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Autore: jarmione    13/09/2017    1 recensioni
“Ma…ma!” Amy indicò l'uscita della Fondazione
“Vuoi la mamma?” Chiese Michael “mamma torna presto, adesso c'è papà, ti va di stare con papà?”
Amy scosse la testa
“Grazie!” Esclamò lui “la tua considerazione è ammirevole”
Per tutta risposta la piccola rise.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Tranquilli è una cosa breve, il prossimo capitolo è la fine, così non vi annoio troppo.

Ho immaginato cosa sarebbe successo se Bonnie fosse stata con Michael ed Amy.

Insomma, ho modificato gli eventi da me stessa narrati.

Buona lettura e dedico la storiella ad Evelyn80 che, lo so per certo, non mi perdonerà mai ciò che ho fatto a Bonnie nella mia Long XD ti adoro stalker

 

 

Era l'alba, fuori stava per diventare chiaro.

Bonnie stava facendo avanti e indietro per tutta la stanza, recuperando tutto il necessario.

Devon le aveva proposto di venire con lui ad una conferenza, che si sarebbe tenuta in California e che sarebbe durata qualche giorno.

Ovviamente, in tutta la Fondazione, sapevano che le valige erano la cosa più semplice e veloce.

La sua unica preoccupazione era il materiale e la lista delle cose che avrebbe dovuto lasciare a Michael per la cura della loro bambina.

Michael si sentiva un idiota.

Era nata da un anno e Bonnie era convinta che Michael non sapesse prendersene cura, solo perché era sempre in viaggio a causa di lavoro.

Intanto, quando KITT era stato distrutto dall’acido, lui l’aveva tenuta, l’aveva curata, il tutto mentre Bonnie aveva lavorato per dei giorni senza sosta e aveva visto la bambina solo la notte.

Alla fine non poteva biasimarla.

Lui stava poco la piccola, ma non per questo non sapeva come fare con i bambini…o no?

Era figlia sua dopotutto.

“La copertina, il biberon, i cambi…” Bonnie elencava tutto l’occorrente da lasciare a Michael, che ad ogni nominativo sospirava e sorrideva.

Bonnie era unica, sia come donna che come madre.

La osservava preparare le cose, con le braccia incrociata seduto sul letto mentre la bambina, che ormai stava seduta da sola, era vicino a lui con un pupazzo.

Ad un certo, dopo la decima volta che Bonnie elencava le cose, padre e figlia si scambiarono uno sguardo quasi annoiato e scocciato.

La bimba sembrava capire, il suo sguardo implorava Michael di farla smettere.

“Stai chiedendo a quello sbagliato” mormorò.

Quando Bonnie si decise a calmarsi, ed a tirare un sospiro, Michael si alzò.

“Se hai finito possiamo anche salutarci”

“Finito?” domandò lei quasi scandalizzata “come posso aver finito? C’è tanto da fare, la bambina ha bisogno di continue attenzioni e…”

“Bonnie” Michael la zittì mettendole le mani sulle spalle “non stai andando in guerra e la bambina starà benissimo” le disse “e poi, se dovessi aver bisogno di consigli posso sempre chiedere a Grace che ne ha cresciuti tre”

Bonnie non si sentiva tranquilla.

Non si era mai allontanata da sua figlia, quando aveva riparato KITT la vedeva quando usciva per un caffè o transitava nella zona dove stava Michael, altrimenti MAI era stata senza vederla anche solo un secondo.

Si sentiva una pessima madre per questo e non riusciva a darsi pace.

“Ti fidi di me?” le chiese Michael, sorridendo dolcemente alla sua amata

Bonnie annuì “Si…si mi fido di te”

“Problema risolto” le diede un bacio “sta tranquilla, quando tornerai sarà come nuova”

“Ora sono di nuovo preoccupata”

Michael prese le valige e Bonnie la bambina.

Scesero nel cortile, dove la macchina della Fondazione li aspettava.

Una volta caricato le valige, era tempo dei saluti.

“Michael, affido a te tutto quanto, mi raccomando” si assicurò Devon.

“Tranquillo Devon, tutto resterà in ordine”

“E’ proprio questo che mi preoccupa”

“Ma che avete contro di me tutti?”

“Non si fidano del tuo istinto Michael” la voce di KITT risuonò dall’orologio “sei molto impulsivo e lo studio di Devon è stato rimesso a nuovo quattro volte da quando ci sei tu”

“Grazie KITT, ne parliamo dopo io e te” persino KITT era poco fiducioso.

Era proprio bello sentirsi apprezzati.

Bonnie, dal canto suo, lasciava discutere gli uomini e si dedicò alla sua bambina “Mi raccomando amore” sapeva che la bimba non poteva ancora capire “la mamma ti vuole bene, fa la brava”

“Ma…ma!”

“Oh tesoro” la strinse ancora e dovette fare ricorso a tutta la sua forza di volontà per darla a Michael e salire in macchina.

“Mi raccomando Michael…”

“Bonnie, ti faccio andare in California con KITT e ben legata”

“Lo so ma…”

“Amy starà benissimo, è una Knight”

“Adesso dammi un motivo per salire in quella macchina”

“Se non sali la tengo io per un mese e tu non la vedi”

Motivazione più che convincente.

Bonnie salì sulla macchina e finalmente partì, lasciandosi alle spalle la Fondazione e Michael ed Amy, che faceva ciao con la manina.

Quando la macchina giunse in fondo al viale e scomparve dopo la curva, Michael poté finalmente tirare il respiro.

Bonnie faceva tutto per amore ma stava risultando pesante.

“Finalmente soli!” Sorrise Michael alla bimba “che vogliano fare adesso?”

“Ma…ma!” Amy indicò l'uscita della Fondazione 

“Vuoi la mamma?” Chiese Michael “mamma torna presto, adesso c'è papà, ti va di stare con papà?”

Amy scosse la testa

“Grazie!” Esclamò lui “la tua considerazione è ammirevole” 

Per tutta risposta la piccola rise.

“Per essere una bambina ha capito anche lei che tipo sei, Michael”

“Appena torna Bonnie ti faccio diventare un portachiavi, KITT!”

 

*********

Il primo giorno trascorse in modo tranquillo…o quasi.

Michael ebbe parecchia difficoltà a tenere ferma Amy.

Essendo che ormai era in grado di reggersi in piedi da sola, erano più le volte che sfuggiva alla sua vista che quelle che restava sotto sorveglianza.

Meno male che KITT gli dava una mano, avvisandolo se si allontanava troppo.

Si chiese come faceva Bonnie a badare a lei senza uscirne matto.

Forse aveva ragione.

Forse non era così in grado come credeva.

La sera l'aveva chiamato, avvisandolo che erano giunti a destinazione e che stavano bene, poi aveva chiesto di Amy tenendolo quasi un quarto d'ora alla cornetta.

Michael dovette liquidarla con la scusa che la bimba aveva ancora fame e doveva mangiare.

La notte si addormentò sfinito e con ancora i vestiti addosso, con Amy che dormiva nel suo lettino ai piedi del lettone.

La mattina dopo non ebbe un risveglio dei migliori.

Era ancora in piena fase rem quando un forte colpo allo stomaco lo costrinse a svegliarsi.

Gemette, evitando di dire tutte le parole che gli venivano in mente.

Amy era sgusciata fuori dal suo lettino e si era arrampicata sul lettone lanciandosi, nel vero senso della parola, su Michael.

“Amy!” Esclamò “ti sembra questo il modo?” La prese in braccio e la mise seduta “non si fa Amy, non si fa!” Disse Michael serio, anche se non poteva pretendere granché da una piccina.

La bambina sgranó gli occhi e iniziò a piangere.

“No no no” la prese nuovamente in braccio.

Tentò di calmarla ma ci vollero circa dieci minuti.

“Meglio?” Quando si assicuró che era tranquilla, sospiró e si lasciò cadere pesante sul cuscino.

“Buongiorno Michael”

“Ciao KITT” biascicò.

“KITT!” Esclamò Amy battendo le mani.

Per essere una bambina che non parlava ancora bene, aveva imparato al volo come si chiamava il suo migliore amico.

Quello che la difendeva di continuo.

“Direi che Amy è sveglia”

“Ah si?” Chiese Michael “non lo avevo notato”

KITT aveva imparato il sarcasmo e quindi non ribattè.

“Visto che sei in piedi potremmo andare giù alla spiaggia” propose KITT “non c'è nessuno a quest’ora e il vento è completamente assente”

“L'unica cosa che voglio è un caffè forte…anzi due”

Si alzò e si stiracchiò.

Fare il papà era gratificante ma accidenti che cosa complicata.

La gratifica non riusciva a vederla.

Per quanto amasse Amy, si rese conto di essere troppo immaturo per fare il genitore.

Si mise a cercare nei cassetti e prese i vestiti per la bambina.

A parte averla dovuta cambiare a causa di un bisognino, vestirla non fu così complicato.

Era rimasta ferma e si era fatta mettere la maglietta e i pantaloni senza fare storie.

Michael ne fu sorpreso e, per sicurezza, recuperò anche un cambio.

La prese e scese in garage da KITT, che era già pronto.

Mise Amy sul sedile del passeggero e salì anche lui.

“Michael, la legge prevede che i bambini siano adagiata sul rispettivo seggiolino e che vadano dietro legati con le cinture di sicurezza in dotazione e della macchina”

“Grazie per l'insegnamento KITT ma il suddetto seggiolino si trova nel ripostiglio della Fondazione che, vorrei precisare, non può essere aperto neanche da te”

KITT rimase zitto.

“Bene” mise in moto, facendo esultare Amy “si parte” ed uscirono dal garage e dalla Fondazione, avviandosi verso le spiagge.

Giunti lì, la prima cosa che Michael fece fu ordinare un caffè forte al baracchino e poi andò sulla spiaggia, camminando vicino alla riva con Amy in braccio.

La piccola rideva e voleva scendere.

Lui acconsentì e si allontanò dalla riva, sedendosi sulla sabbia e mettendo giù anche Amy.

KITT li teneva sotto sorveglianza.

Amy iniziò subito a giocare e ridere.

Vederla ridere era la più grande soddisfazione che Michael aveva.

Forse erano quelle le gratifiche per un genitore.

Le piccole cose.

Una risata, una passeggiata sulla spiaggia.

C'erano alcune ragazze che facevano jogging e mentre passavano si innamoravano sia di Amy che di Michael, quest'ultimo aveva giurato che non avrebbe guardato nessun altra donna all'infuori di Bonnie.

E comunque non sentiva la necessità di tradire, altrimenti Amy non sarebbe mai nata.

“Michael, avverto strani movimenti al bar”

“Non ora KITT”

“Lo stanno rapinando!”

Michael sospiró e si alzò.

“Michael dietro attento!”

Fece per girarsi ma un pugno in pieno stomaco lo fece finire a terra.

Due volte nel giro di un ora era troppo.

Un uomo, più robusto e alto di lui, iniziò a correre.

L'unica cosa di cui Michael si rese conto, era il pianto di Amy che, spaventata, si faceva più lontano.

“Amy!” La vide nelle mani dell'uomo “KITT cerca di fermarlo!”

KITT obbedì e sgommò.

L'uomo salì in macchina e anche lui sgommò allontanandosi.

KITT fece di tutto per fermarlo ma quando era sul punto di raggiungerlo dovette bloccarsi, a causa di un tir che finì testa coda.

“Li ho persi Michael”

“Vieni a prendermi” Michael, che si era rialzato, attese KITT vicino al baracchino, che aveva subito la rapina.

Gli tremavano le gambe.

Amy era stata presa.

Se non la trovava, Bonnie lo avrebbe ucciso.

Quando KITT arrivò lo fece salire “Hai preso la targa?”

“Certo” la fece apparire a video.

“3FSB678” lesse Michael “è una targa Californiana”

“Prima di perderli di vista” comunicò KITT “ho visto la macchina svoltare verso l'autostrada in direzione Sud”

Michael sbiancó “A sud si va in California”

Qualcosa non quadrava.

Doveva esserci un motivo per quell’aggressione e rapimento.

Qualcuno ce l'aveva con la Fondazione e la rapina era solo un diversivo.

Mise in moto e, seguendo le informazioni di KITT, prese l'autostrada in direzione sud.

“Vedrai che la troveremo” lo incoraggiò KITT 

“Se ci riusciamo prega che non lo scopra Bonnie o saranno le mie ossa quelle dovrai trovare”

“La cosa è semplice, il cranio, comunemente chiamato teschio…”

“KITT!” Lo zittì Michael “dacci un taglio”

  
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