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Autore: killian44peeta    18/09/2017    0 recensioni
Prologo - Gli Elementi - Secondo libro della prima trilogia di ''i sei predestinati'' -
La luce sciamava appena tra le sottili mura di quella che per aspetto poteva apparire una stanza come tante, provenendo da una piccola lampada accesa e appesa alle pareti, la cui fiamma bramava ossigeno per la bassa quantità che c'era nella stanza.
I sibili e gli schiocchi delle lingue di fuoco si ripetevano a lungo, come un tabù tra quel pesante silenzio, dando a Luxor una sensazione di ripetitività insopportabile ed insostenibile.
Se ne stava lì, sul letto, le mani congiunte e chiuse in una stretta ferma e rigida, rigida come la stessa mascella del giovane, talmente tanto serrata che sembrava stesse stringendo i denti per non urlare di rabbia, per non sputare ogni emozione negativa soppressa.
I suoi occhi gelidi fissavano la porta chiusa dall'esterno con ira folle e insistenza.
Dentro stava perlopiù boccheggiando, era una settimana intera che era rinchiuso in quella stanzetta come un animale in gabbia, cercando una ragione per non iniziare rabbiosamente a sbattere il proprio corpo sull' uscita per cercare di buttarla giú.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Gli Elementi- saga'
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Silver

Fissai lo smeraldo dei suoi occhi per una ventina di secondi, quel verde che sapeva di gioia e una felicità mai vista in lui, se non poco prima e che si era trasformata subito dopo in una forte ostilità, piena di rabbia, di nervosismo, seccatura e furia  appena si era scontrato contro i miei.

Aveva la testa leggermente inclinata, i capelli scompigliati sulla fronte e le guance un po' rosse verso il naso.

Nemes era dietro di lui, anche lei circa simile per i capelli e il rossore, la quale mi guardava con un aria agitata, un po' tentennante  e a disagio per quello che sarebbe potuto accadere da un momento all' altro.

E in effetti, forse, doveva esserlo.

Mi concentrai soprattutto su di lui, facendo diventare la ragazza della Terra un semplice dettaglio della situazione, lasciando che Task avanzasse fino ad affiancarmisi, mentre, infine, distoglieva lo sguardo, fingendosi indifferente, con un espressione  distaccata e priva di interesse e di una vera vitalità.

Storsi il labbro inferiore, cercando di reprimere il fastidio costante che mi comportava il suo modo di fare, portandomi ad esibire delle smorfie senza pari.

Non mi parló e fece per superarmi, facendo finta che non esistessi, di nuovo, come ormai si comportava ogni singolo giorno, ma lo bloccai con il braccio ancora prima che potesse riuscire nel proprio intento.

-Cosa diamine ti vuoi, Watersea?- sbottó, sottolineando il mio cognome, utilizzando un tono che avrebbe portato chiunque ad avere i nervi a fior di pelle.

La sua domanda, non solo per il tono, mi fece venir voglia di mollargli un pugno dritto in faccia, cosa che mi trattenni con tutta me stessa dal fare.

-Ma non é praticamente ovvio?- domandai, subito dopo aver buttato fuori un respiro con tutte le emozioni che stavo provando, lasciando che parte della sua freddezza cadesse, per portargli un incertezza perfettamente dipinta sul suo viso, che venne irrimediabilmente cancellata da quella maschera.

Quella maledetta e stupidissima maschera che portava ogni giorno, coprendo idioticamente quello che vi era sotto.

-Allora? Cosa sarebbe? Dimmelo e facciamola finita- Task si mise la mano sinistra sul fianco, mentre la destra si cingeva lo stomaco con un accenno di atteggiamento stizzito.

-Esatto. Facciamola finita. Ti sfido a combattere contro di me. Stasera, non un giorno di più, non un giorno di meno-

Ed eccolo, di nuovo.

Lo sguardo in fiamme, bruciante e rabbioso, ancora più vivo, sembrava cercare di lacerarmi internamente.

Quello sguardo che preferivo mille volte rispetto a quello indifferente.

-Chi ti dice che accetteró?-

-La tua espressione... ed il fatto che me lo hai chiesto-

Nemes fece per fare un passo in avanti, con aria sempre più preoccupata, mettendosi in mezzo.

-Non fatelo, non ha senso e rischiate solo di farvi del male... cercate di essere ragionevoli ! Tutti e due- mi lanciò uno sguardo di preghiere silenziose, che probabilmente fece anche a Task -Davvero, non fate scemenze-

Task tacque brevemente, appoggiando la mano alla spalla della castana che continuava ad osservarci implorante.

Per un attimo mi si strinse lo stomaco a quel gesto, ma non ci feci particolarmente caso, perché avevo di meglio nella mente.

E sapevo, sapevo cos'avrebbe risposto comunque.

-Accetto la sfida-

Le preghiere di Nemes non bastavano a convincere nessuno dei due.

Non c'era modo per farci cambiare idea.

Non a me, che non sopportavo la fase di stallo, che volevo affrontarlo in maniera seria da quando lo avevo incontrato.

Non a lui, che probabilmente era della stessa opinione e che, poco ma sicuro, mi detestava con tutto sé stesso.

-Cos... no! Siete due scemi! Avete davvero intenzione di...-

-Nemes- la zittii, interrompendola, mentre la vedevo tremare appena, come se un brivido le avesse attraversato la schiena.

-Normalmente non combatterei mai contro una donna- commentó Brandon, voltando lievemente il capo all' indietro, lo sguardo abbassato, come se stesse rimpiangendo qualcosa, per poi riscuotersi e tornare a guardarmi negli occhi -Ma per te faró un eccezione-

-Beh, meglio, così quando ti batteró sarò che ti sei impegnato e che, dopotutto, non sei così una femminuccia...-

-Non crederai di averla vinta ancora prima di iniziare... vero, principessa?- ringhió, sibilando il suo disprezzo e buttandolo fuori senza alcun problema, senza nasconderlo.

'-Principessa, vieni da papà-'

Serrai la mandibola all' ultima parola, mentre reprimevo le immagini che mi si formavano nella testa, cercando di cancellarle.

'-Ma come sei brava... principessa, oggi io e tua madre andremo al mercato... torneremo presto... tu gioca pure coi tuoi amici-'

Concentrai tutta la indisposizione e tutta la rabbia scatenata da quei ricordi contro di lui, non smuovendo i miei occhi dai suoi nemmeno di un millimetro

-Taci-

'-Fai la brava, mmmh? Ce lo prometti?-
-Sí-
-Prometti, prometti?-
-Sí, promesso, promesso-'

Senza distogliere lo sguardo l'uno dall' altra, seguiti da Kleo, la quale sembrava così tesa che la sua sola espressione riusciva a trasmettere angoscia, ansia e paura, ci dirigemmo verso la stanza degli allenamenti.

Una volta lì, non potemmo fare altro che entrare entrambi nella prima area possibile, una vuota, siccome probabilmente vi sarebbe dovuto essere il nuovo Elemento, come aveva appunto detto Diana, forse c'era e avrebbe dunque dovuto occuparlo, area che creó uno scudo trasparente intorno a noi, una barriera invisibile che si formava ogni qualvolta ognuno di noi entrasse.

La copertura mi sembrava più sottile del normale, ma forse era solo una mia impressione.

Lanciai un occhiata a Nemes che era fuori dallo spazio, che cercava di avvicinarsi di più per capire.

Un secondo sguardo lo mandai invece al portone della tipologia addestramento.

Era aperto quasi completamente, il portone oro era contro il muro e la luce multicolore al suo interno lo tingeva per sette ottavi, mentre la rimanente parte era completamente nera.

Entro mattina sarebbe stato dunque pronto e ci saremmo passati attraverso per iniziare la tipologia addestramento, la quale non ci era stata spiegata per il momento, anche se, dal nome, si prospettava un attività interessante.

-Vogliamo cominciare?- chiesi, abbassando la mano e scuotendola appena, mentre le emozioni scattavano e mi portavano a creare una bolla d'acqua che aumentava di grandezza di secondo in secondo, cosa che mi portó a dividerla in più parti, mentre Task accendeva una fiamma rossa nel centro del palmo della mano.

-La sfida consiste nel buttare l' avversario a terra per primo- feci una pausa -Chi perde sarà costretto ad eseguire un ordine del vincitore-

Task non rispose, ma la fiamma nella sua mano si ravvivó in un modo tale da farmi capire che aveva compreso pienamente il concetto.

Divisi l' acqua e le bolle con le dita, spargendo le gocce in aria, quasi dilatandole, mentre l' acqua esplodeva di getto, seguita dalla difesa ferma delle fiamme attorno a Josh.

Lo vidi farsi circondare da fiammelle rosse, le quali lo accerchiarono a mo' di orologio, come se componessero la meridiana e gli ruotavano attorno, quasi fosse il sole e loro i pianeti che avevano bisogno della sua luce, come se non potessero farne a meno e che, se non fossero state tutte attorno a lui, ci sarebbe stato uno squilibrio totale.

Lo riattaccai, facendo saettare il braccio destro verso la schiena, portando diversi spruzzi d'acqua, parecchio irregolari e a ritmo confuso e disparato contro Task, il quale si difese ancora, innalzando attorno a sé una muraglia di fiamme, la quale partiva dalla meridiana accesa, sollevando vapore acqueo a più non posso.

Sferrai un terzo colpo ma verso il basso, eppure la meridiana di fiamme riuscí a difenderlo ancora.

Il quarto colpo lo mandai sia sopra che sotto, strizzando appena lo sguardo per essere sicura della mia teoria.

Inutile dire che quel piccolo muro di fiamme riusciva perfettamente a difenderlo ovunque io tentassi di aggredirlo.

Ad ogni attacco che sferravo, però , avanzavo di uno, due passi verso di lui, mentre Fireburns rimaneva immobile, in quel posto, lo sguardo che sembrava diventare sempre più incandescente, come se volesse cambiare colore, come se diventasse giallo da un momento all' altro.

E quando fui abbastanza vicina, potei riconoscere la posizione esatta della fiammella centrale, la quale era, nel caso in cui fosse stato per davvero un orologio, il numero dodici.

Avevo seguito con lo sguardo tutto il tempo quelle lingue di fuoco rosse e scintillanti, le quali non smettevano di muoversi attorno a Josh, mentre perlopiù sembravano accellerare il proprio ritmo nel girare.

Lanciai un altra serie di colpi da vicino, i quali non raggiunsero l' obbiettivo ma servirono piuttosto a distrarlo, a fargli da diversivo per il colpo veramente necessario che ero pronta a sferrare una volta per tutte prima di passare alla seconda parte.

E lo lanciai, dritto in quel dodicesimo lume evanescente, il quale si spense, facendo scontrare i restanti tra di loro.

-Non avevi detto che avresti fatto un eccezione nel combattere contro di me?-

-Infatti é così- una scia di fuoco partì dal suo palmo e la vidi schizzare verso la mia direzione, seguita da diverse altre subito dopo, le quali sembravano all'inizio volermi colpire, ma che poi sparivano a tutt'un tratto.

Perplessa, cercavo di difendermi, ma la realtà era che proprio non serviva e senza neanche doverci provare potevo colpire a mia volta.

-E con queste finte fiamme... cosa vorresti dimostrare? Non mi hanno fatto nemmeno il solletico- sbottai sulla difensiva

-É quello che credi tu- ribattè dunque lui, l' espressione seria di chi non mentiva, di chi si stava preparando a fare qualcosa di particolare e ben meditato.

Che poi, quando lo avesse ideato, era difficile dirlo.

Sentivo lo sguardo di Nemes addosso, il quale quasi mi portava dei brividi sulla pelle per la serietà e l'attenzione con cui ci osservava combattere, senza dire nulla, senza fare stupidi e fastidiosi commenti .

Perlopiù la vidi scioccata, anche se non ne comprendevo bene il motivo.

Da cosa doveva esserlo ? Era una sfida e non qualcosa di così sorprendente come avrebbe potuto credere... non era nulla di eccezionale.

Eppure lo shock in lei era palpabile, così tanto che sarebbe stata in grado di influenzare anche le mie emozioni se non fosse stato per il fatto che avevo una sfida da finire.

Mi riscossi dunque da quei pensieri, vedendo un ennesima fiamma schizzarmi addosso e sparirmi davanti, come se non ci fosse mai stata.

"Avevi detto che avresti fatto sul serio... mi stavi prendendo in giro, neh ?" Il mio viso esibí una smorfia frustrata

"Mi hai rotto, ora tocca a me"

E quindi sferrai un colpo, cercando di intingerlo con tutta la potenza di cui ero capace, immaginando il momento in cui l' avrei colpito...

O più che altro tentai, siccome, appena spostai il braccio, mi scottai, trovandomi a spalancare gli occhi dalla sorpresa.

"Ma cosa..."

Il dolore fu lacerante, come se mi avessero infilato delle zanne nel braccio, mentre tentavano di staccarmelo.

Lo ritirai immediatamente, avvicinandolo nuovamente al fianco, serrando la mascella per non emettere alcun urlo.

E solo in quel momento lo notai.

Notai il motivo di tanto stupore da parte di Nemes, la quale continuava a fissarci, ancora più sorpresa di prima.

Ero circondata da diversi anelli di fuoco, simili alla meridiana di Task ma più uniti, tali che le fiamme di cui erano composti mi giravano attorno come impazzite, sembrando una sola scia compatta.

Anche le gambe erano nella stessa situazione, fermate da quattro di quei maledetti cerchi di fuoco che continuavano a rotare senza darsi tregua, come se mi si stringessero addosso.

-Il primo colpo é il mio- rispose dunque lui, voltandosi per avvicinarsi all' uscita, mentre gli anelli sparivano e una strana fiammata si alzava a tutt'un tratto davanti ai miei occhi, una fiammata che sembrava avere forma animale, anche se non riuscii a capire quale fosse, facendomi perdere l' equilibrio dallo spavento.

L'impatto del suolo contro il mio corpo mi strappò un gemito di protesta, mentre non potevo fare altro che accarezzarmi le parti del corpo doloranti.

-Direi che ho vinto-  commentò Task, girandosi verso di me di nuovo, tornando a fissarmi dritta negli occhi mentre spegneva l'ultimo lume, che poco prima stava facendo rotare nel suo palmo a mo' di trottola -Ti ho scottata e ti ho fatta cadere, direi che é...-

Si interruppe improvvisamente ad un sibilo proveniente da poco lontano da noi.

Mi alzai per guardare meglio, anche se un po' a fatica, sforzandomi ad avvicinarmi per guardare meglio.

All' inizio non capii, spostando continuamente lo sguardo da una direzione all' altra, poi finalmente compresi da cosa provenisse quel sibilo acuto ed imorovviso.

La tipologia addestramento era completa, una massa multicolore si agitava al suo interno.

L'area ebbe una rapida scossa, mentre sotto ad essa veniva mostrata la rotaia.

Guardai quella sorta di portale e guardai Task.

-Cosa sta succedendo?!-

-Non ne ho la più pallida idea-

E sentimmo l' area spostarsi, mentre noi cercavamo di capire, di comprendere e allo stesso tempo di uscire da quel maledetto spazio in cui ci eravamo sfidati.

Si muoveva sotto di noi, mentre Nemes correva verso il portone che avrebbe dovuto chiudere la tipologia addestramento, cercando di spostarlo inutilmente.

Più i secondi passavano, più ci avvicinavamo a quella sorta di specchio multicolore.

A metà strada, l' area si fermó.

Per un attimo pensai che eravamo 'salvi' da qualunque cosa sarebbe accaduta se avesse continuato a muoversi, ma era una speranza più che vana.

La luce multicolore avanzava in nostra direzione, come se fosse pronta ad afferrarci.

E così fece.

Attraversó la barriera, la quale si ruppe come vetro e ci avvolse.

L' ultima cosa che vidi di quel posto fu Task che si dimenava, cercando di ribellarsi e Nemes che urlava a pieni polmoni, che chiedeva aiuto fino a non aver più fiato.

Poi il vuoto, la mia pelle che diventava semitrasparente -lo stesso per quella di Fireburns - e la sensazione di cadere nel vuoto, urlando a squarciagola.

E piombare nel nulla più totale, i sensi che mi sembravano quasi sottosopra, la testa che non voleva starsene minimamente ferma.

Nemes

"Ma cosa diamine é successo?!"

Avrei voluto poter fare qualcosa, la barriera perlopiù avrebbe dovuto proteggerli, eppure quel maledetto portale li aveva inghiottiti, aveva distrutto la protezione e li aveva fatti sparire.

Mi misi a correre, spalancando la porta, cercando gli altri che, altrettanto di corsa, avevano cercato probabilmente di raggiungerci, Lyfia e Pandora dietro di loro.

-Cos'erano quelle urla ?- chiese Diana, la quale mi si affiancó, stringendomi la mano tra le sue con un accenno d'ansia, mollandola solo dopo che anche gli altri mi furono affianco.

Tutti gli sguardo erano su di me, mi fissavano insistentemente in cerca di risposte.

-Sil... Silver e Task erano qui... si sono sfidati e ... ho provato a calmarli, ad evitare che facessero cose insensate... ma non ... non mi hanno ascoltato minimamente  ... appena il portale si é attivato... li... li ha rinsucchiati... io ho cercato di chiudere il portale per evitare che accadesse... ma... ma non c'è stata storia - feci una pausa, reprimendo fremiti e balbettii che, insistenti, cercavano di farsi strada, sia nella mia voce che nel mio corpo in se, in balia al terrore -Dove sono finiti? Dove... dove possono essere, ora ? Non é successo loro nulla di grave, vero?-

-Diamine... sono dentro alla tipologia addestramento, nel posto che avevo predisposto per voi domani mattina, così sareste stati trasportati lá appena foste entrati nella vostra area e... va beh, non ha più importanza ormai, sicuramente stanno bene, signorina, la prima é la più facile da superare- rispose Lyfia, sospirando, con un atteggiamento che sembrava dire che era ovvio e che non dovevo preoccuparmi, lanciando un occhiata al portone, in cui la luce colorata sembrava danzare al suo interno, nonostante fosse più opaca rispetto a prima -Per essere riutilizzato, dovrete aspettare fino a domani sera, altrimenti rischierete che vi porti tutt'altro che dove ha trascinato loro-

Pandora appoggió una mano sulla spalla della madre -Sono nella prima tipologia d'addestramento, la foresta , i nemici che troverete là una volta entrati saranno tra il virtuale ed il reale, ovvero potranno ferirvi tranquillamente, e sfortunatamente, se non sarete abbastanza cauti, uccidervi, siccome non sono magici... per uscire dalla tipologia dovrete cercare il portale di ritorno, il quale si trova sempre in una grotta, caverna che si rappresenterà in ogni clima che affronterete in maniera identica.

Che sia dal ghiaccio freddo della quarta tipologia o dal deserto della settima, vi é sempre una grotta uguale, la quale ha dei gargoyle che la sorreggono  esternamente ed internamente vi sono dei pilastri-

-Che tipi di nemici ci dovrebbero essere?- fece Will, mentre Guy incrociava le braccia e Diana sbatteva più volte le palpebre e corrucciava la fronte, come per cercare di essere almeno un po' concentrata

-Principalmente animali aggressivi e cause della natura-

-C'è un qualche obiettivo per caso?- chiesi invece io, passandomi una mano tra una ciocca di capelli.

-Oltre all' uscire e restare vivi?-

Pandora assunse un espressione imbarazzata per via del tono utilizzato dalla madre a quella risposta così schietta, per poi continuare la sua frase in maniera meno scorbutica - No, non ci sono, però potete prendere tutto quello che volete e portarlo all' esterno.
Vi sono anche degli umanoidi, ma quelli non sono consigliati da portarli con voi, sarebbe come farli sentire sottosopra... quando vorrete uscire con il portale, verrete direttamente portati qui, anche se questo sarà chiuso o disattivo- la ragazza dai capelli viola prese un grosso respiro per sottolineare la pausa

-Per riassumere meglio, le tipologie di addestramento hanno un territorio simile ai dungeon, cambiano ogni volta che ci andate e hanno un confine che vi porterà all' inizio o alla fine del territorio, dipende ovviamente dove siete-

-Chiaro, l'unica parte che non ho compreso é quella degli ... - Diana si acciglió - Umanoidi ? Si chiamano davvero così? Comunque... perché si sentirebbero sottosopra? Non mi é chiaro-

-Il posto in cui vivono, al contrario del nostro, é molto più limitato, é proprio soltanto un ambiente, ci sono solo foreste, o solo laghi... Se venissero qui, non sarebbe una cosa buona. I cambiamenti di clima potrebbero ucciderli- Lyfia guardó la figlia dritta negli occhi mentre la giovane parlava tranquillamente -Quindi... é davvero meglio che stiano dove sono ora, a meno che non vogliano rischiare davvero grosso-

-A che ora ci andiamo, domani ?-

-Basteranno ventidue ore per il processo di riavvio... quindi... -

-Ok, dobbiamo prendere qualcosa con noi ? Magari delle armi?-

-Sì, potete prendere qualunque arma vogliate, basta che le riportiate indietro-

  
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