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Autore: Leila 95    14/09/2017    4 recensioni
Da quando si erano trasferiti in quel minuscolo paesino, lontano anni luce dal resto del mondo e dimenticato da Dio, Leia non aveva avuto una vita facile: aveva dovuto fare i conti con una realtà diversa, alla quale si ostinava a non volersi abituare. Nuove persone erano entrate nella sua vita, e non con tutte aveva stabilito un buon rapporto...
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa, Un po' tutti, Wedge Antilles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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          Capitolo V
“Si può sapere perché hai deciso di andare via di punto in bianco?” chiese Luke al suo cocciuto amico, il quale continuava a far roteare il ghiaccio nel proprio gin con un nervoso movimento di polso.
Si trovavano al Mos Eisley, il bar gestito da Lando. A quell’ora era sempre terribilmente affollato – pieno di gente che, uscita dal lavoro, si andava a divertire con gli amici, o di cuori solitari – come Han – che finivano lì con l’intento di perdere il contatto con la realtà grazie ad una buona dose di alcol.
 
Lando, da oste efficiente ed affabile quale era, conosceva bene le esigenze dei suoi clienti e cercava di soddisfarle al meglio che poteva: sapeva esattamente quando Han aveva bisogno di essere lasciato da cuocere nel proprio brodo, e in quelle occasioni – non importava quanto il bar fosse affollato – gli faceva sempre trovare libero il suo tavolino e gli metteva a disposizione gli alcolici più forti che aveva.
Tuttavia Lando non era il solo a conoscere nel dettaglio le abitudini del giovane meccanico: anche Luke sapeva che lo avrebbe trovato lì, al suo tavolo, ogni qualvolta le cose non andavano come voleva – come ora. Quando Leia era tornata dall’officina in lacrime, senza proferire parola, e si era chiusa nella sua stanza, suo fratello aveva subito intuito che era successo qualcosa di grave fra lei e Han. E adesso – a giudicare dalle condizioni in cui versava il suo amico nonché dalla quantità di alcol che aveva già in corpo – capì che la sua intuizione era giusta.
Quei due erano stati sin dall’inizio una coppia esplosiva: ogni volta che erano vicini erano scintille e, più si avvicinavano, e con maggiore forza si respingevano. Eppure non era mai successo, che lui ricordasse, nulla di così estremo da farli star male entrambi ed in modo così manifesto. Leia era sua sorella, e Han uno dei suoi più cari amici: voleva bene ad entrambi e l’unica cosa che desiderava era di vederli sereni e felici – possibilmente insieme, come era giusto che fosse e come era chiaro a tutti che dovesse essere, tranne che a loro. E poi, dopo tutto quello che aveva dovuto subire dopo la morte dei loro genitori, Leia meritava di essere felice, e Luke era convinto che con Han poteva finalmente esserlo.
“Perché è meglio così, ragazzo” rispose Han. “Credimi, è meglio per tutti.”
Luke scosse la testa paziente. “Cosa è successo con Leia?” chiese. Voleva andare dritto alla questione, senza troppi giri di parole.
“Chi ti dice che tua sorella c’entri qualcosa con questo fatto?!”
“Han…conosco Leia da quando è nata. So che sta soffrendo molto, e so che è per qualcosa che è successo fra te e lei.”
“Non è colpa mia!” si difese Han.
“Non sto dicendo questo.”
Han sbuffò stravaccandosi sulla sedia. La calma giobbica del ragazzino lo innervosiva profondamente. “Tua sorella mi odia.”
“Questo non è vero” rispose Luke.
Anche quella saccenza e quella saggezza che lui ostentava tanto mandavano Han letteralmente in bestia: Luke era solo un ragazzino, eppure si credeva già un adulto e autorizzato a ficcare il naso in faccende che non lo riguardavano affatto. “Me lo ha detto chiaramente.”
Luke inarcò un sopracciglio. “Quante volte hai detto cose che non pensavi davvero? Lei non ti odia affatto, anzi.” Si avvicinò a lui, gli prese il bicchiere ormai vuoto dalle mani e lo posò sul tavolino. “Tu le piaci, te lo posso assicurare.”
Han fece una smorfia che Luke non fu in grado di decifrare. Il suo volto si infiammò di colpo, e non fu a causa dell’alcol. “Ha uno strano modo di dimostrarlo, però.”
Luke avrebbe voluto dirgli che lui non aveva saputo fare meglio di lei, in tutti quegli anni passati a prenderla in giro, ma si trattenne: doveva cercare di prenderlo con le buone, se voleva risolvere quella situazione spinosa. “Può darsi” rispose. “Questo non vuol dire che non sia vero.”
“Ammettiamo che sia vero” concesse Han. Visto che il suo amico gli aveva sottratto il bicchiere, prese a bare il gin direttamente dalla bottiglia. “Cosa pensi che debba fare?”
“Non lo so. Forse dovresti mettere bene in chiaro le cose” suggerì. “E andare via non è un buon modo per farlo. Perché non vai da lei e le parli in modo onesto e sincero?”
“Io da lei!? Non se ne parla proprio!” Il ricordo dei loro ultimi scontri era ancora troppo vivido per concedergli tregua – e poi, non era il tipo che andava a implorare il perdono delle ragazze che aveva portato all’esasperazione…il suo orgoglio non glielo avrebbe permesso.
Per quanto si era preparato psicologicamente a mantenere la calma, qualunque cosa fosse successa, Luke stava davvero iniziando a perdere la pazienza. Fece allora appello al suo istinto di fratello, che si era esponenzialmente sviluppato dalla morte dei loro genitori. “Come non detto” sbottò, alzandosi in piedi e facendo per andarsene. Non voleva restare seduto a qual tavolo un minuto di più, a fare i conti con quel tonto che non voleva semplicemente aprire gli occhi e affrontare la realtà. “Fai come vuoi. Forse, dopotutto, è meglio che tu te ne vada…almeno Leia si metterà l’animo in pace e smetterà di soffrire.”
Han lo afferrò per un braccio e lo costrinse a sedersi di nuovo. “Aspetta un momento, Luke. Tu non sai come stanno le cose.”
“E allora dimmelo tu!”
“Io la amo. Me ne sono innamorato il primo giorno che l’ho vista, e non sono riuscito ancora ad accettare l’idea di non poter stare con lei.” Sospirò, prima di continuare. “So di non meritarmela, di non essere alla sua altezza, ma non posso farci niente…non faccio altro che pensare a lei, me la sogno tutte le notti.” E molti dei suoi sogni non erano esattamente innocenti, anzi spesso mettevano allo scoperto pulsioni e voglie così intense che al mattino si svegliava profondamente inquieto, eccitato, smanioso…a volte credeva di essere sull’orlo di una crisi di nervi, e di non sapere come uscirne. Il motivo per cui aveva rotto con Clarisse, solo un paio di giorni prima, era proprio perché l’aveva chiamata col nome di Leia mentre erano a letto insieme: lei gli aveva mollato un ceffone seduta stante ed era fuggita via in lacrime mezza svestita, vomitandogli addosso ogni genere di cattiveria e lasciandolo ai morsi feroci della propria coscienza. Non c’è cosa più brutta – gli aveva detto piangendo – di essere chiamata con il nome di un’altra mentre si sta facendo l’amore. Quello era stato per Han il punto di non ritorno, ed avere la consapevolezza di non poter realizzare le proprie fantasie – sessuali e non – non gli lasciava altra scelta che tagliare la corda ed andar via il più lontano possibile.  
Luke sorrise sotto il baffo. Era esattamente quello che voleva sentirsi dire. “E perché non te la meriteresti? Non credi che sia giusto che decida da sola ciò che è meglio per lei? So che è ancora piccola rispetto a te, ma è una ragazza intelligente.”
“Non lo metto in dubbio.” Anzi, era proprio questo il più grande ostacolo che si poneva di fronte a lui. “Una ragazza come lei, così intelligente, seria, perbene, e un tipo come me…non possiamo stare insieme.”
“Han, non credere che non ti conosca” disse Luke scuotendo la testa. “So come appari, ma so anche quello che sei veramente…sei un bravo ragazzo, in fondo. E, soprattutto, so che non faresti mai del male a Leia, e che la rispetteresti davvero.” Sorrise convinto. “Se ti può consolare, hai la mia approvazione.”
Per un attimo si fissarono senza dire nulla, finché Han non proruppe in una fragorosa risata, così forte che qualcuno nel locale – nonostante tutto il frastuono – si girò a guardarli con sospetto. “Ragazzo, io sono abituato a prendermi quello che voglio senza chiedere a nessuno…non ho bisogno della tua approvazione!” In cuor suo tuttavia era contento e sollevato del sostegno di Luke: era uno dei pochi amici che aveva e gli sarebbe dispiaciuto se il loro rapporto si fosse incrinato a causa del suo interesse per Leia.
“Secondo te ho qualche chance?” chiese sottovoce, con lo sguardo fisso sul tavolino.
Luke sorrise con l’aria di chi la sa lunga, e propose: “Vogliamo scommettere?”

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NOTE DELL'AUTRICE
Salve a tutti, e grazie mille per le numerose recensioni che state lasciando a questa storia e che mi riempiono di gioia!!! Come mi ha scritto qualcuno, Han è un vero tontolone, e i nostri protagonisti dovranno penare ancora un po' prima di poter giungere ad una pacifica conclusione (si spera!). Per questo capitolo mi sono ispirata al primo incontro di Luke e Han alla cantina di Mos Eisley (Episodio IV), anche se i toni e gli argomenti sono molto diversi - nonché al primo episodio della saga di Indiana Jones, quando Indy piange la presuna morte della sua amata Marion in compagnia di una bottiglia di alcol (lo so, purtroppo Indy e Han si sovrappongono nella mia testa, come fossero fratelli gemelli, anche se appartengono a universi diversissimi...)
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, alla settimana prossima!

Sabrina

 
   
 
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