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Autore: Lady Windermere    15/09/2017    3 recensioni
Giulia Pisani ha diciassette anni, una passione sfrenata per le serie Tv, una madre fervente cattolica e tanti altri problemi.
A questi si aggiunge il recente trasferimento in uno dei licei più prestigiosi di New York, dove, tra reginette frustrate, una fastidiosa gossip man, professori appena usciti dall'ultimo numero di Cosmopolitan, un nerd addominalato e i due ragazzi più ambiti da ogni individuo di sesso femminile nelle vicine cinquecento miglia, dovrà imparare la lezione più importante di tutte: per fare i popcorn non serve l'olio di palma.
Riuscirà la nostra protagonista a sopravvivere?
STORIA INTERROTTA
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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I sogni son desideri? Qualcuno dica a Cenerentola di cambiare spacciatore

 

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“I want you to break into Hell with me and rob the gods blind”

Westworld

 

 

Non riuscivo a prendere sonno quella sera. Avevo provato di tutto. Pecore, libri, documentari sui dromedari africani. Nulla di tutto ciò aveva funzionato.

Mi rigirai nel letto. Non riuscivo a spegnere il cervello, cosa che mi capitava molto spesso, specialmente la sera.

Era come se decidesse all’improvviso di sovraeccitarsi e farmi fare qualsiasi cosa tranne dormire.

Sbuffai e accesi la lampada accanto al mio letto.

Erano le tre di notte. Cercai di calcolare quante ore mi restavano da dormire, sicuramente troppo poche.

«Sembrerò una cocainomane domani. Basta» dissi, alzandomi dal letto «Da domani mi prendo i sonniferi.»

Mi affacciai alla finestra, nella vana prospettiva di addormentarmi contando le stelle.

La finestra della mia vicina era ancora illuminata e a giudicare dalle ombre doveva avere visite.

«Ecco, perfino la vecchia ottantenne in carrozzina ha una vita sociale più appagante della mia.»

Tutto ciò non fece che deprimermi ancora di più. Dovevo pensare a qualcosa di bello, altrimenti sarei stata sopraffatta dall’ansia.

Qualcosa di bello, qualcosa di bello…Chris?

Ripensai alle sue labbra morbide che sfioravano le mie.

«Questo non ti aiuterà a dormire, Giulia, senza alcun dubbio» mormorai.

«Lo penso anch’io.»

Mi voltai di scatto.

Chris Dallas era appoggiato ad un’anta dell’armadio, con aria divertita.

Uno: come aveva fatto ad entrare? Due: perché era uscito dal mio armadio? Tre: chi ce lo aveva messo là dentro?

Mentre valutavo l’ipotesi che in realtà il mio armadio fosse l’ingresso di Narnia e che Chris non fosse altri che il principe Caspian redivivo, lo sentii ridacchiare.

«So che hai molte domande che ti frullano nel cervello.»

Non hai la benché minima idea di cosa mi frulla nel cervello, tesoro.

«Oh sì che ce l’ho.»

Ok, da quando aveva sviluppato poteri psichici? Ma, soprattutto, potevo riuscirci anch’io?

Si avvicinò a me «Ti stai chiedendo perché sono qua, come sono entrato, come faccio ad essere così figo. Tutte domande irrilevanti di fronte a quello che sono venuto a dirti.»

Non sapevo più cosa pensare «C-Chris, io…»

Mi posò un dito sulle labbra, zittendomi «Lasciami finire.»

Si portò indietro i capelli con la mano «Io ti amo, Giulia Pisani. Sii la madre dei miei bambini.»

Due erano le opzioni: o ero morta e mi trovavo in paradiso o ero diventata completamente pazza.

«Come, prego?»

Ma non riuscii a dire altro, perché si avventò sulle mie labbra come se avesse voluto strapparmele.

Mi prese in braccio e mi trascinò sul letto, senza interrompere il bacio.

Se quello voleva dire essere pazza allora ci avrei messo la firma.

Ricambiai il bacio con tutto il trasporto che riuscii a trovare.

Si sfilò la maglietta, mostrando il fisico scolpito illuminato dalla lampada.

Si chinò nuovamente su di me, nascondendo il viso nel mio collo.

«Oh Chris.. » mormorai, chiudendo gli occhi per il piacere.

«Chris?»

Li riaprii immediatamente per trovarmi a fissarne un altro paio che certamente non apparteneva al ragazzo che stavo baciando fino ad un secondo prima.

«Richards?» chiesi, frastornata.

Cosa ci faceva Harry nel mio letto, sopra di me, con la camicia aperta e i capelli sciolti che gli si riversavano sul volto?

Ma al disopra di tutto, dov’era finito Chris?

Harry sorrise malizioso «Pensavo fossimo diventati più intimi, dolcezza

Si appropriò delle mie labbra, mordicchiandomele leggermente «Almeno, a giudicare dalla situazione attuale.»

Lo fissai. Non poteva essere vero. Non avrei mai potuto andare a letto con Harry Richards, figuriamoci.

«In realtà pensavo fossi Chris.»

Assunse un’aria seccata «Ancora lui? Certo che sei proprio fissata eh.»

«Ha ragione, Giulia. Pensi troppo spesso a Dallas.»

Girai la testa di lato.

Dylan era comodamente seduto sulla mia poltroncina a fiori, sfogliando le pagine di quello che giudicai essere un diario.

«20 settembre. Oggi ho incontrato per la prima volta Chris. È talmente bello. 22 settembre. Caro diario, Chris è sempre più figo. Sono così arrapata.»

«Quello non è il mio diario!» protestai, cercando di liberarmi dalla presa di Harry, che, per tutta risposta, si fece più stretta.

«30 settembre. Mrs Giulia Dallas, come suona bene. Chris, ti prego, fammi tua!»

Dylan alzò gli occhi dalla lettura e mi fissò con disapprovazione «Non una parola sul sottoscritto che ti sopporta ventiquattrore su ventiquattro.»

«E non una parola su di me» borbottò Harry, risentito.

«Non potrei mai scrivere quelle cose!»

Harry mi afferrò entrambe le mani e si chinò su di me «Suvvia, Pisani, sai benissimo che nel profondo della tua psiche preferiresti sbatterti me piuttosto che Chris» sussurrò sulle mie labbra.

Gli sputai in faccia «Non ci penso nemmeno, Richards.»

Si asciugò il viso con un lembo della camicia «Oh, la pagherai cara per questo…» disse, sorridendo malvagiamente e mostrando due canini improvvisamente fattisi più appuntiti del normale.

«Sei un vampiro?!» chiesi, stralunata «Ma dove diavolo sono finita?»

Harry rise «Nel tuo peggiore incubo» disse, cercando di azzannarmi la gola.

«Dylan! Ti prego aiutami!» lo supplicai.

«Ho smesso di farti da babysitter, Pisani» rispose, duro.

Vidi i canini di Harry farsi sempre più vicini al mio collo.

Sentii le risate sguaiate di Dylan in sottofondo.

E poi finalmente capii.

Era solo un incubo.

 

Mi svegliai urlando. Allontanai le coperte come fossero serpenti velenosi, accorgendomi prima di essere sudata e poi che non mi trovavo nel mio letto.

Mi diedi un pizzicotto tanto per essere sicura di essere sveglia.

Ero abbastanza certa di esserlo, ma poi Dylan comparve mezzo nudo alla porta spalancata.

Gridai e lui mi imitò.

«Cosa ci faccio qui?» strillai in preda al panico.

«Pervertito! Maniaco! Rapitore! Vampiro!» gli lanciai addosso i cuscini, che non arrivarono a neppure un metro da dove si trovava.

Dylan alzò le braccia sopra la testa «Respira» disse.

Non volevo calmarmi.

«Cosa sono? Una copia di carne di me stessa rapita per partorire in un asteroide? Sono Amy Pond, forse? No, io non credo!»

Dylan si morse il labbro, indeciso sulla sua prossima mossa. Era evidente che voleva spiegarsi, ma lo era altrettanto la mia psicosi mattutina.

Alla fine decise di arretrare e parlò «Dopo il sesto episodio eri così stanca che sei crollata addormentata sul divano.

Ho chiamato tua madre, che prima ha iniziato a singhiozzare, poi ha detto che le bestie di Satana ormai avevano preso possesso del tuo corpo e infine ha detto che non poteva venire a prenderti perché era impegnata con il circolo del patronato.

Quindi, siccome per smuoverti mi ci sarebbe voluto un autocarro e mio fratello è a Thaiti ho deciso di... ecco, farti dormire nella sua stanza.»

Chiuse gli occhi, come se si aspettasse di essere investito da un uragano di invettive.

«Ah» non riuscii a dire altro.

«V-vuoi dire che non... non sei arrabbiata?» Grace aveva ragione a chiamarlo cucciolo.

Solo che probabilmente lei non l'aveva mai visto così.

Alla faccia del nerd... se tutti gli sfigati avessero avuto gli addominali di Dylan il mondo sarebbe stato decisamente un posto migliore.

Dovette sentirsi osservato, perché scomparve dalla mia vista e tornò con indosso pantaloni e una maglietta di Topolino.

Gli feci segno di avvicinarsi, e titubante si sedette ai margini del letto.

Potevo capirlo: per ovvie ragioni avevo dormito coi vestiti addosso, il che doveva avermi conferito lo stesso odore di una capra bagnata.

E probabilmente anche lo stesso aspetto.

Si passò la mano tra i capelli, nervoso.

Mi domandò cosa volessi.

Sorrisi, con quella che voleva essere un'aria misteriosa, ma che dovette assomigliare ad una faccia da vomito, perché Dylan mi chiese se mi sentissi bene.

Avvilita per quella piccola caduta di stile annuii e decisi di passare subito al sodo.

«Avresti potuto provare a svegliarmi come ne "La Bella Addormentata"» feci notare ridacchiando.

Avvampò, ma fu un attimo «Se ci fosse stata una bella addormentata l'avrei fatto.»

Seguirono attimi di gelo.

«Ovviamente scherzo.»

«Puoi sempre rimediare ora.»

Deglutì nervoso «Ora sei sveglia.»

«Non mi dirai che preferisci baciare le ragazze mentre sono incoscienti, Lerman.»

Il suo imbarazzo si tagliava con il coltello.

«Uh qualcuno sta chiamando. Devo rispondere» disse improvvisamente e lasciò la stanza.

Riflettei per qualche minuto.

«Dylan! Non sta squillando il telefono!»

 

 

N.d.A: Buongiornissimo! Kaffè?!

Spero che vi siate divertiti almeno quanto me nello scrivere questo capitolo. Come si può vedere, abbiamo a che fare con un esemplare di adolescente confusa e in preda alla crisi ormonale.

E vediamo per la prima volta gli addominali di Dylan. Caro il nostro bel nerd.

Vorrei ringraziare particolarmente Lupe M Reyes, balli01 e la nuova affiliata Crissy_Chan per le recensioni! (Vi dovrò far arrivare la tessera del fanclub se continuate così ;D)

Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate, se vi piace, non vi piace, se lui è stronzo, se farebbe meglio a morire...cose del genere, insomma.

Detto questo, vi lascio a Sebastian Stan. :)

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LadyWindermere

Ps: La risata di Light è un bonus per il disagio.

 

  
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