Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: Warlock_Vampire    12/09/2017    0 recensioni
"Io, che ho conosciuto molto presto cosa fossero dolore e odio e che solo dopo molto tempo ho compreso l'amore; io, che ho imparato ad uccidere prima ancora di saper vivere; io, che ho vissuto per secoli nella profonda convinzione che ognuno può ottenere ciò che vuole, sempre e comunque, sacrificando tutto, se necessario; dopo così tanto ho davvero bisogno di mettere nero su bianco i fatti."
In queste memorie Katherine Pierce si racconta, dalla sua fragile umanità alla trasformazione in Vampiro, ripercorrendo tutte le tappe più significative della sua lunga esistenza.
AVVERTENZA: La lettura di questa storia è un contributo, una spin off, di The last challenge (il nostro crossover). Pertanto, consigliamo la lettura di The last challenge, anche se non è essenziale.
Inoltre, essendo la "nostra" Katherine, le vicende in cui è coinvolta sono frutto dell'immaginazione degli autori e nulla hanno a che vedere con la Katherine di The Vampire Diaries, pur ricalcandone l'aspetto e il carattere.
Precisato questo, buona lettura!
Genere: Azione, Sovrannaturale, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Elijah, Katherine Pierce, Klaus, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
1865
 
Dopo oltre quattrocentocinquant’anni di vita da Vampiro mi è toccato anche un rapimento.
Ero ancora in America, nonostante la Guerra di Secessione non fosse ancora finita. Avevo lasciato a Chancellorsville Rose e Johanna al loro destino e mi ero spostata lontano dai campi di battaglia e dagli occhi verdi e pieni di risentimento di Rose. Scrivo di quel che avvenne ora, molti decenni dopo i fatti; ho avuto il tempo di rielaborarli dentro di me e di trarre tutti i vantaggi del caso. 
Il rapimento –il mio rapimento- avvenne molto velocemente e non me ne resi quasi conto. Quando mi svegliai, mi ritrovai in una cella angusta e poco illuminata. Era fredda e umida e puzzava di muffa. Sul momento pensai si trattasse di Nikolaj, ma non possedevo nulla che lui avrebbe voluto e poi era proprio accanto a me, legato ai ceppi come me.
Sì, io e lui… e Rose.
Rose e Nikolaj e me! Tutti e tre nella stessa cella!
Vederli entrambi lì mi sorprese parecchio anche se tentai di non darlo a vedere. Non capivo il perché di quello che stava accadendo e non capivo cosa mai potessimo avere in comune noi tre.  
«Ditemi che è un incubo» biascicai. Doveva essere uno scherzo e di cattivo gusto per giunta.
«Ciao, mia dolce, bella e cara Katerina… Mi chiedevo quando ti saresti svegliata» disse Nikolaj con un sorriso vago, ignorando totalmente il mio commento, «le sbarre sono imbevute di Verbena e l’aria è satura di incenso di Verbena. Non siamo poi così tanto immuni qui sotto» aggiunse poi con una smorfia di disappunto.
«Meraviglioso» commentai, «devono aver fatto una bella fatica per prenderti, sempre così circondato di noiosi omoni in nero come sei».
«Un traditore, infatti. Me ne sono già occupato, comunque».
«Chissà cosa gli hai rubato perché ti si ritorcesse contro così…» ringhiai, dimenandomi nel tentativo di raggiungere Nikolaj e colpirlo in qualche modo. Ma i ceppi intrisi di Verbena facevano il loro dovere e la pelle dei polsi si riempì presto di scottature e bolle rossastre.
«Mai noi due avevamo un accordo sul Diamante, o no?».
«No! Me lo hai rubato con le tue infide, ma efficaci, tecniche di seduzione».
«Oh, non dire che non ti sei divertita con me, Kat! Mentiresti» rise Nikolaj.
«Shhh! Ho sentito un rumore!» s’intromise Rose.
«A proposito» dissi senza badare a ciò che aveva detto, «Nikolaj e me rinchiusi: comprensibile dopo tutto quello che abbiamo fatto. Ma tu, Rose, che ci fai qui?».
«Mi hanno rapita senza dare spiegazioni» rispose Rose controvoglia, «so solo che ci tortureranno e ci uccideranno di sicuro».
«Ben detto!» disse una voce lontana e dopo qualche secondo apparve al di là delle inferriate un uomo imponente, non troppo giovane, che sorrideva con soddisfazione. «Oltre cento anni fa il fondatore della nostra confraternita è stato ucciso e i nostri sospetti sul colpevole ricadono su di voi. Abbiamo il dovere di vendicare il nostro fondatore secondo le sue ultime volontà. Sarebbe molto più facile uccidervi e basta, ma vogliamo una confessione pubblica e umiliante… cosa volete che vi dica? Questa è la tradizione». Incrociò le braccia al petto e si strinse nelle spalle come se tutta quella situazione non dipendesse da lui. Il loro fondatore? Non sapevo nemmeno chi fossero!
«Quali prove avete contro di noi?» sbottò Rose, anticipando la domanda che avrei fatto io.
«Prove schiaccianti. Comunque sappi che abbiamo fascicoli riguardanti quasi tutti i Vampiri più pericolosi del Pianeta».
«Oh, sono enormemente lusingata di essere considerata uno dei Vampiri più pericolosi del Pianeta» replicai.
«Gli interrogatori inizieranno all’alba di domani» sentenziò il Cacciatore prima di andarsene.
Bene, pensai, ho fino all’alba di domani per escogitare un piano.
 
«Perché “all’alba di domani” sarò certamente qui ad aspettarlo… come no» dissi ironica.
«Siamo troppo deboli per attaccare» si lamentò Rose. Come al solito, si faceva sopraffare dalle situazioni e non ragionava con lucidità. Era una cella, dannazione! Come eravamo entrati, saremmo anche usciti.
«La tua amica ha ragione» si unì Nikolaj. I polsi incatenati erano martoriati dalla Verbena che gli ustionava la pelle ad ogni minimo movimento. A giudicare dalle sue ferite, Nikolaj doveva essere in quella cella da più tempo di Rose e me. Forse persino da una settimana.
Rose gli lanciò un’occhiata truce ma non disse niente. Io, intanto, riflettevo sul da farsi. Uscire dalla finestrella sul soffitto sarebbe stato impossibile perché era troppo in alto persino per un Vampiro e le sbarre intrise di Verbena erano pressoché intoccabili se non si voleva bruciare vivi...
Ma forse avevo un altro piano… dopotutto il rapimento poteva diventare un’occasione per me, un’occasione che non potevo non cogliere.
Tirai un pugno contro la parete di pietra alle mie spalle e una manciata di schegge cadde a terra, ne presi una e mi graffiai l’avambraccio.
«Cosa fai, Katerina?» esclamò Rose allarmata.
«Ci salvo» ribattei.
«Come?» si intromise Nikolaj scettico.
«Aspetta e vedrai» risposi.
«Verrà mai il giorno in cui parlerai chiaro e rivelerai i tuoi piani?».
«Se lo facessi, dove sarebbe il divertimento?».
 
Passarono delle ore prima che qualcosa cambiasse. Furono ore interminabili, soprattutto a causa delle lamentele continue di Rose e Nikolaj. Si sentirono delle urla lontane e qualche tonfo e Rose esclamò: «cosa succede?!».
«Sta arrivando il mio piano» risposi io compiaciuta. Si udirono dei passi pesanti e qualche minuto dopo Zaccaria Veronesi apparve dall’altro lato delle sbarre.
«Oh, ma che bel quadretto! Ciao, Katerina» salutò, «e ciao a Rose e… oh, immagino tu sia Nikolaj Ivanov».
«Immagini bene» commentò Nikolaj confuso. Rose sbuffò, seccata. A lei Zaccaria non era mai piaciuto e il passare dei decenni non scalfiva il suo disappunto nei suoi confronti. «Non sei cambiato molto dall’ultima volta che ti ho visto» osservò. Suonava quasi come un rimprovero.
«Invecchio più lentamente grazie a degli incantesimi. Ma tranquilla, morirò prima o poi. Anche se credo che questo non ti dispiacerà affatto» ribatté lui.
«Ci hai messo meno del previsto per arrivare» esordii troncando il suo battibecco con Rose.
«Collegare la tua vita alla mia si rivela utile in casi come questo… ma vi ho rintracciati grazie a uno specchio».
«Uno specchio?» volle sapere Nikolaj.
«E’ un oggetto magico che mi permette di vedere le persone che mi interessano quando voglio» spiegò Zaccaria con lo stesso tono con cui si spiega qualcosa di ovvio a un bambino.  
«Hai collegato la tua vita alla sua?!» esclamò Rose fissandomi, arrabbiata. Era sconvolta e ferita da quella verità improvvisa che non faceva altro che ingrandire la voragine di risentimento e gelosia che ci separava da cinquant’anni. Zaccaria era mortale, anche se molto potente, e il fatto che avessi legato la mia esistenza alla sua, provava la grande fiducia che avevo nei suoi confronti. Era un rospo troppo grande perché Rose potesse ingoiarlo subito.
«Il tempo passa e l’esecuzione si avvicina. Possiamo rimandare questa discussione?» dissi. Sfuggii lo sguardo ferito di Rose e mi concentrai su Zaccaria e il da farsi.
«La magia ha sempre un prezzo. Vi tirerò fuori ma dovete darmi qualcosa in cambio» disse Zaccaria sollevando il sopracciglio con superiorità. Era intelligente, sapeva del Diamante e sapeva che io lo bramavo. Non mi avrebbe delusa.
«Vuoi un accordo?» sputò Nikolaj.
«Certo, io adoro gli accordi».
Finora procedeva come avevo previsto. Nikolaj brancolava nel buio, ma presto avrebbe saputo cosa ci si aspettava da lui. Probabilmente Zaccaria mi avrebbe salvata gratuitamente, ma non avrebbe prestato i suoi servigi a Nikolaj e Rose senza niente in cambio.
«Che cosa vuoi?» incalzò Nikolaj seccato.
Io e Zaccaria ci scambiammo una lunga occhiata d’intesa e lui disse: «voglio il Diamante Oscuro».
Nikolaj strabuzzò gli occhi per la sorpresa e mi fissò, furibondo. Ora aveva capito tutto:  che Zack era al mio servizio, che era una mossa astuta sfruttare il rapimento per il mio tornaconto e che in un modo o nell’altro, lui aveva bisogno di me per uscirne sano e salvo. «Questo mai!».
«A cosa potrebbe servirti, se ti lasciassi qui chiuso in una cella a morire?» lo canzonò Zaccaria.
«Ottieni sempre quello che vuoi alla fine» osservò amaramente Nikolaj rivolto a me.
«Il Diamante è mio e potevi immaginare che prima o poi me lo sarei ripreso» risposi, parlando francamente per la prima volta.
Nikolaj cedette.
«Abbiamo un accordo?» chiese Zaccaria con voce solenne.
Nikolaj annuì, sconfitto, e Zaccaria, con un gesto quasi casuale della mano, ci smaterializzò.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: Warlock_Vampire