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Autore: Chiaroscura69    14/09/2017    1 recensioni
''Non puoi fare così ogni volta... tu non vuoi che ti ami, ma non mi dai nemmeno la possibilità di non amarti'' dissi senza guardarlo negli occhi.
''Tori dimmi cosa potrei fare e lo farò''rispose quasi divertito.
''Lasciami andare e sparisci dalla mia vita una volta per tutte''.
Alessandro mi guardò il polso alla ricerca del braccialetto. Me lo coprii con una mano ma lui me la afferrò e la spinse via.
''Perchè lo hai tenuto?'' disse fissandomi attentamente negli occhi.
''E' un motivo stupido, lascia stare... Senti ho un'idea: frequentiamoci assiduamente per dieci giorni e in questi giorni mi devi mostrare i tuoi dieci peggiori difetti. In questi giorni però non dovrai mai provarci con me.
Solo facendo in questo modo forse smetterò di amarti''.
''Se questo è il tuo modo di risolvere la faccenda per me va bene. Inizia a tremare Melanzana!''
'Ecco come mi sono cacciata nel peggior guaio della mia vita' pensai.
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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''Che ti è successo? Chi sei tu?'' disse Alessandro quando entrai nella Mito.
''Guarda che solo perchè non mi sono mai vestita elegante per uscire con te non vuol dire che non lo sappia fare anche io''borbottai senza guardarlo.
''D'accordo ma pensavo fossi quel tipo di ragazza che:'Mi vesto alternativa perchè fa figo'''
''Allora non hai mai capito nulla di me''sibilai.
Ho sempre odiato le battute sul mio modo di vestire. Non sono mai stata convenzionale, e allora?
Alessandro si sporse a sfiorarmi una coscia con la mano e sentii subito una scarica di brividi accarezzarmi la pelle.
''Sarà molto difficile resisterti oggi''mormorò non mollando il mio sguardo.
''Non puoi fare così quando mi sto arrabbiando con te''sospirai disperatamente.
Alessandro fece il solito sorriso pirata e mi mise una mano dietro la nuca avvicinando il mio volto al suo.
''Sei ancora arrabbiata, Toripomodoro?''mormorò alternando gli sguardi dalle mie labbra ai miei occhi.
''I-io...S-sono arrabbiatissima''sussurrai poco convinta.
''Mmm...E se faccio così?''disse accarezzandomi la base del collo lentamente e osservando tutte le mie reazioni.
Chiusi gli occhi quasi impercettibilmente.
''Mmm...''mugugnai.
''Cosa?''rispose divertito.
''Sì, volevo dire sì''mi ripresi un poco.
''E se ti baciassi?''
''Non farlo''sussurrai sempre meno convinta.
''Altrimenti?''
''Te ne pentiresti''mormorai ma la mia voce si incrinò a metà.
Le sue labbra si incollarono alle mie e persi completamente la ragione. Le mie mani corsero al suo collo prima che potessi capire cosa stesse realmente succedendo. Lui mi attirò a sé in un abbraccio appassionato e portò di nuovo le mani sulla mia nuca, intrecciandole infine fra i miei capelli e tirandomeli leggermente.
Non capivo più nulla. Una sua mano prese ad accarezzarmi tutto il corpo e mi riscossi un pochino.
''Ehi, mi hai morso''protestò Alessandro staccandosi di colpo ma non del tutto da me.
''Te lo avevo detto che ti saresti pentito''ridacchiai accarezzandogli il labbro morso con un dito.
Alessandro guardò prima il dito poi me e nei suoi occhi passò per un attimo un desiderio così violento da spaventarmi e mettermi su di giri allo stesso tempo.
''Okay, è il caso che andiamo altrimenti finisce molto male''borbottò quasi fra sé sciogliendo l'abbraccio.
Sorrisi fra me e me; anche io gli facevo un certo effetto.
Non avevo programmato di vestirmi particolarmente elegante quel giorno ma avevo aperto l'armadio e c'era un vestito che giaceva del tutto inutilizzato sul fondo. Era un vestito nero a tubino che aveva un corpetto ricamato in pizzo leggero e intarsiato da sottili fili rossi che intrecciandosi formavano dei ricami floreali molto delicati. Non l'avevo mai messo perchè quando lo avevo comprato le mie amiche di allora avevano detto che oltre a farmi sembrare grassa mi faceva sembrare una poco di buono e così lo avevo nascosto in fondo al mio armadio e alla mia vita.
Quel giorno però aprendo l'armadio mi ero resa conto di quanto fossi cambiata in quei quattro anni e di quanto provassi ribrezzo per quella Vittoria che si faceva dire sempre cosa fosse giusto, cosa non ci si dovesse mettere addosso.
Non c'era nulla di male in quel vestito, c'era qualcosa di male nei loro pensieri.


''Perciò il difetto di oggi sarebbe?''lo incalzai mentre spilucchiavo la mia insalatina di pollo.
''Prima di questo avrei una domanda''
''Spara''
''Da quando mi sei diventata una salutista che mangia l'insalatina al ristorante?''mi prese in giro Alessandro mentre addentava ferocemente la sua bistecca succulenta.
''Sto solo cercando di stare attenta alla linea''scherzai facendo la linguaccia.
Lui mi guardò severamente.
''Se dovessi veder sparire le tue guanciotte di un millimetro smetterei di uscire con te''annunciò solennemente.
Alzai gli occhi al cielo ma non riuscii a reprimere una risata.
''Ancora con questa storia delle guanciotte''
''Oh avanti, sono così ciccione''mormorò dandomi un pizzicotto sulla guancia.
''Non è divertente, quelle... cose hanno una vita propria''
''In effetti ora che sei magrissima si notano ancora di più. Sono bellissime''
Arrossii.
''Stai cercando di cambiare argomento?''gli chiesi per far sì che non se ne accorgesse.
''Qualcosa mi dice che è ciò che stai cercando di fare tu''
''Per nulla. Allora, questo difetto?''
''D'accordo. Il difetto di oggi è il più importante, il più grave''
''Okay, sono pronta''
''L'egoismo. Io non mi preoccupo mai per gli altri, prendo le decisioni basandomi unicamente sui miei desideri e capricci. Non rispetto mai gli orari perchè non mi importa del fatto che la persona ci possa stare male; non misuro le parole anche quando le questioni sono delicate perchè non mi importa di ferire nessuno. Questo mio difetto è impossibile da sopportare in una relazione, perchè non mi preoccupo nemmeno dello stato d'animo della persona che ho accanto, il mio benessere è sempre al primo posto''
Deglutii.
''Questo difetto in te lo avevo già notato, sai?''mormorai.
''Con te è stato peggio di egoismo. Perchè questo atteggiamento io lo ho con tutti, senza distinzione. Non lo controllo più, capisci?''
Annuii, non capivo dove volesse andare a parare.
''Bene. Con te è stato peggio perchè era volontario. Giocavo a farti del male. Avevo capito che stavi cercando stabilità, io cercavo qualcuno da punire per punire la mia ex e tu eri il mio animaletto indifeso''
Sentii il dolore raschiarmi la gola.
''Ti comporti così perchè non hai più amato nessuno dopo di lei. E non parlo solo di relazioni amorose ma di persone in generale. Hai perso la capacità di voler davvero bene a qualcuno, nessuno ti provoca lo sforzo di uscire da questo schema di protezione che ti sei creato''
''Non puoi farmene una colpa''
''Invece è colpa tua, Alessandro. Come sempre hai fatto il ragionamento più facile:' Mi hanno ferito una volta, perchè rischiare di nuovo?' E non basta, hai voluto vendicarti su una persona che sapevi non ti avrebbe mai fatto del male. Non capisci quanto sia grave la cosa? Ho sempre pensato di essere io la ragazza fragile e debole che tu tartassavi, che tornava sempre da te con il cuore infranto e la speranza negli occhi, invece sai una cosa? Sei tu, sei sempre stato tu l'anello debole''.
''Ora non è più così''sussurrò, messo alle strette.
''Ne sei sicuro? Adesso hai qualcuno di cui preoccuparti? Hai qualcuno di cui ti importi lo stato d'animo, hai qualcuno di cui t'importi la felicità?''
''Sì, sei tu quella persona''
''Non ti credo. E se stessi cercando di farmi lasciare con il mio ragazzo solo perchè pensi che io abbia trovato la mia felicità lontano da te?''lo accusai.
Alessandro si sporse nel tavolo e mi prese una mano. Cercai di divincolarmi ma lui la strinse.
''No, ascoltami Tori. Io sto impazzendo in questo periodo. Sul serio, non so cosa mi stia capitando. Sono sempre in pensiero per te, ho paura che starmi vicino ti possa far male, ho paura di star rovinando la tua vita per l'ennesima volta. A volte mi chiedo se sia giusto continuare a starti accanto quando lui potrebbe essere esattamente ciò di cui hai bisogno. Lui ti da quello che vuoi; comprensione, amicizia, dialogo, affetto...ma...''
''Ma lui non è te''sussurrai interrompendolo.
''Ma lui ti da un amore che non sai dargli tu''
Rimasi sbigottita.
''Che intendi?''
''Che tu non vuoi lui. Tu hai bisogno di metterti in discussione ogni giorno e di crescere superando gli ostacoli. A te le cose facili non piacciono, a te piace capire, scoprire, creare. Lui è terribilmente statico. Lui ti farà morire con il tempo, ti farà spegnere. Io voglio vederti brillare come stanotte tutti i giorni''
Alessandro mi fissò dritto negli occhi e seppi che stava dicendo la verità. Un nodo alla gola mi impedì di parlare per qualche secondo così lui continuò.
''E come se non bastasse, c'è un altro pensiero che mi distrugge se penso a te. Penso a te e lui e a tutte le cose che lui può avere ed io no. Non riesco neanche a respirare se penso di poterti incontrare mentre lo stai baciando, anche adesso...non...voglio pensarci. Perciò ti prego, non dirmi che il mio unico obbiettivo è farvi lasciare perchè sono geloso della tua felicità. Se fossi convinto che tu fossi felice ti lascerei andare''
Non mi aspettavo un discorso del genere, non mi aspettavo che provasse quelle sensazioni e quei sentimenti per me. Non sapevo cosa dire.
''Okay non dire nulla, non voglio una risposta''sussurrò dopo un po' e mi lasciò andare continuando a mangiare come se nulla fosse.


''A che pensi?''mormorò Alessandro mentre guardavamo le stelle sdraiati sulla nostra spiaggia.
I miei pensieri erano un intrico di sensazioni, emozioni e ricordi. Qualcosa di troppo imbarazzante da riferire e sicuramente di troppo profondo. Le sue parole avevano messo in moto troppi pensieri.
''Nulla di preciso. E tu?''
''Ti dirò ciò che penso quando lo farai anche tu''borbottò.
''E' troppo imbarazzante''
''Questo è sempre stato un problema fra noi. Non riusciamo a parlare, a comunicare''
''Ho sempre avuto paura che questo ci rendesse incompatibili''confessai.
''La verità è che tu nemmeno ci provi, Tori. Che paure hai? Ormai fra noi è successo di tutto''
''E' proprio per questo che ho paura ad espormi''
''Non puoi fare la paternale a me perchè faccio sempre il ragionamento più facile e poi fare lo stesso''
''La cosa è molto meno grave. Sai, io non ti ho trattato come un cane per un anno per puro, egoistico, divertimento''sputai velenosamente.
Il suo sguardo divenne subito di ghiaccio e smise di guardarmi. Me ne pentii all'istante.
''Okay, senti ho un'idea''esclamai allegramente voltandomi del tutto verso di lui.
Lui mi ignorò continuando a guardare le stelle.
Gli presi il volto tra le mani e lo voltai verso di me.
''Facciamo un gioco, si chiamerà: 'guardami negli occhi'. In pratica funziona così, cerchiamo di capire ciò che l'altro vuole dirci senza parlare, solo guardandoci negli occhi''
Lui alzò gli occhi al cielo ma non riuscì a reprimere un sorriso.
''Non funzionerà mai''
''Ci alleneremo, ogni volta che ci vedremo ne faremo quindici minuti''
''Uff, non posso offendermi con te se poi fai queste cose che ti rendono speciale''
Gli diedi un bacetto sul naso e finalmente lo vidi sorridere.
''Guardami negli occhi. Giochi?''mormorai fissandolo intensamente.
''Gioco''
Feci passare nei miei occhi tutta l'emozione del primo bacio che ci eravamo scambiati tanto tempo prima in quello stesso punto della spiaggia.
Le sue mani sul mio viso, i brividi sul mio collo, il cuore impazzito, la pelle sudata, il profumo della sua felpa. Quei ricordi sconvolsero anche me con la loro intensità.
''Stai pensando a un brivido''disse lui istintivamente.
''Fuochino''mormorai.
''Aspetta...Stai pensando ad un bacio''
Annuii sorridendo.
''Non pensavo ad uno qualsiasi, ma al primo''
''Il nostro primo?''
''Esatto. Ricordi? Era proprio qui''
''Ricordo...''
Sorrisi con dolcezza e mi parve quasi di vedere al nostro posto quei due ragazzi che eravamo allora baciarsi proprio qui, accanto a noi.
   
 
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