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Autore: Hiroyuki    15/09/2017    1 recensioni
[Miss Peregrine]
La fan fiction si ispira esclusivamente alla trilogia di romanzi e non al film. I personaggi e le vicende, pertanto, sono così come vengono presentate nei libri. La storia è ambientata tre anni dopo gli eventi narrati nel terzo libro e descrive un ipotetico proseguimento, pertanto potrebbe contenere spoiler e anticipazioni per chi non avesse ancora completato la lettura. Nuovi personaggi si aggiungeranno alle vecchie conoscenze per dare vita ad un'avventura che metterà a dura prova Miss Peregrine ed i suoi ragazzi speciali, riportando alla luce le pagine più oscure e dimenticate del mondo degli Speciali.
Genere: Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Siamo un bersaglio troppo facile. Pensava Emma, ancora distesa al suolo con la mano sinistra che si tamponava la ferita da cui continuava a sgoragare sangue. Qualcuno li stava attaccando ma, nel buio, non erano in grado di scorgere chi fosse, nè di individuare con precisione il punto in cui si trovasse. Una sola cosa era certa, non potevano restare fermi in quel modo, o sarebbero stati fatti  a pezzi.

Emma cercò di resistere al dolore, strinse i denti e generò una piccola sfera incandescente dalla mano destra, che scagliò nella vegetazione davanti a sè, senza colpire alcun bersaglio. L'erba verde si annerì immediatamente e la luce delle fiamme rischiarò quel tanto che bastava a consentire loro di individuare il proprio nemico.

A pochi metri da loro si ergeva l'imponente massa di quello che poteva sembrare un uomo, alto circa un metro e novanta, ma la pelle era completamente ricoperta di scaglie che brillavano al fuoco, riflettendo la luce delle fiamme. L'uomo sollevò il braccio destro, teso davanti a sè ed il pugno serrato, puntandolo nella direzione della ragazza, incapace di rimettersi in piedi e quindi vittima ideale.

«Mirate agli occhi.» Tuonò la voce di Hugh e, subito dopo, dalla sua bocca sciamò fuori una nuvola ronzante composta di api, che si avventò sull'uomo di metallo. Gli insetti vorticavano intorno alla sua testa, tentando di trafiggerlo con i propri aculei, ma egli non sembrava risentire dell'attacco e proruppe in una risata, rimettendosi a puntare Emma con il braccio. 

Le api, tuttavia, avevano avuto il merito di rallentarlo e distrarlo quanto bastava affinchè Bronwyn riuscisse a raggiungerlo ed assestargli un poderoso pugno all'altezza dello stomaco. Un suono sordo di metallo risuonò nell'aria, mescolato ad un grido femminile. La ragazza ritrasse dolorante il braccio, e si osservò la mano,  dalle cui nocche sgorgava il sangue provocato dai tagli dell'impatto contro le scaglie metalliche che rivestivano la pelle dell'avversario. L'uomo, comunque, era stato sbalzato indietro  di un paio di metri, ma si stava già rialzando.

Emma cercò nuovamente di resistere al dolore e produrre una seconda fiamma, ma prima che potesse riuscirci sentì un braccio cingerle la vita e cercare di issarla in piedi. «Avanti, alzati, non possiamo restare qui.» Era Millard che si era nuovamente liberato dei vestiti per rendersi totalmente invisibile e riuscire a correre in soccorso dell'amica senza essere visto.

Emma fece una smorfia di dolore e si aggrappò all'invisibile spalla del ragazzo, riuscendo a rimettersi finalmente in piedi. Il sangue continuava a colarle dalla gamba, scorrendo lungo il polpaccio e andando ad inzuppare la scarpa.

«Avanti, torniamo in casa, non possiamo combattere qua fuori o ci farà a fettine.» Implorava Enoch, che aveva già preso a risalire la collinetta verso la casa. Nessuno se lo fece ripetere ed il gruppo si mise a correre verso quello che, mai come ora, appariva un rifugio sicuro. Bronwyn, era l'ultima, essendo quella che si era allontanata di più, ma non ebbe problemi a raggiungere Emma, che avanzava lentamente, zoppicando, sorretta faticosamente da Millard. Si affiancò a loro due, dalla parte opposta del ragazzo invisibile e si mise il braccio della ragazza attorno al collo, quasi sollevandola dal suolo, per accelerare la sua fuga.

Alle loro spalle l'uomo di metallo si era pronto al contrattacco e stava puntando il braccio destro verso il gruppetto attardato. Dal suo polso si staccarono delle sottili ed affilate placche di metallo, che vennero scagliate, sibilando nell'aria, contro di loro. Millard gridò: era stato colpito di striscio al braccio sinistro ed il sangue iniziava a fuoriuscire, disegnandone la sagoma invisibile. Comunque non si fermarono, cercando di raggiungere al più presto la casa.

***

«Quindi» domandò Miss Peregrine. «Cosa dovremmo fare, adesso?»

«Adesso lei deve dormire.» Rispose Darryl, poggiandole il palmo della mano sinistra sulla fronte. La direttrice tentò di ritrarsi, ma non fu abbastanza lesta e, non appena la mano toccò la sua fronte, gli occhi si chiusero e il corpo si flettè pericolosamente verso destra.

Darryl fu lesto e portarsi al suo fianco e cingerle la vita con il braccio, quindi la sollevò, portando l'altro  braccio sotto le sue ginocchia e la adagiò delicatamente sul divanetto settecentesco che ornava il fondo della stanza. Si inginocchiò quindi al suo capezzale e le poggiò nuovamente la mano sinistra sulla fronte. Gli occhi gli divennero immediatamente bianchi.

***

Emma, Millard e Bronwyn ansimavano per lo sforzo e l'innaturale maniera di correre, ma erano finalmente riusciti a raggiungere il portone della casa. Gli altri erano già arrivati e li attendevano sulla soglia. «Avanti, sbrigatevi, entrate» Li incitavano.
«Andante dentro, non restate sulla porta, è pericoloso!» Strillò Millard dando fondo al poco fiato che gli era rimasto in gola e, come a voler dimostrare la veridicità di quella profezia, l'aria sibilò altre due volte e due scaglie di metallo si conficcarono contro lo stipite della porta, segno che il nemico stava sopraggiungendo.

I bambini rientrarono immediatamente e gli ultimi tre guadagnarono finalmente l'ingresso, chiudendosi la porta alle spalle; nemmeno il tempo di tirare un respiro di sollievo che Claire strillò dal salone alla loro sinistra. I bambini raggiunsero la stanza e, quando vi entrarono, video Darryl inginocchiato, con la mano sulla fronte della loro direttrice priva di sensi. Sopra di essa si stava formando una nebbiolina azzurrognola. Il ragazzo voltò la testa verso i bambini, senza staccare la mano e li scrutò con gli occhi bianhi. Due rivoli di sangue gli uscivano dalle narici, incorniciandogli le labbra. Non ancora, è troppo presto. Pensò.

Non appena vide la scena, Emma fu colta da una rabbia improvvisa ed incontrollata. Ignorando il dolore alla gamba destra avanzò di un passo avanti e sollevò le mani sopra la testa, generando una sfera infuocata che scagliò verso il ragazzo, insieme a tutto il suo odio, incurante del fatto (ci avrebbe pensato solo più tardi, sentendosi decisamente in colpa) che avrebbe putto ferire anche Miss Peregrine. Darryl sollevò il braccio destro, teso dinanzi a sè con il palmo della mano aperto a novanta gradi. La palla di fuoco impattò contro un invisibile muro posto a circa un metro di distanza da lui ed esplose in una vampata di calore che costrinse tutti a rannicchiarsi all'estremità opposta della stanza per non esserne investiti. Non ho ancora finito, ancora qualche minuto.

Un rumore di legno spezzato provenire dal portone annunciò l'arrivo dell'altra creatura, che con una sola spallata era riuscito a disfarsi di quell'ostacolo. L'uomo di metallo avanzò con passo pesante ed entrò nel salone, spostando lo sguardo sui bambini, in fondo alla stanza alla propria sinistra, e su Darryl, in fondo alla stanza alla propria destra. I due si fissarono per un momento, con un'espressione perplessa sul volto. Poi, il colosso si voltò verso i bambini.

Ricorda cosa hai promesso. Non gli deve essere fatto alcun male. Darryl sentì la propria voce (o era quella di Miss Peregrine?), risuonargli nella testa, ma non aveva ancora finito di assorbire i poteri della ymbryne. Mancava poco, veramente poco, e poi i bambini erano in tanti, magari sarebbero riusciti a risolvere la situazione da soli.

Gli Speciali erano con le spalle al muro, letteralmente. Emma era seduta a terra, dopo essere stata sbalzata indietro dall'onda d'urto della sua stessa fiammata aveva provato a reggersi in piedi, ma non appena il peso del corpo aveva gravato sulla gamba ferita, era franata immediatamente a terra. Bronwyn riteneva di essere l'unica a poter fare qualcosa, e si lanciò sull'invasore, che sollevò il braccio destro, colpendola al viso con la violenza di un maglio. La ragazza barcollò all'indietro, mentre un livido violaceo le apparve immediatamente sulla guancia

Hai promesso, hai promesso. Ripeteva la voce, ma Darryl sapeva che non sarebbe stato in grado di affrontare un combattimento e, al tempo stesso, portare a termine il procedimento. E mancava così poco. Lo strillo di una bambina lo distolse dai suoi pensieri e, anche se non vedeva la scena, riusciva a percepire benissimo tutto quello che stava accadendo nella stanza: l'esaltazione sadica dell'uomo di metallo, che aveva afferrato per il bavero una bambina, la piccola Olive, e la teneva schiacciata contro il muro con il braccio sinistro, mentre con il destro si apprestava a colpirla. Nessun male. Hai promesso.

Emma voleva intervenire. Da terra afferrò con ambo le mani il braccio di Bronwyn e fece leva su di esso per rimettersi in piedi, aiutandosi con la gamba sana. Il dolore le pulsava tremendamente nella testa, ma non poteva abbandonare Olive. Così si lanciò verso l'uomo, con i palmi color rosso fuoco decisa a sciogliere quell'essere fatto di metallo. Strinse le mani intorno al braccio destro che divenne immediatamente rovente. L'uomo emise un lamento metallico e agitò l'arto per scrollarsela di dosso, sbattendola indietro, contro i suoi stessi compagni. Purtroppo la gamba ferita non le aveva consentito di mantenere la presa.

L'uomo ghignò sadico. «Ora ti mostro cosa succede agli amici di chi mi fa arrabbiare.» digrignò i denti e sollevò il braccio destro, reso incandescente dal tocco di Emma e puntò il dito indice contro la fronte di Olive, iniziando ad avvicinarlo lentamente. La bambina strillò terrorizzata. Ma il dito si fermò ad alcuni centimetri dalla fronte della piccola. Una smorfia di disappunto comparì sul volto dell'uomo che si stava sforzando di spingere, senza riuscire a muoversi di un millimetro.

«Basta Gael. Lasciali stare. Vattene via.» Darryl si era voltato verso lo scontro. La mano sinistra era ancora poggiata sulla fronte della ymbrine, ma il destro era proteso verso l'individuo che aveva chiamato Gael, come se stesse cercando di trattenerlo a distanza. Gael grugnì ma continuava a tenere puntato il dito arroventato, minacciando la fronte della bimba, e non pareva avesse intenzione di desistere.

Hai promesso! Risuonò, perentoria, una voce nuova ed a questa Darryl sapeva di non poter in alcun modo opporsi. Con un sospiro staccò, riluttante, la mano sinistra dalla fronte di Miss Peregrine e la nebbiolina azzurra ricadde immediatamente sul corpo della ymbryne, sparendo in essa. Poi si alzò in piedi, facendo oscillare entrambe le braccia da sinistra a destra e Gael venne scaraventato contro la parete opposta, seguendone il movimento. Olive, che era finalmente  libera, galleggiò fino arrivare a toccare il soffitto.

«Lurido traditore» gracchiò Gael pieno di rabbia, mentre si rimetteva in piedi. «Ora me la paghi.» ed iniziò a muoversi  verso Darryl sollevando alternativamente il braccio sinistro e destro e facendo saettare, ogni volta, delle scaglie metalliche. Ma il ragazzo rimase fermo nella propria posizione, muovendo alternativamente solo le mani e, ogni volta, le placche curvavano senza apparente motivo verso l'esterno, andando a conficcarsi nel muro. Poi, quando furono a circa un metro e mezzo di distanza, Darryl allungò entrambe le braccia davanti a sè e l'uomo di metallo fu scaraventato indietro di un altro metro.

«Ora basta Gael» gli intimò. «Non sei mai stato in grado di opporti ai miei poteri telecinetici in passato, non ci riuscirai ora.»

Ma il consiglio non fu colto. L'uomo si  rimise in piedi e fece per lanciarsi verso Darryl, che sospirò, allungando le braccia verso di lui e piegando le dita come se stesse cercando di accartocciare un foglio di carta. Gael si ritrovò sollevato da terra; il busto e gli arti cominciarono a torcersi in modo innaturale, accompagnati da sferragliare di metallo e grugniti di dolore. Il sangue aveva ora iniziato a colare intensamente dalle narici del ragazzo ed alcune gocce stavano fuoriuscendo anche dagli occhi, attraverso i dotti lacrimali. Le braccia tese tremavano, in preda ad un grande sforzo, poi allentò la presa e le lasciò scivolare inerti lungo il corpo.

Gael ricadde a terra con un tonfo sordo, ancora dolorante. «Non voglio ucciderti... vattene via e non rimettere più piede in questa casa.» gli intimò ancora una volta Darryl che ansimava per lo sforzo. Ma la creatura di metallo non aveva intenzione di darsi per vinto e, ancora in ginocchio, sollevò il braccio destro lanciando una nuova scaglia. Darryl sollevò nuovamente le braccia e, questa volta, congiunse le mani. Gael fu di nuovo sollevato da terra e cominciò ad accartocciarsi su se stesso, trasformandosi in breve in un ammasso informe di metallo che giaceva sul tappeto al centro della stanza.

Darryl portò la mano destra alla propria spalla sinistra e fece scorrere le dita lungo il contorno della scaglia di metallo, l'ultima lanciatagli contro, che lo aveva trafitto. La vista si annebbiò, provò a muovere qualche passo in avanti, ma crollò sul tappeto, poco distante al suo informe avversario, e svenne.

I bambini erano rimasti in silenzio ad osservare lo scontro, ma non appena Darryl cadde, Emma iniziò a trascinarsi verso di lui, con i palmi delle mani che si facevano più rossi man mano che si avvicinava.

«Che cosa hai intenzione di fare?» esclamò la vocetta di Olive dal soffitto. «La faccio finita. Questa è la nostra occasione per liberarci di loro una volta per tutte.»

«Stai scherzando?» la ammonì Bronwyn. «Ci ha appena salvato la vita, e tu vorresti attaccarlo ora?»

«Sciocchezze, era uno di loro, si conoscevano, sapeva come si chiamava. È chiaro che stanno dalla stessa parte. Nessuna pietà Emma.» la incitava invece Enoch.

«Sì, ma lo ha chiamato traditore, quindi forse non stavano proprio dalla stessa parte.» Ribattè Olive dal soffitto.

Nel frattempo, Emma aveva raggiunto Darryl che respirava a fatica e aveva già cominciato ad avvicinarsi al suo volto con le mani incandescenti, incurante delle discussioni che vertevano tra gli Speciali. Quello che aveva visto era abbastanza, che li avesse salvati o no, quel ragazzo era una minaccia e voleva risolvere subito la faccenda.

«Miss Bloom, si allontani immediatamente da quell'individuo.» Tutti rimasero a bocca aperta, vedendo che Miss Peregrine si era ridestata e li scrutava con sguardo severo.
   
 
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