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Autore: Hermlani    15/09/2017    1 recensioni
Partendo dal presupposto che Stephen Moffat e Mark Gatiss sono dei grandissimi malandrini, voglio provare a raccontare le scene che loro bellamente tagliano nella serie TV. Cercherò di ricostruire il rapporto di Sherlock e John seguendo gli avvenimenti della trama principale. Si tratta quindi di missing moments con un taglio fortemente Johnlock. Attenzione agli spoiler per chi non avesse visto tutte le stagioni...lettori avvisati mezzi salvati!
Genere: Avventura, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: Lemon, Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!
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Mary Morstan era la cosa migliore che sarebbe potuta capitare a John dopo la morte di Sherlock. Era stata assunta dallo studio medico per cui lavorava come segretaria ed infermiera circa un anno dopo la tragica caduta dal Barts e lo aveva subito colpito, non per la sua bellezza (Mary era interessante fisicamente ma non bella o giovane come tante delle sue avventure passate) ma per la sua intelligenza. C’era qualcosa in lei, l’incredibile memoria fotografica, la prontezza di riflessi, il sangue freddo, che aveva un qualcosa di familiare. Avevano iniziato ad uscire e la cosa era diventata seria dopo poco. Lo aveva aiutato parecchio in quel periodo difficile. John infatti, oltre ad andare dalla psicologa, continuava a far visita alla tomba di Sherlock tutte le settimane cercando che il ricordo di lui rimanesse vivido. Non c’era giorno in cui non sentisse la mancanza dei suoi modi bruschi, dei suoi esperimenti, delle sue manie da prima donna, dei suoi riccioli neri, dei suoi penetranti occhi azzurri. Ma non ci poteva pensare troppo a lungo. Lui voleva andare avanti, voleva costruire qualcosa con Mary, voleva sposarla e farsi una famiglia.

Nonostante avesse comprato un costoso anello di fidanzamento da un po’ di tempo, la proposta tardava ad arrivare. La psicologa in una seduta gli aveva consigliato di tornare al 221B per cercare di chiudere con il passato e poter andare avanti. E lo avrebbe fatto. Avrebbe seguito le istruzioni della psicoterapeuta e avrebbe rivisto la casa e una delusa e amareggiata Mrs Hudson. Le avrebbe anche detto dell’imminente matrimonio, per rendere la cosa più reale. C’era una cosa che però non sarebbe riuscito a fare, o meglio, a dire: che era stato innamorato di Sherlock Holmes e che una parte di lui lo amava ancora. Ad ogni seduta la psicologa cercava di farglielo confessare, come se potesse servire a farlo stare meglio. Ma John Watson non ne vedeva il motivo, lui sapeva che l’occasione per rilevare quei sentimenti era andata definitivamente persa.

 
-There’s stuff that you wanted to say…but you didn’t say it.-

-Yeah.-

-Say it now.-

-No…Sorry, I can’t.-

 
In qualche modo la psicologa aveva avuto ragione a proporgli quella terapia d’urto. Dopo il fatidico ritorno nella casa John si sentiva più in pace con se stesso. Quella sera avrebbe fatto la sua proposta a Mary Morstan.
 
*
 
Sherlock in quegli ultimi due anni aveva avuto un solo obiettivo: sventrare l’organizzazione criminale di portata internazionale messa in piedi da Moriarty…era stato un sacco di lavoro di gambe da svolgere. Lo aveva fatto non perché glielo aveva chiesto suo fratello (la regina d’Inghilterra) ma per salvare John Watson. Pensava a lui in continuazione. Grazie al suo palazzo mentale riusciva a far diventare i ricordi vividi come la realtà ma non era mai in grado di ricostruire tutti i dettagli e le imperfezioni umane del suo migliore amico, l’uomo che amava.

Dopo la prova di lealtà che gli aveva fornito anche mentre era in punto di (finta) morte, Sherlock era sicuro che John lo stesse ancora piangendo a Baker Street, non potendo evidentemente trovare nessun altro per colmare il vuoto che inevitabilmente gli aveva lasciato dentro. Fu uno shock quando Mycroft, venuto a riportarlo a casa perché Londra era nuovamente in pericolo, gli disse che il suo uomo si era trasferito e che aveva prenotato per due in un ristorante galante per quella sera.

Qualunque fossero stati, i programmi di John Watson sera sarebbero cambiati.

 
*
 
Mary Morstan era andata a rifarsi il trucco. Il suo fidanzato la aspettava al tavolo per farle la proposta di matrimonio. Lei lo sapeva. Lo trovava piuttosto lampante in effetti…il ristorante di lusso, lui vestito in giacca e cravatta (non lo aveva mai visto vestito così bene), un rigonfiamento all’altezza del taschino interno della giacca dato con  ogni probabilità da una piccola scatola contenente un bell’anello. Peccato per i baffi, le sembrava di ricevere una proposta da un vecchio. Ma ci sarebbe stato il tempo per farglieli togliere una volta sposati.

Anche lei si era vestita elegantemente per quella cena. Mentre si guardava allo specchio del bagno del ristorante pensò di avere l’aspetto di una qualunque signora della classe sociale media. Chissà cosa di lei aveva attratto John. Lui stesso le aveva confessato di avere avuto parecchie storie con donne (lo si capiva anche dalla sua esperienza sotto le lenzuola…) ma da quando stavano insieme non aveva mai dubitato della sua fedeltà. John non era un uomo a cui piacevano le cose semplici e ordinarie. Lui, senza rendersene conto, era sempre alla ricerca di qualcosa in grado di dargli il brivido e di sottrarlo alla noia della vita da medico di base…come i film horror che guardava, i libri thriller che leggeva e la fidanzata killer che stava per sposare. Era comprensibile, dopo essere stato un medico militare, non riuscire ad adeguarsi alla vita civile. Ma allo stesso tempo le sue emozioni erano sempre così sincere da commuoverla. Aveva l’aspetto di uno che si sarebbe messo tra lei e una pallottola, senza sapere che, di fronte ad un assassino, lei se la sarebbe cavata molto meglio da sola. Lo amava e non vedeva l’ora di iniziare una nuova vita con lui. Un marito, una casa, magari anche dei figli. Una vita normale che a tanti suoi “colleghi” era stata negata.

Scendendo le scale vide che uno strano cameriere cercava di attirare l’attenzione di John. Senza riuscirci se ne andò via scocciato. Strano. Il suo fidanzato intanto aveva tirato fuori la scatolina ma vedendola arrivare la rimise in tasca. Il momento era giunto. Lei era così euforica che non riuscì a non finire le frasi di lui. voleva che arrivasse in fretta al dunque. Ma lo strano cameriere tornò al loro tavolo e successe l’incredibile. Sherlock Holmes, dato per morto da due anni era, ritornato dalla tomba per interrompere il loro momento.

Mary registrò ogni mutamento nelle espressioni dell’uomo che fino ad un attimo prima stava chiedendo la sua mano e che ora la ignorava. Stupore, felicità e poi rabbia. La tensione nell’aria sfociò in una rissa. John sapeva colpire duro…le dispiacque un po’ per Sherlock. Lui evidentemente si aspettava un’altra reazione…un abbraccio? Da come lo guardava avrebbe giurato che anche lui voleva del contatto fisico ma decisamente non di quel tipo. Le fece subito simpatia con le sue battute fuori luogo, le sue deduzioni, il non riuscire a trattenere quello che pensava (forse il problema dei baffi era risolto), il suo non comprendere niente della natura umana e quella leggera gelosia che gli leggeva negli occhi quando la guardava.
La proposta, contro ogni previsione, la fece lui a John.

 
-London is in danger John. There’s an imminent terroristic attack and I need your help.-

-My help.-

-You have missed this. Admit it. The thrill of the chase, the blood pumping through your veins, just the two of us against the rest of the world…-

 
E, contro ogni previsione, lei sarebbe stata felice che il suo fidanzato salvasse Londra insieme al famoso detective con il berretto. Stranamente eccitante.

Dopo l’ultimo pugno sul naso assestato da John decisero che era meglio tornare a casa. Salirono sul primo taxi libero e John espresse a parole il suo risentimento per il suo amico. Mary però non lo aveva mai visto così felice. A casa avrebbero necessariamente dovuto affrontare l’argomento.

 
*

John era sconcertato. Non poteva credere a ciò che gli era stato chiesto. Non poteva credere che fosse stata proprio Mary a chiederglielo. La pausa durò così a lungo che la donna gli ripeté la domanda.

-Sei innamorato di Sherlock Holmes?-

-Cos..? Ma che ti viene in mente?-

-John, ho bisogno che tu sia sincero. E ricordati che so riconoscere quando menti.-

-Ma perché me lo chiedi?-

Mary alzò le sopracciglia senza rispondere. Come se la risposta fosse evidente. Aveva aspettato che fossero pronti per andare a letto e aveva sfoderato la domanda appena disfatte le lenzuola. Non c’era modo di scappare.

-Tu lo sai che io amo te.- aveva detto credendo ad ogni parola che gli usciva dalla bocca.

-Sì, lo so. Ma sarei una povera illusa se pensassi di essere la prima.-

-Abbiamo già parlato delle nostre precedenti relazioni e se ti ricordi non ti ho accennato a nessuna parentesi omosessuale, neppure con Sherlock Holmes.-

-È proprio questo che mi preoccupa.-

-Cosa?-

-Il fatto che non ne vuoi parlare.-

-Gesù. È perché non c’è niente da dire!-

-A vedervi sembrava il contrario.-

-Mary, ho perso il conto di quante persone hanno insinuato che ci fosse qualcosa tra me e lui ma questo non me lo sarei aspettato da te.-

-John, se vuoi ancora che io diventi tua moglie devi dirmi la verità.-

John si sedette sul letto con aria sfinita. Stava seriamente rischiando di mandare a monte la relazione più importante della sua vita per colpa di Sherlock. Forse era arrivato il momento di confessare quei sentimenti ad alta voce. Lo avrebbe aiutato a chiudere e ad andare avanti, insieme a Mary. Se c’era una persona in grado di capire era lei. Chiuse gli occhi e fece un bel respiro.

-Certo che sono stato innamorato di Sherlock.- disse con gli occhi bassi. Cercò il coraggio di guardala negli occhi per dirle quello che seguiva. Lo trovò –Probabilmente una parte di me lo ama ancora. Ma questo non vuol dire che non ami te. Io ti amo davvero Mary Morstan e vorrei che tu diventassi mia moglie se ancora mi vuoi.-

Incredibilmente Mary stava sorridendo.

-E allora vai a prendere l’anello, che aspetti?!-

Ma lui non andò a prenderlo. Invece prese tra le sue mani il volto di Mary, la sua incredibile donna e la baciò. E i baci si trasformarono presto in coccole lussuriose. Fu il sesso migliore che avessero mai fatto.
   
 
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