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Autore: nikita82roma    13/09/2017    2 recensioni
Ambientata qualche mese dopo la fine di Always Fighting. Rick e Kate vivono la loro quotidianità con la piccola Lily. Castle, però, vuole regalare a sua moglie quel viaggio di nozze che non hanno mai potuto fare e cercherà di convincere in tutti i modi sua moglie a partire loro due da soli. Riuscirà Kate a resistere?
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kate Beckett, Quasi tutti, Rick Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Always Together'
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Kate si svegliò avvolta nelle lenzuola, anzi letteralmente imprigionata. Sorrise mentre cercava di sciogliersi da quell’intrigo di stoffa ripensando a come avesse potuto ridursi in quel modo. Certo, anche quella notte era stata piuttosto movimentata, decisamente movimentata. Avrebbero dovuto darsi una calmata, ma era più facile dirlo che farlo. La villa era stranamente silenziosa, allungò un braccio appena liberato dalle lenzuola e non trovò Castle vicino a lei, lo aveva immaginato, perché non sentiva il suo profumo né il rumore del suo respiro profondo. Le lenzuola erano fresche, segno che lui si doveva essere alzato già da un po’ ed era strano che l’avesse lasciata lì sola.

Si guardò intorno nella stanza e non vide gli abiti che aveva lasciato sulla sedia dal giorno prima. Prese un vestito leggero che trovò abbandonato a terra vicino il letto e lo indossò alzandosi di scatto. Guardò nell’altra stanza e bussò piano alla porta del bagno che poi aprì con discrezione ma non era nemmeno lì e nemmeno in veranda o in piscina.

Sentì il cuore cominciare a batterle decisamente troppo forte e mille pensieri le attraversavano la mente. Perché non era lì? Dov’era? C’era bisogno di allontanarsi? Prese il cellulare che aveva lasciato sul tavolo. Trovò dei messaggi di Lanie mandati qualche ora prima, mattina presto a New York, con alcune foto di Lily sorridente che giocava con il suo pupazzo preferito e regalava sorrisi: lo fece anche lei uno inconsapevole allo schermo prima che la mente tornasse alla realtà: dov’era Castle?

Chiamò il suo numero ma il risultò spento. Non doveva farsi prendere dal panico. Erano in un resort, poteva essere andato in qualsiasi posto lì in quella struttura. Sarebbe uscita da lì, ecco cosa avrebbe fatto. Sarebbe uscita e lo avrebbe cercato. Magari era in spiaggia a fare una passeggiata, poteva esserci andato, no? No. Non ci sarebbe mai andato quel giorno, da solo. L’avrebbe aspettata, avrebbe aspettato il suo risveglio, non l’avrebbe fatta svegliare da sola. Erano partiti per festeggiare il loro anniversario insieme e proprio quel giorno lui aveva deciso di fare una passeggiata da solo? No, non era da Castle. Non era da lui. Sfilò la chiave magnetica dall’interruttore, si infilò un paio di scarpe ed era pronta per uscire quando bussarono alla porta. Andò ad aprire, era lui, ne era convinta. Era uscito per qualche motivo ed aveva dimenticato di prendere le chiavi, sicuramente. Aprì convinta di trovarselo davanti ed invece quelli davanti a lei erano due donne ed un uomo decisamente più basso di Castle. Non riuscì a nascondere la sua delusione.

- Signora Castle?

- Sì, sono io.

- Siamo qui per il signor Castle - Disse una delle donne con aria seria allungandole una busta che Kate prese con la mano tremante. Riconobbe subito la sua calligrafia nel suo nome sulla busta, con quella “K” sempre così ricamata e perfetta che le strappò un sorriso.

 

“Eri bellissima stamattina quando dormivi. Talmente bella che mi sono incantato a guardarti ed ho rischiato di fare tardi. Avrei voluto essere lì quando ti svegliavi, baciarti e augurarti buon anniversario di persona, ma tutto quello che sto facendo sarebbe stato impossibile. Ci vedremo più tardi e ti prometto che mi farò perdonare, ora ti chiedo solo di fidarti di me, di rilassarti e di fare quello che i ragazzi ti dicono, perché loro sanno già tutto. A più tardi amore mio. Ti amo Rick”

 

I tre erano sulla porta e guardavano Kate leggere e sorridere e le sorridevano a loro volta.

- Possiamo entrare signora Castle? - Le chiese la donna dalla pelle scura così come gli altri due e Kate si spostò lasciando loro il passo, mentre ripiegava la lettera e la rimetteva nella busta.

- Io sono Arlette e sono una massaggiatrice, lei è Ella ed è una truccatrice - Disse indicando la ragazza più giovane - E lui invece è Derek e si occuperà della tua acconciatura.

Beckett guardò stupita i tre non riuscendo bene a capire cosa volessero da lei e perché Castle li aveva mandati lì. Era necessario che si truccasse e si facesse un’acconciatura particolare per vederlo quando avevano passato gli ultimi giorni nudi tra le lenzuola senza preoccuparsi di nulla?

- Io non capisco… - Balbettò.

- Il signor Castle la aspetta per oggi pomeriggio alle diciassette. Fino ad allora avrà tempo per rilassarsi e lasciarsi coccolare da noi. C’è anche un ottimo pranzo in arrivo e volevo sapere se desiderava cominciare subito con un primo massaggio così poi possiamo continuare dopo?

Arlette era molto gentile e disponibile, Kate lo aveva capito da come le parlava, sicuramente abituata ad accogliere tutte le richieste strane dei propri clienti e quindi abituata anche alle stranezze di Castle, ma lei proprio non riusciva a capire e la donna doveva averlo intuito perché prima che le potesse rispondere, riprese a spiegarle.

- Suo marito le sta preparando una sorpresa e credo si dovrebbe fidare di lui.

Kate annuì lasciandosi convincere non tanto dalle parole di Arlette, ma sicura del fatto che Castle non avrebbe mai fatto qualcosa del genere se non lo ritenesse veramente importante per quel giorno: Rick era il re delle stranezze e delle esagerazioni, doveva quindi immaginarsi che non poteva essersi limitato ad una villa in un resort da sogno, era ancora qualcosa di troppo normale per i suoi standard.

In quel momento il suo telefono squillò ed il volto di suo marito apparve sullo schermo. Rispose allontanandosi di qualche passo ed uscendo in veranda, mentre con la coda dell’occhio vide i tre decisamente indaffarati a portare cose tra dentro e fuori la stanza.

 

- Ciao Beckett mi hai chiamato? - Le chiese con una naturalezza disarmante, come se non stesse organizzando qualcosa delle quale lei era completamente all’oscuro.

- Castle ma cosa sta succedendo? Dove sei?

- Mi sto assicurando di persona che tutto vada come deve andare. Ci vediamo nel pomeriggio, te l’hanno detto?

- Sì ma… mancano ancora molte ore! - Sembrò protestare come una bambina. Erano stati per due giorni letteralmente appiccicati uno all’altra ed ora separarsi da lui per qualche ora le sembrava uno spreco di tempo assurdo, considerano che i giorni per la loro vacanza erano veramente pochi.

- Lo vedi? Lo dico sempre che non puoi resistere lontano da me!

- Castle finiscila! - Protestò quasi lagnandosi come una bimba.

- Beckett ascolta, fidati di me. Ci vedremo tra poche ore e ti assicuro, sarà indimenticabile. Ti amo.

- Ti amo anche io Castle.

 

Con il telefono in mano tornò dentro e vide che i tre avevano allestito nella stanza da letto più piccola un vero e proprio salone di bellezza con tanto di lettino per massaggi e poltrona da parrucchiere. Kate fece un respiro profondo e poi si lasciò andare, abbandonandosi alle cure dei tre che sembrava non aspettassero altro che prendersi cura di lei.

Le ore erano letteralmente volate tra massaggi al viso ed al resto del corpo, acconciatura e trucco. Si guardava allo specchio e sorrise della sua stessa immagine. Si piaceva. Aveva anche fatto un’ottimo pranzo a base di pesce freschissimo ed aveva insistito perché i tre mangiassero insieme a lei, dato che come al solito Castle aveva esagerato, ma in quel caso pensò che lo aveva fatto apposta, sicuro che lei avrebbe invitato i ragazzi a mangiare insieme, anche se convincerli non fu facile e dovette usare tutti i suoi metodi persuasivi, compreso quello sguardo che non ammetteva replica e che evidentemente funzionava anche senza pistola e distintivo.

Kate era avvolta in uno degli accappatoi bianchi dell’hotel mentre Derek continuava a sistemare le ultime ciocche dei suoi capelli. Pensava che non aveva portato nulla di così elegante da mettersi, che potesse giustificare quella cura negli altri particolari. Mentre stava facendo questi pensieri bussarono alla porta, provò ad alzarsi per andare ad aprire, ma Arlette e Ella la precedettero.

- Questi devono essere Arthur e Denise! Alla buon ora! - Esclamò la più grande delle due all’altra mentre faceva entrare quelle che evidentemente erano le persone che stava aspettando, poi tornò da lei e sembrava quasi emozionata.

- Signora Castle, l’aspettano nella sua stanza.

Ancora una volta Kate senza dire nulla seguì le indicazioni che le venivano date. Non si era nemmeno accorta che mentre lei passava dalle sapienti mani dei tre che l’avevano coccolata per ore, erano venuti a sistemare le stanze e così su un letto perfettamente rassettato come non lo era stato per giorni, trovò un voluminoso porta abiti nero e un uomo di mezza età ed una signora più o meno coetanea di lui ai suoi lati.

- È il suo vestito signora Castle. - Le disse Arthur - E questo glielo manda il signor Castle.

L’uomo consegnò a Kate una lunga scatola di velluto blu che aprì in preda alla curiosità, dentro la quale trovò un bracciale con tre file di diamanti.

“Una per ogni anno. Una per ogni parte di noi”

Rick aveva scritto quelle parole su un piccolo biglietto posto all’interno della confezione e Kate si sforzò di non piangere perché Ella vicino a lei già la stava guardando preoccupata che rovinasse tutto il suo lavoro appena finito. Nel frattempo Denise stava aprendo il porta abiti e Kate rimase a bocca aperta quando svelò il suo contenuto. Era un vestito identico a quello che aveva indossato il giorno che si doveva sposare, il vestito da sposa di sua madre, andato distrutto mentre cercava il corpo di Castle dentro la macchina in fiamme.

- Il signor Castle ci ha detto di riferirle che lui il vestito non lo ha visto. Ha solo commissionato di farlo dal modello che era stato inviato.

Kate annuì frastornata. Non sapeva nemmeno lei che fine avesse fatto quell’abito. Lo aveva tolto buttandolo via quando era rientrata alla villa negli Hamptons mettendosi abiti più comodi per partecipare alle indagini. Non ne aveva saputo più nulla, non ci aveva nemmeno più pensato: in quei giorni era troppo occupata a cercare Castle e dopo aveva decisamente altri pensieri. Evidentemente qualcuno lo aveva preso e conservato ed aveva poi aiutato Rick in tutto quello. Martha forse, Alexis o Lanie. Potevano essere state solo loro ed ora capiva tutto, capiva il senso di quello che si erano detti il giorno prima, le parole di Rick, i suoi desideri e le sue paure.

L’aiutarono a vestirsi e solo alla fine Arthur le diede l’ultimo tocco, gli orecchini che le aveva regalato Martha, che Castle doveva aver preso prima di partire. Quando si guardò allo specchio sentì lo stomaco restringersi ed il cuore battere troppo veloce. Era felice, ma nel vedersi provò la stessa sensazione di paura e di angoscia di quel giorno. Scappò nell’altra stanza prese il telefono e compose a memoria il numero di Castle, senza nemmeno cercarlo nella rubrica.

 

- Castle dove sei? - Gli chiese appena rispose.

- Vicino a te. Manca poco.

- Sei qui?

- Sono al resort Kate. Va tutto bene. - Sentì la voce di sua moglie preoccupata ed ebbe l’istinto di andare su da lei, anche annullare tutto se fosse stato necessario.

- Ok… - Gli rispose poco convinta.

- Kate, se non ti senti bene, se non te la senti o non ti va, vengo da te, adesso… Mi dispiace non volevo… - Si ricordava di quel giorno negli Hamptons, delle sue crisi di panico che ormai erano passate da tempo, ma aveva paura di essere stato superficiale, di aver toccato un tasto che per lei era troppo delicato e lui non ne aveva forse capito del tutto la gravità.

- No, io sto bene Castle, veramente… Non so come hai fatto ma il vestito è perfetto.

- Non vedo l’ora di vederti.

- Anche io.

- Ti aspetto. Sarò lì. Loro sanno dove portarti.

 

Si era tranquillizzata, almeno un po’. Parlare con lui, sentire la sua voce l’aveva aiutata a calmarsi, a far rallentare il battito del cuore che ora era tornato quasi normale.

Si mise le scarpe con un tacco non troppo alto rispetto a quanto era abituata, Ella diede gli ultimi ritocchi al trucco e Derek ai capelli, mentre Denise le sistemò il retro del vestito. Beckett si chiese se era normale che fosse così emozionata e non riuscì a darsi una risposta.

Un suono di clacson fece precipitare fuori Arthur che la accompagnò in quella che era poco più di una golf car dove nella parte posteriore lei con il suo vestito entravano a mala pena. Uscirono tutti dalla stanza dicendole che il ragazzo sapeva dove doveva portarla e ancora una volta, contrariamente al suo carattere, Kate si affidò a quei gentilissimi e sorridenti estranei e si lasciò condurre lì dove avrebbe ritrovato Rick.

Scesero verso il mare, passando tra bungalow ed altre strutture del resort, fino ad arrivare ai bordi della spiaggia, dove c’era una passerella di legno bordata da tulle bianco fermato con sassi e conchiglie. Poco più avanti vedeva una figura di spalle, ma aveva il sole negli occhi e non riusciva a capire chi fosse, ma dal fisico quello sicuramente non era Castle. Si avvicinò di qualche passo ed ora sì, gli sembrava di riconoscerlo, ma non poteva essere lui. L’uomo si girò e Kate rimase per l’ennesima volta senza parole. Fece qualche passo verso di lei e le porse un bouquet di gigli bianchi.

- Papà! Cosa ci fai qui? - Gli chiese con l’espressione di chi aveva appena visto un extraterrestre.

- Ti accompagno da tuo marito. - Le rispose sorridendo come se fosse la cosa più naturale del mondo, mentre lei ancora non riusciva a realizzare quello che stava accadendo.

   
 
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