Anime & Manga > Dragon Ball
Ricorda la storia  |       
Autore: Longriffiths    13/09/2017    3 recensioni
Si sentiva diversa da tutti i suoi coetanei, e non solo per il non proprio piccolo dettaglio scuro e peloso lungo sessanta centimetri che portava avvolto intorno alla vita e sotto la gonna ogni giorno, per nascondere il fatto di essere la discendente di una razza aliena scomparsa tempo addietro con il suo pianeta natale di cui lei sentiva dentro una grave mancanza pur non avendolo mai visto, e non solo a causa del titolo che avrebbe portato se fossero ancora esistiti.
Genere: Angst, Avventura, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Bra, Pan, Un po' tutti | Coppie: Bra/Goten, Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Pan/Trunks
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Quei corridoi non le erano mai piaciuti.

Odiava quel fastidioso vociare dei ragazzi di primo mattino, cosa avevano da essere tanto allegri a quell’ora, con una tale vitalità in corpo il primo giorno di scuola? Lei neanche trovava la forza di rispondere alla propria madre sul tipo di colazione che preferiva consumare. I professori non erano da meno, quel giorno si erano tutti coalizzati per renderle quelle sei ore un inferno. Che motivo c’era di urlare tanto anche durante il test di inizio anno? La giovane guerriera aveva tante di quelle domande ogni giorno da porsi, banali o profonde che siano a cui poteva associare ben poche risposte, poiché nessuno era in grado di capirla e di entrare nel suo mondo, comprendere ciò che sentiva, il suo inusuale stato di inadeguatezza, la sensazione che portava nel cuore che le suggeriva di essere costantemente nel posto sbagliato da anni come se non facesse parte di quel contesto, di quel pianeta che era casa sua. Si sentiva diversa da tutti i suoi coetanei e non solo per il non proprio piccolo dettaglio scuro e peloso lungo sessanta centimetri che portava avvolto intorno alla vita e  sotto la gonna ogni giorno per nascondere il fatto di essere la discendente di una razza aliena scomparsa tempo addietro con il suo pianeta natale, di cui lei sentiva dentro una grave mancanza pur non avendolo mai visto e non solo a causa del titolo che avrebbe portato se ancora esistessero. Desiderava avere un luogo ove poter sfogare la sua natura guerriera e sfuggire alla monotonia del pianeta Terra. Non le bastava più liberare i propri istinti solo una volta ogni tre anni, i panni della semplice terrestre iniziavano a starle stretti.

Sospirò irritata compilando le ultime domande chiuse del test di chimica con facilità, essere la figlia di una brillante scienziata ed aver ereditato un cervello notevole aveva certamente i propri vantaggi. Improvvisamente una pallina di carta arrotolata le sfiorò i capelli atterrando proprio dinanzi a sé, sul banco. Svelta e senza farsi vedere, la principessina srotolò quella striscia immacolata leggendovi sopra in lingua aliena una semplice frase: ‘Qualcuno apprezza particolarmente il corsetto del tuo vestito stamattina, Echalotte.’  La turchina alzò un sopracciglio tanto esageratamente che questo scomparve sotto la sua frangia, girandosi poi verso la sua migliore amica qualche sedia più in alto della sua che ammiccava sorridendo divertita in direzione di un ragazzo non poco distante da lei, che in effetti aveva lo sguardo fisso sulle sue rotondità. Lanciò un’ultima occhiata alla bruna strizzandole un occhio, per poi portare un mano all’interno della scollatura facendo finta di cercare qualche oggetto, per poi tirare fuori il dito medio togliendo dalle labbra il ghigno soddisfatto da quel ragazzo, che gettò praticamente la testa sul suo foglio rosso in volto. Pan rise come se stesse guardando uno dei programmi demenziali che tanto amava, guadagnandosi le occhiate di tutti i presenti ed una nota sul registro dell’insegnante. La minore sorrise con una nota di disgusto tornando poi imbronciata adottando la sua solita espressione nervosa e rude che la rendeva identica a suo padre, detestava i ragazzi terrestri specie quelli della sua età, erano tutti smidollati e lei non apprezzava per niente le loro avances né godeva delle attenzioni che le riservavano anche se poteva sembrare il contrario agli occhi di coloro che non la conoscevano bene. Non le piaceva essere al centro dell’attenzione, ma non si sforzava ugualmente per evitare di esserlo. Amava il proprio corpo e le piaceva esaltarlo nei limiti senza mostrare più del dovuto, non era certo merce in vendita lei. Ma preferiva restare da sola. Non aveva molti amici dato che mostrava profonda apatia per coloro che aveva intorno,  al contrario della bruna che invece era una macchina stringi-amicizia, ed era costretta ad uscire anche con i suoi amici il sabato sera, limitandosi però cortesemente in chiacchiere superficiali, non parlava con nessuno di se stessa, poiché aveva ben poco da dire. Chi mai avrebbe compreso i suoi sentimenti tra quelle persone. Lei, era solare solo con chi dimostrava di meritarsi la sua attenzione, qualcuno la cui mente doveva essere aperta e già sufficientemente emancipata. Qualcuno come lei, esuberante ma munito di un cuore d’oro.

Al suono della campanella che segnava la fine della lezione si alzò pacatamente dirigendosi alla cattedra per consegnare tenendo lo zaino su una spalla sola, aspettando la propria amica per uscire dall’aula insieme e dirigersi verso il giardino. Bra nutriva per Pan un bene puro e immenso, l’unica con cui poteva aprirsi come desiderava e che poteva reggere i suoi discorsi, l’unica a cui poteva mostrarsi spettinata ed in pigiama in libertà. Amiche sin da piccole senza segreti l’una per l’altra legate dalla particolarità di avere un differente DNA. Pan era la sorella maggiore che la turchina aveva sempre desiderato avere, senza togliere nulla al suo adorato fratello.

Le due passeggiavano nel cortile imboccando la via di casa parlando sottovoce la lingua che il Principe aveva insegnato su richiesta, la loro sorta di alfabeto segreto che le teneva al sicuro da orecchie indiscrete, quelle stesse orecchie appartenenti alla combriccola delle ‘più belle della scuola’, che le scrutava storcendo il naso per la presenza della minore. Una di loro infatti era una sua nemica e rivale da ormai un anno. Una ragazza alta, dai rossi capelli ricci ed un paio d’occhi verdi, maligni e subdoli che avevano rapito il cuore di un ragazzo a cui Bra non aveva mai avuto il coraggio di confessare i propri sentimenti, un ragazzo che vedeva ogni giorno dal principio della sua vita, un ragazzo che la teneva tra le braccia da neonata e che aiutava suo fratello a cambiarle il pannolino, che era stato presente ai suoi primi passi e parole, un moretto ingenuo e dal cuore puro che apparteneva anch’egli per metà alla  razza guerriera più forte che quell’Universo avesse mai ospitato. La piccola principessa senza corona si era accorta di provare quanto più simile all’amore avesse mai sperimentato sino a quel momento solo quando lo aveva visto unire le labbra insieme a lei. Non aveva senso sentire il cuore spaccarsi in due per un semplice amico. C’era un motivo del perché il suo cuore accelerava i battiti quando era in sua presenza, al perché sentiva sempre caldo quando era nella sua stessa stanza anche a dicembre, del perché quando si allenavano puntava sempre allo scontro fisico per avere un minimo di contatto con il migliore amico di suo fratello. E lei lo aveva riconosciuto quando ormai era stato troppo tardi, quando lui aveva già  smesso di chiamarla principessa come era solito fare in tono canzonatorio quando lei si poneva in modo rude nei suoi confronti per appellare in quel modo solo la sua ragazza, regredendo a ‘Bra’ o ‘Azzurra’ quando aveva a che fare con la turchina. E di questo lei ne soffriva parecchio, dell’aver perso il suo Goten lontano moralmente ormai anni luce da lei, tanto da chiudersi ore intere nella propria camera escludendosi dal mondo intero quando la tristezza si impossessava del suo animo. Ma a differenza della rossa, lei non provava alcun rancore.

La ragazza dalla capigliatura folta in stile Afro odiava letteralmente Bra, odiava il fatto che fosse così attaccata al suo ragazzo, che lo vedesse di continuo dato che era quasi sempre alla Capsule Corp; quando non erano insieme, odiava quel suo modo di camminare da presuntuosa e odiava il suo essere così intelligente ed allo stesso tempo bella da mozzare il fiato. E odiava quelle sue stupide amiche del cazzo che glielo facevano ingenuamente notare ogni volta.

《Quel vestito non mi starebbe neanche se perdessi due taglie.》

《Ma quella mangia?》

《Perfino quelli più grandi del nostro corso le vanno dietro, è cosi bella.》

《È impossibile che sia per il suo aspetto, ce ne sono di più carine. Andrebbero tutti dietro anche a me se mi vestissi in quel modo e mi cedessi anch’io come una puttana senza distinzione tra quelli impegnati e non.》Purtroppo l’odioso commento alimentato dal fuoco del mostro verde chiamato gelosia non sfuggì alle orecchie della ragazza, che arrestò i suoi passi scura in volto.

《Bra, ti prego andiamo a casa..》

《Aspettami qui non ci metterò molto.》La giovane Saiyan si diresse al gruppetto di oche a qualche passo di distanza, che appena notarono la sua imminente presenza ammutolirono. Poteva tollerare i loro risolini al suo passaggio, poteva tollerare che ella si appiccicasse maggiormente Goten quando casualmente la turchina era nei dintorni, poteva tollerare le sue scenate infantili di derisione ed anche i suoi insulti, ma non permetteva mai a nessuno di lanciare accuse infondate sulla sua persona. Lei che si era sempre mostrata superiore ai suoi giochetti senza abbassarsi a quei livelli, sempre presentata ai terzi come una ragazza matura e composta, mai un pizzico di volgarità nei toni o irresponsabilità nei gesti, ed ora per colpa di una stupida ragazzina viziata avrebbe dovuto essere dipinta per il modello di donna che non era e non sarebbe mai stata? Era davvero troppo anche per lei. Ignorando le suppliche della maggiore ed i suoi tentativi di farle cambiare idea, si fermò a fronteggiare la propria rivale con aria di sfida.

Potresti ripetere?》Sputò la turchina con disprezzo mentre l'altra mostrava il coraggio di guardarla dall’alto verso il basso.

《Non sei niente di speciale, tutte noi abbiamo ciò che hai tu per fare in modo che ci seguano come cani. Ma almeno abbi contegno verso quelli che non ti vogliono e che hanno già da un’altra ciò che vorresti che prendessero da te.》 Le iridi azzurre della Saiyan divennero opache, la vista le si appannò e presto sentì che tutti gli esercizi di autocontrollo tenuti fino a pochi anni fa per placare la sua natura esplosiva in quel momento furono vani, poiché la ragazza rossa dalla collera e tremendamente offesa e toccata nella dignità strinse le dita a pugno, colpendo la mandibola della malcapitata. Questa cadde all’indietro tenendosi il labbro macchiato di rosso tra le mani, guardandola sconvolta ed impaurita come se fosse matta, come se avesse due teste, come se non si aspettasse quel gesto tanto audace e brutale da parte sua. Lo schock era presente sui volti di tutti gli scolari, tranne su quello di Pan che invece esprimeva terrore puro, avendo sentito il Ki dell’amica crescere come l’alta marea, ma non aveva fatto in tempo a evitare le sue intenzioni. Con uno scatto repentino afferrò il polso della minore trascinandola via di lì a grandi falcate verso casa, infuriata in modo apprensivo sbraitando verso di lei per tenerle presente che se si fosse lasciata andare un filo in più avrebbe potuto causarle danni permanenti al viso. Ma a Bra non importava niente ormai, si era tolta un grosso peso dallo stomaco ed ora bramava il loro prossimo incontro per godersi l’espressione di quella vipera, e vederla finalmente abbassare il capo davanti a lei. Tenne gli occhi bassi per non affrontare lo sguardo della sua amica che le stava letteralmente urlando in faccia una ramanzina da far invidia a sua madre, ed anche se aveva tutta ragione al mondo lei non avrebbe mai dato la soddisfazione di curarsene del suo gesto, malgrado sapesse di aver fatto una sciocchezza imperdonabile che avrebbe influito sul suo modo di essere vista, e sul rapporto con il Saiyan di cui era innamorata. Sbuffò chiedendole di smetterla mentre apriva la porta di casa, la sua amica sarebbe rimasta da lei per la notte in assenza dei suoi genitori fuori città per un’importante conferenza di Gohan a cui Videl era stata felice di prendere parte. Quando abbassò la maniglia di quella che era la loro immensa e prorompente abitazione venne accolta dalla cristallina voce della scienziata che le invitava a sedersi in tavola raccogliendo il giacchetto di Pan, che per sua grazia smise di parlare correndo verso la cucina, la turchina invece gettò in terra lo zaino dirigendosi in sala da pranzo con estrema calma. Quando varcò la soglia della stanza avrebbe voluto fare dietrofront, poiché intorno alla tavola c’erano praticamente tutti. Goku e Crilin con le rispettive famiglie e Junior, che chiacchieravano allegramente. Certo si era abituata alla presenza di tutti, adorava averli in casa a riempirle le giornate sin da quando era bambina, in più Goku era insieme a suo padre per loro un maestro, e quando c’era lui in casa, c’erano anche divertimento e combattimenti assicurati. Ma tutto ciò che avrebbe voluto fare in quel momento era mettere le mani addosso a quell’idiota per cantargliene quattro, ed invece, dovette sedersi a tavola e subire un’ora intera di schiamazzi e conversazioni a cui non aveva alcuna intenzione di partecipare, mangiando controvoglia e lanciando di tanto in tanto occhiate truci all’oggetto dei suoi pensieri.

Nel pomeriggio, i due eterni rivali si barricarono nella Gravity Room mentre il resto della combriccola tornava ai rispettivi impieghi compresa la loro amica Marron alle prese con un negozio di animali. Le tre donne erano nel salone di casa a sorseggiare del tè, e le due migliori amiche finalmente uscirono dalla stanza della turchina dopo aver finito i compiti e dopo aver tenuto una conversazione abbastanza delicata, in cui Pan incitava l’amica a parlarne col moro e lei si rifiutava categoricamente di ascoltarla, dirigendosi al piano di sotto per gustarsi una merenda trovandovi Trunks e Goten intenti a sistemarsi la tuta da combattimento indosso.

Ehi, non venite ad allenarvi?》

《No.》

《Ma tra una settimana c’è il torneo!》

《Trunks non essere fastidioso.》

《Non badare a lei, è solo che per oggi ha fatto abbastanza.》

《PAN!》

《Che cosa vorrebbe dire?》

《Che dovresti stare più attento a chi ti metti affianco.》

《Trunks, perché non aspetti fuori zio Goten?》La bruna con il più angelico dei sorrisi trascinò il guerriero oltre quella stanza lasciando i due soli a confrontarsi. Il tentativo di tenerli lontani dal resto non era andato a buon fine, poiché le urla di Bra echeggiavano fino al salone principale della casa in cui ora si trovavano i due insieme alle donne, che sorprese quanto il fratello della diretta interessata interruppero il loro momento di quiete e relax per chiedere spiegazioni riguardo tutto quel trambusto che la bruna tenne per sé. Bulma provò un forte senso di inquietudine nel sentire la propria figlia sbraitare in quel modo furioso contro una delle persone più vicine a lei, era la prima volta in diciassette anni che assisteva ad un dibattito così duro da parte sua ed era la prima volta che udiva la sua bambina pronunciare determinate parole, nonostante sin da piccola avesse sempre avuto la tendenza ad essere scontrosa e a sfidare le persone. Poco di quelle frasi che i giovani si stavano scambiando arrivò alle loro orecchie, piccoli pezzi che lasciarono però intendere i temi trattati, e ciò che più scosse la scienziata fu proprio il fatto di sentirla litigare per questioni di cuore. Allora un pensiero andò a stuzzicare il suo animo, pizzicandolo e facendo venire voglia alla donna piangere commossa, nel dover realizzare senza più alcuna ombra di dubbio che sua figlia, la sua adorata figlia era cresciuta in tutti i sensi. Era finalmente arrivato il momento di parlare con lei di queste questioni, Bulma desiderava ardentemente da quando Bra venne al mondo il momento in cui si sarebbe cresciuta e avesse scambiato quel genere di chiacchiere, anche se esattamente come suo marito era poco propensa al dialogo, ma ormai aveva imparato come prendere quel tipo di carattere, ed invogliarla a parlare. Si domandò per un attimo se il figlio dei suoi migliori amici fosse solo un tramite o direttamente la causa delle pene della turchina, il che le portò a chiedersi se l’ultima ipotesi fosse quella giusta, come l’avrebbe presa suo padre. Decise che l’indomani, loro due avrebbero parlato a lungo. Quando le urla cessarono, un Goten offeso e pensieroso fece la sua apparizione salutando educatamente i presenti facendo segno al suo amico di seguirlo in giardino.

Quella sera stessa, le due amiche sedute a gambe incrociate sul letto della minore erano intente ad acconciarsi i capelli reciprocamente per la notte in modo da stare comode, osservando il meraviglioso satellite padrone del manto stellato di cui Bra avrebbe dovuto avere paura, poiché ogni mese rischiava di tramutarsi in un mostro primitivo e assetato di sangue a causa sua, ed invece ella fremeva al pensiero di poter sfiorare un giorno i suoi crateri, di volare nello spazio aperto ed addentrarsi in quello che per i suoi ascendenti era sempre stato un campo di battaglia. Appoggiata con le braccia piegate sul candido marmo della sua finestra, la turchina lasciava la mente correre lontano in quell’oblio sconfinato di oscurità. Quanto voleva potersi liberare in aria ed oltrepassare la gravità.

Bra, stai bene?》

《Mh? Oh, si.》

《Tesoro stai peggiorando, fattelo dire.》

《Ma smettila.》

《Dico davvero e non sbuffare. Hai la testa tra le nuvole in continuazione.》

《Tra le stelle.》

《Bra, tu appartieni a questo mondo lo sai. Cosa ti spinge a tanto?》

《Non è questo.》La giovane Saiyan sospirò, voltandosi verso la sua compagna.

《Pan.. ho una vita meravigliosa e delle persone che amo qui, ma non mi permette di essere chi sono. Io appartengo a questo mondo solo per metà, capisci? Io non voglio passare la mia vita in un laboratorio o dietro una scrivania. Io voglio.. andare via.》

《Come?》

《Pan lo so che sembra una follia, io non so cosa mi stia accadendo, ma il mio stile di vita sta lentamente peggiorando e da un po di tempo mi sento.. Sento che c’è qualcosa oltre questo cielo che mi sta aspettando, ed io voglio rispondere alla chiamata, tu capisci? Voglio fare ciò che la nostra razza era destinata a fare-》

《Saccheggiare pianeti e sterminare popolazioni?》

《Ma certo che no..! Intendevo combattere.》

《Ti prego, cerca solo di non trasformare il Dottor Jeckyll in Mister Hide. Io lo trovo un po’ folle a dirla tutta, ma se tu ti senti più Echalotte che Bra.. a me va bene lo stesso.》La turchina sorrise riconoscente stringendo la sua migliore amica in un abbraccio che ella ricambiò anche più forte. Gli eventi di quella giornata avevano scombussolato gli animi di tutti, e non esisteva un modo migliore di quello per fermare la tempesta che ora albergava nei cuori delle due.



---------------------

Salve a tutti voi! Ecco un piccolo schizzo in occasione dell'inizio della scuola.

paige95 se ci sei sappi che e tutta colpa (o merito) tuo se ho iniziato questa storia nonostante ne abbia un’altra in corso T_T ma davvero mi hai fatto venire una voglia matta di narrare questa piccola storia riguardante uno dei miei personaggi preferiti.★

Dunque, detto ciò, la pace governa ormai la Terra da anni dopo il Torneo del Potere, avrete notato che la nostra protagonista si fa chiamare col nome che suo padre aveva scelto per lei, ed i motivi sono palesi ovvero: è un nome Saiyan! La sua coda è un dettaglio che ho voluto inserire.. ci stava troppo per quello che ho in mente.. La piccola principessina avrà qualcosa in mente?

Ringrazio tutti voi che leggete, se vi va di lasciarmi un’opinione/critica costruttiva sarà certamente un piacere.

A presto♡

   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Dragon Ball / Vai alla pagina dell'autore: Longriffiths