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Autore: SabrinaPK    17/09/2017    2 recensioni
Kate Beckett non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi incinta a diciannove anni, senza madre, ma questo era ciò che la vita le aveva riservato e se ne stava occupando al meglio che poteva. Aveva finalmente deciso di dare il suo bambino in adozione finché il padre non era ricomparso a complicare le cose. Richard Castle aveva una sorta di inclinazione nel farlo. [Caskett AU]
Storia di skygirl55.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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Kate aprì la porta del loft trattenendo uno sbadiglio. Aveva ventitré anni ed era stanca alle otto e mezza di sera. Certo, era sveglia da più di sedici ore e quella giornata era stata incredibilmente piena ed estenuante, ma mentre la maggior parte dei ragazzi e delle ragazze della sua età stava per cominciare il venerdì sera, lei non vedeva l’ora di mettersi il pigiama, magari guardare un’ora di televisione e andare a letto. E poi, la maggior parte di loro non era genitore di una bambina di tre anni.

Togliendosi la giacca, la appese nell’attaccapanni vicino alla porta. Quando la manica le passò vicino al viso riuscì chiaramente ad avvertire l’odore di sigaretta e fece una smorfia. Il pub che i suoi colleghi avevano scelto per andare a cena dopo il turno era un locale per non fumatori, ma una volta usciti due dei colleghi avevano acceso una sigaretta mentre lei era ancora lì a parlare con il resto del gruppo. Avrebbe fatto prendere aria al cappotto, ma era preoccupata per l’odore dei capelli; preferì comunque non lavarli quella sera prima di andare a letto.

Con un sospiro, Kate afferrò una ciocca e se la mise sotto il naso. Non credeva di puzzare di fumo, ma decise di controllare anche dall’altro lato. Stava ancora cercando di capirlo quando Rick apparve in corridoio, con un’espressione austera. Essendo occupata in altro, Kate all’inizio non la notò, ma chiese solo ‘Come stanno le bambine? Sono andate a letto senza storie?’

‘Dove sei stata?’ chiese con tono impaziente.

Rendendosi conto della sua espressione, aggrottò la fronte, preoccupata che non avesse visto il suo messaggio. ‘Ti ho mandato un messaggio per dirti che facevo tardi, non l’hai visto?’

‘L’ho visto. Immagino che tu non sia in ritardo a causa del lavoro.’

Lei scosse la testa. ‘Sono andata a mangiare un boccone con dei colleghi dopo il turno.’ Avrebbe dovuto dirglielo nel messaggio? Forse, ma in quel momento di debolezza aveva deciso di essere egoista. Nei precedenti undici mesi, da quando aveva cominciato l’accademia, non poteva nemmeno contare sulle dita di una mano le volte in cui si era ricavata del tempo per se stessa. Ogni volta che poteva cenava a casa con la sua famiglia o, se il turno finiva troppo tardi, tornava in tempo per mettere Emily a letto. In quei giorni in cui era andata a lavoro più tardi aveva preparato la colazione per entrambe le bambine, aiutato Rick a impacchettare i loro pranzi e a portarle a scuola. Era al cento per cento dedita alla famiglia—e si godeva ogni minuto. Non avrebbe mai rinunciato a del tempo con Emily o Alexis per nulla al mondo, ma quella sera i suoi colleghi erano stati insistenti, così aveva accettato.

Era stata una lunga giornata, cominciata con un pedone investito e poi con un gruppo di ladri che l’aveva costretta a inseguire un sospettato a tutta velocità per almeno due isolati. Mentre cercava di trattenerlo, lui le aveva dato alcune gomitate, una delle quali l’aveva appena sfiorata sulla mandibola. Non aveva subito alcun danno oltre a dei piccoli graffi, ma era stata comunque una giornata stressante, perciò aveva deciso di trascorrere un’ora libera con i suoi colleghi bevendo una birra. Certo, non credeva che quell’ora si sarebbe prolungata a due ore e mezza…ma ormai non poteva fare più niente.

‘Un boccone.’ ripeté lui con tono piatto.

’Sì, un boccone.’

‘Chi era quel tizio che ti ha riaccompagnata a casa?’

Kate si fermò in mezzo alle scale e si voltò a guardarlo. ‘Come…come fai sapere che qualcuno mi ha riaccompagnata a casa?’ Quando Rick non rispose, emise una mezza risata di puro shock e frustrazione. ‘Chi sei: mio padre? Guardi fuori dalla finestra mentre sono davanti al portone?’

‘No, ero nel mio ufficio ed è capitato che stessi guardando la strada proprio in quel momento.’

Kate inarcò scetticamente un sopracciglio. Avrebbe potuto essere vero, ma sembrava schifosamente fatto apposta. Ad ogni modo, l’alternativa sarebbe stata che stesse guardando fuori dalla finestra aspettando che tornasse, ma non sembrava il suo caso, così decise di dargli il beneficio del dubbio. ‘Oh.’

‘Chi era quello, Kate?’

Lei fece spallucce. ‘Uno dell’anti-rapina—Marcus. Non gli avevo mai parlato prima, ma ci siamo seduti vicini a cena, mi ha chiesto se poteva riaccompagnarmi a casa e io ho accettato. Perché fai così?’

Lui sollevò le mani in aria ed emise un suono indefinibile. ‘Perché noi…noi siamo…’

Incrociò le braccia al petto e posò tutto il peso su una gamba, osservandolo. Oh, beh, ecco la spiegazione per il suo comportamento; era geloso. Era interessante visto che la loro relazione non era per niente ufficiale e non lo era stata nemmeno dal suo inizio tre mesi prima.

Da fine Gennaio, Kate e Rick condividevano lo stesso letto tre volte a settimana. Soprattutto la sera, quando le bambine erano già a letto. In alcune occasioni capitava anche durante le mattine del weekend, quando nessuno doveva andare a lavoro o a scuola. A volte finivano anche a ridere mentre si dirigevano verso l’enorme doccia di Rick per cominciare la giornata. Non avevano mai parlato di essere più di quanto erano in quel momento: due persone che si godevano la reciproca compagnia.

‘Cosa? Cosa siamo, Rick? L’ultima volta che l’ho sentito stavamo solo “alleviando lo stress.”’

Lui le mostrò un’espressione incredula. ‘Non è…non stavo…Credevo avessi capito che questo è…pensavo lo volessi!’

‘Non so nemmeno cosa “questo” sia!’ rispose, alzando leggermente la voce.

‘Una famiglia! Abbiamo una famiglia.’ spiegò. Poi cominciò a elencare con le dita. ‘Abbiamo una figlia nostra e un’altra che ti considera una madre molto più di quanto sia mai stata la sua. Tu, io, Alexis ed Emily; siamo una famiglia.’

Kate lo guardò, respirando velocemente. Quello che aveva detto era vero; non poteva negarlo. Nei mesi successivi all’incidente tutti e quattro si erano riavvicinati, erano diventati più forti. Le prime settimane erano state difficili, ma la terapia aveva aiutato molto e a Marzo Emily era tornata ad essere la felice, chiacchierona e allegra bambina di sempre. Da quel momento non c’erano più state domande su quanto si amassero o su quanto fossero uniti. Sì, lei e Rick dormivano ancora separati la maggior parte delle notti e facevano sempre attenzione a non mostrare particolare intimità di fronte alle bambine, anche se lo sorprendeva spesso a fissarla con sguardo adorante almeno una volta al giorno, se non di più. Se guardavano un film, si sedevano sempre vicini toccandosi le mani, se non intrecciate del tutto. Erano una famiglia in tutti i sensi, tranne che in quello ufficiale.

Dopo alcuni minuti di silenzio, Rick avanzò in modo da ritrovarsi di fronte a lei. ’Siamo incredibili insieme e siamo felici. Tu sei felice, giusto?’

’Sì.’ confermò in tono severo.

‘Okay, allora facciamo un tentativo. Lo dobbiamo alle nostre bambine. Vorrei che fossimo esclusivi.’

‘Okay.’

‘Io—‘ s’interruppe e la fissò ‘Oh. Non pensavo che avresti accettato così velocemente.’

Kate per poco non scoppiò a ridere. ‘Come non potrei?’ Si sollevò in punta di piedi e gli circondò le spalle con le braccia. Aveva detto quello che sperava di sentirgli dire da mesi—anni, forse. Non c’erano dubbi nella sua mente su quello che provava per lui, per la loro famiglia. Quella relazione non avrebbe potuto avere altro che un’inizio poco tradizionale, ma dopo quattro anni insieme avevano costruito un’amicizia come una storia d’amore. Era l’unica persona che conosceva su cui avrebbe potuto fare affidamento senza esitazione. Era l’uomo con cui rideva, piangeva, e tutto il resto. Era il padre di sua figlia e aveva ragione: dovevano provare sul serio ed essere una vera famiglia per loro stessi e le bambine.

‘Oh Kate.’ sospirò immergendo il viso nel suo collo e avvicinandola a sé.

Dopo alcuni minuti, Kate sciolse l’abbraccio e gli diede un bacio sulla guancia. Accarezzandogli la mandibola, lo rassicurò ‘Era solo una cena con degli amici e mi dispiace di non essere stata chiara nel messaggio. Per quanto riguarda Marcus, ci provava con me, ma io non ho mai pensato di fare niente. Cos’è quella faccia?’ chiese quando lo vide aggrottare la fronte.

‘È solo che…a volte mi preoccupo di essere troppo vecchio per te…’

Di fronte a quel commento assurdo accennò una mezza risata. ‘Troppo vecchio?’

Lui fece spallucce. ’Sì o troppo…non so…’

‘Rick. Non sei nemmeno vicino a quello che…’ Scosse la testa. Dio, come poteva spiegarglielo? Come poteva anche solo descrivergli cosa lui significava per lei e cosa aveva significato il fatto che l’avesse accolta in casa sua accettando di crescere la loro figlia insieme? ‘Rick, non sono stata con nessun altro da quando abbiamo concepito Emily.’

Lui fece un passo indietro ed emise un sospiro sorpreso. ‘Cos…ma io pensavo…non stavi frequentando qualcuno?’

Lei fece spallucce e scosse la testa. ’Sì, ma niente di serio.’ Qualche drink o una cena qui e là. Un appuntamento al cinema che si era concluso con un bacio che non sembrava giusto. Parlare davanti ad un caffè e realizzare quanto fossero diverse le loro priorità. ‘Uscire per un appuntamento non riguarda solo me, ma noi—Emily ed io. Non volevo che le cose diventassero serie con un ragazzo che sarebbe rimasto terrorizzato dalla mia bambina.’

Lui la guardò scettico. ‘Eri cosciente di essere al college vero?’

Kate rise. ’Sì, la maggior parte dei ragazzi scappava quando lo scoprivano. Il resto sapevo che mi sparlava dietro. Ma dopo il diploma? Quando mai ho avuto il tempo di respirare e uscire per un appuntamento?’

Lui sollevò le spalle imbarazzato. ‘Giusto.’

Lei avanzò di nuovo verso di lui e gli accarezzò dolcemente la guancia. ‘Non essere triste…è stato un bene per me e per il mio carattere chiuso. E poi, non sarebbe stato il momento giusto allora.’

Ripensando a quando Emily era ancora una neonata, non ci sarebbe stata alcuna possibilità di imbarcarsi in una relazione seria con lui—o con nessun altro. Non era emotivamente matura per stare con un uomo come Rick. Doveva finire il college e trovare la sua strada come adulta. Doveva scoprire chi fosse e cosa volesse dalla vita. Una volta riuscitaci, sarebbe stata pronta a trovare un partner con cui condividerla, ma la cosa più incredibile era che lei lo aveva già. Credeva davvero che se avessero provato a stare insieme prima che si diplomasse all’Accademia non avrebbe funzionato, ma adesso avevano una vera opportunità.

Kate gli rivolse un sorriso e lo baciò per ricordargli che era felice di essere lì con lui, in quel momento.

Rick ricambiò e strofinò il naso contro il suo prima di aprire gli occhi, guardandola con esitazione e dicendo ‘Ti amo?’

Il modo in cui la sua voce si affievolì fece sembrare quell’affermazione una domanda, così gli chiese ‘Perché non ne sembri sicuro?’

’No, ne sono sicuro—molto sicuro. È solo che… non volevo che accadesse così presto.’

‘Viviamo insieme da più di tre anni.’ gli ricordò.

‘Lo so, ma—‘

Lo interruppe incollando di nuovo le labbra alle sue. ‘Ti amo anch’io.’

Lui sorrise e le posò le mani sui fianchi. ‘Davvero?’

’Sì.’

Facendo un passo avanti, avvicinò le labbra al suo orecchio e le sussurrò ‘Allora provalo.’


Steso sul letto, praticamente in delirio dopo l’annebbiamento mentale da post-coito, Rick sollevò una mano e accarezzò il braccio della donna distesa accanto a lui. Aveva un gentile sorriso sul volto mentre lo osservava con quegli occhi color miele e brillanti di pura adorazione. Dio, era totalmente innamorato di lei.

Di lei—di loro—della loro famiglia.

Già; l’avrebbero fatta funzionare questa volta. Ci avevano provato per quattro anni, più o meno, ma adesso l’avrebbero fatto insieme; erano impegnati ufficialmente e sarebbe stata una relazione che sarebbe andata lontano—ne era sicuro.

Alcuni mesi prima, quando lei aveva deciso di andarsene senza preavviso, era rimasto ferito—molto ferito. Avevano trascorso una notte splendida—una notte che credeva li avrebbe condotti verso una vera relazione—e all’improvviso lei aveva fatto le valige usando una scusa che definirla debole sarebbe stato poco. Rick non poteva fare a meno di pensare che quelle due cose fossero collegate, magari pensava che fare l’amore con lui era stato uno sbaglio, e per questo il suo cuore si era spezzato.

Anche quando era tornata, alcune settimane dopo, credeva ancora che la loro occasione fosse andata persa per sempre, ma poi, la notte di Natale, gli aveva chiesto di restare con lei. Mentre la teneva stretta aveva capito che c’era ancora speranza; avevano ancora una possibilità—una possibilità che era cresciuta settimana dopo settimana fino al giorno in cui era cambiato tutto.

Il modo in cui Kate l’aveva sostenuto dopo il tentato rapimento di Emily aveva significato molto. Era riuscita a convincerlo che l’incidente non era accaduto per colpa sua, anche quando lui non voleva sentir ragioni. Gli aveva rivolto dei piccoli sorrisi e delle gentili carezze per ricordargli che non avrebbe affrontato il futuro tutto da solo e sapeva che quello sarebbe stato l’inizio del loro tempo insieme. Ma il suo cuore era ancora incerto, per questo aveva proposto il ‘“sesso come anti-stress” per vedere se avrebbero funzionato come coppia, senza doversi impegnare sul serio. Anche se, in realtà, lui si stava impegnando già da un bel po’—da più di un anno.

Quando Kate si alzò dal materasso e si diresse—nuda—verso il bagno, voltandosi solo per rivolgergli un ghigno, il cuore di Rick fece un balzo. Era così bella e incredibile; lo ispirava ogni singolo giorno. Gli faceva desiderare di essere un uomo migliore e ci provava davvero, anche se commetteva ancora qualche errore.

Con il cervello pieno di pensieri, un solo commento gli rimbalzava ancora nella testa. Non sono stata con nessun altro da quando abbiamo concepito Emily. Cavolo. Com’era possibile? Erano passati più di quattro anni e lei era stata solo con lui?

Nello stesso periodo lui aveva…oh, beh, ora che ci pensava era stato con solo tre donne inclusa Kate. Una di quelle storie era praticamente stata un disastro sin dall’inizio; l’altra era finita quando lei gli aveva detto di non essere interessata a diventare la matrigna di due bambine. Tutto considerato, la confessione di Kate non avrebbe dovuto sorprenderlo tanto—eccetto per il fatto che lui aveva trent’anni e lei frequentava ancora al college.

Quando tornò dal bagno un minuto dopo, Kate s’infilò di nuovo sotto le lenzuola, avvicinandosi a lui e baciandolo. Quando studiò la sua espressione, gli chiese ‘Che c’è?’

‘Niente, solo…non riesco ancora a credere che non sei stata con nessun altro oltre me. Come hai resistito?’

‘Che intendi dire?’

Lui si sollevò poggiando il peso sul gomito. ‘Beh, sono…un po’ più di quattro anni senza sesso.’

La sua espressione divenne incredula. ‘Senza sesso? Uhm, abbiamo fatto sesso.’

‘Non così tanto.’

La ragazza corrucciò le labbra e poi mormorò ‘Mmm no. Sono state un bel paio di volte.’

Ripensando al tempo trascorso insieme, Rick revisionò a mente i loro incontri intimi. C’erano state le loro tradizioni natalizie e poi quella settimana negli Hamptons durante la prima estate di Emily. Oh, e quando aveva rotto con Gina la prima volta…e dopo aver rotto con Gina la seconda volta. Okay—forse aveva ragione. ‘Comunque…’

Lei scosse piano la testa. ‘Non era solo sesso per me, Rick. Il parto ha cambiato il modo in cui mi sentivo, il modo in cui vedevo corpo, e diventare madre ha cambiato il tipo di relazione che cercavo. Non volevo un piacere temporaneo—volevo una connessione e un’intimità che non avrei potuto avere con chiunque. E…’ si fermò un secondo e un piccolo sorriso le spuntò sulle labbra. ‘Forse, in fondo, da qualche parte, speravo che ci saremmo messi insieme per davvero.’

Di fronte al suo commento, Rick si mise seduto e sussultò. ‘Hai appena insinuato che eravamo destinati?’

La fronte le si aggrottò. ‘L’ho fatto?’

Il suo sorriso si allargò. ‘L’hai fatto! Oh! Vedi? Non sono il solo che pensa a queste cose!’ Anche lui credeva che i poteri cosmici l’avessero condotta da lui una volta, due volte…una dozzina di volte. Ma in generale, una confessione del genere avrebbe comportato un’alzata di occhi dalla sua metà più logica.

‘Davvero?’ chiese, mantenendo il suo scetticismo.

La sua mente stava tenendo conto di tutte le possibilità. ‘Kate! Oh sì, tu non lo vedi? Questo spiega tutto!’         

Lei sorrise. ‘Sei davvero eccitato.’

‘Dovresti esserlo anche tu! Pensa a tutti i pezzi dell’universo che si sono allineati per far sì che questo accadesse: la mia babysitter che si rompe la gamba, tua madre che conosceva sua madre, tu che arrivi a prendere il suo posto…’

‘La morte di mia madre.’ intervenne Kate.

Il sorriso di Rick si spense. Il suo tono sembrava più come se stesse constatando un fatto che triste, ma si sentiva comunque in colpa per aver insinuato di aver trovato la felicità a causa della morte di Johanna Beckett; non sarebbe mai dovuta andare così. ‘Kate…’

Lei scosse la testa. ‘No, è un pezzo del puzzle. Se non fosse morta, non sarei mai venuta a letto con te; non avremmo mai avuto Emily.’

‘…e noi non saremmo qui.’ concluse; lei annuì. Per quanto triste fosse, era anche vero. Se Johanna non fosse morta, Kate sarebbe tornata a Stanford a Gennaio e loro non si sarebbero rivisti mai più. Da persona che credeva nel potere dell’universo, Rick immaginò che esistesse uno scenario in cui lei sarebbe tornata per fare da babysitter ad Alexis quell’estate, in cui si sarebbero conosciuti meglio, ma sapeva anche che sarebbe stato improbabile. Per quanto triste fosse, la madre di Kate doveva venire a mancare per scatenare quella catena di eventi che li avrebbe portati alla felicità di quel momento.

‘A volte anche le tragedie ci riservano qualcosa di meraviglioso.’ mormorò. Il loro amore, la loro famiglia, era tutto fantastico. Emily era un dono e un pezzo di vita senza il quale non avrebbe potuto vivere.

Dopo un lungo respiro, Kate si sdraiò e si accucciò contro il corpo di Rick. Poggiò la testa sul suo petto e un braccio sulla sua pancia. Lui la circondò con le braccia e la tenne stretta dandole un bacio sulla testa. Riusciva soltanto a immaginare quali fossero i suoi pensieri, visto che la felicità che stava vivendo era un diretto risultato del dolore che aveva sofferto dopo la morte di sua madre; non era certo una cosa da prendere alla leggera.

‘Cosa penserebbe di tutto questo?’ chiese Rick.

‘Mia madre?’

‘Mmhmm.’

‘Oh.’ Rimase in silenzio per un po’ prima di continuare. ‘Credo che lo troverebbe divertente. Adesso, almeno. Quattro anni fa, non credo. Mi avrebbe fatta sedere e mi avrebbe illustrato i pro e i contro, ma non avrebbe urlato o strillato; era sempre più calma di mio padre. Ma penserebbe che è stato divertente il modo in cui è accaduto tutto.’ Sollevò la testa dal suo petto abbastanza da riuscire a guardarlo. ‘E le saresti sicuramente piaciuto.’

‘Davvero?’ le chiese con una mezza risata.

‘Oh sì. Ti avrebbe adorato, Rick.’

Lui sollevò la testa e la baciò. ‘Mi dispiace di essere riuscito a parlarle solo quella volta al telefono.’

Lei sospirò e si sdraiò di nuovo su di lui. ‘Anche a me.’


In un raro sabato pomeriggio libero, Kate era seduta sul letto che era ancora tecnicamente suo, ma sul quale dormiva solo le sere in cui faceva tardi e non voleva svegliare Rick quando rincasava. Intorno a lei c’erano pile di vestiti di Emily e delle ceste di plastica vuote. Aveva passato mezz’ora a prenderli e riordinarli in tre categorie: quelli da tenere, da donare e da buttare. La maggior parte erano finiti nei primi due.

Stava ancora ripiegando i vestiti “da tenere” quando udì il rumore di un respiro estraneo proveniente da fuori. Visto che Rick ed Emily erano usciti a sbrigare delle commissioni più di un’ora fa, sapeva che poteva esserci solo una persona, ma non era molto sicura del motivo. Continuò a sistemare ancora per qualche minuto, chiedendosi se la ragazzina sarebbe venuta di sua spontanea volontà, ma quando non lo fece alla fine Kate disse ‘Se hai intenzione di restare lì tutto il tempo, tanto vale che vieni ad aiutarmi.’

La testa rossa apparve dalla porta e rimase lì in imbarazzo per qualche secondo prima di avanzare verso il letto dove era seduta Kate, in attesa di istruzioni. La ragazza le indicò la cesta con i capi “da donare” e le disse di piegarli e di sistemarli in una delle borse accanto al letto.

‘Perché?’ chiese Alexis.

‘Beh, questi sono i vestiti che a Emily non entrano più. Molti non sono stati usati—ed erano molto costosi, grazie a tua nonna—così li doneremo alle famiglie con i bambini che non sono fortunate come noi.’

Alexis annuì soddisfatta della risposta e cominciò a fare ciò che Kate le aveva ordinato. ’Sono tantissimi.’

‘Questo perché non mi sono mai sbarazzata dei suoi completi da neonata quando è cresciuta; ero troppo impegnata con la scuola. Li mettevo tutti nelle scatole, ma adesso li sto ricontrollando per vedere quali donare e quali tenere.’

La bambina sollevò una maglietta rosa coperta da margherite bianche che Emily aveva indossato quando aveva uno o due anni. ’Terrai alcune di queste cose?’

Kate sollevò lo sguardo e scosse la testa. ’Quella no. Quelle dal colore neutro potranno essere usate per un altro bambino.’

Gli occhi di Alexis si spalancarono. ‘Avrai un altro bambino?’

‘No! No.’ esclamò. Decisamente no. Non voleva che la storia si ripetesse, era passata alla spirale invece che alle pillole contraccettive dopo aver smesso di allattare. ‘Ma potrei averne un altro un giorno.’

Magari con Rick come partner e, anche se amava moltissimo Alexis ed Emily, non poteva escludere di volere un altro bambino in futuro—uno che sarebbe stato pianificato e di cui avrebbe potuto godersi la gravidanza.

‘Oh.’

Continuarono a sistemare e ripiegare per un altro intero minuto finché Kate non le chiese ‘Quindi, perché stavi gironzolando fuori dalla mia porta?’

‘Oh io…non stavo,’ provò a spiegarsi Alexis in tutta fretta. Kate le rivolse uno sguardo tagliente e lei cedette ‘forse sì.’

‘Che succede? Dai, siamo amiche. Puoi dirmi qualunque cosa.’

Alexis smise di piegare i vestiti e la guardò. ’Te ne andrai di nuovo?’

Kate rimase con le braccia sospese a mezz’aria con una tutina gialla tra le mani, pronta per essere messa nella cesta. Il tono timido della bambina le provocò un tuffo al cuore, così le chiese ‘Cosa?’

‘Vedo che tu e papà vi baciate adesso. So che è cambiato qualcosa, perciò stavo solo…voglio solo sapere se te ne andrai di nuovo.’

Il cuore di Kate si frantumò quando avvertì il senso di colpa invaderla. Dio, cosa aveva fatto? Non aveva preso in considerazione i sentimenti di Alexis—o la sua situazione con Meredith— quando si era trasferita; era stata una madre terribile e doveva mettere le cose in chiaro—immediatamente.

Spostando un mucchio di vestiti, Kate allungò un braccio e chiamò la bambina a sé. ‘Vieni qui, Alexis. Io amo sia te che Emily, lo sai vero?’ Aspettò che lei annuisse prima di continuare.

‘Quando me ne sono andata lo scorso autunno non è stato per colpa tua o per colpa di Emily. Io… c’erano cose che sono difficili da capire alla tua età, ma io pensavo di fare la cosa giusta. Pensavo che a causa di tutte quelle ore in cui lavoravo avrei turbato i ritmi tuoi e di tua sorella, ma mi sbagliavo. Ho sbagliato ad andarmene e mi dispiace molto per questo, ecco perché sono tornata. E hai ragione—le cose tra me e tuo padre sono cambiate e questo cambiamento è decisamente un bene per noi.’

Le settimane dopo aver deciso di essere una coppia esclusiva, Rick e Kate avevano smesso di nascondere la loro intimità alle bambine. Si scambiavano baci e abbracci. Si dicevano ‘’ti amo’’ liberamente. Si coccolavano a vicenda sul divano e non provavano vergogna ad uscire dalla stessa camera al mattino. Rick le aveva chiesto se credeva fosse meglio un annuncio ufficiale, ma alla fine ci avevano ripensato perché Emily era troppo piccola per capire e Alexis era ancora in una fase intermedia, ma sapevano che avrebbe capito la differenza.

Nonostante fosse ancora una bambina, Alexis era molto matura e osservatrice per la sua età. Era dolce, gentile e sensibile, e per questo non avrebbe voluto altro che prometterle che lei e Rick avrebbero vissuto felici e contenti. Purtroppo, era una realtà che non poteva garantirle. Così, dopo un lungo respiro, si preparò a rispondere alla sua domanda in modo diretto.

‘Hai quasi dieci anni e non ti mentirò. Come con la tua mamma, la relazione che io e tuo padre abbiamo potrebbe non funzionare. Non vogliamo che questo accada. Vogliamo essere una famiglia, ma ti prometto che se dovesse succedere qualcosa, io sarò sempre qui per te.’

Per quanto avesse voluto dire ’Ti prometto che non andrò mai in California e che non ti chiamerò solo una volta al mese’, non poteva. La conversazione non riguardava Alexis e Meredith; riguardava loro due. Dal quando si era trasferita al loft, Kate aveva ufficiosamente preso la posizione di ruolo femminile per la bambina, per quanto difficile fosse come ragazza di diciannove anni incinta. Ora, quasi quattro anni dopo, era passata dall’essere un modello ad essere una figura materna. Sarebbe stata quella a cui Alexis si sarebbe rivolta quando avrebbe raggiunto la pubertà, quando avrebbe cominciato a uscire, e tutte le altre tappe del suo cammino. Non importava cosa sarebbe successo tra lei e Rick. Sapeva che non l’avrebbe abbandonata come aveva fatto sua madre; sarebbe stato impossibile.

‘Okay.’ Alexis annuì.

La avvolse in un abbraccio e la baciò sulla testa. ’Sai una cosa? Posso sistemare queste cose più tardi. Che ne dici se tu ed io andassimo a farci le unghie?’

Il viso della bambina s’illuminò. ‘Posso mettere lo smalto con i brillantini?’

Kate rise. ‘Puoi mettere quello che vuoi. Fammi solo prendere la borsa.’

Alexis schizzò fuori dalla stanza e Kate la seguì subito dopo, dando un ultimo sguardo a quei mucchi di vestiti rimasti sul letto. Forse avrebbe dovuto tenere alcuni indumenti più femminili; avere una terza bambina non sarebbe stato male—neanche un po’.











Angolo:
Buonasera a tutti!
Vi ringrazio sempre moltissimo per continuare a leggere e commentare. Vi ricordo che mancano solo due capitoli + epilogo.
Ci vediamo presto!
Link originale: https://www.fanfiction.net/s/12209667/1/The-Life-We-Built 

   
 
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