Incrociarsi (senza mai perdersi)
È
con la frenesia di un bambino impaziente che Alessandro saluta tutti i suoi
colleghi, alla fine della visione del loro film, e tira Arianna con sé,
ignorando i suoi rimproveri per il fatto che stanno via così di corsa e perché
la sta strattonando con troppa forza.
Gli
dice di fermarsi, ma, in fondo, neanche lei accenna a smettere di correre e
quello strano sorriso non vuole proprio scomparire dal suo viso.
Si
ritrovano davanti al motorino di Alessandro e, stranamente, Arianna non fa
nessuna protesta nonostante abbia la macchina parcheggiata due marciapiedi più
avanti.
Alessandro
guida tra le strade di Roma, ma gli sembra di essere in un altro posto, mentre
Arianna è stretta a lui e sente premere il suo corpo contro il suo.
Vorrebbe
portarla a casa, ma la sua casa, al
momento, è quella di René Ferretti e non gli sembra proprio il caso di
trascinarla lì.
Fermi
ad un semaforo, Arianna gli dice di svoltare a sinistra e lui non risponde, ma
inizia a seguire tutte le sue indicazioni finché non si fermano davanti a un
condominio, nel viale delle Orchidee.
Arianna
scende dal motorino, mentre Alessandro la guarda stranita.
«È
casa mia.» gli spiega brevemente lei, osservando i suoi occhi sgranarsi dalla
sorpresa. «Andiamo, prima che cambi idea.»
Alessandro,
per la fretta, quasi butta a terra il motorino e la segue dentro l’ascensore,
dove non esita un secondo prima di spingerla contro la parete e iniziare a
baciarla.
Stavolta
nessun discorso strano li interrompe, nessun ripensamento li ferma e nessuna
interruzione gli consente di bloccarsi.
Se
Arianna sapesse quante volte Alessandro ha sognato le sue mani che si muovevano
in quel modo su di lui, se avesse idea di quante volte avrebbe voluto bloccare
tutti sul set per prenderla e portarla via da lì, se solo lei avesse
consapevolezza di quanto lui la ami, è sicuro che si spaventerebbe e lo
caccerebbe via, per cui Alessandro decide di non aprire bocca, per tutto il
resto della notte.
Dopo
tutte le incertezze, i disagi e le strane situazioni che hanno vissuto è quasi
con sorpresa che Alessandro e Arianna fanno l’amore.
Perché
si scoprono più in sintonia di quanto avessero creduto, perché si piacciono più
di quanto pensassero e perché, nonostante tutto, si amano da tempo.
È
solo dopo, quando i battiti sono tornati normali e un’ondata di rilassamento li
investe entrambi, che Alessandro si sofferma a guardare la sua stanza, non
stupendosi per niente di trovarla sobria ed essenziale. La tira a sé,
stringendola, timoroso che si scosti, ma lei non lo respinge e anzi si appoggia
a lui, sentendo una serenità che non provava da lungo tempo.
Guardando
nello specchio che ha appeso alla parete, Alessandro nota delle fotografie
incastrate in cui ci sono anche i componenti della troupe.
Quando
Arianna si alza, dicendogli che deve andare in bagno, Alessandro ne approfitta
per raccogliere i suoi slip e avvicinarsi allo specchio.
Proprio
come gli era sembrato di vedere, infilata sotto la foto insieme a René e gli
altri ce n’è una dove sono loro due da soli, ignari di essere nell’obiettivo,
che fissano un copione. Alessandro non aveva idea che esistesse, né tantomeno
che Arianna l’avesse conservata.
La
osserva con quel sorriso storto e imbarazzato, finché non si volta leggermente e nota Arianna che lo fissa, appoggiata allo stipite della
porta, con le braccia incrociate che le coprono il seno e un sorriso seccato
sul viso.
Gli
sfugge di mano la foto, mentre borbotta delle scuse per essere stato colto in
flagrante, ma Arianna la raccoglie da terra e sorride – non fa altro da ore -.
«Ce
l’hanno scattata il giorno della fine delle riprese di Occhi del Cuore 2.»
«È
bella.»
Arianna
annuisce, sistemandola di nuovo tra le fessure dello specchio. «Se vuoi, te ne
faccio una copia.»
Alessandro
la ringrazia, avvicinandosi a lei e ricominciando a baciarla.
Vorrebbe
dirle che la ama, ma ha paura che fugga perché è questo che ha fatto finora,
ogni volta che i loro sentimenti venivano a galla.
«Alessandro.»
Lui
la fissa, sperando che quell’interruzione non sia un brutto segno.
«Anche
io.»
«Cosa?»
chiede confuso.
«Anche
io sono roba tua.»
Alessandro
vorrebbe scoppiare a ridere per quel modo bislacco di rivelargli i suoi
sentimenti, ma si limita a sollevarla e spostarla verso il letto.
«Sì,
perché io ti ho voluto e io ti ho scelto.»
le dice, copiando le sue parole, perché, in fondo, è proprio quello che è
successo a loro.
~
All’uscita
dal cinema, Stanis ha appena salutato Karin che gli aveva appena spiegato di dover
andare a un incontro focoso dei suoi, e si avvia verso la sua Jaguar,
parcheggiata qualche marciapiede più avanti. È soddisfatto del loro
cinepanettone, perché la comicità è una delle arti più difficili per un attore
e lui, Stanis La Rochelle, stava facendo morire tutti
dal ridere lì dentro.
Passeggiando
vicino Ponte Milvio, vede una figura che gli sembra familiare dall’altro lato
della strada. È appoggiata alla balaustra e sta fissando il Tevere che scorre
impetuoso.
Si
avvicina e sorride, orgoglioso di se stesso, quando
scopre che era proprio la persona che aveva creduto di riconoscere, bella
esattamente come la ricordava.
«Elena!
Mi era sembrato che fossi proprio tu, del resto è difficile che Stanis La Rochelle si sbagli.»
Lei
si volta, spaventata da quell’interruzione e sorpresa perché mai avrebbe
creduto di rivedere quell’attore da due soldi.
«Stanis.»
«Tranquilla,
lo so che vedermi è sempre causa di una fortissima emozione, ma puoi ricominciare
a respirare.»
«Sempre
il solito modesto.»
«Sto
appena uscendo dal cinema, dove hanno trasmesso una delle punte di diamante
della mia carriera come attore comico, Natale
con la casta.»
«Ah
sì, ho sentito che avete prodotto un nuovo… film.»
«Sì,
il tuo Seppia ha potuto apprendere da un grande come me i segreti dell’arte
comica.»
«Io
e Alessandro non stiamo più insieme. Ci siamo lasciati da quasi due anni,
Stanis.» precisa lei, con lo sguardo perso nei ricordi.
Alessandro
non sarebbe mai andato a Milano, l’aveva capito dalla seconda volta in cui era
andato a trovarlo sul set e, soprattutto, era innamorato di Arianna. Ironia
della sorte, a causa di un trasferimento dalla sua azienda, era stata lei a
finire a Roma, anzi a Poggiofiorito per la precisione.
«Meglio…
no? Insomma, una come te con uno come Seppia è proprio sprecata.»
Elena
scoppia a ridere, perché nessuno dei suoi amici l’aveva consolata in questo
modo e, pertanto, nessuno era riuscito a farla ridere così tanto. Forse Stanis
aveva davvero del talento come attore comico.
«E
chi dovrebbe trovare una come me?»
«Beh…»
risponde lui, sporgendosi verso di lei e accarezzandole leggermente i capelli. «Uno
come me, per esempio.»
«Non
sei costretto a provarci con ogni donna che incontri per dimostrare la tua
virilità.» disse Elena, scostandosi e indietreggiando.
«Non
lo faccio. O almeno, non nella vita privata, è una cosa troppo italiana.»
«Hai
addirittura una vita privata…»
Ha
imparato a conoscere Stanis da tutti i racconti esasperati di Alessandro e
quelle sue visite sul set sono state sufficienti per capire che sia un completo
narcisista, arrogante e convinto che tutte le persone siano al suo servizio.
«Certo.
Non la leggi sui giornali perché non amo parlarne.»
«O
forse perché non ci sei mai sui giornali, Stanis.»
«Sei
scettica, lo capisco.» risponde lui, puntando un dito contro il suo viso. «Ma
vedrai come fioccheranno le mie interviste dopo questo film! Vedrai!»
«Vedrò
allora. Buonanotte, Stanis.» conclude lei, girandosi e iniziando a camminare.
«Quando
ci rivediamo?»
«Non
credo ci rivedremo.»
«E
chi ti consolerà quando sarai ancora così triste?»
Elena
si ferma, stupita da quelle parole.
«Ti
ho già detto che ci siamo lasciati da tanto con Alessandro, non sono triste.»
«Forse
non so il motivo, ma so riconoscere degli occhi tristi.»
«E
come mai?»
«Perché…
mi ricordano i miei.» ammette, infilandosi le mani nelle tasche e volgendo lo
sguardo verso il basso, per evitare le occhiate penetranti di Elena.
Lei
si sofferma a pensare che, forse, c’è davvero un’anima dietro Stanis. Ma solo forse.
«Domani
hai impegni a pranzo?»
«Dovrei
chiedere al mio agente, ma non credo.»
Elena
si riavvicina, gli alza una manica della giacca e, dopo aver cercato una penna
nella sua borsa, gli scrive il numero di telefono sul braccio.
«Chiamami,
se scopri di non avere nessun impegno. Buonanotte.»
Stanis
rimane a fissare il numero, mentre Elena si allontana con uno strano sorriso
sul viso. È una pazza se spera che ci sia qualcosa di serio in quell’uomo, ma,
in fondo, cos’ha da perdere?
«Dovrò
scegliere un ristorante che non sia italiano.» borbotta, infine, Stanis, di
ritorno verso la sua macchina, sentendo un’emozione che credeva di aver
dimenticato da tempo.
Fine.
Ho
finito ieri questa perla di telefilm italiano (davvero, uno dei più divertenti,
meglio scritti e tragici, per certi aspetti, telefilm che io abbia mai visto. Pannofino ♥ )
Arianna
e Alessandro non mi sono piaciuti fin dall’inizio, ma poi nella seconda
stagione mi hanno conquistato. Forse scriverò ancora su di loro, perché hanno
una dinamica davvero intricata, perché Alessandro è la tenerezza e perché il
pianto di Arianna nella seconda stagione e quel sorrisone che ha fatto quando
Ale è andato a trovarla in hotel (onestamente, non l’ha mai più rifatto quel
sorriso) dimostrano quanto il suo sentimento sia forte e quanto lei abbia sempre
cercato di reprimerlo.
La
seconda parte, lo ammetto, nasce dal mio amore verso Guido e Maria di Un Medico in famiglia: rivedendo insieme
i due attori non ho potuto che fantasticare su di loro (e poi, se togliamo
Arianna, Elena è l’unica donna che abbia davvero suscitato una parvenza di
interesse in Stanis).
Il
viale dove abita Arianna è un riferimento a Villa Orchidea di Occhi del Cuore, mentre Elena abita a Pioggiofiorito che è proprio il paese dove stava casa
Martini in Un Medico in famiglia.
E
niente, spero tanto che vi siano piaciute e se qualcuno vorrà lasciarmi un
commentino, ne sarò felice.
Baci,
EclipseOfHeart