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Autore: Sospiri_amore    16/09/2017    0 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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IERI:
Inconcepibile! 




Il fuoco scoppietta allegro nel camino. Ciocchi di legno mangiati dalle fiamme, consumati si sbriciolano trasformandosi in brace. Il calore è intenso, ma preferisco stare vicina e scaldarmi il più possibile. Ho molto freddo, le mani paiono paralizzate.

James è al mio fianco seduto sulla poltrona verde dello studio, non dice nulla. Con una tazza fumante di zuppa in mano mangia la cena in silenzio in attesa che io faccia qualcosa.

L'unica cosa che sono riuscita a dirgli è che mio padre ha un'altra donna. James ha capito subito, mi ha portata a casa sua per scaldarmi sperando che le mie lacrime smettano di scivolare dalle guance. 

Nelle fiamme danzanti intravedo sagome, immagini che mi ricordano volti famigliari e scene di vita vissuta. Il mio passato mi si ripresenta sconnesso come del resto sono i miei pensieri, frammenti fugaci e confusi.

 

Il pendolo suona le otto di sera.

 

«Sicura di non voler mangiare qualcosa? Ti scalderesti prima», dice James bevendo un sorso di zuppa.

Faccio cenno di no con la testa.

«Tieni questa coperta», mi dice mentre me la appoggia sulla schiena.

Spero mi allevi i brividi che sento per tutto il corpo.

 

La porta dello studio si spalanca.

La Signora McArthur seduta su una sedia a rotelle spinta da Michael, l'autista, entra prepotentemente nella stanza.

 

No. La vecchia non posso sopportarla.

Non ho voglia di rivolgerle neanche una parola.

 

«Che succede nipote? Perché non stai cenando in sala da pranzo come ogni sera?», chiede stizzita, poi si accorge di me accovacciata davanti al camino: «Ah. Capisco. Per quella lì», dice acida.

 

Mi si rizzano i peli sulle braccia e dietro al collo.

La strozzo se continua così.

 

«Scusa nonna è un'emergenza. Elena ha un problema e...». La donna lo interrompe.

«Un problema? Strano. Non è da lei», dice con ironia.

 

Il respiro mi si fa affannoso.

Quell'arpia non deve azzardarsi a trattarmi così.

 

«La signorina qui presente non ha onorato il suo impegno. Mi sono slogata la caviglia mentre sistemavo le cose di Demetra. Se solo volessi potrei farle causa per mancato adempimento di un impegno preso», dice in tono lagnoso, «Ma visto che sono una signora, mi asterrò. Non voglio far gravare sulle spalle della signorina ulteriori problemi».

«Nonna, smettila. Non prenderla in giro. Non è serata», dice James.

«Di grazia, cosa è successo?». La vecchia agita la mano nella mia direzione. Michael la spinge velocemente verso il camino.

 

La guardo con aria infastidita.

Non ho voglia di ascoltare le sue provocazioni. 

 

«Bruno, il padre di Elena, frequenta la propria assistente. Hanno tenuto nascosta questa relazione. Lei è...», prova a spiegare James, ma il vociare dell'anziana lo blocca.

«Inconcepibile. È uno scandalo, una cosa inaudita. Come può fare una cosa del genere?», dice dura.

 

Meravigliata dalla sua reazione mi giro ad ascoltarla, non avrei mai creduto che mi desse ragione.

 

«Come può tuo padre umiliarti in questo modo? Ci credo che tu sia arrabbiata, lo sarei anche io al tuo posto». Geltrude sta fremendo sulla sedia, credo che se potesse si alzerebbe in piedi per manifestare la sua insofferenza.

«È quello che dico io. Come può avermi fatto una vigliaccata del genere», sbotto senza il minimo ritegno con un tono di voce più alto del normale.

James ci guarda entrambe, è confuso:«Personalmente non ci vedo nulla di male, per me Bruno è libero di fare quello che vuole, ma rispetto la vostra opinione».

«Se tuo padre frequentasse un'altra donna come reagiresti? Se si fosse professato innamorato di tua madre per anni, invece lo scoprissi a frequentare quella gatta morta di Tess», dico a muso duro al mio amico.

«Tess è l'assistente di tuo padre?», chiede la vecchia curiosa.

Annuisco.

«Inconcepibile! Credo che eviterei di farmi vedere in giro per una cosa del genere», la vecchia si sventola con un fazzolettino, la sua faccia è rossa.

«Certo, come... Come mi dovrei sentire io? Tua nonna ha ragione al 100%», dico acida.

«Nonna. Elena. Penso sia un po' esagerata la vostra reazione. Del resto Bruno ha tutto il diritto di rifarsi una vita?».

«No!», sentenzio io.

«Sì!», urla la vecchia.

«Cosa!?», diciamo in coro io e la Signora McArthur guardandoci malissimo.

 

Come può aver cambiato idea in così poco tempo?

Non era dalla mia parte? 

 

«Mio padre ha già la sua vita. Con me. Non ha bisogno di rifarsene un'altra», le dico dura.

«Cara ragazza, non ha il minimo senso quello che dici. È come paragonare una gustosa coppa di gelato al pistacchio e cioccolato con una deliziosa Quiche Loreinne appena sfornata. Sono due cose diverse, perfette per una cena gustosa e piacevole. Una non può e non deve a fare a meno dell'altra. Così tuo padre non può e non deve fare a meno di te e Tess», mi dice con supponenza.

«Io cosa sarei, tanto per curiosità? Un gelato o una torta salata?», le rispondo a tono.

«Un limone acido e rinsecchito», mi risponde con la faccia schifata.

 

James mi abbraccia, credo abbia paura possa saltare addosso a sua nonna e prenderla a schiaffi.

 

«Se io sono un limone secco, lei è... è...». Non mi viene in mente nessun cibo a cui paragonarla. «Comunque sarebbe un cibo stucchevole e pretenzioso. E comunque prima sembrava darmi ragione, come mai adesso non le sembra più assurdo che mio padre frequenti Tess?». Con le mani sui fianchi la fisso.

«Cara ragazza, non ho mai sostenuto quello che dici. La cosa che mi sconvolge non è che un vedovo frequenti una persona, ma che la donna che ha sedotto tuo padre sia la propria assistente. Bruno avrebbe potuto frequentare una donna dell'alta borghesia di New Heaven. Il vostro prestigio ne avrebbe tratto giovamento», dice altezzosa.

«Giovamento?», chiedo con gli occhi sbarrati.

«Certo cara. Tu e tuo padre siete così... Come dire... Comuni. Niente ambizioni, niente desiderio di scalate sociali. Credevo che con James desiderassi avere l'approvazione delle persone che contano a New Heaven, invece mi sbagliavo».

«Quindi lei trova inconcepibile che mio padre frequenti una umile impiegata piuttosto il fatto che abbia rimosso, cancellato, eliminato mia madre dalla sua testa per far posto ad una qualsiasi?», le chiedo minacciosa.

«Cara ragazza, se lo dici con questo tono sembra che tuo padre abbia commesso un delitto. Non mi pare così difficile, siete medio borghesi, cioè valete meno di niente in questo mondo perfetto», la McArthur indica la stanza arredata con mobili antichi, quadri preziosi e tessuti pregiati.

 

Mi alzo di scatto sfuggendo dalla presa di James.

Il cuore pompa veloce. Questa volta la vecchia non la passa liscia.

Non può darci dei pezzenti solo perché non possediamo oggetti preziosi o antichità?

Per quanto belle possano essere le cose in quella stanza, non determinano la rispettabilità di una persona.

Sono solo oggetti, destinati a rompersi o essere dimenticati.

La vita è molto di più.

 

«Geltrude. Mi ascolti. So benissimo che lei reputa assurdo che qualcuno possa entusiasmarsi con poco, eppure sappia che per molti è così. Basta un abbraccio, un sorriso amico, qualcuno che ti ascolti. Un rifugio caldo dove nasconderti, parole confortanti, risate, un sacco di risate...», sto sbraitando con l'indice sollevato in aria, «...Certo fanno piacere dei regali, chi lo negherebbe, ma solo se fatti con il cuore. Non importa il prezzo, quello è un dettaglio inutile». Ho il fiatone per quanto forte e veloce ho parlato.

«Cose che Bruno non ti ha mai fatto mancare, giusto?», mi chiede a bruciapelo la donna.

«No, certo che no. Mio padre mi ha sempre am... am...».

 

Stop.

Un attimo.

Cosa sto dicendo?

Io odio mio padre. Lui mi ha tradita. Ha preferito Tess a me, non mi ha mai voluto bene per davvero.

Aspetta.

Ma lo penso davvero?

Cosa ho appena risposto alla vecchia?

Che basta poco per essere felici.

Io sono stata felice con papà? 

Mi è stato vicino dopo la morte di mamma?

 

Abbracci. Pianti. 

Io e papà stretti al funerale.

Coccole. Risate. 

Io e papà pronti a trasferirci dall'Italia a New Heaven.

Figuracce. Chiacchierate. 

Io e papà in un mondo nuovo.

Litigate. Sussurri.

Io e papà affrontiamo la vita.

 

Uniti.

 

«Cosa stavi dicendo cara ragazza? Tuo padre ti ha dato ciò che conta, cioè amore e ascolto? Hmm...  non capisco che problema possa mai essere quello che ti turba. Se Bruno è capace di donare ad altre persone affetto e comprensione, è solo un pregio e non un difetto. Non tutti ne sono capaci, molti dimenticano troppo spesso cosa significhi sapersi dedicare ad una persona... certo rimane il fatto che tuo padre si sia invaghito di una semplice assistente, ma del resto non tutti hanno ottimi gusti in fatto di stile», dice la vecchia sfiorando gli orecchini di diamanti che indossa.

 

Ascolto la vecchia senza replicare. 

Come posso darle torto? 

Papà mi ha sopportata in ogni momento senza impedirmi di vivere la mia vita, mi ha aiutata nei momenti difficili consigliandomi con pazienza. A volte abbiamo litigato, discusso, ma alla fine abbiamo fatto sempre pace. Mi sento così egoista e stupida, ma faccio fatica a non essere gelosa del fatto che non sia più tutto mio.

Il mio papà.

L'ultimo pezzo di famiglia che mi rimane.

E se andasse via anche lui.

Cosa farei io?

 

«N-non voglio pe-perderlo. Non riesco a concepire che ami un'altra donna che non sia mia madre, che la porti fuori a cena e le regali fiori. N-Non riesco a capire come può amarla». Piango a dirotto. Mi sento una bimba piagnucolosa, ma non riesco a farne a meno. 

«Mia cara Elena, le persone cambiano. La vita ti porta a fare scelte che non avresti mai creduto di dover fare. Guarda te e James. Un anno fa eravate una coppia, mai avresti pensato che la vostra storia sarebbe finita, eppure adesso siete solo amici. Il fatto che tu abbia voluto molto bene a mio nipote ti impedirà di innamorarti di nuovo? Credo proprio di no. Conoscerai altre persone che ti daranno molto, alcune ti potranno far battere il cuore più del normale. Significa solo che sai cos'è l'amore, perché l'hai già vissuto. Lo riconoscerai prima, perché lo sai dare. Lo stesso vale per tuo padre, ha amato così tanto tua madre che ha riconosciuto in Tess lo stesso sentimento. Una volta provato l'amore non si può far a meno di desiderarlo», dice la donna.

 

Scoppio a piangere sulle gambe della McArthur. La sento accarezzarmi i capelli come dopo la morte di Demetra, con dolcezza e calma.

Mi sento così stupida, ma dentro di me si battono due anime, due sentimenti contrapposti. Da un lato la paura di restare sola, dall'altro la comprensione per mio padre.

 

«C-Che cosa devo fare a-adesso?», balbetto confusa.

«Lavati la faccia con dell'acqua fresca, prendi una boccata d'aria e vieni a cena, abbiamo un'ottima zuppa stasera», mi dice la vecchia spostandomi i capelli che mi cadono sul volto.

«Io intendevo con papà», le dico.

La donna mi fissa a lungo, le sue labbra accennano un sorriso: «Lascialo libero di amare e di sbagliare, come ha fatto con te. Lascialo libero di vivere la sua vita, ma stagli sempre vicino. Lascialo libero di ridere, parlare e piangere del suo amore. Sii la sua spalla destra e sorreggilo se vacillerà. Vedrai che lui farà lo stesso con te e con tutti i tuoi prossimi infiniti amori».

 

Con l'eco delle ultime parole di Geltrude che mi risuona nella testa chiudo gli occhi.

Il volto lentigginoso di mia madre appare come in una visione.

Sorride.

Mamma è felice perché papà non sarà più solo.

Tess sarà una buona compagna.

Mamma è felice perché io sarò meno sola.

Tess sarà una buona amica.

 

So che la storia tra Tess e papà è una cosa giusta, forse l'ho sempre saputo, ma un angolo nel mio cuore non può fare a meno di desiderare che tutto quello non fosse mai capitato.

È come se quello che sento fosse un presagio, un segnale che mi mette in guardia. Come se mi dicesse che le cose belle non possano durare per sempre, come se quello fosse l'inizio della fine di un'epoca. La mia epoca, la vita dove io sono la protagonista e dove i cambiamenti volano rapidi.

 
   
 
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