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Autore: LilyOok_    16/09/2017    6 recensioni
Estratto dal capitolo 6:
Si alzò e fece scorrere lo sguardo sulla Compagnia finché non si rese conto della sua assenza.
Se ne era andata chissà dove, portandosi via la coperta che gli aveva messo sulle spalle la sera precedente.
L’aveva trovata a tremare dal freddo, nel sonno, e non aveva resistito. Il suo corpicino minuto, velato da quella vestaglia bianca e tutto rannicchiato su se stesso gli aveva fatto una tale tenerezza, così come anche il suo viso disteso e addormentato.
Un sorriso gli nacque sulle labbra al ricordo di lei, ma dopo un attimo si rabbuiò ricordandosi di come gli aveva risposto a tavola, con quel tono spaventosamente incolore e gli occhi che sembravano lame affilate.
Si chiese come avrebbe reagito quando si sarebbero incontrati quella mattina, se gli avrebbe parlato, se si fosse mostrata arrabbiata o offesa da lui e si scoprì terrorizzato a quell’idea.
Non voleva affatto che lei provasse tali sentimenti nei suoi confronti.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dwalin, Fili, Kili, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 23 – Epilogo.
 
“Oh, Medrewith, non ce la farò mai!” Larya si lasciò sprofondare nella poltrona, accanto al camino, e sospirò pesantemente, quasi con le lacrime agli occhi.
La giovane Medrewith, una dama giunta dagli Ered Lûin insieme a Dìs, si era imbattuta il Larya quattro mesi prima e le due erano diventate fin da subito ottime amiche, così la bionda l’aveva scelta come sua dama personale, ma non le dava nessun tipo di ordine, le faceva piacere averla accanto, come una sorella.
La Nana aveva dei lunghi capelli dai riflessi ramati che teneva intrecciati in una bellissima acconciatura, due occhi verdi smaglianti e il naso ricoperto di lentiggini. Era dolce e allegra, proprio ciò di cui Larya aveva bisogno.
“Non dire così, andrà bene, vedrai!” Le andò accanto e le prese una mano tra le sue.
“Sono stanca, sono enorme, e il tempo è scaduto! Non capisco perché Fili non poteva aspettare la nascita di nostro figlio prima di questa stramaledettissima incoronazione. Non ho mai desiderato diventare la Regina sotto la Montagna, e tutt’ora non lo voglio! Mi basta passare il resto della vita con il Nano che amo, senza tutto questo potere e queste responsabilità. Insomma, non sono pronta!” Con una smorfia, Larya guardò al sorriso di Medrewith che le infuse più calore di quanto il focolare non le stesse dando in quel momento.
“Suvvia, Larya, non dire queste cose. Sei soltanto nervosa. Ma, ehi, è anche il giorno del tuo matrimonio! Non sei felice?”
“Certo che lo sono, io amo Fili e lo voglio sposare, ma...” La futura Regina sospirò.
“Avanti, basta cianciare! Abbiamo poche ore prima delle nozze e dell’incoronazione, quindi dobbiamo darci da fare! Avanti!” La ragazza le porse la mano e Larya, riluttante, la prese e si alzò a fatica dalla sedia.
“Per Mahal! Non avere figli prima di una certa età, è davvero devastante!”
 
Dopo un bel bagno caldo, Medrewith aiutò Larya ad acconciarsi i capelli. Le lunghe ciocche bionde furono intrecciate con cura dalle abili mani della Nana e poi avvolte da un nastro bianco ricoperto di minuscoli punti luce che le davano luminosità.
Mentre Larya si osservava esterrefatta allo specchio, la porta dietro di loro si aprì e Dìs fece il suo ingresso, con un grande sorriso sulle labbra e gli occhi che già le si erano inumiditi.
“Oh, Dìs, non fare così!” Larya la abbracciò e lei la strinse forte.
“Sei bellissima, tesoro... Splendi come una stella e sono davvero fiera di mio figlio per aver preso in moglie una Nana dall’animo puro come te.”
“Non siamo ancora sposati, ma ti ringrazio.” Sorrise Larya.
“Oh, sciocchezze, è come se già lo foste!” Esclamò la futura suocera, porgendole un abito che la lasciò a bocca aperta.
“L’ho fatto fare su misura per te.” Le disse Dìs, tirando su con il naso.
“Ma... è bellissimo... Miei dei, Dìs, grazie!” Qualche lacrima scappò dagli occhi della bionda e subito Medrewith intervenne con un fazzolettino di stoffa.
“E no, eh! Non ti permetto di piangere prima che tutti gli altri ti abbiano visto o si rovinerà il trucco e tutto il mio lavoro sarà stato vano!” Le tre scoppiarono a ridere, poi Dìs e la rossa aiutarono la sposa ad indossare l’abito che la fasciò perfettamente, mettendole in risalto le curve e avvolgendo dolcemente il pancione.
Larya si sentì le farfalle nello stomaco quando vide il suo riflesso nello specchio.
Ripensò al giorno in cui era scappata da Fràin per unirsi alla Compagnia di Thorin e al cambiamento che aveva subito fino a quel momento.
Sarà la maternità, pensò, o il fatto che era cresciuta tanto durante quei mesi, ma il suo stesso viso le sembrò più maturo, più da donna.
Non era più la ragazza di un tempo, era più forte e più matura.
“Okay, basta guardarmi o finirò per piangere.” Diede le spalle allo specchio e sospirò.
“Manca ancora una cosa!” Medrewith si allontanò dalle due un istante e andò alla parete dove erano appese le armi dei due sposini e dal manico del pugnale di Larya tirò fuori il fermaglio che le aveva dato il padre.
“Come sapevi della sua esistenza?” Larya, stupita, provò una gioia immensa nell’indossare quell’accessorio di tale valore.
“Ho le mie fonti.” Soddisfatta, l’amica mise su un dolce sorriso e quasi fu lei, ora, a commuoversi. “Sei una sposa bellissima!” LE disse, poi l’abbracciò e Larya ricambiò con affetto.
“Direi che sono pronta.” Disse Larya, dopo che si furono separate.
Guardò le due Nane con un sorriso e sospirò, prima di muovere i primi passi verso la porta.
Si bloccò non appena mise la mano sulla maniglia, poiché sulle sue gambe iniziò a scorrere del liquido e sgranò gli occhi.
“Che succede, cara, ti senti male?” Dìs e l’altra Nana subito accorsero a soccorrerla.
Larya era pallida e aveva iniziato a sudare.
“Dìs, Medrewith... mi si sono rotte le acque!”
 
Nel frattempo, lo sposo, ignaro del fatto, attendeva all’altare, nella Sala del Trono.
Balin era stato scelto per svolgere la funzione e il vecchio Nano si era commosso quando Larya e Fili glielo avevano chiesto.
Kili, tutto agghindato, stava al fianco del fratello come testimone.
Dietro di loro, tutto il reame si era radunato per assistere alla cerimonia.
C’erano perfino Bard e i suoi figli, insieme agli Uomini del Lago che, in quei mesi di ristrutturazione, erano tornati a popolare Dale, rimettendola in sesto quasi del tutto.
Più il tempo passava, più Fili si sentiva nervoso.
Stava per diventare Re, marito e a breve anche padre, delle belle responsabilità.
Guardava con insistenza la porta dì ingresso e ad ogni secondo che passava senza che quella si aprisse, mostrandogli la sua sposa, sentiva l’ansia salire.
E un brutto presentimento gli si formò nello stomaco, che all’inizio scacciò via, perché, insomma, cosa poteva andare storto in quel giorno di festa?
Ma poi, quando la porta si spalancò di getto, comprese che qualcosa non andava.
Dapprima si aprì in un largo sorriso e l’orchestra iniziò la marcia nuziale, ma poi si rese conto che non era Larya colei che stava attraversando la Sala del Trono, ma una delle dame di sua madre.
“Sire!” Gridò la donna, affaticata dalla corsa. “Presto! Suo figlio...” Non fece in tempo a finire la frase che Fili abbandonò tutto e tutti e si catapultò fuori dalla porta.
Per un breve attimo, calò il silenzio nella sala, poi i Nani e gli Uomini iniziarono a gioire e un motivetto allegro di alzò dall’orchestra.
Kili e tutti i componenti della Compagnia si apprestarono a seguire il giovane Nano fino alle sue stanze, dove lo trovarono a battibeccare con una Nana anziana.
“È un ordine del tuo Re!” Gridò Fili, fuori di sé, ma la donna lo guardò scettica e gli puntò un dito nel petto.
“Non vedo corona sul tuo capo, giovanotto. E seppure tu l’avessi, non ti farei entrare ugualmente!”
“Che nonnetta grintosa...” Farfugliò Kili, sghignazzando.
Prese suo fratello per le spalle e lo tirò via, prima che i due iniziassero a darsele di santa ragione – anche se era certo che suo fratello le avrebbe prese danna vecchietta e non il contrario!
“Cerca di calmarti, entrerai quando sarà il momento. Non credo che Larya voglia farsi vedere in questo momento, sai... è una roba da donne e poi ti urlerebbe contro.” Gli disse Gloin. “Dai retta a chi ci è già passato.”
E così a Fili non restò che sedersi e aspettare.
 
E aspettare.
 
E aspettare.
 
Per ore e ore, un tempo che gli sembrò infinito, attese fuori da quella porta.
Ad ogni grido che la sua Nana emetteva, il suo cuore mancava un battito.
Quando ormai era calata la notte da diverso tempo, si rese conto che d’un tratto le grida erano cessate e sentì le lacrime agli occhi quando alle orecchie gli arrivò ovattato il suono di un pianto.
Sorrise e guardò gli altri che erano rimasti con lui per tutto il tempo con gioia.
Stava per dirigersi alla porta quando un altro grido squarciò la quiete che si era creato.
E allora si rimise a sedere, con gli occhi fissi nel vuoto.
“Complimenti, fratello, hai fatto doppiamente centro!” Scherzò Kili, prendendolo in giro bonariamente, ma beccandosi una gomitata in un fianco che lo fece piegare dal dolore.
 
Finalmente, con lo spuntare delle prime luci dell’alba, a Fili fu concesso di entrare e fu allora che li vide: Larya era sdraiata nel letto su un mare di cuscini, sudata, con i capelli tutti scompigliati e il trucco sbavato e colato dalle lacrime, le guance paonazze e gli occhi stanchi e arrossati.
Era bellissima, pensò, nonostante tutto era bellissima.
Tra le braccia, teneva stretti non uno, ma bensì due fagotti piccini e li cullava con amore e affetto materno.
“Ehi...” Le disse Fili, avvicinandosi.
Sua madre, sudata anche lei e con un sorriso stanco sulle labbra, si avvicinò a lui e lo abbracciò. “Auguri, figlio mio.” Poi uscì, portandosi via tutte le dame e Medrewith con loro.
“Ehi...” Rispose Larya, con un filo di voce.
Fili si avvicinò ancora, timoroso e si sedette sul letto accanto a lei.
“Vuoi tenerne uno?” Gli chiese lei e gli porse uno dei fagotti dai quali spuntava una folta chioma biondo cenere.
“Gemelli...” Mormorò il giovane, commosso.
“Dobbiamo scegliere dei nomi, per i nostri figli.” Disse Larya, guardandolo negli occhi. “Sai, pensavo che il nostro primogenito lo avremmo potuto chiamare Thorin.”
“Oh, Larya...” Fili tirò su col naso e poggiò la fronte su quella della sua amata. “Che ne dici di Fràin, per l’altro?”
“Fili...” Larya si commosse con lui ma scosse il capo. “Mi piacerebbe chiamare mio figlio come il mio amato fratello, ma temo che dovremmo aspettare di farne un altro, per quello.” Sorrise nel vedere l’espressione confusa di lui.
“E come vuoi chiamarlo?” Chiese allora il Nano.
“Perché non scegli tu il nome per nostra figlia?” Larya indicò con un cenno del capo il fagottino che Fili teneva in braccio e subito lui andò con lo sguardo nella stessa direzione.
“F...Figlia?” Balbettò, sentendosi il cuore scoppiare di gioia.
Larya annuì.
“Oh, Mahal...” Il Nano non trattenne più le lacrime e pianse di gioia.
Lei lo strinse a sé e affondò il capo nell’incavo del suo collo.
“Che te ne pare di Sidrin?” Chiese lui, quando si fu ripreso.
“Era il nome di mia madre!” Esclamò la giovane, sorridente. “Mi piacerebbe molto chiamarla così, grazie, Fili!”
I due si scambiarono un caloroso bacio, poi Fili le porse la loro bambina e prese dal comodino una pezza. La bagnò e iniziò a pulire il volto della sua amata.
“Cosa fai?” Chiese lei, ridendo.
“Non vorrai mica sposarti con il viso in questo stato, amore mio, vero?” Fece lui, concentrato in quello che stava facendo.
“Cosa? Credevo che ormai avessimo rimandato. Non ce la faccio ad alzarmi, sono davvero stanca, Fili...”
“Shh, non devi fare nulla.” Le diede un bacio su una guancia, poi aprì la porta e fece entrare la Compagnia, sua madre, Medrewith e le altre dame.
“Balin, ti spiacerebbe sposarci?” Chiese al vecchio Nano e Larya non poté fare a meno di sorridere.
“Con piacere, figliolo.”
 
E fu così che andarono le loro nozze, in camera da letto, con le persone più importanti ad assisterli e i loro figli tra le braccia.
Si scambiarono gli anelli e sulle loro teste furono posate le corone.
Gioirono, tutti insieme, e a turno diedero i loro auguri alla neomamma e i loro omaggi ai nascituri.
Quella, fu l’inizio di una nuova avventura.
 
 
 
 


 
 
~ F I N E .



 








-Angolino Autrice-

Ormai non ve lo chiedo nemmeno di scusarmi, ma ho avuto un blocco su questo epilogo e l'ho scritto tutto di getto a partire da un paio d'ore fa. 
In tutti questi mesi non ho scritto una parola, non ci riuscivo e non so perché.
Comunque, voglio ringraziarvi tutti per averla letta e avermi dato i vostri pareri, siete fantastici!
Spero ci rileggeremo presto.

Happy reading,
Giulia.
   
 
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