Questa è la storia di come mi innamorai. 
Lo so, questa frase sembra l'inizio di una stupido, sciocco libro romantico, e il solo il cielo sa quanto aberrante e disgustoso io abbia sempre considerato il sentimento chiamato amore, quella... debolezza, quella fragilità. 
Non mi interessa cosa penserete di me, non mi interessano i vostri giudizi o le vostre perplessità, dopotutto nessuno può sovrastarmi. Io regno sulle Anti-Fate, io sono il Re, io sono una delle creature più intelligenti e geniali mai esistite in questo Universo, e probabilmente anche in altri. 
Regniamo insieme io e lei, governo con l'unica creatura che sia stata in grado di aprire una breccia nel mio spirito nel mio spirito e nel mio cuore, quel cuore che era morto ormai da troppi secoli.
Questa è la mia storia, la nostra storia. La storia mia, di Anti-Cosmo, e di Anti-Wanda, l'unica persona che mi fece comprendere che quell'insensato detto “Gli opposti si attraggono”, dopotutto, ha un fondo di verità.


Urla di rabbia e frustrazione risonavano gelide all'esterno del Castello Reale e una folla inferocita di Anti-Fate, armate semplicemente con forconi, rastrelli e accette, spingevano freneticamente e sbraitavano contro la decina di guardie reali che proteggevano l'ingresso con serietà e inespressività, colpendo tutti quegli aggressori con calci o scudisciate.
Due occhi freddi e verdi osservavano la scena da una finestra, l'oscuro proprietario sostava al sicuro in una stanza chiusa a chiave, sospirando profondamente e ponderando su quanto stesse accadendo. I capelli bluastri gli ricaddero elegantemente sul viso, i vestiti pregiati ed impeccabilmente abbinati suggerivano le sue origini nobili, così come il lucido monocolo che il ragazzo, volenteroso di mostrarsi forte dei suoi 500 anni, portava. “Hanno fame, madre.” mormorò nel più totale silenzio quella giovane Anti-Fata, non distogliendo lo sguardo dalla folla e appoggiando un antico volume su un tavolo di legno pregiato. “Ciò che chiedono è cibo, sostentamento per loro stessi e per le loro famiglie. Perché sua maestà, mio padre, non cerca un dialogo con il popolo?”.
Una mano blu, fredda e incapace di trasmettere rassicurazione si posò sulla spalla della giovane Anti-Fata. “Anti-Cosmo, figlio mio, ciò che fa il Re, mio marito, non ti riguarda per ora. Come Principe ereditario e futuro monarca, dovresti cercare di formarti e prepararti ad assumere la posizione che più ti spetta.” una donna dai capelli bluastri e ricci spiegò pazientemente, ma non c'era amore o verità nelle sue parole o nei suoi gesti. Solo dovere, costrizione e rassegnazione, che il ragazzo dagli occhi verdi carpì immediatamente. “Un giorno comprenderai, non è possibile soddisfare tutti.”.
“Non lo comprendo.” Anti-Cosmo aggrottò la fronte e osservò una guardia aggredire e colpire violentemente al viso una donna, e un giovane adolescente con un calcio. “E raramente mi imbatto in qualcosa che non comprendo. Vi attenderò in salotto per la cena.” replicò infine il ragazzo, camminando a passi decisi verso l'uscita della stanza, rifiutando di starsene lì ad ascoltare gli insegnamenti e le gelide morali che, secolo dopo secolo, si erano ormai impresse a fuoco nella sua mente.

Forse era vero, forse la questione non lo riguardava dopotutto. Certo, era il futuro sovrano e probabilmente avrebbe comunque seguito i futuri avvenimenti, ma aveva ancora molto da imparare... giusto? 
Sì, giusto. Non poteva sprecare ciò che gli era stato insegnato, tutto ciò che aveva imparato; non si sarebbe fatto impietosire, non era da lui provare pietà, affetto o commozione. Lui era un'Anti-Fata, una creatura malvagia ed egoista, il cui scopo era quello di portare sfortuna e disgrazia ad ogni altro essere vivente. 
Lui, Anti-Cosmo, era nato per regnare, e lo avrebbe fatto. 




Angolo autore: 
Ehy gente, come va? Questo è solo un piccolo prologo di una storia che avevo in mente da un po', spero di riuscire a continuarla. 
Vedrò se continuarla, poiché vedo che questa parte del fandom non è affatto frequentata, se vedrò che qualcuno recensisce la continuerò. :)