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Autore: Vanessa1995    18/09/2017    1 recensioni
Ned Stark, dopo la fine della ribellione, torna a casa con una bambina e sua madre.
Anni dopo Theon e Robb chiedono ad Emily di scegliere uno dei due, ma questa non vuole scegliere tra di loro e passa una notte con entrambi.
Poco dopo il corteo reale arriva a Grande Inverno ed Emily deve partire con loro, ma otto mesi dopo la ragazza dà alla luce una bambina, la cui nascita rischia di far crollare il regno nel caos.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Cersei Lannister, Jaime Lannister, Robb Stark, Sansa Stark, Theon Greyjoy
Note: Movieverse, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Due anni dopo il matrimonio di Sansa Stark con Ramsay Bolton, al di là del Mar Stretto, Emily diede alla luce un bambino.
Il piccolo Rhaegar - voluto chiamare così da Daenerys, senza che i suoi genitori potessero opporsi - era un delizioso neonato dal dolce visetto roseo e le guance paffute. I suoi occhi erano color verde smeraldo, come quelli del padre, ma i capelli erano quelli bianco-argentati tipici dei Targaryen. Il piccolo possedeva pure la loro pelle chiarissima.
La coppia in ogni caso, nonostante l’attaccamento di Danerys al bimbo, che considerava ormai suo erede, era felice e nessuno di loro poteva immaginare la tragedia che presto si sarebbe abbattuta su di loro.
Una mattina, infatti, la Missandei venne incaricata da Dany di andarle a prendere il neonato in modo che potesse tenerlo in braccio. La donna ubbidì e, uscita fuori dalla stanza della donna, si diresse verso quella del piccolo.
Quando raggiunse la porta l’aprì ed entrò nella camera non tanto grande. Si avvicinò alla culla che si trovava accanto al letto sprovvisto di coperte, siccome la madre della creatura dormiva nella stanza davanti insieme al marito. Missandei allungò le braccia per prendere Rhaegar, ma quando le sue mani toccarono fugacemente la sua pelle morbida la sentì subito fredda. La sorpresa mutò in orrore quando si accorse che il neonato non respirava e non dava alcun segno di vita. Spaventata allora lasciò la creatura cadere nella culla.
« Aiuto! » urlò disperata. Le sue grida attirarono l’attenzione di Tyrion Lannister, che pochi secondi dopo entrò dentro alla stanza con la moglie. Il nano corse verso la culla, doveva aver intuito qualcosa. Sua moglie apparve pallida in viso e incapace di parlare. L’altra le si avvicinò e l’abbracciò, stringendola forte a sé.
« Emily, è morto. » annunciò Tyrion e sua moglie si accasciò disperata tra le braccia della bruna, scoppiando in lacrime.
« Ah! No! » se possibile il suo urlo fu ancora più straziante di quello uscito poco prima dalle labbra della ex-schiava, che le accarezzò dolcemente la schiena nel tentativo di calmarla. « Il mio bambino! » aggiunse singhiozzando disperata, cercando di liberarsi dalla presa di Missandei. Quest'ultima però preferì trattenerla e si mise dietro di lei, stringendole le braccia con le mani.
« Emily, per favore, calmatevi. » intimò, consapevole che sarebbe stato difficile e che il dolore l’aveva accecata.

Alla fine riuscirono a calmarla, sebbene per essere precisi si addormentò piangendo. Daenerys era furiosa, inutile a dirlo, e li convocò tutti nella sua sala del trono all'interno dell’edificio. La bionda si trovava seduta sul suo trono, mentre gli altri si trovavano in piedi dinanzi a lei, eccetto Missandei, che si trovava accanto a lei.
« Com'è potuto succedere? » tuonò furibonda. Varys fece un passo in avanti verso il trono.
« Purtroppo sono cose che capitano: bambini che stanno bene e poi muoiono senza alcuna spiegazione. » non avevano proprio capito la causa della morte di Rhaegar.
« Mia moglie poche ore fa lo ha allatto e quando ha lasciato la stanza stava bene. » disse il nano con amarezza, ripensando alla moglie felice quando era tornata in camera dopo aver finito di allattare il figlio.
« Quindi intendete dire che mio nipote, il mio erede, è morto per cause naturali? » la Madre dei Draghi non sembrava particolarmente convinta mentre pronunciava quelle parole. Per lei tutto ciò era inconcepibile.
« Sfortunatamente sì, mia regina. » disse tristemente Varys. « Tra un anno o poco più magari Alicia darà alla luce un altro bambino. » continuò con tono incoraggiante, sebbene sospettava che ci sarebbe voluto più tempo prima che la giovane si riprendesse e tentasse di avere un altro figlio.
« Tutti ce lo auguriamo. » affermò Tyrion, anche lui poco convinto.

Sette mesi dopo

Spesso Alicia si chiedeva quando avrebbe messo di nuovo piede nei Sette Regni. Adesso si trovava a Roccia del Drago e avvertiva una forte nostalgia. Avrebbe voluto che ci fosse pure Rhaegar, che avrebbe avuto quasi un anno se non fosse morto per cause sconosciute.
Arrivarono dentro alla Sala Grande, dove un tempo Stannis Baratheon aveva accolto i suoi ospiti ed era stato pure incoronato re, quando in teoria il trono apparteneva già a Joffrey. La stanza era piena di colonne e le pareti erano di pietra grigia. Sembrava che da tempo, a causa della polvere presente, nessuno ci mettesse piede; eppure dinanzi al trono grigio di discrete dimensioni, dove un tempo aveva seduto il Baratheon, si trovava una donna a loro sconosciuta dai lunghi capelli rossi e molto affascinante. Non sembrava sorpresa di vederli e incrociò le mani ad altezza del petto, mentre loro avanzavano lungo la sala.
« Vi stavo aspettando. » esclamò. Il gruppetto si fermò a pochi metri dalla rossa.
« Chi siete? » chiese Daenerys senza scomporsi.
« Mi chiamo Mellisandre e so molte cose, vostra maestà. » esclamò tranquillamente la donna. « Avete bisogno del sostegno di Jon Snow se volete vincere la guerra e riavere il vostro trono. Lui è il principe che è stato promesso dalla profezia. » continuò.
« Veramente la profezia potrebbe anche parlare di una principessa. » la corresse Missandei con tono deciso. L’altra non commentò e poi il suo sguardo cadde su Emily.
« Pare che ci siano due principesse qui. » osservò, dirigendosi verso la rossa e fermandosi a pochi centimetri da lei. Lanciò un’occhiata fugace alla piccola Joanna, in quel momento in braccio a Tyrion. Suo fratello, invece, stringeva la mano di Alicia. La donna lanciò un’occhiata pure a lui e poi fissò attentamente la giovane.
« Cosa volete da me? » domandò infastidita l’altra. Robert si nascose dietro alle sue gambe, come intimorito.
« Tutti i figli che vostro marito, lord Tyrion, vi darà moriranno entro il primo anno di vita. » la sua predizione non era sicuramente positiva e il biondo strinse a sé la figlia.
« Joanna ha superato da tempo il primo anno di vita, ne ha quasi tre. » ribadì con un sorriso di scherno dipinto sul viso.
« Oh, sicuro, ma è una femmina. » la sua considerazione provocò un brivido lungo alla schiena di Alicia, che perse tutta la sua sicurezza. Istintivamente Alicia si voltò verso la donna che chiamava sorella e regina. Dany tirò un profondo sospiro e poi si voltò verso Varys, che si trovava dietro di loro.
« Contattate Jon. » esclamò, per poi rivolgere la parola alla sorella e al cognato. « Ho bisogno di un erede maschio. » continuò e non serviva che aggiungesse altro per spiegare cosa intendeva esattamente con quelle parole. La coppia si lanciò un'occhiata e la rossa si sistemò una ciocca dietro all'orecchio. Fulminò poi con lo sguardo Mellisandre, provando un grande desiderio di ucciderla sul momento.

Più tardi

Aveva appena finito di sistemarsi nella stanza che un tempo era appartenuta alla moglie di Stannis, quando sentì bussare alla porta. Non si sorprese quando vide la Targaryen davanti a lei, dopo che ebbe aperto la porta. Tirò un sospiro e la lasciò entrare, per poi dirigersi verso il baule che si trovava ai piedi del letto per tirare fuori le ultime cose.
« Per favore Alicia, cerca di capire. » il suo tono era implorante, ma l'altra non aveva alcuna intenzione di ascoltarla. Estrasse dal baule un vestito di colore giallo e lo ripose nell'armadio presente nella stanza, dove erano già presenti altri abiti di seta. « Un erede maschio potrebbe facilitarmi le cose e aumentare le mie pretese al trono. » continuò, posando le mani sulle spalle della giovane, ma questa le tirò piano una gomitata nella pancia e la bionda la lasciò andare.
« Fatelo da sola allora un erede. Io non sono una specie di fattrice umana. » protestò, girandosi verso di lei. Le parve di leggere mortificazione e tristezza nei suoi occhi viola.
« Credi che per me sia facile questa situazione? Solo gli dei sanno quanto mi piacerebbe avere un figlio, però sfortunatamente sono sterile. » l'afferrò per le spalle e la ragazza non tentò di liberarsi da quel contatto stavolta.
« Io voglio i figli di mio marito! » strillò indignata la rossa. « Io... » esitò prima di continuare, riflettendo un attimo. « Io lo amo. » confessò alla fine con le lacrime agli occhi. Non aveva idea di quando avesse iniziato ad amare suo marito, forse dopo la nascita di Joanna. Per mesi aveva cercato di negarlo mentendo a se stessa, convinta che il nano non la ricambiasse, ma di recente aveva scoperto che anche lui provava i suoi stessi sentimenti. Quando aveva pensato che potessero essere felici insieme, era arrivata Mellisandre con quella maledetta predizione.
« Io lo ucciderò se non farai come ti dico. » un barlume di follia le passò negli occhi dopo aver pronunciato quella minaccia ed Emily spalancò la bocca, incapace di ribattere. « La visita di Jon Snow sembra previdenziale. » notò e uscì fuori dalla camera senza aggiungere altro. Si sedette sul letto pensierosa, chiedendosi cosa doveva fare.

Un mese dopo

Stava aspettando nella sala del trono, in piedi accanto a Daenerys, l'arrivo di Jon Snow e dei suoi uomini. Si chiese se fosse tanto cambiato nel corso degli anni.
Pochi istanti dopo la grande porta in fondo alla sala si aprì e vide Jon in compagnia di un uomo che non conosceva, già avanti negli anni. Tirò un profondo sospiro per prepararsi a quello che sarebbe venuto dopo.
Mellisandre recitò tutti i titoli di Daenerys e per l'ennesima volta in quei mesi Alicia si domandò come avesse fatto ad impararli tutti a memoria.
« Sono Jon Snow, re del Nord. » si presentò Jon e la rossa avverti una forte morsa allo stomaco. « I lord e le lady del Nord mi hanno incoronato loro re. » non sembrava particolarmente fiero di questo.
« A quanto mi risulta, il vostro fratellastro aveva preteso di avere di nuovo l'indipendenza e voi siete solo un usurpatore che porta sulla testa una corona che appartiene a un bambino di cinque anni. » esclamò indignata la Madre dei draghi. Jon fece un passo in avanti e la Lannister non poté fare a meno di pensare che fosse diventato un uomo affascinante e muscoloso. Scosse subito la testa nel tentativo di levare quei pensieri dalla sua mente.
« In assenza del vero re hanno incoronato me, ma vi giuro che non intendevo usurpare il trono di nessuno. » ribadì. « Sono venuto qua perché ho bisogno del vostro aiuto. » tacque per qualche secondo. « Gli Estranei non sono una leggenda, io li ho visti e la Barriera non reggerà in eterno. » tutti i presenti lo fissarono sorpresi.
« Io dovrei credere alla vostra parola? » chiese dubbiosa Dany.
« Mia regina, conosco Jon Snow da una vita, siamo cresciuti insieme a Grande Inverno, e se dice di aver visto gli Estranei io gli credo. » affermò con decisione Emily. La regina si alzò dal trono.
« Ci penserò. Ho bisogno di tempo per riflettere. » disse la bionda. Sul volto del bruno apparve disperazione.
« Vostra maestà, non c'è tempo per riflettere, bisogna agire in fretta! » strillò, ma Dany non si scompose e intrecciò le mani ad altezza del ventre.

Quella sera

In attesa che la Targaryen prendesse una decisione, Jon era stato sistemato in una delle camere da letto del palazzo. Lo trattavano con gentilezza, eppure si sentiva come un prigioniero dentro a quel castello.
Stava guardando il mare che si infrangeva contro le rocce sottostanti, quando sentì bussare alla porta e si voltò verso di essa. La raggiunse e l'aprì. Davanti a lui apparve Emily con un sorriso forzato sul viso e le braccia incrociate ad altezza del petto.
« Mi dispiace per Daenerys. Come sta Sansa? » chiese preoccupata e visibilmente in imbarazzo.
« Bene, sta bene. Ha sposato Ramsay Bolton, però grazie agli dei è morto già da tempo ed è inutile che ti dica che non le manca per nulla. » raccontò, sentendosi ancora in colpa per averle permesso di sposarlo. Lei lo fissò sorpresa.
« Posso entrare? » domandò timidamente. Il bruno tacque, incerto se fosse il caso di farla accomodare, siccome ancora si sentiva molto attratto da lei e non voleva commettere qualche sciocchezza.
« Perdonami, sono stanco. Possiamo parlare domani? » lei annuì sorridendogli.
« Naturalmente. Allora, buonanotte. » la vide allontanarsi lungo il corridoio e non poté fare a meno di chiedersi se non ci fosse qualcosa che non andava, per via del suo comportamento. Sembrava in ansia, tuttavia scosse la testa, pensando che fosse solo una sua impressione, e chiuse la porta.
Quella notte sognò di stringere Emily tra le sue braccia, accarezzare la sua pelle morbida e baciare ogni singolo centimetro della sua pelle liscia. 

   
 
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