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Autore: Inesburg    14/09/2017    2 recensioni
"Un tavolino di un bar nella sala fumatori, le sue sigarette preferite e un succo d’arancia a tenerle compagnia. Quante volte aveva provato ad adattarsi agli altri, alle situazioni, facendo cose contro la sua natura mite e dolce. Quante cose che aveva fatto per non rimanere sola, eppure, rimaneva sola ogni volta."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia prima storia, un flusso di pensieri in una giornata difficile. Siate clementi!


DISSANGUATA
Un tavolino di un bar nella sala fumatori, le sue sigarette preferite e un succo d’arancia a tenerle compagnia. La giornata sembra indecisa come la sua anima, prima sole, poi nuvole e di nuovo sole. Il vento rinfresca i pensieri, ma li mette anche in disordine come dei fogli su un tavolo che vengono sparsi per terra da una brezza più decisa. Le persone all’esterno vivono la loro vita indifferenti davanti al suo malessere, certe volte un saluto di una persona conosciuta la costringe a sorridere e a intrattenersi in conversazioni di circostanza, come se le importasse davvero di quel che gli altri hanno da dirle. E’ sempre stato così, lei osservava, ascoltava e consolava, stringeva in abbracci rassicuranti le persone per lei importanti che soffrivano, cercava meglio che poteva di far star bene le persone. A un certo punto, non sa bene quando, le persone hanno iniziato a ritenerla una persona scontata, poco simpatica e carismatica, una persona di cui si poteva benissimo fare a meno, quasi come un bicchiere anonimo che quando si rompe non desta più di tanta preoccupazione: si raccattano i cocci, si buttano e se ne prende un altro.

“Ti sono sempre vicina” le dicevano, “ti voglio bene”. Ma era davvero così? Forse era lei ad avere una concezione sbagliata del volere bene e di stare vicino alle persone. Perché per ora non aveva ancora incontrato qualcuno che vivesse la cosa come lei. Quello di cui aveva bisogno era di sentirsi importante per qualcuno, anche solo una persona, un legame che ti rende insostituibile agli occhi dell’altro, un legame che non si spezza nel momento in cui la vita incomincia ad essere difficile.

Forse era solo colpa sua, era diventata troppo seriosa dopo vari avvenimenti nella sua vita che l’avevano provata. Forse era diventata davvero poco “appetibile” alla vita sociale, e quindi aveva trovato rifugio in quel bar nella sala fumatori con le sue sigarette preferite di fianco a lei, dove non doveva dimostrare più niente a nessuno, stanca ormai di farlo, visto che non veniva mai ricambiata dello stesso favore.

Per qualche mese era stata bene, credeva di aver trovato un posto nel mondo, di aver finalmente trovato le sue persone, compagni che vivevano con lei le avventure della vita e che si sostenevano a vicenda. Ma poi, non sapeva come, tutto era finito, tutto era tornato come prima. Da sola, senza nessuno che la considerasse degna di attenzioni, di un abbraccio disinteressato.
Forse quello era il suo destino, rimanere sempre sola. Magari gli altri non lo facevano neanche apposta di non sentire la sua voce, di non interromperla mentre parlava, come se fosse muta e muovesse solo la bocca a vuoto. Forse era davvero una persona poco interessante, mediocre, di quelle che non hanno posto in questo mondo e di cui ti dimentichi nel giro di qualche giorno.

Perché era sempre andata così: conosceva delle persone, iniziava ad avere confidenza, a fidarsi, a mettere a nudo il suo essere e le sue insicurezze. E non appena aveva raggiunto quello stadio, quelle persone non facevano ancora un passo avanti verso di lei, ma dieci indietro. E si ritrovava di nuovo da sola, a cercare di capire dove avesse sbagliato anche quella volta, voleva provare a migliorarsi così forse l’avrebbero accettata.

Ma era davvero necessario un obbligo del genere? Le persone che dicono di volerti bene non dovrebbero accettarti come sei, con i tuoi lati positivi e i tuoi lati più oscuri? Bisognava davvero cambiare per poter andare bene alle persone? In teoria le sembrava assurdo, ma in pratica era diverso.
Quante volte aveva provato ad adattarsi agli altri, alle situazioni, facendo cose contro la sua natura mite e dolce. Quante cose che aveva fatto per non rimanere sola, eppure, rimaneva sola ogni volta. Si sentiva dissanguata.
   
 
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