Anime & Manga > Yuri on Ice
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Autore: LaVampy    18/09/2017    4 recensioni
cosa minaccerà la tranquilla vita quotidiana dei Viktuuri??
Genere: Angst, Avventura, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti, Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Non ti merito, sono stato uno stronzo, eppure te...-disse con voce bassa. 

-Siamo una famiglia, giusto ?-disse spogliandosi ed entrando nella vasca con lui. 

 

Non ci aveva prestato molta attenzione, fino a quel momento. Era abituato ad essere seguito dalle fan. Ma quella macchina era diversa dal solito. Stava uscendo dal supermercato, con la borsa stretta al petto, quando la rivide. La stessa che era stata parcheggiata sotto casa sua e fuori dalla palestra negli ultimi giorni. Provò ad avvicinarsi ma questa, inserita la retromarcia, fuggì. Lasciando Yuri basito. Forse cercavano Viktor, magari la notizia si era sparsa, e quelle canaglie di giornalisti, cercavano lo scoop facile. Sbuffando caricò la spesa sulla macchina e si diresse a casa. Yuuri e Viktor erano usciti presto, quindi non aveva nessuna fretta di tornare a casa. Poteva tranquillamente passare a trovare il nonno. Il cimitero distava appena venti chilometri. Sintonizzò la radio e prese la superstrada. Di certo il nonno lo avrebbe aiutato a pensare con chiarezza. 

 

Quando il taxi si fermò davanti all'istituto, Viktor reprimette a fatica un gemito, senza riuscire però a nascondere il tremore nelle mani. Dopo aver tirato un lungo sospiro Viktor usciì seguito dal compagno. Allungò le banconote al taxista e si guardò intorno. Più che un orfanotrofio sembrava un campo dell'esercito. Lunghi finalmente di filo spinato su tutto il perimetro e muri pieni di muchi, che una volta era certa, fossero rossi. Purtroppo non era la prima volta che metteva piede in quei luoghi dimenticati da Dio. Fece un primo passo, e poi un altro. Aprì la porta e l'odore gli riempì le narici, strinse forte la mano del compagno. Si avvicinò ad una piccola scrivania, dove un'austera signora, stava scrivendo su un quadernone. 

-Dica?-chiese senza alzare gli occhi da quello che stava facendo. 

-Sono il Signor Nikiforov, siamo qui per mia figlia- disse, ritrovando un po' di calma, e riuscendo così a mantenere un tono tranquillo. Fu solo allora, che la donna alzò gli occhi, incrociando quelli del ragazzo. 

-I fogli?- chiese senza aggiungere altro e Viktor si girò verso Yuuri, prendendo la cartellina. 

-Mi segua-disse dopo aver analizzato attentamente i fogli ed aver osservato Viktor intensamente. Viktor e Yuuri, seguirono la donna al piano superiore. 

-Come mai è un orfanotrofio di bambini e non si sente nessuna risata, o si vede alcun gioco?-chiese Yuuri, guardandosi in giro. 

-Perché questi posti sono lager-rispose in inglese, per non farsi capire dalla donna davanti a loro. 

-In questa stanza, solo lei-disse indicando Viktor. 

-Ma lui è mio marito- disse Viktor, fermandosi. 

-Qui non conosciamo queste unioni, e lui non è citato sui fogli. Vuole conoscere la bambina, può entrare, ma dovrà farlo da solo-ripetè la donna. 

-Yuuri...-disse Viktor, ma venne interrotto dal compagno.  

-Ho capito, non c'è problema io ti attendo qui-disse indicando delle sedie poco distanti, sorridendogli. -Vai a conoscere tua figlia, io non scappo-. 

-Ma non è giusto-ribattè il russo. 

-Non ho tutto il giorno-ringhiò la donna di fianco a lui, prendendo una chiave dalla tasca e aprendo poi una porta. Una volta dentro Viktor sentì il cuore stringersi. In un lato, dentro ad un recinto c'erano alcuni bambini che gattonavano appena, seguiti da una giovane e sorridente ragazza.  

-Livia- chiamò la donna e la ragazza, si alzò in piedi, osservandola. 

-Prendi la numero ottantuno, e portala nell'altra stanza-disse freddamente, e la ragazza sparì dietro ad una porta bianca. 

-In quella stanza- disse indicando una porta nera. E detto ciò uscì dalla stanza, senza aggiungere altro. 

Viktor si avvicinò lentamente alla porta e bussò appena. Una ragazza gli aprì la porta, sorridendogli amichevolmente. 

-Salve, signor Nikiforov, venga-. 

-La prego mi chiami Viktor-rispose l'altro, notando che la ragazza era all'incirca della sua età. 

-Certo, Viktor. Va bene. Sei pronto-chiese guardandolo. 

-Avrei preferito ci fosse anche mio marito con me-disse sottovoce. 

-Tranquillo, per me non ci sono problemi se sei gay, anzi. Sei stato un esempio per molti giovani-disse sempre sorridendo. 

-Io non so se sono pronto-disse titubante, guardano il box. 

-E' un grosso cambiamento, soprattutto per lei- gli disse la ragazza, appoggiandogli la mano sulla schiena e spingendolo avanti. -Hanno detto che non sei sicuro, che non è certo che la porterai via-disse con tono triste, la ragazza. 

-Io non lo so- rispose il russo. -Ho scoperto di lei solo alcuni giorni fa, e non so se sarò un buon padre per lei-. 

-Di certo, la salveresti da questo posto, e già solo quello per lei sarebbe una salvezza, ma non posso decidere io per te-rispose la ragazza. 

-Io non ho mai avuto un padre-disse ancora. 

-E sei diventato un'icona per molti giovani e un esempio da seguire. Pensa lei cosa potrebbe diventare con te e Yuuri come padri-. 

-Conosci mio marito?-chiese stupito. 

-Beh, è un po' difficile non conoscervi, avete dato parecchio scandalo, durante le gare. Non vi siete mai nascosti-rise la giovane. 

-E' che volevo ci fosse anche Yuuri con me-disse avvicinandosi al box, e guardando dentro. Una bambina dagli occhi color cioccolato lo osservava curiosa, per poi sciogliersi in un sorriso sdentato. 

-Oh cielo-disse solo, guardandola. -Come si chiama? -chiese, senza mai staccare gli occhi dalla bambina.  

-Sasha-rispose la ragazza. -Vuoi prenderla in braccio? -. 

-Io non so come si fa, non vorrei mi cadesse - rispose terrorizzato. 

-Ci sono io con te, per questo. Guarda me-disse abbassandosi e prendendo in braccio la bambina, tenendole una mano sulla schiena, impedendole di cadere all'indietro. -Ecco- disse porgendogliela. 

-Io non...- ma non ebbe tempo di terminare la frase perché la bambina si arpionò con la manina al colletto della camicia. 

-Credo che lei h già deciso anche per te-disse sorridendogli e mettendogli in braccio la bambina che lo osservava mordendosi un pugno. 

-Sei bellissima-disse Viktor commosso, voltandosi verso la ragazza, ma non la vide più. Per un attimo fu preso dal panico, e la bambina, notando la sua tensione, diede i primi segni di impazienza. -Oh ti prego, non piangere perché non ho la più pallida idea di cosa fare. Lo sai? -disse parlando alla bambina che gorgogliò felice. 

-Tu ridi, ma sei sicura che tua mamma ha fatto la scelta giusta? -le chiese, e la bambina sbattè le sue manine umide sulla faccia del russo. 

-E' un siTesoro? Mi stai dicendo quello? -chiese l'altro, accarezzandole una guancia, con un dito. 

-Siete bellissimi-disse una voce famigliare dietro di lui, che lo fece sobbalzare appena. 

-Yuuri, lei è... lei è Sasha. Mia figlia- rispose commosso. 

-Ciao Sasha io sono Yuuri-disse il giapponese avvicinandosi. 

-E' il tuo papà, se per lui va bene-disse Viktor, all'orecchio della bambina, osservando il compagno. 

-Per me?- rispose il giapponese, osservandolo stupito. 

-Non prenderei mai una decisione così importante senza di te-. 

-Lo voglio-rispose Yuuri, guardando nuovamente la bambina. -Con te, voglio tutto-disse ancora, senza staccare gli occhi da Sasha. 

-Ti amo-rispose Viktor, mentre una lacrima scendeva sul suo viso. 

-Devi uscire-disse la ragazza, guardando Yuuri. -Mi dispiace ma sono molto severe qui, le regole-disse dispiaciuta. 

-Ti aspetto fuori-disse Yuuri, allontanandosi. 

-Ora cosa succede? -chiese Viktor, guardando la bambina che si stava addormentando. 

-Ora ci sono tutte le pratiche da compilare e tra un paio di giorni potrei prendere la bambina e portarla a casa-. 

-Un paio di giorni? -chiese allibito. 

-Si, mi dispiace- disse la ragazza.  

-Io non lascio ancora qui mia figlia-ringhiò il russo. 

-Non è colpa mia, lo sai-rispose la ragazza. -Ma credo che tu possa convincere la strega di sotto, con una buona donazione. Io ovviamente non ho detto nulla- disse prendendo la bambina e portandola in camera. 

Viktor lasciò la stanza, sbattendo quasi la porta. Yuuri sobbalzò vedendolo così arrabbiato. -Che succede?-chiese, ma non ottenne risposta. Scesero al piano di sotto e andarono dalla donna che era nuovamente seduta alla scrivania. 

-Voglio la mia bambina-disse senza mezzi termini. 

-Tra un paio di giorni, ci sono dei fogli da compilare, dei documenti, è una prassi abbastanza lunga- disse la donna. 

-E per accorciare questa prassi?- chiese il russo. 

-Non è possibile, la legge...-disse la donna interrompendosi quando vide l'altro compilare un assegno a sei zeri. 

-Questa donazione può bastare?-chiese, guardandola negli occhi. 

-Direi che potete prendere la bambina, adesso-disse sorridendo maligna, guardando l'assegno. 

-Che schifo di donna-disse Yuuri, guardandola. 

-Andiamo a prendere nostra figlia-disse prendendolo per mano e salendo al piano superiore. 

 

Quando Yuri sentì suonare alla porta, si alzò dal divano sbuffando. -Cotoletto se hai di nuovo dimenticato le chiavi... -disse aprendo la porta, trovandosi però davanti un ex fidanzato, piuttosto alterato. 

-A... A... Altin?-chiese l'altro, balbettando. 

-No! Babbo Natale!- ringhiò il kazaco, entrando in casa, e chiudendosi la porta alle spalle.  

-Entra pure-ringhiò ironico il biondo, osservando la schiena del compagno.  

-Dobbiamo parlare-disse Beka, voltandosi, ad osservarlo, con le mani appoggiate sui fianchi. 

-Non abbiamo nulla da dirci, anzi per quanto mi riguarda, puoi anche andartene. Vattene-disse indicando la porta. 

-Non vado da nessuna parte-ringhiò l'altro alzando la voce. 

-Non ti voglio in casa mia- urlò Yuri. 

-Non me ne frega nulla di quello che vuoi tu-rispose urlando ancora più forte, il moro. 

-Perché mi fai questo, cosa vuoi ancora da me? Non ti è bastato umiliarmi davanti al mondo intero?- singhiozzò Yuri. 

-Yura, io...-ma fu interrotto dalla mano dell'ex compagno, che lo schiaffeggiò con forza. 

-Hai perso il diritto di chiamarmi così, quando ti sei scopato una donna-disse tagliente il biondo. 

-E' stata tutta una montatura del mio manager, io non ne sapevo nulla, Yuri. Non ti avrei mai tradito, io non pensavo ci fossero i giornalisti-. 

-Non ti avrei mai tradito?- ripetè il biondo. -Quindi l'hai fatto?- chiese facendo un passo avanti. -Guardami- urlò il biondo. -Mi hai tradito? - urlò ancora. -Guardami, maledizione- urlò più forte, colpendo al petto il moro. 

-Si, ma non come credi tu. Era la mia ex fidanzata, mi ha baciato e io mi sono tirato indietro, subito dopo. Ma era solo un bacio, e poi le ho detto che c'eri tu. Ho saputo solo dopo che era stato tutto organizzato dal mio manager. Te lo giuro Yuri. Fammi spiegare, in albergo non è successo nulla-. 

-Vattene-disse solo il biondo. -Esci da casa mia-. 

-Yuri, ti prego. Io ti amo. Non farmi questo-. 

-Cosa non dovrei fare? Beka? Cosa? Non sono io che vado in giro a baciare ex fidanzate, davanti ai paparazzi- ringhiò il biondo. 

-Possiamo parlare come adulti? Non mi hai risposto, hai cambiato casa. Ho dovuto pagare un investigatore privato per trovarti. Se non ti amassi, avrei fatto tutto questo? -chiese con voce stanca. 

-Ti prego, Beka. Vattene. Non facciamoci altro male-. 

-Perché mi fai questo? -chiese Beka, guardandolo. 

-Perché non mi fido di te e di quello che mi vorrai dire- disse sottovoce Yuri. -Ora ti prego, vattene-disse aprendo la porta. 

-Me ne vado ma non finisce così- disse l'altro passandogli davanti, uscendo dalla casa dell'ex compagno. 

   
 
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