Non mi piacevano
i cambiamenti, non mi erano mai piaciuti, ma stavo lasciando la mia città, la
mia adorata Rimini e con lei tutte le mie amicizie e certezze.
Non ero mai stata
costretta a rinunce tanto grandi, io che ero così attaccata alla mia vita, che
seppur fosse stata ingiusta avevo trovato il modo di vivere al meglio e
superare tutte le difficoltà.
La cosa peggiore
era lasciare la mia adorata Camill, la persona più splendida di
questo mondo: la mia migliore amica da sempre, la mia compagna di guai e divertimento.
Mi si era spezzato il cuore lasciare tutto e ancor più pensare che una volta
arrivata nella nuova città avrei dovuto ricominciare da zero, non ci sarebbe
stata ne Camill ne gli altri del gruppo, non potevo
farcela.. ero già sconfitta in partenza.
Avevo provato in
tutti i modi a restare ma Thomas, mio fratello voleva che andassi con lui, a
dirla tutta non me lo aveva nemmeno chiesto, così comandava, saremo andati a
vivere dalla sua nuova ragazza in un appartamentino nei pressi di Firenze.
Anche la ragazza di Thom aveva un fratello pressappoco della mia età, l’idea
non mi piaceva
per niente.
Lottai affinché
restassimo, ma seppure con il mio caratteraccio testardo e combattivo ero sempre riuscita ad arrivare ai miei obbiettivi
soprattutto quando si trattava di mio fratello, questa volta fu diverso.
Il motivo di tale
partenza?! Prevedibile.. per
lavoro ovviamente, la situazione economica stava andando sempre peggio e fu
costretto così a cambiare lavoro e il destino volle proprio che quello nuovo
fosse proprio nei pressi di Firenze.
Così partimmo una
triste mattina di fine estate, il giorno più triste della mia vita, ancor più
triste di quando mamma se ne andò senza dare spiegazioni. Era il 7 settembre,
il tempo era di cattivissimo umore tanto quanto il mio, ricordo che
spiovigginava ed era piuttosto piacevole quell’atmosfera che riusciva
perfettamente a rispecchiare
il mio stato d’animo, avrei voluto restare sotto la leggera pioggia, per
contemplare ed ascoltare ancora un poco il suo sottile rumore.
La mia mente era
vuota, mi sentivo più sola che mai. Salii in macchina, guardai ancora una volta
la casa e poi pensai che un giorno ci sarei tornata, in quel pensiero ritrovai
un briciolo di coraggio, poi mi voltai e capì che non potevo fare più nulla per
fermare quella partenza, davanti a me la desolata strada, la stessa strada dove
da piccola giocavo con i miei amici, sembrava tanto diversa ora, più triste e
vuota, senza meta, solo lunga e vuota.
Partimmo, stavamo
andando verso l’incognito, mi sentivo come un assassino che sta marciando verso
il patibolo, probabilmente ne feci di quel momento molto peggio di quanto
fosse, ma solo questi erano i miei pensieri.
Poi ecco la mia salvezza, ci venne incontro quasi buttandosi sotto l’auto,
col fiatone. Ci fermammo, la dolce Camill mi aprì lo sportello e mi tirò fuori
dalla macchina per salutarmi un'ultima volta. Era il mio angelo, anzi sperai lo
fosse e sperai anche che fosse venuta per rapirmi per far si che non partissi,
ma questo non poteva farlo.
Avevo salutato
Camill e gli altri amici la sera prima, non posso certo dire che fu una serata
allegra, anche se avrebbe dovuto esserlo, ma niente, Camill era di nuovo lì per
salutarmi.
Fu un lungo
abbraccio, le lacrime si confondevano con la lieve pioggia. Non parlammo, non
servivano parole in quel momento, poi risalii in macchina le lanciai un bacio e
lei fece lo stesso e la macchina si mise in moto, ci stavamo allontanando con
l’immagine di Camill nello specchietto che si faceva sempre più piccola.
Poi di scatto mi
sporsi a mezzo busto fuori dal finestrino e le urlai: -tornerò… Fosse l’ultima
cosa che faccio …
Poi ci fu una
curva.. e la casa, il viale e Camill scomparvero.
Mi riaccomodai
sul sedile fissai in volto Thom, anche il suo umore non era dei migliori, ne soffriva
forse quanto me ma non lo dava a vedere. Ma in quel
momento ero così arrabbiata con lui che sinceramente non me ne fregava niente
dei suoi sentimenti, dato che era per colpa sua che stavamo lasciando ogni
cosa, per uno stupido lavoro.
Mi sentivo però
allo stesso tempo tanto egoista di pensare ciò, mai avevo provato tali
sentimenti di disprezzo nei suoi confronti, in fondo lo faceva anche per me.. solo oggi me ne rendo conto, anche se la posta in gioco
era alta.
La macchina
proseguiva, riaprii il finestrino un ultima volta per poter osservare il mare,
era pacato e liscio, lo fissai a lungo con sguardo vuoto. Inspirai un’ultima
volta, prima di chiudere, la fresca brezza mattutina confusa all’odore di
salsedine.
continua...