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Autore: _viola02_    17/09/2017    3 recensioni
Dal testo:
"Leo Valdez guardò con odio il suo nuovo liceo. Era il quarto, ed era solo al secondo anno.
Sperava ardentemente di andarsene il prima possibile, ma pur di sfuggire a LEI preferiva sorbirsene un altro.
*************
L'edificio era in fiamme.
Leo guardava la sua casa bruciarsi, senza poter fare niente.
Perché sapeva di essere stato lui la causa dell'incendio"
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Calipso, Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo Valdez, Nico di Angelo
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 6 - Rapporti ed emozioni complicate

Nel capitolo precedente:

Lui era un assassino. Solo un assassino.
Non meritava amici, e non meritava nessun tipo di amore. Né materno, né fraterno.
No, lui doveva stare da solo. Era questa la sua punizione. Per sempre.


Quando quella mattina Leo si svegliò, pensò che la giornata sarebbe stata sicuramente bellissima.
Era martedì, c'era un sole spaccanuvole (a Leo piaceva dormire con le tapparelle tirate su, per svegliarsi con la luce della mattina) e quella mattina c'erano le lezioni che preferiva: informatica e chimica.
Insomma, cosa poteva andare storto?
Avrebbe fatto colazione con i suoi amici, sarebbe stato "contattato" da Iride che gli diceva di andare al solito tavolo e poi sarebbero arrivati tutti in ritardo alle lezioni (tutti tranne Nico, però: lui riusciva sempre ad essere puntuale. Prima era in un posto, e poi... PUFF, era in un altro. Chissà come faceva...) rimediando un rimprovero dal professore.
Benedetta routine!
Era ancora nella sua beata ignoranza, quando un pensiero gli stuzzicò la mente.
La sera prima cosa aveva fatto? Mmh...
Avevano giocato a Mitomagia (Nico era pazzo di quel gioco, ma Leo non ci capiva un tubo)?
O avevano guardato la TV (Jason era molto bravo a chiedere favori alle bidelle, del tipo una TV o una scrivania...)?
Non gli veniva proprio in mente. Eppure sentiva di esserci vicino, ce l'aveva sulla punta della lingua...
Ed ecco che i ricordi della sera prima lo assalirono. Il viso di Hazel, le sue frecciatine, la litigata, le urla...
Leo perse il sorriso. E il buonumore.
Come aveva fatto a scordarselo? Altro che amici!
Lui non ne aveva e non li meritava. Punto. Era la sua punizione. Ed era giusto così.
Decidendo che non valeva più la pena di stare a letto, Leo si alzò e si vestì di fretta, senza badare a come si vestiva.
Non voleva stare in quella camera un minuto di più. Guardò l'orologio, prese i libri e la sua fidata cintura degli attrezzi (che ovviamente non poteva mancare) e uscì.
Erano solo le sei e cinquanta, e perciò aveva ancora quasi tre quarti d'ora prima che la mensa di riempisse di ragazzi starnazzanti.
Scese le scale facendo i gradini due a due, arrivando così in un baleno alla mensa.
Sapeva benissimo che non ci sarebbe stato nessuno (era già venuto verso quell'ora per uno spuntino), e perciò si diresse sicuro verso la cucina.
Aveva appena finito di farsi un panino (o un paninone, visto che ci aveva messo dentro tre hamburger, l'insalata, i pomodori, la maionese e una montagna di formaggio), quando sentì una mano posarsi sulla sua spalla.
Leo, girandosi di scatto, fece un urletto dicendo qualcosa come «Aiuto, le arpie!!», per poi distogliere lo sguardo imbarazzato da Iride, che lo fissava divertita.
«Vedo che non hai smesso di venire presto, eh?»
Che sfiga. Lo avevano beccato a mangiarsi qualcosa fuori dall'orario (e sapevano che l'aveva già fatto più volte!) nonostante fosse vietato, come minimo gli avrebbero dato un'altra punizione...
"Ormai ho il record" si disse mesto.
Tuttavia, per buona educazione e per rispetto di Iride (cavoli, era la bidella più fantastica del mondo!) Leo non rispose sfrontato (come avrebbe fatto con qualsiasi altra bidella), ma fece solo una semplice alzata di spalle.
«Sicuro che lo mangi tutto quel panino?» continuò lei, gentile.
Non lo stava rimproverando?? Davvero?
Un po' impacciato, ma curioso per la piega della conversazione, rispose: «Io... Sì, sì lo mangio tutto.
Senti, mi dispiace per essere venuto presto, è solo che...»
Leo si interruppe.
Cosa poteva dirle? "Scusami tanto, ma preferisco venire prima perché non voglio vedere i miei amici, no anzi, EX-amici"?
E che non li voleva vedere perché è un assassino e sa che loro stanno meglio senza di lui? Perché sa di essere troppo ripugnante per delle persone belle come loro?
No, era fuori discussione.
Non sapeva ancora cosa dirle, quando fu interrotto dalla bidella: «Stai tranquillo, caro, se sei venuto qua avevi dei buoni motivi»
E gli sorrise.
Era il sorriso più bello del mondo, Leo ne era certo.
In quel sorriso si poteva vedere un affetto smisurato, materno e sincero.
Era il sorriso di una mamma.
Leo, con il cuore pieno di tristezza e di colpa, non riuscì a sostenere di più quello sguardo.
Doveva andarsene.
«Iride, mi è passata la fame. Lo mangio dopo... Ci vediamo un'altra volta»
E, senza darle il tempo di rispondere, infilò la porta.
Era strano pensare come, in quella settimana e mezza, fosse scappato dagli altri più volte che negli ultimi due anni messi insieme.
Ma Iride gli aveva ricordato un amore che non provava da troppo tempo. Un amore che aveva cancellato facendo una scelta. Quella che rimpiangeva da tutta la vita.
Ma era stata la SUA scelta, e non si poteva tornare indietro.
E perciò, doveva sopportare le conseguenze, anche lo stare da solo. Era meglio per tutti.

[Tre settimane dopo]


Erano passate TRE SETTIMANE. Se si vuole proprio precisare, un MESE dall'inizio della scuola.
E quello stronzo di Leo continuava ad evitarli.
Piper ricordava ancora la sera in cui si era eretto "Il Muro di Valdez", la sera nella quale il loro gruppo era morto.
Ogni volta che ci pensava, le sembrava di rivivere tutta la serata: Hazel, infatti, l'aveva chiamata incazzata nera (quella sera era andata fuori con Silena Beauregard, per lasciare la camera tutta per i due ex-piccioncini) subito dopo "la fuga di Leo", e si era sfogata apostrofandolo come "Il Verme Smidollato" o "Lo Stronzo Mollo Tutto Addio", e comunicandole con delle BELLISSIME grida (che avevano fatto benissimo alle sue orecchie, ci mancherebbe altro) quanto era stato IDIOTA, COGLIONE e STRONZO.
Ma, anche se Hazel continuava a ripeterle che era "la natura stronza di Leo" quella che sta sotto la facciata perenne del ragazzo, lei non poteva fare a meno di chiedersi come aveva fatto Leo (il mitico Leo!) ha diventare così freddo.
Certo, le battute le faceva ancora, i sorrisetti furbi che facevano esasperare i professori pure, ma era diverso. Era FINTO. Ma soprattutto era solo.
E a Piper si spezzava il cuore sapendolo in crisi, senza sostegno e senza amici.
Non le importava un fico secco se lo conosceva solo da un mese, o se erano stati "amici" per una settimana, lei l'aveva preso sotto la sua ala protettrice. Punto. Il resto non era importante.
Però, per quanto facesse la mamma-chioccia, non poteva certo dire che non fosse arrabbiata. Cazzo, era un codardo di merda!
Va bene che ha problemi a casa (non se l'era proprio bevuta quando le aveva detto "ma ora va tutto bene"! Leo chi pensava che fosse? Un'idiota?), va bene che vuole tenersi tutti suoi segreti, ma evitarli per TRE SETTIMANE?? È DA STRONZI. PUNTO.
Se poi avevano pure provato a parlarci e lui li aveva snobbati con un «Ho da fare, scusate», la pazienza finisce.
Ma la cosa che a Piper forse dava più fastidio, era che Leo, con qualcuno sì che parlava.
Già, perché Iride e non lei? Insomma, lei lo aveva aiutato la prima settimana, lo aveva sostenuto e lo aveva lasciato sfogarsi con lei!
E no, invece, lui sceglie Iride, la bidella vecchia. Grazie tante.
E Piper lo sapeva che era solo gelosia (Piper gelosa di Leo? Ma cosa succede, casca il mondo?), ma non poteva farci niente.
A Piper mancava. Era questa la verità, la pura e semplice verità.

Hazel stava in camera, sapendo che mancava ancora una buona mezz'ora prima che la sveglia suonasse.
Continuava a vagare per i suoi pensieri, ma ce n'era uno in particolare che continuava a ronzarle in testa: "Ho bisogno di parlare con Piper".
Okay, detto così poteva sembrare facile, visto che stavano in stanza insieme, ma non lo era per niente. Come faceva a dirle che, per quanto avesse parlato male di Leo, le mancava? O che era ancora indecisa tra lui e Frank?
«Hazel? Sei sveglia?»
Piper l'aveva preceduta.
Hazel scosse la testa sorridendo. Si stupiva ancora di quanta connessione c'era tra di loro.
«Sì, e volevo parlarti anche io. Chi comincia?»
«Decisamente tu. Dal tuo tono si capisce che è una cosa seria»
«Beh... Io volevo dirti che... ehm...» cominciò lei, impacciata, «sonoancoracottadileoenonpossofarciniente»
«Eh?? Hazel, guarda che non ci ho capito niente, non sono mica un'interpreta-lingue!»
Hazel fece un respiro profondo. Che bisogno c'era di tutta quella scena? Era solo Piper. Solo la sua migliore amica.
«Io sono ancora innamorata di Leo»
«Ah» fece Piper, per poi stare zitta.
Hazel stava sulle spine, aspettando il verdetto. Se Piper non le diceva niente non era un buon segno.
Doveva forse spiegarsi meglio?
«Cioè, lo so che non è per nulla bello, e che ho Frank che è disponibile e simpatico, e che non te l'ho detto prima, ma io non so cosa fare... Lui è il mio passato, Piper! È stato il mio ragazzo per tanto tempo, e soprattutto il mio migliore amico da quando avevamo nove anni. Come faccio a vederlo così lontano? Mi manca da morire...»
Fece una pausa, per capire meglio le sue sensazioni, e poi sbuffò, infastidita: «Pensa che mi manca di più adesso che ce l'ho qua vicino che due mesi fa quando lo credevo dall'altra parte del mondo!»
Piper stava ancora zitta, e sembrava che non avesse intenzione di parlare. Che si fosse offesa per non averlo saputo prima?
«Piper?? Lo sai che sono ansiosa, rispondimi, ti prego!»
«E tu, invece, lo sai benissimo che non serve che ti dica niente. Devi seguire le tue sensazioni e il tuo cuore»
A questo punto si zittì di nuovo, ma Hazel capì (grazie alle molle del letto) che si stava alzando per venirle vicino.
L'amica (HAZEL VOLEVA COSÌ TANTO BENE A PIPER) l'abbracciò, ed Hazel sapeva che stava cercando di trasmetterle tutto l'affetto che provava per lei.
«E comunque ti capisco. Leo manca anche a me e siamo stati amici per una sola settimana! Quindi posso capire cosa provi... O almeno penso» aggiunse ridendo «io non ho mai avuto una relazione lunga!»
«Ma cosa devo fare, Piper? Io non riesco a capirlo! E soprattutto non capisco cosa provo io! Mi sembra di tradire Frank...»
«Beh, per Frank posso solo dirti che secondo me ci devi parlare. Devi capire i sentimenti che provi per lui e i sentimenti che lui prova per te prima di decidere qualsiasi cosa. D'altra parte è ancora il tuo ragazzo! Mentre per Leo... Non lo so nemmeno io. Non riesco neanche a immaginare cosa gli passa per la testa! Se solo sapessi un po' di più sul suo passato...» aggiunse, staccandosi dall'abbraccio per guardarla negli occhi, con quell'espressione seria che Hazel le aveva visto solamente in occasioni importanti «Se solo mi dicessi COSA È SUCCESSO, Hazel, forse lo capirei di più!»
Hazel si girò a guardare i suoi piedi. Quello che le chiedeva Piper era difficile. Tanto.
Quando due anni prima Leo se n'era andato, Hazel aveva deciso di andare avanti, di fare come se non fosse mai esistito.
Certo, ogni tanto lo accennava, oppure non riusciva a resistere e scoppiava a piangere al ricordo, ma piano piano quel ragazzo era diventato un fantasma, una parte di lei nascosta che non veniva mai alla luce.
L'unica eccezione che aveva mai fatto alla regola di non parlarne era stata Piper.
A lei non aveva solo raccontato del ragazzo che l'aveva mollata e ferita (come faceva con tutti quelli che le chiedevano se aveva mai avuto un ragazzo), ma le aveva anche raccontato di come si era innamorata, del primo bacio, delle serate insieme.
Su un'unica cosa era stata categorica: non avrebbe raccontato niente dei segreti del ragazzo a Piper.
Ma aveva fatto bene? Insomma, stava tenendo quei segreti solo per una promessa fatta a Leo, e lui aveva infranto tutte le promesse fatte a lei.
"Mi aveva giurato di proteggermi e di starmi accanto!" pensò con rabbia.
"E ha distrutto tutto con un solo messaggio. Ha senso continuare a nasconderlo?"
E in quel momento la verità si fece strada in lei.
«No, Piper, non te lo dirò. Non infrangerò la mia promessa, anche se lui lo ha fatto con me. Se lo facessi non sarei meglio di lui. Quindi, mi spiace avere questo segreto con te, ma non dirò una sola parola. Se sarà lui a dirtelo, però, non avrò problemi»
Nonostante le avesse negato la risposta, Hazel vide l'amica illuminarsi e far spuntare sul volto un sorriso.
Con gli occhi ancora splendenti d'orgoglio, Piper le disse: «Sono fiera di te, Hazel, sappilo. Avevi davanti una strada facile, quella che ti avrebbe liberato di quel peso che ti grava addosso da anni, e tuttavia hai deciso di fare la strada più difficile, sapendo che era quella giusta. Hazel, ti voglio un mondo di bene e ci sarò sempre per te, che sia una cazzata o qualsiasi altro problema»
Detto questo, Piper l'abbracciò di nuovo, stringendola forte, e Hazel si sentì forte per la prima volta da quando Leo era tornato.
Lui non poteva rovinarle la vita. Certo, era il suo passato, e lo sarebbe sempre stato, ma adesso lei stava vivendo il presente, e lo stava vivendo con qualcun'altro. Con Frank.
Però, prima di concentrarsi su di lui, doveva mettere una fine alla sua storia con Leo. Per poter essere libera del tutto e per poter essere felice.
Così, mentre le due ragazze si abbracciavano, Hazel decise che lo avrebbe affrontato faccia a faccia. E poi sarebbe passata oltre.



ANGOLO DELL'AUTRICE:
Eccomi qua😀😀
Sono tornata con un nuovo capitolo, anche se molto diverso dagli altri.
In questo capito, infatti, non ho curato i fatti (non ci sono molti colpi di scena, per l'appunto, anzi probabilmente nessuno😅) ma ho curato i rapporti e le emozioni dei personaggi, come dice infatti il titolo del capitolo.
La prima parte parla di Leo, e l'ho inserita per far capire meglio come si senta: lui è convinto di non meritarsi affetto e continuerà per un po' (è un tale testone...😰😰😰); la seconda, invece, fa risaltare il rapporto tra Piper e Hazel.
Queste ultime due mi piacciono un sacco😍😍
È come se fossero sorelle, e non si nascondono niente.
Ho deciso di evidenziare questo rapporto perché è molto importante, e non va sottovalutato.
Jason, Nico e Frank arriveranno (lo so che li ho trascurati, mi spiace) molto presto, promesso.
Dedico questo capitolo a Day_Dreamer05, che mi ha dato consigli e mi ha consigliato di rallentare un po', per evitare di far diventare troppo frettolosa la storia (grazie!!!!); a fenris che mi sostiene con le sue recensioni; alle mie amiche Anna e Sele che mi hanno incoraggiata a continuare e infine alla nuova arrivata Redhairandgreeneyes che mi ha recensito la scorsa volta. Un bacione a tutti!
Ovviamente, ringrazio anche colore che l'hanno messa tra le seguite o le preferite, e anche chi l'ha solo letta.
Alla prossima,
_viola02_

P.s.: per chi volesse ho scritto una song-fic su Calipso e Percy, magari andatela a leggere, mi farebbe piacere qualche commento 😋
   
 
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