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Autore: peyton_71    18/06/2009    0 recensioni
Non mi piacevano i cambiamenti, non mi erano mai piaciuti, ma stavo lasciando la mia città, la mia adorata città e con lei tutte le mie amicizie e certezze. Non ero mai stata costretta a rinunce tanto grandi e sinceramente pensavo di non potercela fare ma ancora non sapevo cosa mi avrebbe riservato la nuova vita ... beh se la trama vi ha incuriosito non vi resta che cliccare e leggere p.s: è la mia prima fan fiction questa .. siate clementi ma mi raccomando recensite grazie!
Genere: Romantico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Non mi piacevano i cambiamenti, non mi erano mai piaciuti, ma stavo lasciando la mia città, la mia adorata Rimini e con lei tutte le mie amicizie e certezze

Non mi piacevano i cambiamenti, non mi erano mai piaciuti, ma stavo lasciando la mia città, la mia adorata Rimini e con lei tutte le mie amicizie e certezze.

Non ero mai stata costretta a rinunce tanto grandi, io che ero così attaccata alla mia vita, che seppur fosse stata ingiusta avevo trovato il modo di vivere al meglio e superare tutte le difficoltà.

La cosa peggiore era lasciare la mia adorata Camill, la persona più splendida di questo mondo: la mia migliore amica da sempre, la mia compagna di guai e divertimento. Mi si era spezzato il cuore lasciare tutto e ancor più pensare che una volta arrivata nella nuova città avrei dovuto ricominciare da zero, non ci sarebbe stata ne Camill ne gli altri del gruppo, non potevo farcela.. ero già sconfitta in partenza.

Avevo provato in tutti i modi a restare ma Thomas, mio fratello voleva che andassi con lui, a dirla tutta non me lo aveva nemmeno chiesto, così comandava, saremo andati a vivere dalla sua nuova ragazza in un appartamentino nei pressi di Firenze. Anche la ragazza di Thom aveva un fratello pressappoco della mia età, l’idea non mi piaceva per niente.

Lottai affinché restassimo, ma seppure con il mio caratteraccio testardo e combattivo ero sempre riuscita ad arrivare ai miei obbiettivi soprattutto quando si trattava di mio fratello, questa volta fu diverso.

Il motivo di tale partenza?! Prevedibile.. per lavoro ovviamente, la situazione economica stava andando sempre peggio e fu costretto così a cambiare lavoro e il destino volle proprio che quello nuovo fosse proprio nei pressi di Firenze.

Così partimmo una triste mattina di fine estate, il giorno più triste della mia vita, ancor più triste di quando mamma se ne andò senza dare spiegazioni. Era il 7 settembre, il tempo era di cattivissimo umore tanto quanto il mio, ricordo che spiovigginava ed era piuttosto piacevole quell’atmosfera che riusciva perfettamente a rispecchiare il mio stato d’animo, avrei voluto restare sotto la leggera pioggia, per contemplare ed ascoltare ancora un poco il suo sottile rumore.

La mia mente era vuota, mi sentivo più sola che mai. Salii in macchina, guardai ancora una volta la casa e poi pensai che un giorno ci sarei tornata, in quel pensiero ritrovai un briciolo di coraggio, poi mi voltai e capì che non potevo fare più nulla per fermare quella partenza, davanti a me la desolata strada, la stessa strada dove da piccola giocavo con i miei amici, sembrava tanto diversa ora, più triste e vuota, senza meta, solo lunga e vuota.

Partimmo, stavamo andando verso l’incognito, mi sentivo come un assassino che sta marciando verso il patibolo, probabilmente ne feci di quel momento molto peggio di quanto fosse, ma solo questi erano i miei pensieri.

Poi ecco la mia salvezza, ci venne incontro quasi buttandosi sotto l’auto, col fiatone. Ci fermammo, la dolce Camill mi aprì lo sportello e mi tirò fuori dalla macchina per salutarmi un'ultima volta. Era il mio angelo, anzi sperai lo fosse e sperai anche che fosse venuta per rapirmi per far si che non partissi, ma questo non poteva farlo.

Avevo salutato Camill e gli altri amici la sera prima, non posso certo dire che fu una serata allegra, anche se avrebbe dovuto esserlo, ma niente, Camill era di nuovo lì per salutarmi.

Fu un lungo abbraccio, le lacrime si confondevano con la lieve pioggia. Non parlammo, non servivano parole in quel momento, poi risalii in macchina le lanciai un bacio e lei fece lo stesso e la macchina si mise in moto, ci stavamo allontanando con l’immagine di Camill nello specchietto che si faceva sempre più piccola.

Poi di scatto mi sporsi a mezzo busto fuori dal finestrino e le urlai: -tornerò… Fosse l’ultima cosa che faccio …

Poi ci fu una curva.. e la casa, il viale e Camill scomparvero.

Mi riaccomodai sul sedile fissai in volto Thom, anche il suo umore non era dei migliori, ne soffriva forse quanto me ma non lo dava a vedere. Ma in quel momento ero così arrabbiata con lui che sinceramente non me ne fregava niente dei suoi sentimenti, dato che era per colpa sua che stavamo lasciando ogni cosa, per uno stupido lavoro.

Mi sentivo però allo stesso tempo tanto egoista di pensare ciò, mai avevo provato tali sentimenti di disprezzo nei suoi confronti, in fondo lo faceva anche per me.. solo oggi me ne rendo conto, anche se la posta in gioco era alta.

La macchina proseguiva, riaprii il finestrino un ultima volta per poter osservare il mare, era pacato e liscio, lo fissai a lungo con sguardo vuoto. Inspirai un’ultima volta, prima di chiudere, la fresca brezza mattutina confusa all’odore di salsedine.

continua...

  
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