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Autore: Novelist Nemesi    18/06/2009    3 recensioni
Dopo L e Hayley mi cimento con una storia su Mello. Ambientata in Germania. Qui tratto la mia visione della sua infanzia, e spero che vi piaccia. Non abbiate paura di lasciare recensioni e consigli su come migliorarmi! Grazie di cuore!
Genere: Malinconico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Sotto il caldo, la monotonia della vita inglese e un giardino pieno di foglie secche da togliere può capitare di avere una svista o un allucinazione. Questo era quello che si diceva il ragazzino, mentre scorgeva un ombra tra i cespugli vagamente familiare.
Quello stesso ragazzino ora correva verso l’orfanotrofio per piccoli geni, la Wammy’s House, e urlava a squarciagola qualcosa attraverso l’architettura vagamente gotica.
-Eeeeeeehi! È tornato! È tornato!-
Le voci arrivarono fino a Roger, che accorse per accertarsene.
Maglietta nera, jeans neri, capelli biondi a caschetto, anche se disordinati, andatura stanca e un sorriso sghembo. Quel ragazzo lo salutò con una mano e disse -Ciao, Roger, sono tornato!-
Forse Mello si aspettava un’altra cosa, fatto stava che invece del consueto “Bentornato” si ritrovò un pugno violento in testa.
-Ahiaaaa!-
-Dove ti eri cacciato?! Si dà il caso che mentre tu te ne stavi a spassartela in giro per l’Europa noi ci stavamo dannando a cercarti!-
-Noi chi?- chiese Mello tenendosi la testa
-Guarda che anche se non sembra erano tutti preoccupati per te! Persino Matt, anche se non ha voluto dirmi dov’eri!-
Mello rimase un po’ incredulo –Ah, sì?-
-E anche Near-
No! Near non era proprio possibile! Si sopportavano appena, figurarsi se sentiva la sua mancanza!
-E anche Watari è tornato di corsa qua per capire che avevi combinato…-
-Ah, okay- sembrava totalmente indifferente –Comunque, per tua informazione, non me la sono spassata-
-E che facevi?- chiese Roger con tono furente
-Non sono affari tuoi- non lo degnò di uno sguardo nel dare la risposta e si diresse verso il portone dell’orfanotrofio, alla ricerca di Watari.
Si guardava intorno, come se fosse mancato secoli da lì, eppure nulla era cambiato: le solite vetrate, il solito pulito, il solito odore. I bambini erano sempre gli stessi e l’atmosfera non era mutata. Anche le scale erano rimaste le stesse, e notò una presenza familiare sbucare da lì e scendere di corsa.
-Ma allora… Allora sei tornato davvero!-
-Matt, non sei cambiato di una virgola…-
Matt si fermò davanti a lui, mani sulle spalle, sorridente. Felice.
-Per un attimo ho pensato che fossi morto!-
-Ma non dire scemenze…- Scrollò le spalle, dandogli un pugnetto sul petto –Anche a me fa piacere rivederti-
Matt si rilassò, rimanendo sorridente –Immagino che tu non voglia raccontarmi cos’hai fatto, ma io ho da dirti una news assurda: Near mi ha aiutato a coprirti. Ridi pure, sfottimi, ma ti assicuro che è la verità-
Ma Mello non sembrava sorpreso nemmeno di quello, sorridendo amaramente –Immaginavo che avrebbe agito così- sospirò –Ricevuto il messaggio…-
-Uhm?- chiese dubbioso Matt
Mello sorrise ancora –No, è che… Il suo coprirmi mi sembra quasi un “Vedi di non farti ammazzare prima che L scelga”-
-Ma di che stai parlando?-
-Watari non te l’ha detto? Bè, posso anche capirlo… A proposito, dov’è?-
-E’… In una stanza al piano di sopra, quella più in fondo… Credevo fosse uno sgabuzzino e invece sembra che fosse stata la stanza di qualcuno venuto prima di noi-
Mello, con calma e tranquillità, salì le scale, e camminò guardando il panorama attraverso la finestra. Sì, un po’ gli era mancato quel verde, quella tranquillità, persino i mocciosi pestiferi. Si sentiva finalmente a casa, nessun muro a dividere niente, niente razze, niente di tutto ciò.
Arrivò davanti alla porta, bussando tre volte e aprendo senza sentire “Avanti”. Vide un’altra presenza, oltre watari, un ragazzo dalla maglietta bianca che guardava alla finestra, mentre watari aveva un piattino di torta appena consumato ed era accanto a un computer.
-Mello… Allora sei davvero tornato- disse Watari sorridente. Il ragazzo dalla maglietta bianca si girò di scatto a guardare la persona che rispondeva al nome di Mello. Mello, nel guardare quel ragazzo, cercò di trattenersi da ridere. Sembrava appena uscito da un frullatore.
-Avevi bisogno di qualcosa in particolare?-
-Uhm… No, volevo solo farti vedere che sono tornato…- cercò di distogliere l’attenzione dal quel ragazzo strambo e trasandato, che stavolta si era messo un dito in bocca, manco fosse un moccioso dell’asilo –E dirti di non fare domande su dove sono stato e perché…-
-Capisco…- Watari aveva il pregio di essere discreto e comprensivo
-Watari- Mello non si aspettava che quel ragazzo sapesse anche parlare , eppure aveva appena chiamato l’anziano proprietario dell’orfanotrofio –Lasciaci soli per un momento, per favore-
Watari fece un cenno con la testa in segno d’assenso, prese il piattino e uscì, salutando Mello e chiudendo la porta alle sue spalle.
E quello ora che voleva da lui?
Per un bel po’ quel ragazzo se restò zitto a versarsi del caffè, delle zollette di zucchero, quasi a volerci giocare, e soffiava piano piano per non scottarsi.
Ma lo prendeva in giro o cosa?
-Ehm, ehm…- tossicchiò rumorosamente Mello –Scusa tanto se non c’è anche Tiffany*-
-Oh, ma che fai lì in piedi?- disse quel ragazzo con voce svogliata e quasi rassegnata, strusciando un po’ i piedi per terra –Accomodati-
Mello prese una sedia e si accomodò davanti a quel ragazzo, che si sedeva in una posa stranissima. Mai visto un ragazzo di quasi vent’anni o giù di lì sedersi come un poppante. Ma da dove saltava fuori questo?
-Ehm…- Mello decise di rompere il silenzio –Tu vivi qui da molto? Perché sei orfano?-
Il ragazzo lo guardò per un momento, tazza vicina alle labbra –Ho vissuto qui fino alla tua età, più o meno-
-Ti hanno adottato?-
-No- sorseggiò del caffè –Non ce l’ho una famiglia. Anche se possiamo quasi dire che mi abbia adottato Watari. È al mio fianco da sempre-
-Ah, bello- disse Mello piatto –E perché sei qui?-
-Lavoro-
-Con i computer?-
-Lì ci sono tutte le informazioni di cui ho bisogno- disse lui guardando lo schermo
-E che lavoro è?-
Lo sguardo di quel ragazzo, vuoto, svampito, ornato dalle occhiaie profonde, era indefinibile per Mello. Aveva forse fatto una domanda troppo invadente?
-Mihael Keehl- disse invece lui alla fine.
Mello ci restò di sasso. Non era possibile! Watari aveva detto che avrebbe fatto in modo che nessuno sapesse del nome!
-Io sono L-
Lui… Lui era L?
-E non rivelerò a nessuno il tuo vero nome, nemmeno quello di Nate River-
-Nate River…?-
-Tu lo conosci come… Near-
Forse aveva capito perché.
Quel ragazzo, L, proprio il più grande detective del mondo, aveva appena terminato il caffè e posò la tazza sul tavolo. Prese il computer portatile e cliccò su un’immagine.
-Sai niente di questo?- gli mostrò l’immagine di un hotel, ormai familiare, semi distrutto, con diversi cadaveri, tra cui poteva riconoscere quello della madre.
-No- rispose Mello sicuro
-Sai perché mi considerano il più grande detective del mondo?- cliccò su un altra icona e apparve la faccia di Mello, con vero nome e data di nascita. Mello deglutì.
-Non tutte le tue tracce erano state cancellate accuratamente. Avresti dovuto sbarazzarti anche degli ingredienti e delle attrezzature che hai usato per la cioccolata, invece di occuparti solo delle armi. Le impronte rimangono-
Mello sbuffò –Bene, ora posso andarmene dopo aver sentito la tua ennesima perla di saggezza?-
-Come immaginavo- L fece un sorriso sghembo –Nonostante ti abbia osservato solo tramite una telecamera per 5 minuti ho capito subito che eri un tipo dall’alto tasso di impulsività. Tu sei uno di quelli che rischia sempre di schiattare, al contrario di Near che se ne sta sempre buono e calmo-
Mello si innervosì –Mi stai forse dicendo che hai scelto il tuo successore e che non sono io?-
Ebbene, qui è necessaria una spiegazione: Mello e Near erano stati scelti da L, tramite Watari, come possibili successori. L avrebbe poi deciso in seguito che dei due avrebbe effettivamente ricoperto quel ruolo ereditando il suo nome e il suo ruolo.
-Non ho detto niente del genere- L cliccò qualcos’altro sul computer, e apparve il volto di Milhel, con una scheda dettagliatissima –Era un tuo parente, vero?-
-Mio fratello maggiore-
-Stavo indagando su questo caso e tu mi hai combinato tutto questo. Mi dispiace per tuo fratello, ma devo ammettere che grazie a te si è potuta porre fine a una banda mafiosa-
-Mi stai ringraziando?-
-Diciamo di sì… Inoltre, le tua capacità deduttive che hai dimostrato per arrivare a questo punto e l’ingegno che hai usato per tornare qui mi hanno permesso di rivalutarti. Credo che mi soffermerò più a lungo sulla mia scelta-
Quella chiacchierata, nonostante l’astio iniziale, si era trasformata in una conversazione niente male, e Mello godeva del fatto di avere avuto il privilegio lui, e soltanto lui, di parlare faccia a faccia con L.
Man mano che la chiacchierata proseguiva Mello capiva perché L fosse così famoso e capiva perché rappresentava un asso nella manica di molti corpi di polizia.
Quella fu l’unica occasione che ebbe di parlare con L, e lo fu per diversi motivi.
Il tempo passava inesorabile e Mello era impegnato a rifarsi una vita all’orfanotrofio ingozzandosi di cioccolata, cercando sempre di battere a tutti i costi il suo rivale, Near. Inoltre L non tornò più all’orfanotrofio e tenne sì e no due o tre discorsi con gli altri bambini tramite computer.
Ma c’era la cosa più importante.
L era morto nel tentativo di risolvere il famoso caso Kira.
L, dopo aver giurato di mandare Kira sulla forca, era stato ucciso.
Per Mello fu come il crollo di un castello. Avevano ucciso l’unica persona che meritasse davvero la sua stima. Un obiettivo, una persona da seguire come modello.
E L non era riuscito a dire chi avesse scelto tra lui e Near.
Impossibile accettare un’alleanza con lui. Ne andava del suo orgoglio.
Il suo carattere col tempo era mutato. Quando L morì lui aveva quasi quindici anni e tutte le esperienze passate gli hanno dato un carattere testardo, volenteroso, indomabile.
Vendicativo.
Aveva ucciso sua madre per vendicare suo fratello, suo padre, e sua sorella.
Avrebbe ucciso Kira per vendicare L e dimostrare quanto valeva al confronto con L.
Una cosa che sviluppò fino ai suoi vent’anni, alleandosi con la mafia, con gente collega della madre, gente che disprezzava dal profondo, eppure necessario se voleva trovare un fottutissimo modo per uccidere quel dannato Kira.
Riuscì a manipolare un organizzazione come la mafia, la polizia, Kira stesso.
Eppure, dovette accettare di andarsene in silenzio, senza dire nulla a nessuno, coinvolgendo anche Matt. Il caso Kira lo portò alla morte, così come tutti i mafiosi coi quali si era alleato.
Mello cominciava a pensare che attirasse la morte, forse per il suo vestire sempre nero, non ne era sicuro.
Ma volle lo stesso morire, facendosi uccidere da una seguace e complice di Kira, fornendo però a Near un aiuto straordinario.
Mello, anche se era andato via dalle scene in modo così poco eclatante, aveva impresso il suo nome in codice in Near, in L, in Matt, persino in Roger.
Mello dimostrò quanto valeva morendo.
E mentre andava incontro alla morte, si disse che non era una sconfitta.
Nonostante i meriti sarebbero andati a Near, nonostante il mondo non avrebbe mai saputo della sua esistenza.
Sapeva di aver comunque vinto.
Ora capiva i discorsi di suo padre.
E sulla sua lapide, a Berlino, vi era scritta una frase che meglio di tutti lo rappresentava.

Mai rinnegare sé stessi.
E accanto a quella lapide vi erano dei fiori con una dedica.
Grazie.
Firmato: Nate River.

* Mello prende in giro L citando il film "Colazione da Tiffany" Naturalmente vi ringrazio tantissimo per il tempo che avete dedicato alla storia e per la pezienza che avete dimostrato durante la mia improvvisa assenza.
con questa storia ho voluto dimostrare come anche nell'infelicità di una persona si possa cogliere un qualca di positivo.
Mello, lo ammetto, mi ha colpito per il suo voler vincere a tutti i costi e ho provato a immaginare il perchè e il cosa intendesse davvero per "vincere".
Dunque questa storia giunge al termine. Ma non temete: la mente di Nemesi è sempre al lavoro!
C'è per esempio la storia sui vampiri, Deep, pubblicata su efp, interrotta, purtroppo, a causa della mia insicurezza su come svilupparla. Sono ancora nel dubbio, mentre aspetto di sviluppare qualche altra ideuzza ancora sfumata.
E non per questo il disegno lo lascerò da parte, sia chiaro, è la mia ragione di vita ^^

GRAZIE INFINITE PER IL VOSTRO SUPPORTO, I VOSTRI COMMENTI ALLE MIE STORIE MI RALLEGRANO SEMPRE E MI SPINGONO A FARE SEMPRE MEGLIO ^^ PER QUALSIASI DELUCIDAZIONE DELLA STORIA SONO A VOSTRA COMPLETA DISPOSIZIONE QUAL'ORA ABBIATE RICHIESTE PARTICOLARI NON FATE COMPLIMENTI ^^
SIETE FANTASTICI COME AL SOLITO ^^
  
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