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Autore: InsaneMonkey    13/09/2017    2 recensioni
{Dedicata a marianne60, per il suo compleanno}
«Giroro, ti devo parlare» gli disse così, un giorno, inaspettatamente, con un tono di voce dolce ma deciso, teso a disperdersi nell'etere.
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[Attenzione! Spoiler dell'episodio 265!]
Genere: Comico, Demenziale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Giroro, Natsumi
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
- Questa storia fa parte della serie 'Dolce malinconia'
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«Giroro, ti devo parlare» gli disse così, un giorno, inaspettatamente, con un tono di voce dolce ma deciso, teso a disperdersi nell'etere.

Probabilmente, quando le era ronzata in testa l'idea di dischiudere le sue labbra di pesca, di articolare quella frase così innocente con delicatezza e di guarnirla comunque di un sottile alone di mistero, non aveva proprio tenuto in considerazione che avrebbe stupito il ranocchio rosso al punto di accelerarne il battito cardiaco, che un semplice scambio di sguardi tra loro sarebbe stato capace di tingergli le guance di sfumature di porpora.

Non avrebbe mai immaginato che in quelle quattro parole, incastonate con accuratezza e pronunciate con una cadenza tale che avrebbero colpito l'attenzione di qualunque persona - o alieno - a cui fossero state rivolte, Giroro avesse scorto una sorta di enigma da decifrare correttamente prima della scomparsa del pathos, dell'affievolirsi del brio, di quella scarica di adrenalina che pervade ogni animo bramoso di svelare segreti.

Continuarono a guardarsi negli occhi per istanti che a Giroro parvero eterni - come se il tempo volesse concedergli di bearsi fino in fondo di quei secondi così pregni di incanto e tenerezza ma anche costringerlo ad una straziante attesa - mentre sedevano su una porzione del prato, verde come la speranza che fosse finalmente giunto il momento in cui l'avrebbe resa consapevole del fatto che per lei provasse un amore tanto profondo da vincere i limiti imposti dal destino, che Natsumi gli avesse rubato il cuore, stregandolo, e che ogni suo sorriso sprigionasse una scintilla di magia.

Quanto ancora avrebbe dovuto pazientare prima che la ragazza dai capelli magenta racchiusi in una graziosa coppia di code decidesse di squarciare quell'improvviso silenzio creatosi tra loro, conseguenza di un'asserzione lasciata in sospeso, quell'atmosfera di tensione e agitazione che non sapeva proprio come giustificare, quel clima così insolito?

Quanto ancora avrebbe dovuto pazientare prima che venisse a conoscenza di cosa si celasse dietro a quell'affermazione, della piega che avrebbe preso la conversazione, della ragione esatta per la quale Natsumi desiderasse ardentemente avere un dialogo con lui?

«Io volevo chiederti...» la giovane, accingendosi a parlare, ipotizzò che le sue stesse guance avessero assunto una vivida tonalità di rosso, simile a quella della sua chioma - petali di rosa mossi dalla fresca brezza primaverile -, ed in effetti se avesse avuto la possibilità di osservare il suo riflesso allo specchio le sarebbe stato concesso di constatare che le supposizioni formulate fossero giuste.

Giroro non trascurò affatto questo dettaglio e percepì il cuore martellare con più forza al centro del petto, segno inequivocabile che un turbine di emozioni si fosse diffuso rapidamente in lui arrampicandosi per le pareti del suo animo.

Serrò gli occhi quando la trovò a disagio, valutando che sicuramente volesse comunicargli qualcosa di importante e intimo visto che si era lasciata catturare da un misto di vergogna e timore - visto che aveva tentennato ed indugiava ad elaborare il discorso che aveva intenzione di fare, nonostante l'indole risoluta e determinata.

«Io... ti volevo chiedere...»
Giroro udì la sua voce tremolare ancora e ad un tratto fu pervaso dall'euforia, perché alla luce di ciò giunse a concepire (o forse si illuse solo di nuovo) che l'adolescente ricambiasse quel sentimento dal sapore dello zucchero filato che egli custodiva gelosamente da moltissimo tempo ormai e che finalmente avesse scelto di confessarglielo, cessando di mascherarlo in questo modo dietro all'indifferenza o in alcuni casi al semplice affetto.

Credeva davvero che la ragazza avesse una volta per tutte fatto chiarezza sulla sua situazione amorosa, comprendendo cosa significasse per lei quel soldato abile a camuffare con una patina di durezza ogni traccia di bontà.

«Insomma... - ritenne opportuno cercare di calmarsi prima di riprendere a parlare e racimolare tutta la forza d'animo che aveva in corpo: doveva assolutamente farcela o non se lo sarebbe perdonato. - Che sapore hanno le labbra di Saburo?» chiese Natsumi, con una grinta che non avrebbe mai pensato di possedere, visto che aveva faticato duramente per permettere a quelle parole di abbandonare la sua bocca e di volteggiare nell'aria.

Tuttavia lei era stata forte: prima infatti si era mentalmente ripetuta che se avesse sfoggiato quel coraggio che in fin dei conti l'aveva sempre caratterizzata sarebbe stata di certo in grado di porgli quella domanda ed in effetti provò un senso di sollievo quando si rese conto che fosse riuscita felicemente nel suo intento; ciononostante esso fu mitigato dall'imbarazzo che la tonalità del suo viso testimoniava.

Dopotutto, aveva tirato in ballo un argomento decisamente scottante: il bacio tra Giroro e Saburo, avvenuto in un passato non troppo lontano per essere sepolto negli abissi del nulla, per tramontare cadendo nell'oblio, a conclusione di un appuntamento tra il ragazzo dagli occhi simili a frammenti di cielo e la stessa Natsumi - che erano peraltro rimasti parecchio sconvolti quando la bocca del ranocchio si era intersecata con quella del giovane, in un contatto privo di romanticismo ma in compenso fonte di shock e sgomento.

La rossa aveva a lungo aspettato il momento adatto per parlarne, ma non era consapevole che se avesse anche solo menzionato la vicenda avrebbe consentito a vecchie immagini che la rana desiderava cancellare di tornare a galla, portando con loro una scia di sensazioni spiacevoli; non aveva intuito che ancora egli non avesse superato il trauma vissuto, che quell'esperienza l'avesse segnato più a fondo di quanto lei stessa credesse.

C'era però qualcosa di indefinito, forse anche irrazionale, che l'aveva rapita, una curiosità smodata che la induceva a conoscere ciò che Giroro non si sarebbe mai sognato di raccontare a nessuno e che non smetteva di divorarla finché non fosse stata del tutto placata: l'attrazione che nutriva per Saburo era così grande che nemmeno si era accorta di aver fatto precipitare l'alieno nell'ennesima situazione scomoda e umiliante, pur di soddisfare il suo capriccio personale.
Quantomeno ammetteva a sé stessa di essere un po' gelosa della fortuna che gli era capitata.

Mentre il cuore le batteva come impazzito per il vortice di sentimenti che si stava scatenando dentro di lei, Natsumi, che aveva sollevato gli occhi - gemme limpide e fulgide color nocciola - in precedenza abbassati per la vergogna, decise di tenerli di nuovo fissi su quelli del suo interlocutore come se così potesse trapelare anche la più piccola scheggia del suo disperato bisogno di sapere: soltanto Giroro era in grado di fornirle quell'informazione così vitale dato che con nessun'altra persona o rana con cui condividesse la casa il fato era stato tanto gentile.

Il ranocchio dal canto suo gelò: com'era possibile che proprio a lui, nobile e intrepido soldato inviato sulla Terra con lo scopo di sottometterne la popolazione, fosse toccata in sorte una sciagura talmente snervante che in nessun modo sarebbe più riuscito a rimuoverne il ricordo dalla mente?

Com'era possibile che le peggiori disgrazie gli orbitassero attorno unicamente per condurlo all'esasperazione più totale sottoponendolo a figuracce tremende?

Sbigottito, auspicò per un istante di aver capito male, ma in verità era perfettamente conscio di quello che le sue orecchie avessero appena sentito.

Di colpo la speranza che Natsumi corrispondesse il suo amore e che desiderasse trascorrere assieme a lui una meravigliosa fiaba dall'atmosfera di miele si sgretolò, dissolvendosi come se fosse stata percossa da violente raffiche di vento.

Di colpo la speranza che Natsumi fosse interessata a lui e che non serbasse più normale affetto, ma qualcosa di profondo e intenso che si era ostinata a lungo a nascondere, si spezzò in mille frammenti talmente taglienti da trafiggere qualunque porzione d'animo fino a farla sanguinare dal dolore.

Il suo volto sbiancò, ma non seppe spiegare se il repentino pallore fosse dovuto all'amarezza sperimentata concretizzando che le sue illusioni si fossero rivelate fasulle e ingannevoli astrazioni o alle parole che l'adolescente dalla chioma di fragola aveva proferito e che avevano esercitato su di lui un potere tale da calpestare la sua dignità.

Si sentì davvero svenire al pensiero che la ragazza che adorava sopra ogni altra cosa al mondo gli avesse sul serio chiesto quale sapore avessero le labbra del suo rivale, su cui aveva adagiato le proprie per colpa di uno scherzo di pessimo gusto teso da qualche spirito maligno.

Dal momento che la confusione interiore che aveva fatto capolino in lui lo ostacolava, pur sforzandosi di ragionare, non riusciva proprio a comprendere perché certi avvenimenti lo coinvolgessero direttamente: c'era forse qualcuno che gli aveva lanciato una maledizione?

«C-Cosa?» mormorò Giroro, con un'evidente punta di incredulità nella voce, mentre gocce di sudore si apprestavano a scivolare lungo la sua fronte, per poi colare giù, fino a raggiungere il mento.

Come avrebbe voluto sotterrarsi senza più risorgere: era sicuro che a causa di quell'evento accidentale la rossa avesse cominciato a pensare che per lui fosse stato piacevole far sì che le sue labbra si unissero a quelle di Saburo.

Era sicuro che se fosse stato possibile sparire non avrebbe esitato ad allontanarsi dal pianeta finché avessero tutti scordato quel fatidico episodio e ciò che ne sarebbe inevitabilmente conseguito.

Quella giornata ormai era diventata insostenibile...

«Io... cosa significa?» senza smettere di tentennare, si domandò entro quanti secondi sarebbe arrivato al limite.

«Ti prego, tu hai baciato Saburo! - Natsumi continuò a rivolgergli suppliche con insistenza, pur di scoprire quel particolare così singolare, senza prestare minimamente attenzione al fatto che la sopportazione del ranocchio stesse vacillando. - Per favore, dimmelo: che sapore hanno le sue labbra?»

Non si sarebbe mai arresa, per nessuna cosa al mondo: a partire dall'istante in cui era sbiadita la sensazione di vergogna mista ad un accenno di malessere aveva iniziato a lasciarsi guidare unicamente dall'avida sete di conoscenza, da una morbosa voglia di esser partecipe di ciò che aveva provato la rana quando era accaduto quell'intreccio di labbra dal retrogusto amaro, sebbene in apparenza potesse risultare a tratti divino, magico - quell'intreccio di labbra leggero come piuma o come uno sfarfallio di ali che non si sarebbe mai dovuto verificare, in quanto richiamarlo alla memoria dilaniava il ranocchio più di un morso di un serpente velenoso.

Era convinta che malgrado in verità Giroro detestasse da morire ripensare alla vicenda a dir poco allucinante di cui era stato protagonista e lo tormentasse la consapevolezza che quella scena così sconcertante avesse infangato la sua reputazione di valoroso soldato avrebbe dato oro pur di trovarsi al posto dell'alieno: se infatti fosse stata lei a godere del privilegio di baciare Saburo sarebbe apparso sul suo volto un sorriso talmente sereno e raggiante da suscitare l'invidia delle stelle che illuminano il cielo notturno, simili a fiori pronti a sbocciare al calar del sole, e avrebbe a lungo esibito un'espressione veramente felice.

Se infatti fosse stata lei a godere del privilegio di baciare Saburo avrebbe avvertito una contentezza smisurata, frutto dell'avverarsi di uno dei suoi più segreti sogni.

Era palese ormai che l'infatuazione per il ragazzo dai capelli argentei avesse sfiorato vette esorbitanti, ma lei alla fine era semplicemente, dannatamente, innegabilmente innamorata.

A Giroro, che nel frattempo cercava invano di nuotare in quel mare di disperazione per non annegare, di sopravvivere a quell'agonia devastante, sembrò di notare un bagliore strano nello sguardo dell'adolescente: un lampo di eccitazione ma contemporaneamente anche una richiesta malata di aiuto, qualcosa che nemmeno lui era capace di distinguere e identificare con precisione, come se fosse coperto da un velo che ne occultasse l'essenza.
Si trattava di una luce insolita, che pareva domare il suo buon senso e dettarne ogni singola azione.

Non capiva proprio cosa le fosse successo, per quale motivo la faccenda le importasse tanto da averla drasticamente stravolta, rendendola una persona irriconoscibile, completamente diversa, ma - con quei pochi granelli di lucidità che gli erano rimasti - suppose che fosse come di consueto la presenza di Saburo nella dinamica a farle un tale effetto.

Giurò a sé stesso che avrebbe massacrato chiunque gli avesse mandato quell'avversità, senza provare nemmeno un briciolo di pietà, anche a costo di commettere un brutale omicidio: nessuno doveva azzardarsi a prenderlo in giro, a irritarlo, o gliel'avrebbe pagata cara.

«Io non... - si erano susseguite così tante emozioni da generare un vortice impetuoso nel suo animo e da impedirgli di formulare qualcosa di concreto, siccome il suo cervello aveva smesso di funzionare correttamente per il delirio in cui era stato catapultato.

Gli era ormai impossibile recuperare la stabilità interiore: i suoi nervi erano sempre più vicini ad un collasso.

Intanto, la risposta alla ragione per cui quella giornata facesse così ribrezzo era ancora avvolta dal mistero. - No... non può essere! No!» gridò Giroro.

Gridò.
Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, per sfogare quella mescolanza di frustrazione e fastidio accumulatasi nel corso di quegli interminabili e logoranti minuti.
Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, per liberare lo stress che il supplizio a cui era stato costretto gli aveva trasmesso, stridendo come una nota stonata con il ritmo inizialmente tranquillo, quasi serafico, della mattinata.
Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo, per mostrare che non fosse più in grado di resistere a livello psicologico, che avesse patito talmente tanto da esplodere proprio come un candelotto di dinamite.

Lanciò un urlo così forte che se in un pianeta lontano anni luce qualche forma di vita sconosciuta lo avesse udito non ci sarebbe stato affatto motivo di sorprendersi.

Lanciò un urlo così forte che avvertì un certo dolore alle corde vocali, imparagonabile però rispetto alla sofferenza percepita conversando - o almeno tentando di dialogare - con Natsumi.

Strillò con veemenza, incapace di esimersi dal realizzare - con il cuore a pezzi - che quel momento fosse stato uno dei peggiori che avesse trascorso insieme alla stessa ragazza dalla chioma magenta che, sentendolo sbottare esasperato, si era allontanata un po' da lui con il busto, tenendosi a distanza.
La giovane aveva infatti sperimentato un senso di spavento davanti a quella reazione così improvvisa e feroce, tale da farla indietreggiare.

Perplessa e stralunata, Natsumi non poté aggiungere nient'altro: lo vide alzarsi in fretta e furia e, subito dopo, correre via, scappare alla velocità della luce.






















~ Magico Regno dei Kinder Pinguì ~

Avevo progettato da un po' di tempo questa storia dai toni ironici e sono contenta di averla finalmente pubblicata.

Mi auguro che vi abbia strappato un sorriso, perché fondamentalmente è questo il suo scopo, ma soprattutto che l'abbia gradita marianne60, alla quale la dedico come regalo di buon compleanno!❤

Tantissimi auguri, Celeste!🎂🎉
Spero davvero che tu l'abbia apprezzata nonostante sia molto diversa dalle GiroNatsu che siamo solite scrivere entrambe! 🎉✨🎈

Un bacio,

InsaneMonkey 🎈






   
 
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