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Autore: xtherebelwriterx    11/09/2017    0 recensioni
Sunshine Bledel aveva la vita di una classica adolescente americana: tanti amici, un fidanzato, tanti bei sogni nel cassetto e piena di ambizioni per il futuro. Ma al primo rintocco del suo diciottesimo compleanno la sua vita cambia, anzi viene completamente capovolta, con uno stormo di cose che lei non avrebbe mai immaginato.
Tra i misteriosi sogni, strani personaggi e con quello che lei immaginava che fosse la normalità, che le viene strappata dalle mani con forza, Sunshine si trova ad affrontare la realtà che la circonda e a conoscere le sue vere origini, rispondendo alle domande che si faceva fin da quando era una bambina.
***
Nelle sue vene scorreva l'esatto equilibrio tra il bene e il male nella stessa quantità, ma l'unica cosa che la teneva a galla era solo lui, perché senza Ashton lei cadrebbe nell'oscurità più profonda.
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Diciotto anni fa. Isola Izalya del Arcipelago Astral. A Zarah. Nascosta dai grandi alberi, ormai solo con qualche fogliolina qua e là sui rami e tronchi secchi per la stagione fredda, vi era un piccolo bosco. O meglio dire una piccola scorciatoia nascosta dalla fitta nebbia, la quale non lasciava il facile accesso ai raggi solari, per uscire dal arcipelago e arrivare alla spiaggia del Nord. Esperia, ancora con il terrore negli occhi e il cuore che le martellava nel petto, nascosta dal grosso mantello scuro che si portava addosso per scaldarsi, corse più velocemente possibile stringendo a sè la piccola e indifesa creatura che aveva tra le braccia. Non poco lontano sentì l'ullulato di un lupo e si fermò di scatto. Era vicina. Era vicina alla salvezza, ma a cuor suo sapeva che quella salvezza aveva un grosso prezzo da pagare. Le tremavano le gambe, tant'è che non riuscì nemmeno a riprendere la corsa. In quel momento, dietro di sé sentì il ruggito di quei animali demoniaci. Esperia sapeva perfettamente il suo ruolo nel Clan degli Elfi. Era la regina e una regina non dovrebbe scappare lasciando il suo popolo a combattere contro quel nemico rozzo e crudele. Ma lei dall'altro canto non aveva molta scelta: doveva proteggere la bambina che aveva tra le sue braccia a tutti i costi. Sapeva di aver sbagliato a preferire di salvare una vita, mettendo in pericolo quella di molti altri, ma era per un bene comune, perché quella bambina avrebbe portato la luce. Il popolo dei Magici credeva che lei fossa la Dodicesima Strega del Circolo, ma secondo gli Elfi, lei avrebbe fatto rinascere la Fenice. Così come viene narrato nelle antiche leggende, la Fenice sarebbe rinata al cinquecentesimo anno. Esperia guardò in dietro, guardò la sua casa, il suo regno che veniva sottomesso tra le grinfie di quel mostro senza cuore. Aveva il cuore a pezzi ormai: l'amore della sua vita si era sacrificato per salvare lei e la bambina, i suoi amici sono stati brutalmente uccisi senza una goccia di pietà dagli Ihurabi. Esperia non aveva nulla, se non per la bambina e la speranza, nonostante tutto. Prese un grosso respiro cercando di pensare alla incolumità della bambina. Doveva proteggerla a tutti i costi e darla al Angelo Maggiore della undicesima Strega del Circolo. L'uomo l'avrebbe protetta. Quando Esperia si voltò per riprendere la corsa, si trovò davanti a due grossi lupi. Uno aveva occhi rossi come il sangue e i denti aguzzi e l'altro era più piccolo di corporatura, ma aveva lo stesso un espressione spaventosa e minacciosa. La donna, in un primo momento, si trovò senza voce, quasi immobilizzata sul posto per lo spavento, poi quando il lupo dagli occhi rossi si trasformò in una donna dai lunghi capelli rosa pastello e occhi color giada, Esperia buttò giù un sospiro di sollievo dopo averla riconosciuta. -Perdonate il mio aspetto Vostra Altezza.- disse la donna abbassando la testa per la vergogna per essere completamente nuda. Era ancora in ginocchio, mentre l'altro teneva ancora le sembianze da lupo. Esperia di colpo tolse il mantello e coprì la donna. -Copriti, prenderai freddo altrimenti!- disse. Quando la donna si coprì, si alzò in piedi e guardò la bambina. -Una BlackSiders crescerà tra le Streghe e solo a pensarlo mi viene una grossa rabbia, ma anche se questa idea non mi entusiasma molto, mi fido della Vostra decisione.- esordì fissando negli occhi la regina degli Elfi, che in quel momento senza saper cosa dire, si limitava di accarezzare le guance della neonata. -Ho visto Goran sulla spiaggia, dobbiamo fare in fretta. Sento l'odore degli Ihurabi.- confessò poi vedendo l'altro lupo annusare l'aria. -Mila li terrà occupata, noi andiamo!- disse Gwendolyn, ritrasformandosi in un lupo e iniziarono a correre verso la spiaggia, che non era così lontana come Esperia pensava. Lei non era mai arrivata a questa parte dell'arcipelago. Questo era Izalya, l'sola dei lupi e anche se gli Elfi e i Lupi Mannari erano antichi alleati, rispettavano alla perfezione i loro spazi personali. Nessun lupo poteva entrare a Klàryness senza il permesso e viceversa. Quando la regina in lontananza vide quel uomo anziano di nome Goran, sentì un tuffo al cuore. Era venuto per prendere sua figlia. -Goran!- esclamò la regina e l'uomo si voltò. Era buio pesto fuori e non si vedeva bene il viso dello Stregone, ma Esperia in qualche modo aveva la sensazione che fosse lui. -Vostra Altezza...- -Esperia. Chiamami Esperia, non sono più una regina. Non posso essere una regina senza un regno e un popolo su cui regnare.- disse affidando all'uomo la bambina e in quel momento, senza che se ne accorgesse, delle lacrime le caddero lungo il viso. Goran fissò la piccola, poi rivolse tutta la sua attenzione alla donna. -Quando arriverà il momento giusto capirà quello che abbiamo fatto! È per il suo bene, lei non è fatta per restare qui!- disse la severa voce del Angelo Maggiore, quasi come se fosse un ordine. Aveva un viso stanco anche lui e a mala pena sorrideva. Ma chi potrebbe mai sorridere un un periodo di guerra? Goran Gakilij era sempre stato forte, uno dei più forti tra gli Angeli Maggiori, ma ora anche la sua dura corazza stava andando a pezzi così come le speranze di tutti gli abitanti di Zarah. Di tutti gli abitanti, dalla valle di Arran ad Arcipelago Astral e alle piccole isole che facevano parte di Zarah. -Verrà affidata ad un'altra famiglia sulla Terra che la accudirà meglio. Sarà più al sicuro lontana da Ren!- -È solo una bambina. È una neonata... ha soltanto due mesi...- la donna dai lunghi capelli rosso fuoco pianse quando Angelo Maggiore strinse a sè la piccola creatura con tanta cura. -Ma è anche la nostra Portatrice. Lei è l'unica speranza che abbiamo per vincere questa guerra.- guardò la donna cercando di trattenere il suo dolore. Come poteva qualcuno rinunciare alla sua bambina, anche se significava proteggerla? Goran non conosceva il dolore della Elfa regina, lui non aveva figli, ma non era difficile da capire che la Elfa regina non voleva dare via sua figlia, anche se, ora come ora era una cosa necessaria. La bambina doveva essere protetta e tenuta al sicuro, sopratutto lontana da Ren ad ogni costo. Goran non riusciva nemmeno ad immaginare quali orribili cose Ren avrebbe fatto alla bambina se lui l'avesse trovata prima. -È identica a voi, Vostra Maestà. Ha i Vostri stessi profondi occhi scuri e... e i capelli castani del re...- nella voce del Angelo Maggiore c'era dipinto un profondo velo di tristezza al pensiero che probabilmente quella bambina non avrebbe mai conosciuto suoi veri genitori. Lei stava per diventare un orfana. Guardò del fumo che si alzava in cielo, era Klàryness. Sapeva che di intera Zarah non sarebbe rimasto più niente se Ren avrebbe ottenuto ciò che voleva. Aveva già attaccato altri regni per cercare la leggendaria Spada di Syrian, ma attaccare anche l'Arcipelago Astral era una cosa nuova persino per uno stregone come lui. Nessuno riusciva a capire l'utilità di attaccare un regno dove non c'era nemmeno una strega. Ren era uno stregone del buio molto potente che voleva distruggere la luce, ma ad Astral non vi erano streghe o stregoni di nessun tipo, visto che perfino Aramis aveva rinunciato ai suoi poteri da stregone per l'amore di Esperia, la Elfa regina. Astral era abitato unicamente dai BlackSiders. Ma Goran sapeva qualcosa. Laetita, ovvero l'undicesima Strega del Circolo, qualche settimana prima di essere uccisa da Ren stesso, aveva avuto una premonizione che la prossima Strega del Circolo della Bilancia sarebbe nata proprio tra gli BlackSiders che le streghe odiavano tanto per via delle vecchie divergenze tra i due popoli. Lo sapevano solo lei e Goran, e anche se lui pensava che fosse strano che una Strega del Circolo della Bilancia potesse essere anche una BlackSiders, Laetita pensava che la nascita della bambina potesse rappresentare un nuovo inizio per Zarah. -Stanno arrivando vero?- la Elfa Regina aveva la voce terrorizzata. Le sudavano le mani e tremava leggermente. Gli Elfi di solito erano riconosciuti per la loro spietatezza, la loro crudeltà. Erano un popolo che molti Stregoni e Streghe osavano dire, quasi barbari, che amavano la guerra e combattere. Non avevano paura di nulla. Ma ora davanti a Goran, la Elfa Regina stava tremando. -Presto non rimarrà più niente qui. Tutto... tutto quello che abbiamo costruito con amore e fatica andrà perduto. La pace creata dopo quattro secoli di guerra andrà spezzata e tutto per cosa? Per una spada insignificante che forse nemmeno esiste!- urlò poi in preda ad una forte rabbia. -Se Uphali fosse ancora viva cancellerebbe questo mondo con un solo gesto solo per evitare queste guerre!- Lei scoppiò a piangere così forte che anche la piccola iniziò a piangere. La Elfa Regina asciugò le lacrime della piccola per poi dare un ultimo bacio sulla fronte della sua unica bambina. -Ieri ho parlato con Morgean del Circolo della Bilancia e lui... beh insomma crede che lei abbia il... il cerchio completo!- confessò mentre Angelo Maggiore guardò la Elfa Regina con gli occhi terrorizzati. -Ma non... non è possibile. È possibile? Come?- -Dovrebbe essere la più potente!- disse mentre strinse la mano della piccola e una minuta voglia a forma di una mezzaluna apparve appena sopra la clavicola destra. Era segno che accumulava tutti gli Elfi della Luna, un marchio che fin dall'inizio dei tempi veniva tramandato dalle madri alle figlie e dai padri ai figli del Clan degli Elfi della Luna. -È per ricordarsi chi è veramente, non è solo una Strega, è anche una Elfa. La futura erede al trono del Caln degli Elfi della Luna e lei riporterà in vita la Fenice.- spiegò lei. -E... e se sarà una Strega della Luce avrà anche il marchio dello Spirale... Morgean mi ha spiegato tutto.- -E l'altro segno?- Angelo Maggiore aveva timore di pronunciare quella parola. Sapeva che colui che aveva il cerchio completo aveva in sé tutti i due poteri: Luce e Buio. Insieme, solo in un corpo -Se ha veramente il Cerchio Completo lo avrà da sé!- -Ha un potere enorme dentro di sé, spero che sia abbastanza forte per controllarli.- mormorò Goran. Udirono un boato fortissimo, come se fosse l'urlo di un drago. Era il chiaro segno che gli BlackSiders, ovvero chi non apparteneva al popolo delle streghe e stregoni, cioè il Popolo Invisibile a cui appartenevano le Fate e gli Elfi; i Vampiri, Lupi Mannari, Creature delle Ombre cioè Draghi, sirene e i Grifoni, e i Non Magici cioè comuni essere umani senza alcun potere, si stavano preparando ad affrontare la fatidica battaglia contro le streghe e gli stregoni del Buio del esercito di Ren. Ormai ridotti fino alle ossa, feriti e affamati, ai BlackSiders rimanevano solo un'ultima speranza: Il Marchio della Regina degli Elfi della Luna. Quel marchio rarissimo, quasi come se fosse una maledizione. Bastava che esprimesse un solo e semplice desiderio, uno qualsiasi e potrà porre fine alle sofferenze pietrificando tutto. Mettere fine a questa guerra con la fine definitiva era l'unico modo finché la portatrice riporterà vita a Zarah. -Siete sicura mia regina?- Gwendolyn aveva ripreso la sua forma umana. La Elfa non disse nulla, ma si spogliò rimanendo nuda al petto scoperto e in quel momento, Gwendolyn si avvicinò alla regina. -Fallo!- mormorò lei con un filo di voce. Esperia si voltò verso Goran che teneva in braccio sua figlia. La neonata era avvolta nella sua coperta color miele. -Vivi piccola mia. Semplicemente vivi.- esordì quelle parole guardando sua figlia. La lupa, sconvolta e ameraggiata per la situazione in cui si trovata, guadrò l'Angelo Maggiore con aria delusa e triste e poi infilò la sua mano nel petto della regina trapassando la carne con le sue unghie taglienti come lame e con le lacrime agli occhi, estrasse il suo cuore della regina deglu Elfi. ''Fine'', pensò Esperia e in un nano secondo tutto si fermò. Tutto tranne Angelo Maggiore e la Portatrice che erano rinchiusi al sicuro nella sfera di luce creata dalla regina appena prima di esalare il suo ultimo respiro, così salvando la vita di tutti gli abitanti che erano in pericolo, ma Angelo Maggiore sapeva che questo sortilegio sarebbe durato poco. Sarebbe durato fino a quando la portatrice non avrebbe usato la Magia, e al suo primo incantesimo o magia, anche per sbaglio, avrebbe spezzato il sortilegio. Guardò la piccola creatura che aveva in braccio e poi quel bambino dagli occhi dorati con delle vivaci sfumature verdi, che aveva a malapena tre anni, seduto a gambe incrociate, al sicuro, protetto dalla sfera di luce che aveva assistito a tutto quel dolore immenso. -Tu la proteggerai vero?- chiese al bambino quasi supplicando e lui annuì. -Come si chiama?- chiese il bambino stringendo la Portatrice una volta presa in braccio. -Talitha.- detto quello Angelo Maggiore aprì un varco, un portale che avrebbe condotto quei due bambini in un mondo lontano da Ren e dai suoi oscuri obiettivi. -Abbi cura di lei Ashton!- gridò al bambino che ormai aveva già attraversato il portale. '' Vi proteggerò a qualunque costo, è una promessa! '' , pensò il bambino sorridendo a Talitha che lo guardava con i suoi meravigliosi occhi a scuri. '' Non ti lascerò mai, Talitha!
   
 
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