Fanfic su artisti musicali > Michael Jackson
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Autore: Susanna_Scrive    14/09/2017    0 recensioni
Stati Uniti d'America, anno 2000.
Da quando l'ho conosciuto non mi sono mai sentita giudicata, la sua spontaneità, la sua dolcezza e il suo altruismo mi hanno fatto cambiare completamente la visione delle cose. Però ho l'impressione che ci sia un tassello mancante nella sua vita, c'è qualcosa che solo attraverso i suoi occhi si può vedere ma che è difficile da interpretare. Possibile che ha capito il mio bisogno di aiuto?
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Michael Jackson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2
 

A dir poco stravolta mi siedo finalmente sul divano appoggiandomi allo schienale lentamente, la mia schiena è a pezzi dopo aver passato praticamente l'intera giornata a pulire e a sistemare. Abito in un monolocale ma ci vuole tempo tra mettere a posto piatti, lavare, fare lavatrici, stendere, stirare e sistemare. Era praticamente un porcile invece adesso potrei tranquillamente sdraiarmi sul pavimento per quanto è pulito. Mi tolgo le scarpe decidendo di rimanere in calzini per stare più comoda. La casa è fin troppo silenziosa così decido di accendere la radio nella prima stazione funzionante.
 

- "Buongiorno americani! Buongiorno a quelli che in questo momento stanno viaggiando, a quelli che sono a lavoro o a quelli che stanno semplicemente oziando sul divano di casa" - quasi urla il cronista.


Io ridacchio pensando che in questo momento appartengo alla terza categoria citata dal tizio alla radio.


- "Probabilmente vi starete annoiando ma noi non vogliamo questo. Ma abbiamo la soluzione che vi farà alzare tutti in piedi a ritmo di musica! Questo è un pezzo del 1991 di Michael Jackson, direttamente dal suo album "Dangerous" ecco a voi "Keep The Faith"! - continua per poi far partire la canzone.


Con quel ritmo lento iniziale mi alzo alzando il volume della radio per poi dirigermi in cucina per prepararmi il pranzo, prendo la pentola aggiungendo un goccio d'olio e mentre taglio i pomodori che userò come insalata sento la musica che prende un ritmo più veloce che mi fa battere il piede a tempo. La sua voce è magnifica e particolarmente melodiosa e alla fine mi ritrovo praticamente a ballare mentre metto le fette di pollo nella padella per cuocerle. Entro pochi minuti entrambe le fettine sono pronte e le metto nel piatto insieme ai pomodori tagliati, appoggio tutto sul tavolo insieme a un bicchiere, una brocca con dell'acqua presa dal rubinetto, le posate con lo Scottex, l'olio e il sale per condire sia la carne che l'insalata. Anche mentre sono seduta continuo a muovere entrambi i piedi a tempo, la canzone finisce fin troppo presto e in seguito passano in radio le notizie dal mondo che non mi soffermo molto ad ascoltare. Una volta finito metto tutto nel lavandino e, dopo aver messo nel ripiano apposito l'olio e il sale, prendo la confezione di vitamine che mi ha prescritto la ginecologa la prima volta che sono andata a fare la visita. Apro il barattolo e noto che ne sono rimaste solo due compresse, sbuffo pensando che  quelle pastiglie costano un occhio della testa e che lo stipendio che prendevo era talmente misero che a mala pena uso addirittura gli spiccioli per pagare le bollette. Ne prendo una e la ingerisco aiutandomi con un bicchiere d'acqua, l'ansia aumenta al solo pensiero che sono per l'ennesima volta in ritardo con il pagamento dell'affitto. Per risparmiare il più possibile ho smesso di fare le visite dalla ginecologa già dal secondo mese di gravidanza e ora sono al sesto. Lavo le stoviglie per poi rimettere a posto tutto cercando di mantenere quanto più ordine possibile. Sono le 14.15 quando sento il campanello suonare, dirigendomi verso la porta non posso fare a meno di domandarmi chi potesse essere a quest'ora. Una volta aperta la porta mi lascio sfuggire un sorriso appena riconosco la mia vicina.


- Signora Enderson, che piacere rivederla! - la saluto con un bacio due baci sulle guance.

- Ciao Madeleine, quante volte ti devo dire di darmi del tu - mi rimprovera bonariamente l'anziana.

- Scusi ma non ci riesco ma prego si accomodi - le dico lasciandole spazio per farla accomodare.

- Grazie cara - dice la donna entrando in casa per poi andare in cucina.

- Lo gradisce un tea? - domando già davanti allo scaffale dove si trovano le bustine.

- Volentieri la ringrazio -


Io annuisco mettendo l'acqua nel bollitore accendendolo per poi tirar fuori il contenitore dello zucchero, il limone e alcuni biscotti con gocce di cioccolato che ho fatto ieri posando tutto ordinatamente sul tavolo. Appena il bollitore si spegne, segno che l'acqua è pronta, verso il tutto all'interno di una teiera insieme alle due bustine per poi appoggiare anch'essa sul tavolo insieme alle tazzine e ai cucchiai.


- La servo? - chiedo già con la teiera in mano.

- Non preoccuparti cara mi servo io, siediti che non ti devi affaticare -

- Si figuri, per una teiera - ridacchio.


La donna mi fa comunque sedere e serve il te sia per se sia per me, la ringrazio con un cenno del capo per poi mettere lo zucchero ad entrambe.


- Come stai tesoro? Come procede la gravidanza? - mi domanda l'anziana accanto a me.

- Per il momento procede bene la ringrazio - dico sorridendo.


L'anziana poggia una mano sulla pancia accarezzandola dolcemente da sopra la mia camicetta a quadretti bianca e rosa.


- Si è fatto sentire? -

- In realtà ancora no -

- Strano, solitamente già dal quarto mese si dovrebbe sentire il bambino muoversi - riflette non distogliendo lo sguardo dal mio ventre.

- Magari è tipetto tranquillo - provo a constatare sorridendo leggermente.

- Può darsi, ringrazia dio per questo, non tutte possono godere di questa tranquillità -


Io annuisco leggermente divertita pensando a tutti i problemi che da la gravidanza che io ho avuto la fortuna di non avere. Improvvisamente la signora Enderson si fa seria lasciandomi perplessa mentre la vedo allontanare la mano dalla mia pancia.


- Lui che fine ha fatto? - chiede con tono dannatamente serio.


Mi faccio immediatamente seria anche io, solo pensarci mi fa venire i brividi.


- E' agli arresti domiciliari - dico.

- Quel mascalzone dovrebbe passare il resto dei suoi giorni in galera! - si innervosisce sconcertata dalla mia rivelazione.


Mi limito ad annuire senza sapere effettivamente cosa dire.


- Cara scusa se ti ho disturbata ma ho bisogno che tu mi faccia un favore - mi chiede la donna.

- Certo mi dica - dico aspettando la sua richiesta.

- Quanto volte ti devo ripetere di non darmi del lei, mi vuoi far sentire più vecchia di quello che già sono? - alza gli occhi al cielo l'anziana facendomi ridere di gusto mentre camuffo la risata mettendo una mano davanti alla bocca.

- Comunque hai voglia di farmi la tua buonissima torta alla margherita? Oggi è il compleanno di mio marito e tu sei veramente bravissima soprattutto con i dolci -mi supplica quasi la donna congiungendo le mani in segno di preghiera.


Io mi alzo e guardo dentro uno dei mobili per verificare se effettivamente ho tutti gli ingredienti e quando noto che è così mi giro verso la signora ancora seduta sulla sedia.


- Signora Enderson oggi è il suo giorno fortunato, ho tutti gli ingredienti -


Sorrido vedendola sorridere felice della notizia, inizio in poco tempo a fare l'impasto mentre l'anziana seguiva minuziosamente ogni mio singolo movimento. Una volta fatto metto l'impasto in una teglia per poi metterlo nel forno che è stato precedentemente accesso e messo a 180 gradi.


- Tra circa trenta minuti sarà pronta - dico pulendomi le mani sul mio fidato grembiule blu a fiori.


Noto che l'anziana mi guarda quasi con ammirazione e io sorrido confusa.


- Si vede che ci metti passione in quello che fai, ti avrò visto farla un miliardo di volte da quando ti conosco e io miliardi di volte ho provato a rifarla. Non mi è mai uscita buona come la tua nonostante il procedimento era identico. Sei incredibile - spiega la donna sorridendomi.


Io mi lascio andare a un sorriso raggiante, apprezzo quando qualcuno mi fa i complimenti soprattutto se si tratta delle mie doti culinarie.


- La ringrazio, così mi lusinga. Comunque le posso dire che ci vuole tanta pratica poi io non ho fatto niente di che -


La vedo scuotere repentinamente la testa.


- No cara, forse tu non te ne accorgi ma tu ci metti amore. Ho visto trasparire amore in ogni singolo gesto che hai fatto - continua la signora Enderson.


Io faccio un leggero inchino ma vengo distratta dal telefono che squilla.


- Mi scusi un secondo - dico pulendomi di nuovo le mani su un telo da cucina.

- Non preoccuparti cara - mi rassicura facendo un gesto con la mano.


Sorrido ringraziandola per poi fare una leggera corsetta per raggiungere il telefono prima che smettesse di squillare.


- Pronto? -

- Madeleine! Sono Josh! - si sente dall'altra parte.

- Ehi Josh! C'è qualche problema? - domando allarmata.

- No no Madeleine! - dice l'uomo dall'altra parte del telefono estasiato all'inverosimile.

- Che succede allora? -

- Ho delle notizie per te -

   
 
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