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Autore: lapotenza    14/09/2017    0 recensioni
"Gli esorcisti sono persone possedute da Dio. Essi esistono al fine di consegnare all'Oblio le sinistre creature che emergono dalle tenebre."
D.Gray-Man ~ Prima Notte, Vol.1
Yuki Hirai. Diciotto anni. La sua espressione, un vero e proprio capolavoro di falsità.
Ingenua o furba come la più infima ed astuta delle volpi?
Passionale o gelida e pacata?
Guerriera o spettro in fuga dal passato?
Yuki é divisa in due parti perfettamente... (A)simmetriche.
Non uno, ma ben due passati alle spalle, non uno, ma nessun futuro che si profila all'orizzonte, non uno, ma ben due marchi imposti da Dio.
Un' anima infranta o un cuore d'acciaio?
Ci sono così tante alternative da scegliere... Ma nessuna persona pronta a condividerle.
Come si sopravvive al ritorno nelle fitte spire dell'Ordine?
Genere: Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Allen/Lenalee
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole tetro ed offuscato da bianche ma fitte nuvole ingrigiva il mondo rendendolo spento, insignificante e piatto, come il suo essere in quel momento. Il vuoto che le si allargava nel petto, mentre contemplava l'anomalo paesaggio fuori stagione, si fece fastidiosamente intenso.
La stanza era vuota, ma l'opprimente profumo di Bernadette persisteva ad aleggiare tra quelle quattro pareti scricchiolanti, un senso di desolazione che quel silenzio disumano sembrava solamente rafforzare.
Lavi, Junior o qualsivoglia, era fuori con le due padrone di casa, Allen e Link, tutti allegri a spaccare legne. Che vi sarà mai stato di così allegro? Yuki non se ne capacitava.
Kanda invece si aggirava per la casa a mo' di spettro, silenzioso come sempre, inutile domandarsi che stesse facendo.
Il progetto di partire in mattinata era saltato.
"Partite dopo pranzo, almeno non ve ne andrete a stomaco vuoto", aveva insistito l'anziana signora.
Lei era rimasta là, a contemplare un bel niente di fronte alla finestra, rimuginando sugli eventi che ancora non riusciva a richiamare alla mente.
Desolazione.
Stava cadendo in pezzi, non ci capiva un accidente e stentava a ricollegare il passato con il presente, aveva bisogno di qualcuno che la comprendesse ma l'unica persona con esperienze di vita simili alle sue era un samurai astioso e taciturno, non esattamente il tipo con cui ti potevi confidare.
Ricordava vagamente Lavi e Kanda caricare per attaccare in simultanea, poi i suoi ricordi nel mondo reale svanivano, lasciando il posto al candore ed all'oniricità della sua mente, dove Nora le aveva parlato, e poi giù nell'abisso delle due voci sconosciute.
Null'altro.
Si strinse nella giacca di lana di qualche taglia di troppo. Non era decisamente rassicurante quell'abbondanza di stoffa, di un colore rosato e profumata di lavanda.
Yuki non era mai stata granché convinta della teoria che le braccia di qualcuno sono il vero riparo che ti dà sicurezza (nonostante gli abbracci di Bak e Lavi sapessero di casa), ma aveva la certezza totale e provata che un bel capo maschile gigante e pregno del classico profumo semplice, basico e virile fosse la cosa che più le piaceva al mondo, e che la faceva sentire un minimo protetta.
La conclusione? Il maglione era più efficace del proprietario. Dopotutto è risaputo che i maglioni stanno zitti e non rompono le scatole. 
Magari era una feticista dei maglioni maschili.
Con un sospiro fece leva con le braccia sul davanzale e si alzò cautamente in piedi.
Riusciva a camminare ma ogni passo era spossante, sembrava quasi che le gambe fossero state prosciugate da ogni forza residua, erano vuote e le ossa sembravano cave, come quando God's Angel la aiutava per capriccio, solo che in quel momento dentro non vi scorreva nessuna energia divina.
Indossava un abito azzurro pastello smanicato a cui Bernadette aveva gentilmente fatto l'orlo la sera prima, poiché non le entrava più da almeno due anni, e quella giacchina morbida. Le calze nere che era solita mettere erano state sostituite da fasciature che da metà coscia (esattamente dove le calze stesse partivano) arrivavano ad avvolgerle perfino i piedi.
Infilò un paio di pantofole esageratamente grandi per il suo minuto trentasette, e ciabattando mogia mogia uscì dalla stanza.
Non aveva ben capito dove fosse finita Moeve, ma preferiva non averla sempre intorno. Era una ragazzina adorabile, e Yuki si sentiva sempre più in colpa nel fingere quei sorrisi gentili. Non era come mentire ad un adulto, ad un coetaneo, si trattava di ingannare qualcuno di innocente, che non aveva colpe di nessun tipo.
A volte non capiva come facesse Lenalee, piangere e sorridere per gli altri in modo sincero, era davvero possibile farlo? Se si, nessuno si era mai preso la briga di insegnarglielo, lei che si era ingarbugliata in un gomitolo tessuto d'egoismo.
Scese le scale cautamente, tentando di trattenere i gemiti di dolore che le scappavano inconsciamente ogni volta che il piede poggiava sul gradino successivo, vibrando il colpo lungo tutta la spina dorsale.
Il silenzio spezzato unicamente dagli scricchiolii del vecchio legno e dall'eco degli uccellini che canticchiavano distratte melodie all'aperto era piacevole, improvvisamente meno disumano.
Sul tavolo della cucina, chino su di un vecchio libro dalla copertina logora, Kanda leggeva assorto, il mento poggiato sul dorso della mano sinistra e quella destra che girava con tranquillità le pagine.
-Di che parla?- si azzardò a rompere il silenzio. Non seppe come, ma riuscì ad arrampicarsi sulla sedia e sedersi miracolosamente sul bordo del tavolo, accanto al vecchio libro.
Senza cambiare posizione, Kanda si limitò a lanciarle un'occhiata disinteressata.
-Di nani che vengono ammazzati.- rispose.
-Oh, ed io dovrei essere la cavia?- provò a scherzare lei, ma il tono le uscì più fiacco del solito, tanto che il ragazzo non sentì nemmeno la necessità di rispondere.
Rimasero in silenzio per quasi mezz'ora, Kanda immerso nella lettura e Yuki col naso all'insù a fissare il soffitto.
Nemmeno sapeva perché rimaneva lì senza muoversi, avrebbe potuto benissimo tornarsene al piano di sopra e lasciarsi andare allo stato comatoso in cui la sua anima supplicava di perdersi, ma qualcosa la tratteneva lì, accanto a quel tipo odioso e litigioso.
Dal canto suo, l'odioso tipo litigioso non si capacitava di non averla ancora cacciata o lasciata lì da sola, si era limitato ad accettare la sua presenza ed il consecutivo sottofondo di limone che la avvolgeva come un'aura. L'unica cosa che stonava al punto da irritarlo era l'essenza di lavanda di cui erano pregni i suoi vestiti.
-Tempo fa ti dissi di cambiare profumo.- borbottò all'improvviso, e Yuki lo guardò stupita, constatando che aveva iniziato di sua spontanea volontà una conversazione.
-Ah ah.-
-Ho cambiato idea.- e poi non disse null'altro. Lei lo fissò perplessa a lungo, ma non ne ricavò nessuna sibillina risposta.
Solo allora arrivò alla conclusione che stava parlando della lavanda.
Sospirò.
-Tra poco si parte.- disse, ma al momento di scendere dal tavolo, indugiò e fissò il pavimento.
E ora?
Kanda le rivolse un'occhiata contrariata ed emise uno sbuffo.

-Quindi fammi capire, tu credi che l'Innocence...- fece vagare lo sguardo attorno a se -...è da qualche parte in questo campo?- Lavi allargò le braccia, tanto per far intendere l'immensità della distesa che si allargava intorno a loro per ettari ed ettari di terreno.
-Ho fatto ricerche, io, mentre voi esaminavate a vuoto ogni angolo che vi capitasse a tiro.- Yuki puntò le mani sui fianchi con fare severo.
-Stavamo cercando nei punti più fertili.- si giustificò il rosso buttandosi a sedere in mezzo al sentiero sterrato.
-E non avete trovato nulla. Ascoltatemi bene: la crescita rigogliosa ed anomala di piante e frutti fuori stagione è iniziata proprio qui, per cui qui deve trovarsi l'Innocence, ci arriverebbe anche un bambino.-
-E da dove dovremmo partire? Saranno venti ettari.- Lavi emise un profondo sbadiglio, stiracchiandosi.
-Mi pare ovvio, dal centro.- Yuki lo tirò per la sciarpa, tentando di farlo alzare, ma riuscì solo a barcollare sulle gambe instabili e rischiò quasi di strozzarlo.
-Non penso che sia facile trovare il centro esatto, anche se possiamo farcene un'idea.- Moeve si lasciò cadere a terra accanto a Lavi, affondando la guancia sul palmo destro.
-Non preoccupatevi, ho fatto i dovuti calcoli, basta che seguiate le mie indicazioni.-
Durante tutta la conversazione, nessuno lanciò nemmeno una singola occhiata a Kanda, al momento di pessimo umore. Effettivamente, sembrava non fosse riuscito a fare qualcosa di molto importante, e ciò lo seccava oltre ogni misura.

-Non preoccuparti, Walker, fa come se non avessi mai incrociato la nostra strada.- Yuki sorrise allegra, anche se di allegro in quel momento non ci trovava nulla e per non colare a picco doveva ancorarsi al braccio di Lavi.
-Sicura che...- il ragazzo si grattò la nuca, a disagio.
-Tranquillo, dopotutto, l'unica persona che pretende da me ogni singolo dettaglio nel rapporto non avrà nulla da obbiettare alla vostra presenza, mi sbaglio forse?- la ramata accennò un occhiolino a Link, che annuì una sola volta, serio. I presenti li scrutarono in cerca di una qualche risposta a quel gesto, ma non ottennero nulla di nulla.
-Beh... Allora in bocca al lupo.- Lavi, dopo essersi assicurato che Yuki fosse abbastanza stabile da lasciarla, si sporse verso Allen. I due si scambiarono un abbraccio fraterno, e Yuki potè giurare di aver visto gli occhi dell'albino lucidi.
-Hirai-san, ti ringrazio. Potresti farmi solo un ultimo piacere?- lei sorrise ed annuì, il ragazzo si avvicinò è le bisbiglio qualcosa nell'orecchio.
Il sorriso di Yuki si allargò.
-Puoi contarci, il messaggio arriverà senza dubbio.-
Quando fu il momento di dirigersi in opposte direzioni, Kanda si fermò ed indugiò sulla figura del ragazzo maledetto, sembrò sul punto di dire qualcosa, ma all'ultimo secondo si voltò ed incedette a passo spedito verso la meta.

Se Yuki Hirai diceva una cosa, si poteva star certi che, a meno che non avesse architettato una qualche menzogna, era quella.
Mai e poi mai una sua previsione, che riguardasse il tempo che avrebbe fatto in serata o i risultati di una partita a poker, aveva sgarrato d'una virgola. Con la precisione degna (e forse perfino superiore) di un computer, il suo cervello stabiliva il giusto equilibrio tra le varianti disponibili e ne traeva una conclusione.
Se lei diceva che il centro d'un campo era in un determinato punto, allora in quel punto si trovava.
E fu così che Lavi, incaricato di immergersi in quell'ondeggiante mare dorato che gli raggiungeva la cintola, riuscì a trovare il loro obbiettivo semplicemente ubbidendo ad un paio di istruzioni. Se fosse stato sempre così facile rintracciare l'Innocence, a quest'ora il Conte sarebbe stato disintegrato da un pezzo.
Con un sospiro di sollievo, il ragazzo osservò la luminescente pietra divina, domandandosi se sarebbe vissuto abbastanza a lungo da vederne il suo compatibile, un'altra storia triste di qualcuno strappato dalla sua vita.
Con un crescente senso di colpa allungò la mano verso il frammento, avviluppato tra le bionde spighe di grano.
Quando le sue dita ne strinsero la superficie, tutto il campo sembrò ondeggiare violentemente, come se qualcuno ne avesse violato il cuore. Lavi la tirò via con facilità, non fu invece facile sopportare lo spettacolo che ne conseguì.
Il grano divenne nero, appassendo e venendo inghiottito dallo stesso terreno dal quale era prima nato rigoglioso, gli alberi si rattrappirono e le loro foglie caddero a terra in una processione interminabile di morte, l'erba sui bordi della strada si ingiallì ed il sole divenne definitivamente grigio e tetro. Un luogo desolato.
Desolazione, come sempre.
Dio aveva donato loro qualcosa in grado di distruggere tutto quello con cui entrava in contatto.
Anche lui, come gli umani, non cambiava mai.

-Prendo questi, la ringrazio.- Yuki porse i soldi (lecitamente guadagnati sopportando scienziati pazzi, samurai boriosi, dittatori coi baffetti e robottoni impazziti) alla commessa della piccola boutique.
"Perché non limitarsi a procurarsi un paio di vestiti dove le capitava?", aveva detto Kanda.
"Perché fare economia se ho talmente tanti soldi da non sapere cosa farne?" aveva ribattuto lei.
E, tanto che ormai c'era, approfittò dei camerini per cambiarsi e liberarsi una volta per tutte degli abiti prestati.
Ormai si era ripresa alla perfezione e sembrava essere nel pieno delle forze, tanto che si stava rifacendo di tutti i minimi torti subiti sia da Kanda che da Lavi.
Semplicemente adorabile nel suo nuovo abito blu, con la sottogonna più lunga di un piacevole color panna, spingeva chiunque passasse lì vicino a voltarsi per osservare quella bambolina vivente.
-Yucchan, ti guardano tutti.- Lavi, le mani dietro la nuca, camminava di fianco a lei, scrutando assorto i passanti.
-Non me ne parlare, è sempre così.- infastidita da tante attenzioni, si avvicinava sempre di più all'esorcista rosso, tentando di evitare gli sguardi.
Odiava quella sensazione, tutti la guardavano e si domandavano se fosse una bambina dai tratti molto maturi od un'adulta piuttosto minuta, e molti sembravano far scorrere gli sguardi lascivi dalle spalle esili al vitino di vespa, sino a giungere alle gambe affusolate.
Aveva comprato l'abito più semplice, senza decorazioni, merletti o forme esagerate, eppure risaltava comunque come una goccia di sangue sulla neve.
Chi aveva sparato la cazzata che le donne alte, slanciate e dalle forme generose erano quelle che attiravano l'attenzione degli uomini?
Lei li attirava ugualmente quando non arrivava nemmeno al metro e sessanta, possedeva a stento una seconda e quando apriva bocca lo faceva soltanto per rimbeccare, commentare, pianificare ed imbrogliare.
La sapeva la verità, le donne che respiravano erano quelle perfette, e se respiravano con un petto formoso erano ancor più perfette. Tutto qui.
Chissà perché, quella sua intolleranza verso il sesso maschile perdurò ostinata per tutta la durata della missione a Parigi, che si rivelò inoltre un clamoroso buco nell'acqua contornato da Akuma rognosi. Per un istante, Yuki si era chiesta se magari fossero stati maschi anche loro, e quella possibilità le fece bruciare il sangue nelle vene.
La piccola Moeve, che al momento poteva occuparsi unicamente dei Livello 1, stava sempre accanto a lei durante gli scontri, quando i suoi avversari finivano e bisognava lasciare il campo libero agli esperti, ed aveva provato a domandarle il perché di tanta irritazione.
Yuki, che in un primo momento aveva attentamente considerato l'idea di sciorinarle un profondo monologo sul perché degli uomini non ci si poteva fidare, si limitò a risponderle che non aveva nessun motivo di cui preoccuparsi, che era solo una vaga impressione e null'altro.
Forse, uno dei motivi era che aveva ricordato vagamente cosa era accaduto durante lo scontro con Tyki Mykk.
Ora capiva perché Kanda le aveva risposto acido di ricordarsi da sola quello che era accaduto.
Nessuno aveva visto niente, l'onda d'urto di quella che comprese fu Omniscience aveva generato una barriera tra lei ed i compagni, stessa onda d'urto che aveva anche interferito pericolosamente con le loro Innocence, mettendone a rischio la vita degli stessi proprietari.
Quello che quel maledetto fumatore le aveva detto, quello che solo lei aveva udito, sarebbe dovuto restare segreto.
A completare la situazione c'era una coppietta adorabile che si scambiava effusioni senza vergogna, rimembrandole l'avvenimento ancora fin troppo vivido del suo primo e catastrofico bacio, altro motivo per incolpare il sesso maschile.
L'Ordine Oscuro era una topaia addetta al compito di fabbrica dell'orrore, e Yuki dubitava potesse contare più di venti o trenta donne nella totalità delle sue sedi. Colpa dei maschi.
Dio era in parte colpevole delle loro disgrazie, e guarda caso se si parlava di lui lo si faceva al maschile.
Il Conte del Millenio voleva distruggere l'umanità e creava quelle creature degeneri nominate Akuma. Anche il Conte era maschio.
Cross Marian aveva sparso così tanti debiti che sarebbe stato impossibile ripagarli anche se si fossero svuotate tutte le miniere del mondo, e più maschio di lui non c'era nessuno.
Avrebbe continuato per ore ed ore, specialmente dopo che Lavi diede inizio ad un accesso dibattito grazie ad una delle classiche battutine dall'aria sessista
Per fortuna, nel giro di qualche giorno, la ramata sembrò calmarsi e ristabilire calma e tolleranza, anche se, ogni tanto, le scappava qualche frase che iniziava con "gli uomini...".
Solo quando giunsero nella tranquilla cittadina portoghese, per l'ultima delle missioni affidate al gruppo, si poteva dire che era ufficialmente tornata la Yuki di sempre.
 

Ahem...
E' tardi!
Se esiste ancora qualcuno che si domanda che fine io abbia fatto mi giustifico dicendo che la storia su wattpad è molto avanti, ma davvero molto, purtroppo per me il computer ha deciso di passare tre mesetti dal suo caro amico tecnico, ed è tornato da pochino, e mentre su wattpad posso tranquillamente fare ogni cosa dal cellulare, epf mi rimane restio a riguardo. Per fortuna però adesso posso tornare ad aggiornare, ed una volta a settimana posterò un capitolo, mettendomi così pian piano in par con la versione di wattpad, tanti saluti alla prossima!

Sara

Sara

 
   
 
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