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Autore: Padfootblack    16/09/2017    1 recensioni
E se Alex avesse intrapreso una relazione con una collega musicista? E se non fosse tutto così idilliaco?
Raccolta di song fic!
Dal testo:
Probabilmente si accorse del mio sguardo, perché si girò e sorrise imbarazzata, muovendo la mano come a salutarmi. Non riuscii a muovere un muscolo, aveva uno sguardo splendido. Era come se potesse leggermi dentro e mi persi in quel paradiso verde azzurro, fin quando non si voltò di nuovo verso gli altri. E la magia scomparve, ritornai nel backstage del club, attorniato da luci stroboscopiche e ombre penetranti, proprio mentre loro salivano sul palco.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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This House Is A Circus – Amy

Festa a casa di Matt. I genitori erano andati via per il weekend e il figlio aveva pensato bene di distruggere la casa durante la loro assenza. Ognuno aveva portato alcol e bicchieri, nessuno aveva pensato al cibo, non sembravamo averne bisogno. Avevo obbligato Julie a venire con me, sia perché era venuta a trovarmi qui da Manchester e non poteva non partecipare a una vera festa sheffieldiana, sia perché doveva svagarsi e non poteva passare tutta la giornata sui libri di scuola. E pensare che i suoi genitori pensavano che io fossi responsabile. Ci misi un’eternità a vestirmi, continuavo a cambiare abito sotto gli occhi annoiati di Julie, che non faceva che ripetere “qualsiasi cosa andrà bene”, ma non era vero. Era la prima uscita “di coppia” per me ed Al e non sapevo neanche io cosa volesse dire. Stavamo insieme? O eravamo solo scopamici? Non l’avevamo ancora deciso e nessuno dei due sembrava voler fare un passo in questa direzione. Stavamo bene insieme, punto. E ci bastava così. Ma questo mi rendeva ancora più paranoica, perché non sapevo come comportarmi con lui in situazioni come feste o uscite con gli amici.

“Intanto avete stabilito che potete scopare solo fra di voi?”chiese Julie. Mi sistemai la maglia dentro la gonna a vita alta e annuii: “Quello è assodato, nessun’altra persona è invitata nella nostra relazione”

“Okay, e qual è il problema?”

“Il problema è: posso tenergli la mano? O sembrerò una bambina di cinque anni bisognosa di affetto? Posso baciarlo ogni volta che mi va? O forse no, perché mi va sempre di farlo?”

“Mi stai facendo vomitare”

“Vorrei essere come te, Juls”

“E io vorrei avere una rockstar per ragazzo, ma la vita non è fortunata con tutti”. Sbuffai e mi osservai allo specchio. Sì, poteva starci: maglia nera, gonna scozzese e calze al ginocchio, converse.

“Amy”mi chiamò: “Stai varcando la soglia del narcisismo più puro”

“Scusa, hai ragione”abbandonai lo specchio e afferrai la borsa in fretta: “Okay, andiamo!”.

This house is a circus, berserk as fuck
We tend to see that as a perk, though
Look what it's done to your friends; their memories are pretend
And the last thing they want is for the feeling to end

Dire che quella casa fosse una discarica era un eufemismo. C’erano bicchieri di plastica e bottiglie vuote ovunque, gente che ballava o ubriachi per terra.

“Scusa, ma non hai detto che la festa iniziava alle dieci?”chiese Julie sarcastica: “Sono solo le dieci e mezza e sono tutti … esaltati”

“Immagino che siano così le feste organizzate da Matt”sussurrai. Parlavi del diavolo e spuntavano le corna. Matt mi venne incontro sorridente, chiaramente ubriaco: “Amy! Che bello vederti! E tu sei?”

“Julie”disse lei timida.

“Senti, mi servirebbero dei bicchieri, ma non mi ricordo dove li ho messi ...”. Lo osservai, aspettando che terminasse la frase, ma guardava in alto, pensieroso.

“Ci penso io”dissi infine e annuì: “Grande! Ehi, Juls! Allora … chi sei?”. Lasciai Julie con lui e feci un giro a casa sua, la casa più curata in tutta High Green. Non osavo immaginare cosa avrebbero visto i suoi genitori il giorno dopo. Trovai i bicchieri nello sgabuzzino, stipati in uno scatolone. A quanto pare erano quelli di vetro, mi sarei dovuta dare da fare. Stavo per prenderne un paio quando una voce mi fece sobbalzare.

“Ti nascondi già nello sgabuzzino?”. Sorrisi e mi voltai verso di lui, appoggiato allo stipite della porta, l’aria sfacciata.

“Sei in ritardo”

“Ho dovuto convincere Julie a venire”mentii.

“Perché voi donne non riuscite mai ad andare da sole in un posto? Avete sempre bisogno dell’accompagnatrice”

“Perché volevo farla svagare dopo tanto studio”dissi consegnandogli un bicchiere in mano: “Il tuo amico vuole che li portiamo di là”

“Ma sono di vetro”notò. Me l’ero scelto proprio intelligente.

“Credo che quelli di carta siano finiti”ammisi.

“La madre di Matt si incazzerà da morire”. Ne presi altri due e glieli passai. Riuscì a malapena a tenerli fra le mani, io ne afferrai cinque e feci per uscire, ma lui restava fermo davanti alla porta.

“Turner”chiamai ironica: “Dovrei portarli di là”

“C’è un pedaggio da pagare prima, non lo sapevi?”. Non potevo resistere a lui, mi sentivo proprio come una tredicenne che aveva appena scoperto l’amore. Gli stampai un bacio sulle labbra e mi lasciò passare: “Spero che gli altri pedaggi non siano così casti, Brown”

“Pensa a portare i bicchieri dove dovrebbero stare”.

The more you open your mouth
The more you're forcing performance
All the attention is leading me to feel important (completely obnoxious)
Now that we're here, we may as well go too far

Dopo qualche shottino e qualche birra riuscivo a parlare anche io lo stesso linguaggio degli altri. Solo Julie sembrava essere rimasta sobria, teneva una birra in mano guardandosi in giro.

“Giuro che questi casi umani saranno utilissimi quando farò psicologia”constatò.

“Juls, rilassati e smettila di pensare sempre allo studio!”urlai, rendendola sorda per vari minuti.

“Il tuo ragazzo?”

“Chi?”

“Alex. Turner”precisò.

“Oh, non lo so, dovrei cercarlo? Ho paura di essere troppo appiccicosa! Sono troppo appiccicosa?”

“Con me sì”ammise.

“Ti voglio tanto bene!”la abbracciai in uno slancio di affetto. Ma Alex non lo vedevo da un po’, così strascicai i piedi per tutta la casa, fin quando lo trovai a parlare con una tizia. Lei sembrava molto presa da lui, rideva ad ogni cosa che diceva, e sbatteva davvero taaaanto le palpebre. Troppo per i miei gusti. Pensai di interromperli, ma poi mi immobilizzai. Volevo vederlo in azione. Chissà se gli era chiaro il concetto che non mi piaceva molto se scopava con altre ragazze. Non lo accettavo proprio. Dio, se ero patetica. Alex annuiva a qualsiasi cosa lei avesse da dire, ma sembrava più interessato alla sua bottiglia di birra vuota. Ne presi una dalle mani di un tizio e mi avvicinai ai due.

“Ehilà”sorrisi. La ragazza si voltò verso di me, sorpresa e anche un po’ schifata. Avrebbe dovuto truccarsi meglio, il rossetto era tutto sbavato. Volevo dirglielo, ma poi capii. Era sbavato. Osservai bene Alex, ma non aveva nessun segno di rossetto né sulla maglia, né sulla faccia.

“La birra”dissi consegnandola al destinatario, che mi sorrideva sarcastico.

“Adesso sei anche una cameriera?”chiese. In effetti poteva sembrare così, ma non lo ero. No. Lo guardai confusa e la ragazza schioccò la lingua: “Come ti stavo dicendo prima, Alex ...”

“Non gliene frega niente a nessuno”la interruppi io: “Però è arrivata la tequila, di là, se ti interessa, Matt è single”. Quelle frasi non erano ben collegate fra loro ma ero ubriaca, non poteva pretendere che i miei discorsi avessero senso.

“E Alex non lo è?”chiese lei ovvia. Ah già, ci stava provando con lui. Alex guardava prima lei e poi me, troppo divertito per fermarci.

“Tecnicamente no”risposi.

“E con chi starebbe?”

“Una strana”farfugliai: “Tipo, davvero strana. Roba dell’altro mondo”

“Scusaci, Martha”disse Alex: “Ma devo portare qualcuno a casa”

“No, ma la festa è appena iniziata!”esclamai.

“Ah davvero? Perché siamo rimasti in dieci, quindi ...”

“Oh”mi osservai intorno: la musica si era abbassata, alcuni dormivano sul pavimento, altri tentavano di capire quale fosse la porta di uscita. Alex mi girò un braccio intorno alla vita e mi scortò fuori.

“Amy!”mi chiamò Julie, prendendomi un braccio e girandolo intorno alle sue spalle: “Perché deve sempre finire così?”

“Non finisce sempre così”ammisi: “Solo quando bevo. Ma non ho bevuto tanto”

“Ci penso io, Alex, la porto a casa”

“Tranquilla, vi accompagno”

“Non sei ubriaco anche tu?”

“Un po’”ammise lui.

“Vi voglio davvero tanto bene!”urlai.

“Mai quanto lei”si corresse poi: “Da dove viene tutto questo affetto?”

“Quando è ubriaca è molto affettuosa”rispose Julie. Li guardavo felice, perché erano le persone migliori della mia vita, insieme alla mia famiglia. Ero davvero molto fortunata. Alex chiamò un taxi e ci portò nel mio appartamento, sane e salve. Julie avrebbe dormito in camera mia e io sul divano letto in salotto, tanto ormai ci ero abituata, era la routine quando lei veniva a trovarmi. Studiava ancora a Manchester, lei avrebbe finito la scuola per poi andare all’università, io avevo mollato tutto per suonare in una band. Alex mi coprì con una coperta, traballando vagamente nei movimenti.

“Sei ubriaco”sussurrai ridendo.

“Capita”ammise sdraiandosi accanto a me.

“Ah, mi fai compagnia fin quando non mi addormento?”. Scoppiò a ridere: “Sì, certo, e ti racconto anche la favola della buonanotte”. Gli tirai un pugno scherzoso sul braccio e rise più forte: “Non ce la faccio a tornare a casa”. Appoggiai la testa sulla sua spalla, perdendomi nel suo profumo: “Sono troppo ubriaca”

“L’ho notato” girò un braccio intorno alle mie spalle con fare protettivo.

“Ci hai fatto qualcosa con quella tipa?”chiesi pentendomene subito dopo, così apparivo troppo debole. Purtroppo l’alcol disinibiva ogni mio meccanismo di difesa.

“Diciamo che se non ci avessi interrotti ...”scherzò, per poi continuare a ridere. Aveva davvero la risata più bella e contagiosa del mondo.

“Stronzo, guarda che ci stava provando”

“Lo so”

“Stronzo”

“Non ci ho fatto niente”

“Avresti potuto”

“E sono stronzo perché avrei potuto farci qualcosa?”. Non avevo capito la domanda, l’alcol mi aveva annebbiato il cervello, ma annuii comunque.

“Devi avere più fiducia in me”

“Non ne ho voglia”

“Non hai voglia di avere più fiducia in me?”

“Sono troppo ubriaca per questi discorsi, Alex”. Rise ancora, lasciando un bacio al sapore di vodka sulla mia guancia: “Dormi, Amy”

“Non finisce qui, Turner”. Ma poco dopo i miei occhi si chiusero e di quella sera restarono solo vaghi ricordi.

   
 
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