Fanfic su artisti musicali > Mika
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Autore: VvFreiheit    17/09/2017    7 recensioni
La Mikandy più lunga che sia mai stata scritta.
La loro vita raccontata dagli albori fino al 2015.
1000 pagine di word, 200 capitoli, 4 anni e mezzo di pubblicazione.
.
Andò a posare le mani sulle sue ginocchia, accucciandosi di fronte a lui, cercando da quella posizione i suoi occhi, che ancora se ne stavano in contemplazione del pavimento della stanza. “Scusami” disse scandendo con dovizia ogni suono di quella parola.
“Grazie” rispose Mika inaspettatamente. Andy sorrise chiudendo gli occhi e lasciando che nella maglia del moro si celasse la sua emozione, stringendolo più forte a sé. Un grazie che esprimeva tanto, che possedeva nel profondo tutti le ragioni per cui era venuto alla luce in quel preciso istante.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Andy Dermanis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Dopo questa non osare mai più prendermi in giro quando mi dimentico un compleanno....” ghignò contento il moretto, alzandosi dalla sedia per andare a pagare e lasciando Andy sconsolato a leccarsi le ferite. 

Quella volta se l’era meritata.

-*-*-*-*-

Il piede continuava ad oscillare incontrollabile da una buona decina di minuti. Il resto del corpo intersecato in un groviglio di muscoli ed articolazioni, le gambe accavallate, le braccia incrociate al petto e le mani che ininterrottamente andavano a lisciare ora la stoffa delle maniche, ora quella della giacca blu elettrico. 

Mika era seduto sul divanetto del suo camerino in quella posizione di inquieta tensione, da quando aveva messo piede nella arena dove si sarebbero tenute le prima audizioni di XFactor.

“Cioccolata?” chiese infastidito al suo manager, squadrando il bicchierino marrone di plastica appena preso alla macchinetta in fondo al corridoio, da dove una leggera nuvoletta di vapore dolce si alzava verso l’alto.

“Sei già abbastanza agitato, un caffè non mi sembrava la cosa più saggia…” spiegò Giulio, ricevendo immediatamente l’assenso di Isabella, intenta a sfogliare una rivista al tavolino.   

Mika sbuffò sonoramente girando la palettina di plastica con fare fin troppo impetuoso, avanzando verso la porta per poi tornare immediatamente sui suoi passi per 3 volte di fila.

L’irrequieta marcia circolare, corredata da borbottii sempre più frequenti instillò una certa ansia anche nell’imperturbabile figura del manager che non represse un sospiro più pesante del dovuto, prima di pronunciarsi in un “Vado a vedere a che punto sono” concedendosi il lusso di una fuga anticipata dalla gabbia del leone.

“È solo un incontro informale tra colleghi e staff… Andrà bene”. Le parole di Isabella echeggiarono per la stanza al ritmo di una biglia impazzita dal cui tracciato però Mika si destreggiò con agio.

Nemmeno l’espediente della sua lingua madre aveva infatti avuto successo nell’incontrare l’intelletto perturbato del ventinovenne, andando a perdersi nel vuoto di quelle pareti.

Solo il cigolio sinistro della porta del camerino, ebbe il potere di interporsi nel suo flusso di pensieri, e quando l’imperativo “Andiamo” risuonò finalmente nelle sue orecchie, Mika si fiondò senza ulteriori esitazioni a testa alta verso l’ignoto.

Il corridoio stretto e grigiastro, percorso a falcate lunghe e distese, si esaurì nel giro di un frangente e la luce incandescente della stanza dove i 3 giudici erano già riuniti, lo stordì quel tanto che bastava per farlo rallentare vistosamente.

La mano di Giulio andò istintivamente a collidere con la giacca blu elettrico all’altezza della schiena, in un sincero incoraggiamento e tacito invito a proseguire.

Varcò la soglia della luminosa stanza e immediatamente venne investito dal chiacchiericcio spensierato e concitato dei tre colleghi, che uditi i passi sul pavimento lucido, si voltarono interessati.

Il sorriso curioso e attento del meno giovane della comitiva ebbe sul nuovo arrivato l’effetto di una dose di adrenalina dritta in vena, a cui il cuore rispose incrementando notevolmente le palpitazioni. 

Ci mise più del voluto a rispondere a quel gesto cordiale, ancora avvolto dall’ansia insensata di quel nuovo incontro.

Ciao!” lo salutò affabilmente, alzandosi dal tavolino che l’aveva sostenuto in posizione semi-eretta fino a quel momento e andando incontro al giovane cantante appena apparso.

Mika si sentì pervadere da un’agitazione improbabile, ed ebbe bisogno di recuperare da un angolino nascosto, il coraggio per parlare. “Ciao” rispose incerto, allungando una mano a stringere quella di Elio che già stava a penzoloni davanti a sé, in attesa.

Mika… ti posso chiamare così o ti dà fastidio?” chiese in un impeto di cortesia, impegnandosi fin da subito a mettere le basi per un rapporto amicale che voleva varcare i confini del palco di XFactor.

Un sorriso sincero fece capolino sul volto timido del giovanotto: “Mika va benne, tuti chiamano me così” rispose soppesando attentamente ogni parola, ogni regola grammaticale, per quanto gli fosse possibile, stringendo quella mano calda, saldamente.

Oh meglio! Ho letto il tuo nome completo da qualche parte giorni fa, e sinceramente mi ha messo un attimo in soggezione. Troppo complicato!” rise amabilmente, intenzionato a far sciogliere quel pezzo di ghiaccio che si slanciava ben oltre la sua media statura da italiano, a mezzo metro da lui.

Mika perse qualche termine, in quella frase pronunciata un po’ troppo velocemente, ma si rallegrò di aver compreso quanto gli era necessario per ribattere. “Tu ha raggione, tropo luuungo” rise a sua volta arricciando il naso e gesticolando ampiamente per illustrare concretamente ciò che a parole non era ancora certo di aver espresso a dovere.

Ah ma allora è vero che adesso parli l’italiano… Mr. Penniman” la voce che riempì la stanza d’un tratto, saturando il silenzio rotto solo dalle rispettive risate dei due interlocutori, fece voltare Mika di scatto all’udire il suo cognome, pronunciato in quel modo cosìpeculiarmente british.

Il personaggio che il libanese si trovò ad invadere il suo campo visivo ed i suoi pensieri l’istante immediatamente successivo, lo lasciò vagamente interdetto, tanto potente era l’aura da artista che sprigionava.

Non era certo se quel fascino maledetto fosse imputabile alla camicia neogotica, al fiocco ingarbugliato che portava al posto della cravatta, al ciuffo argenteo modellato con stile, che gli adornava il capo o alla cadenza vagamente meravigliato-canzonatoria con il quale gli si era rivolto. Sapeva solo che nel momento in cui quella strana figura aveva rubato la sua attenzione, gli aveva come cancellato le poche parole di italiano che avevano iniziato ad affiorare nella sua testa.

Il mezzo ghigno con cui lo stava osservando, poi, contribuì non poco ai suoi livelli di ansia.

Morgan, lieto di fare la tua ufficiale conoscenza.” Proferì teatralmente, andando ad afferrare con garbo principesco la mano destra penzoloni lungo il fianco e producendosi in un mezzo elegante inchino.

Mika rimase attonito per un breve istante, soppesando quel comportamento fuori dagli schemi, incerto se considerarsi lusingato o prendere le distanze. Non gli era chiaro, ad un primo approccio, se il suo modo di fare stravagante, fosse un’esagerazione di gentilezza, o piuttosto una mascherata presa in giro.

Non era la prima volta che lo incrociava; ospitato alle varie edizioni di XFactor, l’anno prima e precedentemente ancora, aveva avuto modo di fare la sua superficiale e momentanea conoscenza al tavolo dei giudici, come quinto componente. Ciononostante aveva come l’impressione che quell’uomo sapesse giocare astutamente con la sua personalità, plasmandola a suo piacimento davanti ad una telecamera e che quindi, conoscerlo giù da un palcoscenico fosse una faccenda completamente diversa.

Dando ascolto al suo accidentale intrinseco ottimismo, si sforzò di mettere da parte i dubbi negativi ed accettare l’atto gentile, come tale. “Piacere, io sono Mika” disse piano, aggiungendo al sorriso timido, una nota di quel carisma che, seppur momentaneamente nascosto, possedeva in abbondanza. 

Oh, lo so bene chi sei” ridacchiò plateale, vagabondando con lo sguardo in cerca della stessa reazione dei colleghi, alla sua uscita.

Morgan, smettila di fare il clown di turno dai. Ciao Mika!”intervenne in suo soccorso Simona, avanzando spedita, fermandosi davanti al nuovo arrivato e sporgendosi col viso in cerca dei due baci di cortesia, che Mika non tardò a concederle.

Mamma mia non ti ricordavo così alto” civettò la conduttrice televisiva, passandogli lascivamente una mano sul braccio e squadrandolo da capo a piedi.

Le lusinghe sentite e risentite della donna lo fecero sorridere e per smorzare la tensione che ancora lo attanagliava emise un “Eh sì” di circostanza per poi voltarsi verso Elio, l’unico lì dentro che gli avesse davvero trasmesso la fiducia che aveva sperato di trovare.

Sì perché ciò di cui stava percependo un disperato bisogno in quegli istanti, era uno sguardo rassicurante come quello che ritrovava sul volto di Elio. Due occhi che gli sussurrassero un silente stai andando alla grande. Quella situazione inconsueta di inadeguatezza, per uno showman navigato quel era, gli risultava quasi frustrante. 

Il suo innato perfezionismo, la sua irrefrenabile mania di controllo di ogni situazione, stavano odiando alla follia quella sua sgangherata padronanza di dialogo.

Come è…” partì titubante, andando immediatamente alla ricerca di quella parola, momentaneamente sfuggita al suo controllo “…il programa di ogi?” chiese infine, sentendo il battito accelerato impossessarsi di nuovo del ritmico scandire delle sue emozioni, incontrando le tre paia di occhi in attenta contemplazione della sua figura, o più probabilmente di ciò che la sua bocca stava faticosamente producendo.

Apparentemente abbiamo un incontro con la produzione tra una manciata di minuti, e nel tardo pomeriggio prima delle audizioni, la totale libertà che credo, e spero, si tradurrà in un aperitivo in compagnia.”

Morgan non perse occasione per sfoggiare la sua rinomata onniscienza, illustrando sapientemente i programmi delle ore a venire e lanciando uno sguardo d’intesa e un sorriso sghembo in direzione del giovincello della combriccola, che annuì solamente, impegnato a decifrare il lessico ricercato dell’italiano, con cui aveva una certa difficoltà.

Il fantomatico incontro con la produzione, interruppe il loro discutere e impegnò i 4 giudici per due ore abbondanti durante lequali Mika assorbì il più possibile ogni minima informazione che gli veniva propinata, sperando con tuto sé stesso, la sua memoria sarebbe stata capace di archiviare almeno una parte di quelle novità, che per gli altri erano invece la ripetizione degli anni precedenti.

Lo sforzo intellettivo che dovette attuare per raggiungere lo scopo, si tramutò in una ondata di stanchezza che lo investì non appena ebbe modo di mettere piede fuori dalla stanza.

Si passò una mano in fronte, cercando di alleviare la sensazione di pesantezza che attanagliava la sua testa, dopo quella full-immersion di concetti non tutti facilmente assimilabili e quando Morgan gli si avvicinò, piazzandogli una mano sulla spalla con nonchalance, quasi se ne spaventò.

Allora… Aperitivino?” chiese festaiolo, incamminandosi accanto al nuovo arrivato, diretto verso l’auto dai vetri oscurati in loro attesa fuori l’arena. 

Ve benne” rispose senza troppa enfasi, non vedendo alternativa migliore per la serata.

Il locale dove i giudici furono accompagnati, era un bistrot piuttosto nascosto tra le viottole di Bologna, con una saletta appartata con un paio di tavoli, perfetti per occultare 4 star della televisione da occhi indiscreti.

Non passarono più di 5 minuti da quando gli eleganti camerieri in doppiopetto e papillon, arrivarono con 4 liste e le porsero gentilmente a ciascuno dei clienti, a quando i drink comparirono sul ripiano di metallo.

Io proporrei un brindisi al nuovo arrivato, a questo grande mio tempo e a questa bella compagnia.” Esordì Morgan, con il suo Martini al di sopra delle loro teste e l’oliva infilzata sullo stuzzichino, a seguire il movimento rotatorio della mano del suo proprietario, parafrasando velatamente le di De André Anime Salve.

Mika ci mise un attimo ad afferrare completamente la frase, ma quando la sua mente gli restituì il giusto significato, si aprì in un sorriso tra l’imbarazzato e l’orgoglioso e con un “Cheers!” diedelibero sfogo alle ovazioni che gli amici gli stavano riservando. 

“Da queste audizioni mi aspetto molto!” Simona si unì al discorso intrapreso dai colleghi più navigati sulle potenzialità cantautoriali dei giovani liguri, che tra tutti, secondo Morgan, spiccavano platealmente, mentre il giovincello della combriccola si limitava ad ascoltare e cercar di immagazzinare più dettagli possibili di quella cultura musicale da cui lui si sentiva, per ovvie e svariateragioni, tagliato fuori.

Mika, ti vedo interessato…” esordì Elio, dopo ulteriori attimi di dibattito, dirigendo l’attenzione sul silente cantante che con il viso sorretto dalla mano li osservava con occhi vispi.

Sentitosi tirato in ballo, Mika sorrise e quando anche gli altri colleghi si furono voltati nella sua direzione in attesa di un suo intervento, rispose sincero. Sì, questo che voi dic…dicete?chiese titubante, alzando un sopracciglio, “dite” si corresse, ringraziando il sussurro di Elio con un sorrisino timido, “…è molto interesante. Io no conosco niente de quelo che parlate. Io deve impararre de voi” spiegò incespicando appena con alcune parole spagnole che cercavano di scalzare i termini esatti e infiltrarsi nel suo discorso.

Simona gli rivolse uno sguardo carico di affetto quasi materno “Ènormale. Tu in cambio conosci un’infinità di cose che noi possiamo solo sognarci.”. Mika ringraziò l’ennesima ovvietà partorita da Simona con uno sguardo, godendosi l’effetto rassicurante che produceva.

Vuoi imparare? Cioè: lo vuoi davvero o lo dici così pour parler?” ciò che invece uscì plasmato dalla lingua tagliente di Morgan suonò alle orecchie di tutti i presenti quasi come un’intimidazione, ben distante dal produrre su Mika, l’efficace comprensione che le quote rosa della giuria gli dispensavano.

Non per questo però lo scoraggiarono; tutt’altro. “Sure! Io voiodavero” rispose immediatamente, alternando vocaboli di diversi registri pur di arrivare al punto senza esitazioni.

L’animo curioso, in costante ricerca di nuovi stimoli e microcosmi sconosciuti da esplorare, ebbe la meglio su di lui, spazzando via insicurezze linguistiche e confidenziali.

Tu può enseniare?” chiese impudente, fregandosene di cercare pazientemente la coniugazione giusta o la radice, dei verbi che gli occorrevano, bramando la conoscenza spregiudicata di quel cantore italiano d’altri tempi.

Morgan sogghignò maliziosamente a quell’arrendevolezza alimentata dalla bramosia di conoscenza che vedeva ardere prepotentemente in lui.

Sarò per te, oh mio Dante, il tuo Virgilio scandì lentamente, gesticolando poeticamente con il preciso intento di incantare e stregare il giovane Mika, il quale inaspettatamente per lui sorrise e assottigliò gli occhi con piglio scaltro e maligno.

Noi andiamo insieme a fare il tour del’infierno?” chiese con quel ghigno furbo di chi non si è fatto sfuggire l’antifona e risponde a tono al maestro.

Morgan piegò la testa di lato, annuendo fiero e battendo teatralmente le mani un paio di volte, mentre Elio se la rideva rumorosamente lasciando sfuggire un elogio implicito al ricciolino. 

L’inglesino te l’ha fatta!”, ricevendo uno sguardo di sbieco dal brizzolato della compagnia.

Un’allegra chiacchierata e due cocktail più tardi, i quattro artisti fecero ritorno nei pressi dell’arena genovese, ben più rilassati, scherzosi e disinvolti di quando l’ebbero lasciata.

Mamamiiia. I’m freakin’ anxious!” Il lamento di Mika si innalzò lieve, sovrastando il brusio proveniente dalla sala già gremita di giovani in delirio che ad ogni parola di Cattelan, esordivano con un urlo spaccatimpani.

Simona gli lasciò una veloce carezza sulla spalla, Elio gli strizzò un occhio complice, non appena il suo volto riemerse dalle mani dentro le quali lo aveva affondato e gli concesse la sua attenzione. Morgan invece non perse tempo per sbeffeggiarlo affettuosamente intonando, la sua canzone d’esordio, fallendo miseramente l’acuto sulla parola “easy”.

Io ti dico no!” affermò risoluto Mika, dopo essersi melodrammaticamente portato le mani a coprirsi le orecchie.

Morgan rise rumorosamente, lasciandogli poi una pacca affettuosa sulla spalla “Ah quello lo sai dire eh spilungone!” 

La risposta, o meglio la domanda che Mika gli stava per porre venne trascinata nell’oblio dal gesto concitato di uno dei fonici, che in tutta fretta li invitò a seguirlo verso l’entrata dell’arena.

Era fatta. L’incubo che aveva tormentato Mika per mesi, stava definitivamente per concretizzarsi. 

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Buongiorno!
E X Factor ha inizio!
Ci vedo questa tensione iniziale...
Lascio a voi la sentenza è vi aspetto con le caramelle.
A presto e grazie a tutte come sempre! Vv
  
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