanta fatica. Voleva conservarlo così, limpido e chiaro per sempre, almeno fino al giorno in cui non lo avrebbe visto di nuovo.
 
 
 
 
Angolo autrice <3
 
Ciao a tutti!
Non so con esattezza come iniziare quest’angolino autrice, visto che è davvero tanto tempo che non pubblico qualcosa di cui vado fiera, ma cercherò comunque di non far uscire qualcosa di strano ehehe.
Penso che sarà sembrato un po’ strano (o almeno spero sia sembrato strano) che le ultime due storie che ho pubblicato il primo mese di vacanza, siano state subito cancellate. Non sono diventata psicopatica, tranquilli, semplicemente ho passato un periodo particolarmente brutto con la scrittura. A fine anno ho dovuto affrontare lo stage e mi ha parecchio demoralizzata il modo in cui sono stata trattata. In più la terza non è stata affatto semplice per e, ero sempre incredibilmente nervosa e stressata, stavo continuamente male e non riuscivo a riposare perché ero tormentata dal pensiero delle materie scolastiche. Mi svegliavo nel cuore della notte e la mia mente stava già ripassando da un pezzo la lezione del giorno dopo.
Sentivo una voglia irrefrenabile di scrivere, ne avevo bisogno eppure qualsiasi cosa provassi a scrivere mi sembrava una schifezza, tanto che ho creduto che non sarei tornata a scrivere mai più. Poi, l’ultima settimana di vacanza (ovvero quella che va dal 3 al 6 settembre) sono stata al mare.
Non vedevo il mare da otto anni, l’ultima volta che l’ho visto avevo 10 anni e per tutto quel tempo, nonostante mi dispiacesse non poter andare in vacanza, non ho mai capito fino in fondo quanto in realtà mi fosse mancato vederlo.
E il fatto di essere riuscita a scrivere di nuovo proprio al mare mi rende incredibilmente felice, perché potrò aggiungere questa storia ai bellissimi ricordi che ho di quando ero piccola.
Ho usato Riccardo perché io mi sento un poco simile a lui, cioè è un personaggio molto sensibile e mi sembrava perfetto per questa storia, poi avevo una voglia matta di scrivere qualcosa su lui e Jane, che tra parentesi io trovo sempre incredibilmente fluffosa *w*
Adoro Jane e Riccardo alla follia, riesco sempre ad esprimermi al meglio muovendo loro due. Inoltre Riccardo ama la musica, ho pensato che qualche volta gli piacesse comporre qualche melodia, così come a me piace scrivere. Poi non mi sembra tanto il tipo da sballarsi in vacanza, Riccardo fa più da tipettino tranquillo ed io riesco a rivedermici molto in lui (anche perché sono una gran piagnucolona ehehe)
Dunque, ora la smetto di cianciare perché altrimenti l’angolino autrice diventa più lungo della storia, che ha 1027 parole *w* è lunga vero!
Mi sono proprio superata ehehe.
Grazie per aver letto. Se volete lasciarmi un commentino fate pure, ma per favore cercate di non essere troppo duri con me se avete delle critiche. Io sono dispostissima ad accettarle purché siano costruttive e fatte con gentilezza, se la trama non vi piace allora non mi interessa il vostro parere. Ricordate però che ho un cuore!
Un bacio
Hika<3
  
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