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Autore: Sospiri_amore    18/09/2017    0 recensioni
❤️SECONDO LIBRO DI UNA TRILOGIA❤️
Ritorneranno Elena, Kate, James, Jo, Adrian, Stephanie, Lucas, Rebecca, (Nik ??).
Ci saranno nuovi intrecci, guai, incomprensioni e amori.
Elena avrà dimenticato James?
Chi vivrà un amore proibito?
Riuscirà il Club di Dibattito a sconfiggere la scuola rivale?
Nik sara sempre un professore del Trinity?
Elena andrà al ballo di fine anno?
IL FINALE di questo libro corrisponde alla fine del liceo, il terzo libro sarà incentrato sulla vita adulta dei personaggi. Più precisamente quattordici anni dopo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
Capitoli:
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IERI:
Strade, percorsi, scelte




Non è stato difficile portare via Kate da scuola, saltare qualche ora di lezione non è un problema così grave. Certo siamo all'ultimo anno, quindi sarebbe meglio evitare, ma non me la sentivo di lasciare la mia amica in quello stato. Sta crollando pezzo dopo pezzo, non ho idea di cosa potrebbe fare. La conosco da molti anni, ma non l'ho mai vista così. È talmente abituata a tenersi tutto dentro che credo abbia fatto una specie di indigestione di emozioni, troppe tutte insieme e di una tale intensità da farla vacillare. 

 

Il parco Franklin è vicino, in meno di un quarto d'ora si raggiunge a piedi. Kate non oppone resistenza, mi segue a testa china. Credo sia quello che voleva che facessi.

Il vento spira forte da nord, i giornali non fanno altro che parlare della tempesta in arrivo. Non è prudente stare fuori, ma il massimo che rischiamo è di bagnarci da capo a piedi. Un inconveniente da niente per la mia amica. Farei di tutto per lei.

 

«Andiamo nel magazzino della piccola arena del teatrino all'aperto, quella in cui mi hanno bloccata James e gli altri», le dico mettendole un braccio sulle spalle cercando di scaldarla un po'.

«Va bene», mi dice appoggiando la testa alla mia.

 

Ovviamente nel parco non c'è nessuno, tutti sono al lavoro oppure a scuola. Neanche le vecchiette che di solito danno da mangiare ai piccioni si fanno vedere con questo tempaccio. Una sottile nebbia umida mi si appiccica al volto inumidendomi capelli.

Saltelliamo sui gradoni dell'area dirette verso la piccola porta in metallo. In pochi minuti ci ritroviamo nello scantinato pieno di attrezzature teatrali, scatoloni e molte altre cianfrusaglie. Ritrovo la grande tenda verde, lì dietro ci sono ancora le sedie usate l'ultima volta. Ci sediamo tenendoci ben strette il giaccone, una sottile corrente fredda filtra dai vetri lasciati aperti.

 

Non so come iniziare.

Non so cosa dirle.

Non ho idea di cosa sia capitato con Stephanie, è un discorso delicato, non vorrei offenderla in qualche modo.

 

«Non è successo subito, non è che pianificassi nulla. È capitato e basta. Io e S siamo così in sintonia che credo sia avvenuto naturalmente, senza forzature», dice con voce calma.

«Quando... quando... insomma quando avete iniziato a frequentarvi?», le chiedo.

«Guarda che lo so che è strano. Non ho mai pensato che mi potessero piacere le ragazze. Il fatto che nessun ragazzo mi abbia mai attratta non ha mai significato nulla per me, ho sempre pensato che... insomma... non avessi trovato il ragazzo giusto. Sono molto chiusa, pensavo che fosse da imputare al mio carattere», mi dice.

Mi avvicino e le prendo le mani:«A me non importa chi tu voglia amare. Sia esso maschio o femmina. Ti giuro è una cosa irrilevante. La cosa importante è capire come mai sei arrivata a questo punto e in questo stato».

 

Kate mi guarda con dolcezza, come se ricordasse i momenti belli passati con Stephanie. È come potessi leggere quello che pensa osservando le espressioni del suo volto: tenerezza, dolcezza, passione, imbarazzo, desiderio. Tutte emozioni che ho vissuto con James e che conosco benissimo.

 

«Mi ha baciata lei per prima. Eravamo in camera sua a cantare. Mi ricordo che mi ha accarezzato il volto per spostarmi una ciocca di capelli. La sua mano non si è staccata dalla mia guancia. I suoi occhi. Cavolo, ricordo alla perfezione la bellezza dei suoi occhi. La luce che li colpiva di striscio, lo scintillio e la più assoluta e più sincera voglia che aveva di me. S voleva baciarmi ed io non ho opposto resistenza perché anche io lo volevo. Elena... Elena, io... io muoio se ripenso ai suoi baci». Kate sta piangendo disperata. Un pizzicore punge i miei occhi, trattengo a stento le lacrime.

«Siete state insieme per molto?», chiedo con un filo di voce.

«È da quest'estate che io e lei... insomma... abbiamo capito di amarci. La storia con Lucas era finita da un pezzo. Lui era ossessionato da Yale, era l'unica cosa che gli interessasse. Usava Stephanie solo per... per... merda, hai capito, no? Quel porco schifoso la trattava da schiava. S doveva essere ai suoi comandi e fare quello che lui le diceva. Lei non ha mai reagito perché non ha mai provato un altro sentimento oltre a quello, non capiva che lui non era la persona giusta da amare».

«Scusa se sono brutale, ma se stavate tanto bene insieme come... come...».

«Come mai abbiamo rotto?». Kate finisce la frase al mio posto: «Perché ammettere di amare un'altra donna per Stephanie è impossibile. Mai rivelerebbe la nostra storia, ha paura che sua madre lo venga a sapere, sai com'è fragile, e che la reputazione della sua famiglia venga compromessa».

«Ma al giorno d'oggi non è uno scandalo. Voglio dire, molte coppie vivono tranquillamente la loro storia a prescindere dalle opinioni altrui. Se qualche scemo pensa che sia sbagliato è un suo problema, non tuo o di Stephanie», dico come fosse la cosa più ovvia del mondo.

Kate si alza di scatto. Sfrega nervosamente le mani tra di loro, borbotta. Sembra arrabbiata, nervosa, non capisco cosa le prenda:«In che mondo vivi? Nel mio mondo se sei lesbica sei una diversa, una strana, una non normale. Prova tu a dire a mia madre: Sai Hanna tua figlia Kate è gay. Sì, ama le ragazze. No, non sposerà un uomo. No niente nipotini, casa con il giardino e recinto bianco. Lo stesso vale per S e per tutti i ragazzi al Trinity. Sarebbe un affronto, una di quelle cose di cui tutti sparlerebbero. Probabilmente mi umilierebbero, deriderebbero e ghettizzerebbero. Passerei le pene dell'inferno, ma... ma io lo farei per lei. Non ho paura di nulla con lei al mio fianco. Sarei potuta essere la sua corazza, l'avrei protetta. Tutto, farei di tutto per lei... invece Stephanie no... non ha avuto il coraggio di affrontare niente, ha preferito fuggire. Ha preferito fingere che le cose successe tra noi non siano mai accadute. Si è detta che è solo una fase, una cosa di passaggio, ha pensato che amare una ragazza è sbagliato. Se lo è ripetuta tante di quelle volte che alla fine ci ha creduto. Alla fine ha creduto alle bugie che si è raccontata. L'ho visto sai. L'ho visto ogni volta che si avvicinava a me. Capivo la lotta che aveva dentro, capivo che mi voleva e allo stesso tempo aveva paura di me, di quello che provava per me».

«Mi dispiace Kate, mi dispiace davvero», dico triste.

«Dopo che ha fatto la pace con gli altri le cose sono cambiate rapidamente. Adesso non mi cerca più come prima, è troppo impegnata a essere la Stephanie di un anno fa, l'ombra di Rebecca. Quanto credi che ci abbia messo Lucas a convincerla che loro siano perfetti insieme? La coppia felice e perbene. La coppia giusta, quella che non desta scandalo». Kate è su tutte le furie.

«Lucas e Stephanie si sono rimessi insieme? Quando?», chiedo stupita, non mi sono accorta di nulla.

«Non importa quando, importa solo che lei crede sia giusto essere la ragazza di lui e non la mia. Non posso competere, lo capisci? Non potrò mai darle lo status che lui ha. Lui è quello perfetto, io sono quella sbagliata, l'errore di gioventù». Kate prende a calci una sedia facendola schiantare contro un grosso tappeto arrotolato. Urla. Accovacciata a terra infila le mani nei capelli, furiosa e arrabbiata. Trema e mugola parole tra le lacrime. 

 

La osservo soffrire senza sapere cosa fare, mi sento inerme e molto sciocca. In tutti questi mesi mi sono immersa nei miei problemi senza accorgermi del cambiamento della mia migliore amica. Non ho colto quanto sia maturata e come abbia preso le redini della sua vita. La fotografia, l'accademia a New York, i viaggi che vuole fare. La Kate bambina che conoscevo aveva paura della sua stessa ombra adesso, davanti a me, ho una donna che ha appena scoperto ciò che vuole ed è disposta a tutto pur di ottenerlo.

 

«Forse potrei parlarle. Convincerla che sta sbagliando», provo a chiedere.

«No. Non capisci che non ha senso. S è convinta che la vita che la famiglia pensa giusta per lei sia quella che debba vivere. È lei che vuole un marito, i figli, la casa con il giardino e lo steccato bianco. Vuole l'illusione di una vita felice, anche se accanto a Lucas non so quanto potrà esserlo. Ho perso in partenza, non posso toglierle dalla testa quelle convinzioni, nessuno può. Cosa faresti Elena se una persona ti dicesse che amare James è sbagliato? Cosa faresti se ti dicesse che le scelte che hai fatto sono frutto della confusione e non dei tuoi più intimi desideri? Tu daresti ascolto a questa persona oppure continueresti per la strada?», mi dice Kate dura.

«Io... io credo che continuerei a vivere la mia vita. Non so. Ecco, credo che non ignorerei mai i miei desideri per compiacere le aspettative altrui», le rispondo.

«Sei davvero sicura?». Kate mi guarda dubbiosa.

«Certo, non ho mai rinunciato a nulla per James, mai. Non sto soffocando nulla di quella che sono», rispondo nervosa. Sembra un terzo grado nei miei confronti e la cosa non mi piace.

«Se lo dici tu, per me va bene. L'importante è che le tue scelte siano tue, come io faccio le mie e Stephanie fa le proprie. Nessuno deve mai soffocare il proprio essere, l'ho capito tardi, in maniera brutale. Il male che provo quando ripenso a quanto era bello stare con S è straziante. A volte cedo al ricordo dell'amore che c'era tra noi e mi perdo. È come zucchero liquido, una droga. Credere che quello che c'è stato sia ancora vero, mentre è solo un miraggio, mi confonde. Per questo non studio con tutti voi, per questo pranzo da sola. Ho scelto di staccarmi il più possibile da ciò che mi fa soffrire cercando di realizzare ciò che desidero. È dura, molto dura, perché a volte Elena io non so più chi o cosa sono», mi dice mentre raccoglie la sedia che ha scaraventato poco prima. 

«Quindi, adesso cosa facciamo?», le chiedo anche se so benissimo dove vuole andare a parare. Le parole di Kate sono come schiaffi in pieno volto. Capisco perfettamente cosa mi sta dicendo eppure non voglio saperlo, non voglio approfondire.

«Io non voglio Yale. Non voglio essere un avvocato. Non voglio soffocare ciò che sto scoprendo ora. Non posso fingere di volere una vita che non fa per me. Non posso neanche obbligarti ad essere mia amica ed ignorare i tuoi sentimenti verso gli altri. So benissimo che ami ancora James, lo sanno tutti. Si capisce. Non posso far parte di un gruppo per renderti felice e non posso obbligarti a lasciarlo per rendere felice me stessa. Sarebbe ingiusto. Credo sia ora di affrontare quello che ci sta succedendo da un po' di tempo. Abbiamo viaggiato su binari paralleli per molti anni, ma adesso ognuna di noi sta prendendo strade diverse. Sarebbe successo prima o poi, l'importante è rendersene conto e affrontarlo», dice Kate con gli occhi lucidi.

«Quindi non siamo più amiche?». Aspetto con occhi chiusi la risposta. 

 

Incrocio le dita dietro la schiena, non voglio perdere la mia amica. 

Mi sento così fragile senza di lei, non ho nemmeno un briciolo della sua grinta. La sua vita e i suoi desideri non mi sono stati chiari per molto tempo, eppure Kate è riuscita ad affrontarli da sola, con maturità. Forse non ho voluto vedere i cambiamenti in lei, forse ho preferito credere che fosse la solita e vecchia Kate, un po' impacciata e con la paura di esporsi.

Tutto in lei mi rimanda un'immagine diversa da quella che ho sempre avuto, Kate è una piccola donna, una ragazza con le idee chiare e con la voglia di vivere i suoi sogni ed io non posso impedirle di cercare di realizzarli, sarei una persona cattiva.

 

«Che cavolo dici? Secondo te potrei vivere senza la mia amica perfetta?», mi dice tuffandosi al mio collo e stritolandolo.

«Io starò malissimo senza te», le rispondo stringendola più forte.

«Il fatto che vada a studiare a New York non significa nulla. Voglio restare tua amica, ma non possiamo fingere che sarà come prima. Avremo interessi diversi ed a volte potremmo non stare insieme, ma sai che noi siamo come sorelle. Guarda i nostri genitori hanno sempre contato l'uno per l'altro. Nemmeno un oceano è riuscito a dividerli». Kate piange a dirotto.

«Mi mancherà tutto questo, soprattutto la tua capacità di ascoltarmi e capirmi», le dico tra i singhiozzi e ridendo allo stesso tempo.

«Anche a me mancherà la tua capacità di lagnarti e chiacchierare per ore intere», mi dice sghignazzando.

 

Stretta tra le sottili braccia di Kate sento che i giorni a New Heaven con lei stanno finendo. Tra poco le nostre strade si divideranno e io non avrò più il privilegio di avere la mia amica tutta per me. 

Malinconia, tristezza e amarezza sono i sentimenti che lottano dentro di me.

Gioia, felicità e fiducia sono le sensazioni che albergano nel mio cuore.

 

La piccola Kate è più grande di una montagna.

La dolce Kate è più forte di quanto pensassi.

La piccola Kate ha conosciuto l'amore e io non posso esserne che felice.

 
   
 
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