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Autore: _Nina1989_    12/09/2017    3 recensioni
- Mi chiamo Kurt- il ragazzo appoggia un gomito sul bancone, e la felpa blu della quale Lia si è già innamorata si solleva leggermente, mostrando gli angoli di un pacchetto di Malrboro rosse ficcato bene nelle tasche dei pantaloncini color cachi. La mamma e il papà non devono scoprire che fuma. Il cachi con il blu ci sta da cani. Pazienza.
- Ed io Lia.
Kurt, Lia, il mare e 989 parole del loro incontro.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Contesto generale/vago
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C’è un ragazzo con la felpa blu seduto al tavolo vicino a quello di Lia.

 

Ha i capelli neri, le spalle incurvate in avanti e le ciglia degli occhi molto lunghe, piegate in giù, a fissare lo schermo del cellulare. È seduto vicino ad una coppia, probabilmente i suoi genitori dato che la donna gli assomiglia molto, ma alla sua sinistra ci sono anche due ragazzi che avranno la sua stessa età, uno troppo magro e con un ridicolo ciuffo di cespugliosi capelli biondi e l’altro più basso e tarchiato, dal sorriso simpatico. I due parlano concitati tra di loro, ma felpa blu pare essere assorto nel suo modo mentre continua a guardare con gli occhi vacui e velati da un non so che di malinconico il suo cellulare. Lia mordicchia la cannuccia del suo Malibù Cola tra i denti e sorride appena, spostandosi un ricciolo dietro l’orecchio; in quel frangente di secondo gli occhi scuri di felpa blu si sollevano e incontrano quelli chiari della ragazza. 

Lia sa già cosa deve fare.

 

Si alza da quella sedia di plastica un po’ troppo scomoda e si dirige verso il bancone del bar, facendo oscillare il bicchiere vuoto dalla mano destra. La barista le rivolge uno sguardo simpatico, che lei ricambia.

 

- Un Caipiroska- dice, allungando i soldi sul bancone e lasciandoci accanto il precedente bicchiere vuoto.
- Anche per me- una voce profonda e un po’ roca si sovrappone al rumore sordo del vetro appoggiato al piano di legno massiccio.

 

Lia si gira. Felpa blu è apparso al suo fianco. Come da copione. E mentre lei sorride con una lentezza disarmante, dalle casse del locale parte “Sowing the seeds of love”, e tutto sembra andare ancora più a rallentatore di prima.

 

- Mi chiamo Kurt- il ragazzo appoggia un gomito sul bancone, e la felpa blu della quale Lia si è già innamorata si solleva leggermente, mostrando gli angoli di un pacchetto di Malrboro rosse ficcato bene nelle tasche dei pantaloncini color cachi. La mamma e il papà non devono scoprire che fuma. Il cachi con il blu ci sta da cani. Pazienza.
- Ed io Lia.

 

Arrivano i due Caipiroska. Freddi ghiacciati, e Lia e Kurt iniziano a parlare. Né del passato, o del presente, o di loro. A parlare, in generale.

 

- Vorrei tanto trasferirmi a Zanzibar.
- Una volta ho guardato diciassette film di fila.
- Il mio dolce preferito è la torta di mele. 
- Che mi dici della distanza?
- Bella merda. Per esempio, prendi questo momento: è così libero, per tutti e due, solo perché siamo al mare, lontani dalle nostre città. Vorrei respirare questa libertà anche nella vita di tutti i giorni.
- Mi piace Amsterdam, e mi piacciono i tulipani.
- Ci credi nei miracoli?
- Viviamo su un pianeta blu, che ruota intorno ad una palla di fuoco situata accanto ad una luna che muove il mare. Come potrei non credere nei miracoli?- Lia inarca un sopracciglio.
- Religioso?- chiede.
- Ateo- scuote la testa Kurt- Tu?
- Buddhista.

 

Ridono e decidono di brindare a quel momento così speciale che pare svincolarsi da ogni convenzione. Un po’ troppo forte però; il bicchiere di Kurt urta troppo violentemente quello di Lia, che si rompe in mille pezzi riversando Caipiroska ovunque e ferendole le nocche delle mani. Il ragazzo spalanca gli occhi.

 

- Stai bene?
- Sì- la ragazza si porta la mano alla bocca e succhia per cercare di fermare il sangue.
- Okay.
- Perfetto.

 

Segue qualche secondo di silenzio, ma di un silenzio bello, non imbarazzante. 

 

- Senti, potresti… potresti…- Kurt si passa una mano tra i capelli corti.
- Parla chiaramente- Lia ride e lo spinge per un braccio.
- Vieni con me.

 

Escono dal bar lasciandosi dietro i cocci di vetro del bicchiere in frantumi e si addentrano nel caos dei tavolini all’aperto, sorpassando persone su persone, perfino i genitori di Kurt e quei due deficienti dei suoi amici che stanno continuando a parlare, ancora seduti al loro tavolo.

C’è freddo e la luna brilla nel cielo.

 

- Sono troppo magro e quando vado dal dottore mi metto dei piccoli pesi nelle tasche dei pantaloni- La mano di Kurt cerca quella di Lia.
- Amo lo zucchero filato, infatti i miei incisivi laterali inferiori sono completamente andati- la ragazza arriccia le labbra all’ingiù ed intanto stringe la mano di felpa blu.
- Hai dei denti molto carini nonostante tutto- sorride lui.
- Detesto le barbabietole.
- Chi non le detesta?

 

Sono arrivati davanti alla spiaggia.

 

- Vorrei morire qui. Adesso- sospira Lia con un sorriso. Kurt la guarda stranito.
- Ma come?
- È che sto vivendo un momento così bello che vorrei che fosse l’ultimo. Sarei felice per sempre, dopo.

 

Silenzio.

Di nuovo uno di quelli belli.

Poi la ragazza si toglie la camicetta mostrando un reggiseno di pizzo blu e Kurt la imita quasi istintivamente, levandosi quella felpa che ormai ha fatto la storia. Corrono verso il mare e inciampano nella sabbia. Ridono, l’acqua è gelata, come quel Caipiroska al bar, prima, quasi una vita fa.

 

- Lia.
- Dimmi.
- Ho una ragazza.
- NO!
- Sì!
- DAI, DAVVERO?
- DAVVERO.
- Ma che cazzo me ne frega.

 

E ride più forte, Lia, tirandolo per un braccio e baciandolo sulle labbra, mentre un’onda più grande delle altre quasi li sommerge.

 

- Ma è sbagliato- Kurt ha la faccia preoccupata, ma Lia si sta già sfilando il reggiseno e le mutande. Si aggrappa a lui, completamente nuda.
- Hai già comprato il biglietto per la giostra. Non puoi tornare indietro proprio adesso.

 

E lo tira sott’acqua con sé.

 

 

 

Le stelle brillano come diamanti nel cielo, e Kurt si accende una sigaretta mentre le guarda.

 

- Bella roba, eh?- chiede alla ragazza nuda sdraiata sulla sabbia accanto a lui.
- Puoi dirlo.

 

Fa meno freddo di prima e le stelle sono così belle da vedere, quasi quanto i loro respiri che sono sincronizzati da quando, prima, hanno fatto l’amore nel mare.

Il fumo della sigaretta di Kurt sale verso il cielo violaceo.

 

Tanto non si rivedranno mai più.

 

- Lia.
- Dimmi.
- Ma che cazzo me ne frega.


 
  
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