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Autore: Oxis    13/09/2017    2 recensioni
Merlino e Artù e la Camelot di sempre.
E poi una nuova arrivata, Kendra.
Una strega molto diversa da Merlino. Maldestra, poco socievole, un cuore strano che si innamora di uno dei due, lasciando l'altro deluso e minando la loro amicizia.
La sua freddezza deriva da quella magia che la possiede e di cui vuole disfarsi, che però inizia a servirle quando a Camelot spunta una nuova minaccia. Assassini assoggettati vogliono uccidere il principe.
Merlino avrà parecchio da fare per evitare che il suo protetto si faccia uccidere...
- Oxis
(editor della pagina ufficiale di Merlin Italia su FB, Merlin * •Italian Page•*)
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più stagioni
Capitoli:
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La strega addormentata nel bosco

6. Un nuovo angelo custode

 

Ciao a tutti!

Sono la nuova editor della pagina ufficiale di Merlin Italia, se amate Merlin la conoscete già sicuramente, ma se ancora vi manca fateci un giro!

Si chiama Merlin * •Italian Page•* ed è l’unica pagina FB italiana seguita da MerlinOfficial su Twitter. Oltre a trovare le mie grafiche, tantissime news sui personaggi della serie e sugli attori, per continuare a far vivere Merlin.

Un grazie di cuore a paige95 con cui mi scuso anticipatamente: ho avuto delle nuove idee e ho allungato e revisionato la storia, per cui… in effetti… questo non è un capitolo romantico come avevo promesso. Perdonami! :(

Spero che piaccia a tutti voi lo stesso e ricordate: il Mercoledì è il Giorno Merliniano.

Ci vediamo settimana prossima!

Un bacio a tutti <3
 

Oxis

 

 

MERLINO P.O.V.

 

La camera di Sir Glasmirk di Covington doveva essere per forza l’ultima porta del corridoio rimasta.

Merlino aveva memorizzato il colore e lo stemma dei paramenti che gli aveva descritto Kendra, per cui, quando entrò nella stanza, ci mise un attimo a riconoscerli. L’abito da cerimonia era sul letto, steso ordinatamente in attesa che il Cavaliere lo indossasse quella sera e lo stemma della casata di Convington erano appesi al muro.

La festa sarebbe iniziata di lì a mezz’ora, aveva tutto il tempo di curiosare fra gli oggetti personali di Sir Glasmirk e tornare da Artù per aiutarlo a vestirsi.

Come se quello zuccone avesse bisogno di aiuto.

Merlino entrò nella camera.

Aveva poco tempo. Doveva trovare la pietra di Emathos, nel caso remoto in cui il Cavaliere non l’avesse con sé. Un azzardo, ma tanto valeva provarci.

Fu troppo tardi quando sentì la chiave scattare. Si girò con il cuore in gola.

- Sarò magnanimo. Ti lascio la possibilità di andartene da questa camera prendendo un’altra uscita. - disse una voce gelida.

L’uomo era in piedi davanti alla porta, il viso serio e segnato dalle rughe, immobile nel suo sguardo glaciale.

Al collo, una pietra rossa dalle sfumature violacee.

L’uomo indicò la finestra dietro le spalle di Merlino. I vetri erano aperti.

- Scusatemi - esordì con un groppo in gola il mago - Volevo… Ecco, la festa sta per cominciare e il principe voleva essere sicuro che tutti gli ospiti fossero puntuali…

Ovviamente aveva smesso di credergli dopo la seconda parola del suo discorso.

- E quindi il principe Artù vuole assicurarsi che io non sia in ritardo - ripeté lui.

Ci fu un momento di attesa, durante il quale Merlino si chiese se effettivamente non fosse il caso di buttarsi giù dalla finestra, poi decise per il colpo a sorpresa, così si gettò verso di lui.

Glasmirk fu più veloce. Senza battere ciglio, la pietra al suo collo brillò e Merlino fu scaraventato contro il cassettone, ai suoi piedi.

- Addio, mio caro.

La pietra brillò di nuovo, ma questa volta il mago si difese. Non ebbe altra scelta. Gli occhi di Merlino si accesero e lui tese una mano in avanti, poi si spostò di lato mentre il cassettone cadeva addosso a Glasmirk.

- Sei un piccolo mago, dunque - rise con uno sguardo cattivo il Cavaliere, mancando il mobile per un soffio e raddrizzandosi - Peccato non poterti arruolare nel mio esercito. Purtroppo con i maghi non funziona. Ma non sei qui per questo, vero?

Una voce li fece all’improvviso trasalire.

- Merlino!

Una voce femminile al di là della porta.

- Un momento, prego - disse Glasmirk prima che Merlino potesse dire qualcosa, e fece scattare la serratura, aprendo la porta.

Una ragazza bionda si affacciò alla porta intimorita.

- Perdonatemi, Sire… - si rese conto dei segni di colluttazione e si interruppe, spaventata.

- Volevi qualcosa, mia cara? - chiese con voce melliflua lui.

- Io… stavo cercando il servitore di Artù…

Un lampo attraversò il viso di Glasmirk, che sorrise di nuovo.

- Il servitore di Artù! - esclamò con un gesto plateale delle braccia - prego, mia cara. Entra pure.

Merlino riconobbe subito Synia quando lei non poté fare a meno di entrare nella stanza, stringendo le braccia al petto e guardandolo con uno sguardo spaventato. L’aveva vista diverse volte nel castello, era una delle serve che lavorava in cucina.

Merlino rifletteva. Non poteva rivelare la sua magia davanti a lei, ma  se non l’avesse fatto, probabilmente Glasmirk l’avrebbe ammazzata.

- Molto bene. Credevo di giocare un po’ con te - riprese l’uomo - ma date le tue… qualità non è possibile. Direi che abbiamo qui una valida sostituta!

Tese una mano e toccò il ciondolo. Merlino non ebbe il tempo di muoversi.

Dalla pietra di Emathos uscì un getto di luce rossa che colpì Synia sul volto.

- Oh - fece in tempo a dire la ragazza, prima che la luce le entrasse negli occhi e le sue iridi si illuminassero per un attimo. Il viso spaventato divenne più immobile di una maschera di cera, lei raddrizzò le spalle e rivolse la testa a Sir Glasmirk.

- Quale è il tuo nome? - le chiese con la voce tornata gelida.

- Synia.

- Puoi andare ad assolvere i tuoi compiti, mia cara Synia.

La sua voce era un po’ metallica. Merlino ebbe paura.

Ecco come il mago convertiva persone per bene ad esseri spietati e assassini. Ne era sicuro, era stato lui.

- Perché vuoi uccidere Artù? - chiese dopo che Synia fu uscita.

Glasmirk scoppio a ridere.

- Te lo potrei raccontare, ma credo che fra esattamente mezzo minuto tu non ricorderai più niente di tutto questo.

Merlino si preparò ad attaccarlo di nuovo, ma l’uomo sollevò il ciondolo e lo toccò di nuovo. Il getto di luce investì Merlino che si sentì percorrere da uno strano freddo viscido e gli occhi gli si chiusero di colpo.

 

 

KENDRA P.O.V.

 

A Kendra sembrò di aver visto tutta la scena a rallentatore. All’improvviso la forza magica che albergava in lei si scatenò e dovette aggrapparsi a una delle colonne per trattenere la prima ondata di potenza.

Non se lo aspettava: lo spavento di aver visto Artù trafitto aveva fatto accendere la miccia che, solo quando provava emozioni troppo forti, esplodeva.

Corse istintivamente in avanti, senza ricordarsi di avere addosso il vestito, così inciampò. Si raddrizzò e sgomitò fra le dame e i cavalieri.

Tutto era nel caos. Le donne piangevano e gridavano terrorizzate, cercando di scappare dalla sala e urtando i Cavalieri che, disarmati, non sapevano come trattenere l’aggressore di Artù.

Kendra raggiunse il principe e gli lanciò una rapida occhiata, frapponendosi subito fra lui e l’uomo che l’aveva colpito. Artù era riverso a terra e guardava il suo aggressore con il viso contratto dal dolore.

Kendra era disarmata e con un vestito che la intralciava nei movimenti, lui aveva una spada intrisa di sangue e la stava fissando.

Non aveva molte possibilità. Il primo colpo sfiorò la testa della ragazza di qualche centimetro e si abbatté a pochi centimetri dalle gambe di Artù.

I Cavalieri di Camelot difendevano il principe. 

- Kendra - mormorò Artù.

Stava perdendo troppo sangue. Aveva bisogno di Merlino.

Kendra scartò un altro colpo diretto al principe, riuscendo a trascinare Artù dietro al trono di Uther, poi cadde per i pochi gradini che dividevano il resto della sala dalla postazione dei troni e si guardò intorno con ansia.

Di Merlino non c’era nessuna traccia e lei non poteva usare la magia sotto tutti quegli occhi.

Poi Kendra si rese improvvisamente conto di una cosa. L’aggressore non stava cercando di colpire lei. Uno dei Cavalieri aveva perso la spada e l’uomo non lo degnava di uno sguardo. Colpiva solo chi impugnava una spada.

- Abbassate le spade! - urlò colta da un’idea improvvisa.

Come era prevedibile, nessuno la stava ascoltando.

Si precipitò da Artù. Stava perdendo i sensi.

- Mio signore, dovrete aspettare ancora un po’ prima di morire - commentò Kendra afferrando le mani di Artù e togliendogliele con forza dalla pancia che si stava tenendo nel disperato tentativo di fermare l’emorragia.

Non sapeva cosa fare. La ferita era profonda ma era sicura di aver visto di peggio.

- Gayus… - sussurrò il principe con un filo di voce.

- Non c’è tempo per Gayus. Devo mettervi prima al sicuro.

I Cavalieri di Camelot stavano facendo del loro meglio per tenere lontano l’uomo stregato da Artù.

- Portalo via di qui! - urlò il Cavaliere più vicino a lei.

Kendra respirò profondamente trattenendo la magia che sentiva bruciarle tutto il corpo. Come un sorso di acqua troppo grande, cercò di respingerla indietro e si calmò.

Poi si slacciò il vestito e se lo tolse in fretta, rivelando al di sotto i suoi soliti calzoni.

- Non sai proprio essere una donna, tu - mormorò Artù nel flebile tentativo di fare una battuta.

- Vediamo se questa donna riesce a essere forte quanto voi - ribatté Kendra stracciando il vestito. Ne fece un lungo tessuto che avvolse intorno al ventre di Artù per bloccare l’uscita del sangue.

Poi lo aiutò ad alzarsi e lui diventò bianco come il marmo.

- Non svenite, Artù. Tenete duro.

Artù si aggrappò a lei ma sotto il suo peso, Kendra vacillò. Per l’ennesima volta in vent’anni di vita, Kendra si chiese a cosa le servisse possedere la magia se non poteva aiutarla in momenti come quelli.

Trascinò il principe al limite della sala e gettò un’occhiata dietro di sé. C’erano ancora tre Cavalieri che combattevano contro l’uomo. Quanto doveva essere forte la magia che lo possedeva?

- Kendra, non posso continuare - soffiò Artù fra le labbra.

Kendra si fermò e il principe le cadde addosso. Il vestito che gli aveva messo addosso come bendaggio provvisorio era zuppo di sangue.

- Merlino! - urlò Kendra disperata - Merlino!

Non riusciva a fermare l’emorragia, ormai il sangue aveva inzuppato anche i suoi vestiti.

- Artù!

Gli occhi di Artù si socchiusero e lui non rispose.

La frustrazione bruciò nel ventre di Kendra, che sentì la magia esplodere senza controllo e abbattersi come l’onda di un uragano verso il corridoio.

Il battito del principe era sempre più debole.

Poi Merlino comparve in fondo al corridoio.

Kendra non riuscì a trattenere la collera.

- Dove eri finito!?

- Cosa è successo?

- Salvalo! Io non ne sono capace!

Merlino controllò la ferita, chiamò il principe.

- Devi bloccare il sangue.

Kendra vide il mago all’opera per la prima volta. Gli occhi azzurri di Merlino si illuminarono e lui stese la mano sul ventre di Artù. I lembi di pelle lacerati si richiusero, il sangue smise di uscire.

- Serve Gayus, subito - disse agitato.

- Dobbiamo portarlo in camera prima, non può restare qui. Gli stanno dando la caccia.

Kendra fu sollevata dal fatto che Merlino non chiese nulla a riguardo. Presero Artù per le braccia e lo trascinarono via.

Nel salone c’erano ancora i rumori di una lotta ormai arrivata agli sgoccioli. Kendra aveva paura di sapere chi aveva avuto la meglio, ma non aveva tempo per pensarci ora. Il peso del principe la distraeva da tutto il resto.

Raggiunsero la camera di Artù e Merlino lo adagiò sul letto mentre Kendra sprangava la porta e si voltava verso il mago.

   
 
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