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Autore: HikariMoon    11/09/2017    2 recensioni
I Maestri della Luce, si sa, sono diventati tali scegliendo di restare a combattere per Gran RoRo. Ma c’è stata un’altra scelta, ancora prima, che ciascuno di loro ha dovuto affrontare: la scelta del colore di Battle Spirits. Scelta non da poco, scelta forse casuale, scelta forse dettata dal fato, scelta fronteggiata chi prima chi dopo.
Ora però è arrivato il momento di scoprire veramente come è successo…
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1: Amore a Prima Vista

Takuto Bashin, trentenne e padre di famiglia, voleva strapparsi i capelli. O mettersi a piangere. O magari tutte e due le cose assieme.

La ferita nel suo orgoglio era già bella profonda. Piangere o no non avrebbe fatto poi tutta quella differenza. Lentamente, spostò le mani da davanti agli occhi e cercò di farsi forza. Magari, se lo sperava con abbastanza intensità, i kami gli avrebbero dato una mano.

Il salotto era ridotto a un campo di battaglia. I giocattoli erano tutti sparsi a destra e a manca, macchiati di cioccolato, lanciati fuori dal box e poi dimenticati. L’orribile vaso, regalo di matrimonio di una qualche zia di Akane, era riverso a terra, un’incrinatura che lo attraversava in tutta la sua lunghezza. L’acqua era già stata tutta assorbita dal tappeto, una macchia scura cosparsa da fiori ormai afflosciati.

E lui.

L’inarrestabile piccolo terremoto che aveva provocato tutto quello. Si voltò a guardarlo rassegnato e il bimbo nel vederlo agitò le mani sporche di cioccolato e sorrise, i numerosi dentini bianchi che decoravano da pochi mesi la sua bocca. L’ultima vittima, un pupazzetto comprato pochi giorni prima, sfuggì dalla sua presa e compì un breve e patetico arco fino alla pozza d’acqua.

“PA-PA!”

E, suo malgrado, Takuto si trovò a sorridere e allungò una mano a scompigliare il ciuffo rosso del suo Dan. Anche lì c’era qualche traccia del cioccolato della torta fatta da Akane, come sulla sua faccia.

Si era voltato per due minuti, non poteva essere stato di più. Aveva messo Dan nel box, anche se erano mesi ormai che non lo utilizzava più. Si era beatamente illuso che avrebbe contenuto il bimbo, almeno finché lui andava a ritirare il pacco alla porta.

Ora capiva il sorrisetto divertito che la sua mogliettina gli aveva rifilato mentre usciva. La perfida lo sapeva, doveva aver taciuto per burlarlo quando lui si era vantato che tutto sarebbe andato a gonfie vele. Per una volta che era libero dal lavoro, poteva pur passare da solo qualche ora con il suo ometto!

Tornato indietro, di Dan non c’era traccia. L’aveva cercato dappertutto. Aveva immaginato il peggio: che si fosse nascosto, che fosse uscito senza che lui se ne accorgesse, che lo avessero rapito!

In cucina aveva trovato la torta di Akane con le impronte di due manine. Sollevato, aveva seguito le briciole di cioccolato, ma il salotto era ormai un campo di battaglia.

E lui non aveva neanche due anni.

Quante risate si sarebbe fatta alle sue spalle. Se non lo sotterrava vivo prima…

Un tonfo lo riportò alla realtà e con orrore si accorse che Dan stava cercando di raggiungere uno dei suoi pupazzi, non si sapeva come, finito tra le cornici posate sul tavolino accanto alla libreria.

Con scatto da centometrista, Takuto balzò dal divano, raggiunse il bimbo e lo afferrò per i fianchi. Lo sollevò provocandogli una risatina e lo portò con sé sul divano.

“Giù!”, esclamò Dan cominciando a divincolarsi dopo solo pochi secondi.

Takuto alzò gli occhi verso l’alto, in muta preghiera: come faceva Akane ogni giorno?

E fu in quel momento che il suo sguardo cadde su qualcosa posato su una delle mensole della libreria. La sua salvezza, i loro deck.

Lasciò andare il bimbo, che contento zampettò verso il giocattolo più vicino, e andò ad afferrare i due mazzi. Poi, fece una rapida deviazione per andare a prendere delle salviette e tornò al divano.

Riprese Dan, che si imbronciò e urlò a pieni polmoni GIÙ, e lo fece sedere accanto a sé. Ignorando le sue proteste, gli pulì le mani e al meglio la faccia.

“Guarda cosa ho qui Dan”, esclamò allegramente Takuto porgendogli i due mazzi di carte.

Il bimbo, forse incuriosito o forse semplicemente arrabbiato con il papà, rimase muto a fissare le carte. Poi, lentamente, la curiosità ebbe la meglio e Dan prese quanto offertogli.

In un attimo, le carte furono sparpagliate su tutto il divano e qualcuna cadde anche per terra. Takuto incrociò le dita e fissò il figlio, quasi sicuro che la sua idea geniale si sarebbe rivelata un fiasco.

Ma non successe.

Dan, quasi ipnotizzato, continuava ad afferrare e riposare le carte, le guardava e le rimescolava. Dopo una decina di minuti, Takuto corse il rischio di alzarsi. Il bimbo lo ignorò bellamente.

Lanciandogli continue occhiate, l’uomo usò le successive due ore per rimettere a posto il disordine, pulire le macchie di cioccolato, risistemare il vaso con la crepa verso il muro. Occhio non vede, cuore non duole. Che poi, ancora si chiedeva, che cosa ci trovava in quell’orrendo vaso sua moglie?

Dan non si era mosso neanche una volta. Quando Takuto tornò accanto a lui, Dan si limitò a rivolgerli un enorme sorriso per poi tornare veloce a guardare le carte.

“Allora, Dan quali ti piacciono di più? I brutti rettili di mamma”, chiese afferrando un Ankillersauro e facendo in modo che Dan gli prestasse attenzione, “o i tostissimi soldatini di papà?”, concluse mostrandogli sorridente un Automa di Pietra e mettendo subito da parte la carta rossa.

“Guarda che belli che sono”, aggiunse raccogliendo una manciata delle carte del suo mazzo.

Dan lo guardò, inclinando la testa. Poi sorrise e afferrò una carta cominciando a ridere e a sventolarla. Takuto sussultò, un’espressione inorridita e tradita sul volto.

“INOSAUUO!”, gridò con entusiasmo afferrando una seconda carta rossa.

Takuto provò ancora una volta a mettergli sotto gli occhi le sue carte. “Sicuro che i soldatini non ti piacciano di più? Sono belli!”

Dan si imbronciò e spinse via le carte. “INOSAUUO!”

“Sono a casa!”

Takuto sbuffò e si lasciò andare contro lo schienale: decisamente quella non era la sua giornata fortunata.

Akane entrò nel salotto e sorrise nel vedere il figlio. Dan la vide a sua volta e sorrise agitando le braccia.

“MA-MA! SU!”

La donna non si fece pregare e lo prese in braccio schioccandogli un bacio sulla guanciotta.

“Amore della mamma, hai fatto il bravo con il papà?”, chiese guardando di sottecchi il marito che in tutta risposta la fulminò con lo sguardo. Dan, ignaro, annuì vigorosamente.

“E cosa abbiamo qui?”

Takuto nascose gli occhi dietro alle mani. “INOSAUUO!”, replicò gioiosamente Dan.

Akane ghignò voltandosi verso il marito. “Ma davvero?”

“Non infierire”, borbottò l’uomo. “Per favore.”

Lei, in tutta risposta, scoppiò a ridere e iniziò a solleticare il bimbo. “Andiamo a fare il bagno, piccolino?”

Dan annuì e strinse le braccine attorno al collo della mamma. La donna si abbassò a posare un bacio sulle labbra del marito.

Quando uscì dalla porta del salotto, Takuto sospirò rassegnato e si rilassò sul divano. Si era fatto prendere in giro dal figlio di due anni, Akane non gli avrebbe mai fatto dimenticare che Dan preferiva gli Inosauui, ma almeno non sarebbe mai venuta a sapere del…

“E del regalo di mia zia parliamo più tardi, tesoro!”

Takuto sgranò gli occhi e sobbalzò. Come aveva fatto ad accorgersene???




SPAZIO AUTRICE:

Buoonasera a tutti! (O buongiorno!) Questo è l’inizio di una piccola idea che mi era venuta già tempo fa e che finalmente ho trovato il tempo di scrivere. Qualcuno di voi forse oggi avrà ricominciato la scuola, quindi mi auguro che questa breve fic vi abbia tirato su di morale! :D
Che ne pensate di come Dan ha scoperto le carte rosse? Fatemi sapere le vostre opinioni, mi raccomando! Io so sicuro che ridevo anche mentre scrivevo…

Non so quando aggiornerò questa storia (dipenderà dall’ispirazione), ma entro i prossimi giorni dovrei inserire il nuovo capitolo de Il Salvataggio di Magisa. Se ancora non l’avete letto, correte a mettervi in pari e leggete il primo capitolo! E se non l’avete ancora fatto, andate a leggere anche l’ultimo capitolo di Battle Spirits Moments.

Detto questo, vi saluto e vi do appuntamento alla prossima volta.

HikariMoon

P.S. i kami sono  le divinità/entità spirituali/spiriti naturali alla base dello Shintoismo.

  
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