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Autore: Final_Destiny98    11/09/2017    2 recensioni
Scappare.
Correre.
Non distrarsi. 
Sangue
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Monkey D. Rufy, Portuguese D. Ace
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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"Lo sapevate? Possiamo diventare fratelli se ci scambiamo queste tazze di sakè."
"Fratelli? Davvero?"
"Quando diventeremo pirati potremmo non essere sulla stessa nave, ma il nostro legame ci accompagnerà sempre! Ovunque vi troverete e qualsiasi cosa farete, saremo sempre legati. Quindi da adesso... Siamo fratelli!"

 
Scappare.
Correre.
Era questo quello a cui Ace pensava mentre si allontanava da quelle che erano le rovine del patibolo e si avvicinava alle sue navi. Porre fine a tutto quello, rimettersi in forze, ringraziare a sufficienza. Era una serie di obblighi, obiettivi che avrebbe raggiunto solo se fosse riuscito a scappare. Guardò il ragazzo accanto a sé, suo fratello, e pensò che mai avrebbe creduto che sarebbe stato lui a salvarlo; lui, con quei capelli neri e gli occhi del medesimo colore, la pelle chiara e il cappello di paglia sempre con sé. Ovunque vedeva polvere, marinai e pirati che si scontravano come accadeva da sempre; cercava Marco con lo sguardo, ma non lo trovava. Barbabianca combatteva con loro, e nonostante i suoi anni dava del filo da torcere a chiunque in quella guerra.
I suoi attacchi di fuoco sbaragliavano gli avversari, e Luffy gli copriva le spalle; sarebbero scappati insieme, come avevano fatto tantissime volte da piccoli nella foresta intorno alla casa di Dadan. Certo, fuggivano da cose completamente diverse -prima dagli animali della foresta, ora dai marinai che li volevano morti- ma in sostanza era la stessa cosa. 
"Scappare, quale scelta più codarda? Rimarrà qui Barbabianca, però."
Ace avrebbe voluto girarsi, ma diceva a sé stesso di non farlo. Avrebbe voluto spegnere con il fuoco il magma di quell'uomo, ma sapeva che non era possibile. Il magma vinceva su di lui, e lo sapeva. Eppure si fermò comunque. Si voltò, e con sguardo serio minacciò l'Ammiraglio, ignorando le proteste di Luffy che lo pregavano di ricominciare a correre.
"Ritira ogni singola parola" gli disse riferendosi a ciò che aveva appena finito di dire.
"Cosa? Barbabianca morirà qui, come è giusto che sia. Era solo uno della vecchia era, ormai superato."
"Ritiralo!" gridò mentre il fuoco che era parte di lui si risvegliava. Nessuno doveva osare parlare di quel modo dell'uomo che lo aveva salvato; nessuno doveva screditare suo padre. 
"Ace" lo chiamò Luffy con voce supplichevole.
"Sei un bastardo!" gridò.
"Dai, Ace" gli disse ancora. "Andiamocene da qui. Lo sta facendo di proposito, Ace!"
Ace lo sapeva che una minima distrazione in un frangente simile avrebbe potuto determinare un disastro. Bastava un secondo per far crollare tutto e perdere qualsiasi cosa di caro si avesse al mondo. Guardare Luffy era la distrazione; vedere il suo sguardo di terrore lo confuse. Successe tutto così in fretta che non se ne accorse, mentre quella distrazione gli costava cara, e nel momento in cui si voltò ci mancò poco che gridasse come un disperato.
Scappare.
Correre.
Non distrarsi. 
Sangue.
"Ace" gli disse. "Ace" ripeté tremando, mentre il suo sguardo passava da terrorizzato a sofferente. "Ace fa male" gli disse.
Certo che faceva male. Con gli occhi sgranati e le mani tremanti, Ace osservava il fratello davanti a lui, con una ferita che lo trapassava al centro del petto. Nel momento in cui cadde in ginocchio, lui lo resse, tremando. La sua mano si macchiò nel momento in cui la pose sopra la ferita.
Era così gracile suo fratello, eppure così forte. Così piccolo eppure così grande.
Sangue.
Porre fine a tutto quello.
Rimettersi in forze.
Ringraziare a sufficienza.
Proteggere.
"Ace" disse ancora con un sorriso sulle labbra.
"Luffy" rispose. Equivaleva a un grido quel nome detto così flebilmente, quasi sussurrato.
Smise di muoversi, Luffy, e si appoggiò a lui come se non avesse più vita. Ace chiuse gli occhi, sentendo il respiro accelerare e gli occhi pizzicare, mentre lacrime calde come il fuoco che era in lui solcavano il suo viso, correndo tra le lentiggini e unendosi alla polvere. Tremava visibilmente, scosso, cercando di combattere quell'oblio che minacciava di sopraffarlo, quel nero che stava avendo la meglio di su di lui. Gli veniva da vomitare se pensava alla sua mano umida e rossa; le ginocchia non reggevano. E non gli importava minimamente di chi stesse tenendo occupato Akainu in quell'istante, mentre con voce strozzata chiamava un dottore, pregava che facessero qualsiasi cosa per farlo tornare da lui. Gridò, Ace, perché quello era troppo da sopportare.
Proteggere.
Riportare a casa.
Proteggere.
Non morire.
 
"Ace, io voglio diventare più forte, più forte, più forte, più forte e ancora più forte, più forte, più forte, più e più forte, più forte e ancora più forte! Così potrò proteggere tutto e tutti, non dovrò perdere più nessuno! Quindi Ace, per favore… non morire!"
"Ascoltami bene, Luffy! Io non morirò!"
 
"Fratelli? Davvero?"






​Angolo autrice
​Prima storia su EFP! Non molto lunga, ma ho voluto tentare. 
​Che dire, ho sempre provato a pensare a questa situazione. Durante una delle tante notti insonni mi sono decisa a provare a metterla per iscritto, e questo è il risultato. Spero davvero tanto che piaccia, confesso di essere agitata!
​So per certo che non sarà la sola cosa che posterò, ne arriveranno altre con il tempo!
​-Final
   
 
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