Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
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Autore: Kiri94    12/09/2017    0 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Tsuna volava ad alta velocità, sfruttando la propulsione della fiamma emessa dalle mani per muoversi agilmente tra i larghi corridoi e le varie stanze del castello alla ricerca dell'obbiettivo indicatogli.

Dopo aver ascoltato la spiegazione di Vittorie riguardante al punto debole degli Emperor, infatti, aveva elaborato un ingegnoso piano che, se seguito fedelmente e senza intoppi, avrebbe risparmiato gran parte degli scontri diretti trasformando sangue freddo ed astuzia in armi essenziali per eliminare gli "Eletti", limitando di conseguenza i danni e consentendo di risparmiare le energie.

Certamente, l'aver avuto a disposizione il genio di Byakuran in aiuto di Vittorie aveva nettamente influito nel riuscire a realizzare a tempo di record un dispositivo in grado di neutralizzare con un'onda di Fiamma Volts il segnale degli Emperor per qualche istante: l'unica pecca era che tale apparecchio poteva funzionare una singola volta, e solo per pochi istanti... una tempistica che non lasciava spazio a nessun margine di errore.

Sospirando profondamente, Tsuna mormorò fra sé e sé – Non sarà una passeggiata... ma ce lo faremo bastare – sfoderando poi uno sguardo carico di determinazione prima di accelerare sfondando con prepotenza la porta tagliafuoco che si trovò davanti al termine del corridoio, atterrando con maestria dentro una grossa stanza: guardandosi attorno, notò come essa fosse ricoperta di intricatissimi cavi e macchinari dal dubbio scopo collegati ad altrettanti computer a formare un gigantesco server – Bene... questa dev'essere la Sala Server di cui mi ha parlato Yuniko... – avvicinandosi con cautela all'enorme computer centrale.

Non appena fu di fronte al gigantesco apparecchio, con un rapidissimo gesto estrasse una chiavetta USB dalla tasca per poi avvicinarla all'apposita porta, infilandola senza alcuna esitazione.

L'effetto fu immediato: prima ancora che il software potesse rilevare il virus e avviare le dovute contromisure, esso prese a corrompere qualsiasi stringa di codice capitasse fra le sue grinfie, alterandone la struttura e salvando i rispettivi dati sulla chiavetta infetta, così che nel giro di una decina di minuti il Server fu irrimediabilmente compromesso (così come il programma alla base degli Emperor) e Tsuna poté afferrare la chiavetta contenente i dati ottenuti per poterli portare a Yuniko, ormai completamente sveglia e già febbrilmente al lavoro con Vittorie e Byakuran alla creazione di un virus in grado di distruggere definitivamente gli Emperor colpiti.

Tuttavia, non appena ebbe rimosso la chiavetta in questione riponendola nella tasca il suo istinto lo avvertì di un dettaglio preoccupante: non era solo.

– Bene bene, Sawada-kun, ora ti diverti a giocare alla spia? Da quand'è che i Boss mafiosi si assumono simili rischi personalmente? – mormorò ironicamente Nova, emergendo dall'ombra con un sorriso indecifrabile – Ho visto cos'hai appena fatto, sai? Hai mandato a puttane trent'anni di ricerche ininterrotte, e non contento hai anche estrapolato qualche dato di estrema importanza, altrimenti non ti saresti preoccupato di recuperare la chiavetta: se dovessi scommettere, direi che là dentro ci sono tutti i dati originali che sono stati corrotti. Quindi... consegnamela immediatamente – intimò, cambiando tono sul finale della frase.

Tsuna rimase fermo dov'era per qualche istante, limitandosi a guardarlo negli occhi: quindi, sorrise con calma – Aaaah, dannazione, è per questo che non volevo occuparmene io, sono una frana in questo genere di operazioni – disse in tono canzonatorio, alzando le spalle – Tuttavia, Nova... non sei proprio nella posizione di minacciarmi, sai? – replicò, improvvisamente serio mentre entrava in Hyper Mode puntando il palmo della mano destra contro l'enorme computer – Hai ragione: questa chiavetta contiene tutti i dati originali del software corrotto... ma, vedi, questo significa anche che il server originale non ci serve più. Avevo intenzione di lasciarlo al suo posto in modo che ve ne accorgeste il più tardi possibile, ma dato che sono già stato scoperto... non ho alcun motivo per risparmiarlo – concluse freddamente, senza distogliere lo sguardo.

L'espressione di Nova mutò da sfottente a frustrata, mentre si mordeva il labbro riflettendo sulle parole del Decimo dei Vongola: ben presto si rese conto che le cose stavano esattamente come aveva detto – ... ok, sentiamo la tua proposta – mormorò a denti stretti, odiandosi per non averlo ucciso finché era distratto.

Sospirando impercettibilmente di sollievo, Tsuna rispose – Ora tu mi lascerai andare senza alzare un dito, né cercare di privarmi della chiavetta: in cambio, io lascerò il server intatto. Dopotutto, avete al soldi i migliori scienziati del globo, no? Esiste la possibilità che possano recuperare i dati, o che addirittura dispongano di un backup, mentre se io distruggessi il Server, beh... devo aggiungere altro? – attendendo poi una qualche risposta da parte di Nova, che non tardò ad arrivare – ... d'accordo. Ma ti avverto, Sawada... questa me la pagherai, la prossima volta – ringhiò l'uomo, facendosi da parte e lasciando via libera a Tsuna.

Con un sorriso vittorioso stampato sulle labbra, Tsuna mormorò in risposta – Sempre se ci sarà, una prossima volta – prima di partire a propulsione allontanandosi il più in fretta possibile dalla sala, lasciandosi alle spalle un Nova furente che sfondò il muro alla sua destra con un pugno per sfogare l'irritazione di essersi fatto fregare in quel modo.

Intanto, Tsuna volò più veloce che poté cercando di raggiungere gli altri il prima possibile, ben conscio che tra i dati presenti su quella USB si celava la chiave da cui sarebbe dipeso l'esito della guerra.

*

Mirai era rimasta stranamente silenziosa.

Nonostante ora avesse la compagnia di Andrea, e ciò la confortasse, dentro di sé avvertiva una crescente sensazione di disagio, come se nel suo stomaco avesse preso vita un mostro violento: evidentemente la sua espressione doveva rispecchiare le sue emozioni, poiché improvvisamente Andrea dopo qualche minuto si fermò, voltandosi a guardarla dritta negli occhi – Qualcosa non va', Mirai-sama? – domandò con aria visibilmente preoccupata.

Sussultando per la sorpresa, Mirai si affrettò a tranquillizzarlo – N-no, non è questo! Io stavo semplicemente... pensando – rispose immediatamente distogliendo lo sguardo, ma ottenne solo di destare la curiosità del Varia della Nuvola – Ah si? E a cosa? – replicò senza esitare, sinceramente interessato.

Messa alle spalle al muro, Mirai sospirò profondamente di sollievo: sebbene si rifiutasse di ammetterlo, non riusciva più a tenersi tutto dentro – Pensavo a quanto accaduto poco fa... e a com'è precipitata la situazione nel giro di pochissimo tempo. Insomma, guardaci – rispose, prendendo fiato prima di continuare con tono concitato – Fino a ieri eravamo una semplice "pattuglia" composta da ragazzini che si occupava di mettere in riga le famiglie minori presenti sul territorio, mentre ora... siamo in un castello volante, a combattere contro nemici al limite del fantascientifico e come se non bastasse da questa guerra dipenderanno le sorti dell'intera umanità. Com'è potuto succedere...? – aveva iniziato a tremare senza nemmeno rendersene conto – Come... come abbiamo fatto a finire in una situazione dove se non uccidi vieni ucciso?! Come posso sopportare l'idea che alla fine di questa giornata potrei perdere qualcuno dei miei amici? E sopratutto... – ormai le lacrime rigavano copiosamente le sue guance – ... perché diavolo una responsabilità simile deve ricadere proprio sulle nostre mani?! Non siamo nemmeno definibili "adulti"! Io non voglio uccidere nessuno, è qualcosa che ho sempre cercato di evitare, e mi sono allenata fino a sputare sangue proprio per acquisire una forza tale da permettermi di vincere e proteggere gli altri senza sporcarmi le mani di sangue! Cosa ne è stato dei miei propositi e dei miei ideali? Sono costretta a tradirli, quando io vorrei soltanto che le cose tornassero come prima... eppure, sono perfettamente consapevole che ciò non accadrà mai, e questo mi distrugge – concluse portandosi le mani a coprirsi gli occhi, come se sperasse così di arrestare l'incessante fuoriuscita di lacrime.

Poi, di colpo, si sentì stringere da due possenti ma gentili braccia, che l'avvicinarono ad un petto temprato ma al contempo confortevole, mentre la mano destra le passava nei capelli come in una dolce carezza – Non dovrà tradirli, ve lo prometto. Non dovrà uccidere nessuno, e non dovrà venire meno alla promessa che ha fatto a sé stessa, perché ci sono io con lei. Permettetemi di essere i guanti che si macchieranno del sangue al posto delle vostre mani: dopotutto... – Mirai alzò leggermente la testa, incrociando il suo sguardo sfocato con quello di Andrea – ... io sono un assassino dei Varia – concluse con dolcezza, continuando a consolarla finché i suoi singhiozzi non furono cessati per poi riprendere la marcia.

*

Il trio Lambo-Yamamoto-Gokudera spalancò con la grazia di un elefante il gigantesco portone d'accesso, ritrovandosi davanti ad uno spettacolo sconcertante: l'enorme stanzone si presentava infatti semidistrutto.

Metà del piano superiore era crollato, dimezzando di fatto la capienza della stanza stessa, mentre qua e là vi erano crepe e bruciature.

Gokudera non ebbe dubbi fin da quando vi mise piede: era stata un'esplosione di proporzioni gigantesche a ridurla così – Qui c'è stato uno scontro, e anche bello intenso... – commentò con serietà, passando la mano sulla bruciatura di uno dei lastroni crollati per confermare i suoi sospetti – Ed è opera di un possessore di fiamma Tempesta particolarmente potente: qui il bordo non è bruciato, ma disintegrato – girandosi poi verso i due compagni.

Yamamoto si passò una mano dietro la testa, sfoderando un'espressione preoccupata – Cavolo... l'unica persona dotata di fiamma Tempesta nella famiglia di Kurai-kun è Yukiko Amane, vero? Dici che è coinvolta lei? – domandò guardandosi intorno, ma fu Lambo a rispondere alla sua domanda – Hey, venite qua, ho trovato qualcosa! – echeggiò la voce profonda del guardiano del Fulmine, attirando l'attenzione dei compagni che lo raggiunsero immediatamente ritrovandosi davanti a due corpi umani – Lui è... Kyle, giusto? Ah... – esclamò Lambo notando il braccio mancante – Yare yare... se l'è vista davvero brutta, ma almeno respira ancora... – improvvisamente tacque, osservando Yamamoto sbiancare come se avesse visto un fantasma – Ah... hey, ma che...! – fece per domandare, ma l'uomo immediatamente si abbassò poggiando l'orecchio sul petto del corpo esanime di Ame, avvertendo solamente un flebile battito – Dannazione... non va bene, quasi non si sente! Lambo, portala immediatamente dal Senpai, è una questione della massima urgenza! E porta anche lui con te – si affrettò ad aggiungere indicando Kyle – Anche se ha fermato l'emorragia con quel laccio, sicuramente ha perso un sacco di sangue e necessita una trasfusione – ordinò con fermezza, gestendo perfettamente l'agitazione in modo che non prendesse il sopravvento.

Lambo non esitò un solo istante: annuendo con decisione, raccolse i corpi privi di sensi della bambina e dell'uomo caricandoseli in spalla con facilità, grazie alla sua corporatura robusta – Allora lascio tutto nelle vostre mani, Yamamoto, Scemodera – precipitandosi a varcare la stessa soglia da cui erano entrati poco prima, ignorando gli insulti irripetibili che gli urlò dietro Gokudera per via del soprannome affibbiatogli.

Con una smorfia irritata, il guardiano della Tempesta spostò lo sguardo in un punto imprecisato del muro, notando un terzo corpo accasciato in quel punto – Hey ma questo è... – mormorò avvicinandosi per identificarlo, impresa che si rivelò ardua in quanto il volto era stato sfigurato apparentemente da un violentissimo impatto contro il muro: per sua fortuna, la divisa era intatta, così che poté risalire al fatto che era un membro degli Zero Zwei – A quanto pare sono riusciti ad ammazzare questo bastardo! – ghignò tronfio Gokudera, continuando ad esaminare il cadavere per cercare di identificarlo – Meglio così, una preoccupazione in meno per il Decimo – commentò tastando il polso per assicurarsi che non ci fosse alcun battito.

Nel frattempo, Yamamoto si era avvicinato agli enormi detriti a metà della stanza, evocando Kojiro per un sopralluogo: i suoi sospetti vennero confermati quando la piccola rondine prese a svolazzare in cerchio davanti ad un preciso punto, segno che percepiva segni vitali dall'altro lato – Proprio come sospettavo... – commentò con calma, indietreggiando e sfoderando la Shigure Kintoki prima di iniziare a correre verso il punto segnalato, avvolgendosi durante la carica da intense fiamme Pioggia – Scontro di Rondine! – urlò in Italiano prima di impattare con violenza inaudita contro la montagna di lastroni, aprendo un varco attraverso essi da cui si riusciva ad intravedere la stanza successiva.

Gokudera, allarmato dal frastuono, si affrettò a raggiungere il varco tra i detriti una volta che il polverone si fu diradato, senza però vedere il compagno – E ora dove si sarà cacciato quell'idiota maniaco del Baseball? Se lo perdo di vista il Decimo... – ma non fece nemmeno in tempo a finire la frase che la voce di Yamamoto lo raggiunse dall'enorme buco nel muro che affacciava nella stanza successiva.

Affrettandosi, Gokudera lo raggiunse in tutta fretta, infuriato per la mancanza di cautela dimostrata dall'uomo – Idiota, che cazzo fai?! Hai intenzione di farci scoprire? Che cavolo hai da urlare in quel mod... – ma la sua sfuriata s'interruppe di colpo nel momento in cui voltò lo sguardo nella direzione indicata dal dito di Yamamoto – ... porca.. che diavolo è quell'affare?! – mormorò piano, avvertendo un disagio crescente man mano che osservava quella sorta di gigantesco bozzolo sospeso al centro della stanza.

*

Tsuna atterrò con eleganza sul tetto, correndo immediatamente verso l'aereo con cui erano arrivati: non fu affatto sorpreso nel vedere una Yuniko appena svegliatasi già ad armeggiare con il portatile, assistita da Vittorie e Byakuran – ... e ci siamo, con questa la struttura base del software è completa, ora dobbiamo solo... – borbottò fra sé e sé, interrompendosi non appena udì la voce del Decimo – Eccomi di ritorno – mormorò col fiatone, evidentemente stanco per aver volato il più velocemente possibile.

Yuniko sussultò, avvertendo un capogiro che la costrinse a sorreggersi la testa con la mano – Ah... è stato velocissimo, Decimo!! Ero sicura che ce l'avrebbe fatta! Ha trovato la Sala Server? – domandò debolmente.

Tsuna annuì, porgendole la chiavetta USB – Hey, Yuniko... riposati un po', non ti sei ancora completamente ripresa... – ma venne interrotto da un secco rifiuto da parte della ragazza – Non ci penso nemmeno! Sono già impossibilitata a scendere sul campo di battaglia... voglio almeno essere d'aiuto nelle retrovie! – esclamò determinata, strappando bruscamente la chiavetta dalle mani del Boss e schiaffandola nella medesima porta del Laptop – E ora mettiamoci al lavoro, non c'è un minuto da perdere! Vittorie, a che punto è Rajiv? – domandò con tono autoritario, ottenendo immediatamente una risposta – Si sta dirigendo qui con Haruo-san, dovrebbe essere qui a momenti – replicò la ragazza guardandola negli occhi finché lei non distolse lo sguardo per spostarlo su Byakuran – Signor Byakuran, lei è riuscito a mettersi in contatto con Shoichi-san? – domandò frettolosamente.

In risposta, Byakuran alzò il pollice destro – Affermativo, Lily-chan! Sono in diretta con Sho-chan in questo momento, è pronto a ricevere i dati – disse con un sorriso: senza esitare ulteriormente, Yuniko inviò quindi i dati ottenuti affinché venissero decriptati – E ora non ci resta che aspettare: non appena Shoichi-san avrà decifrato quei dati, potremo inserirli nel software, e quando ciò succederà... – gli occhi di Yuniko brillarono come illuminati da una fiamma – ... dimostreremo a quel maiale di Augustus e ai suoi "Eletti" che sono solo dei banalissimi esseri umani, come tutti noi – mormorò con decisione concedendosi un momento di pausa svaccandosi sul sedile dell'aereo, ignara del pensiero collettivo che ebbero tutti i presenti: non si era mai vista un'espressione così seria comparire sul suo volto prima d'ora.

   
 
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